Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: Light_9HP    15/06/2014    1 recensioni
Sfidano lampi
e bufere di vento
i veri sogni.
Questa è la mia prima storia Horror/Thriller spero che come inizio vi piaccia!
Spero che vi piaccia anche l'idea di scrivere degli Haiku (poesie giapponesi di tre versi) che parlano dell'argomento del capitolo.
Gradirei molto una recensione per sapere cosa ne pensate dell'idea
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cerco con tutte le forze di svegliarmi da questo incubo, che altro non potrebbe essere, ma quando sembra che io stia ritornando alla realtà, la solida lettera che sengna il punto di passaggio tra i due mondi ritorna a perseguitarmi tra le dita, finchè realizzo che sto vivendo un incubo. Rileggo la firma sperando con tutto me stesso di aver sbagliato ,che in realtà Rose Miller sia solo un omonimo, che tutto questo non stia capitando proprio a me. Ma la dura verità si trova davanti ai miei occhi e non ci sono dubbi. E' proprio lei.
Tutti gli oggetti che si trovano qui davanti le appartengo. Comincia a definirsi l'immagine della signora Miller che indossa gli occhiali davanti a me.
Tutto combacia,sono sicuramente i suoi. Cerco di scacciare via dalla mente la ricostruzione di quello che potrebbe essere accaduto : lei che sfonda il vetro della finestra, che si taglia la mano inesperta con il vetro affilato, che si lacera la borsa facendone riversare tutto il contenuto fuori ,che non fa in tempo a raccogliere niente se non il portafoglio. Riesco a sentire il suo respiro affannato e mi meraviglio del realismo del film inscenato dalla mia mente pessimista. Non può essere così però. Non avrebbe mai potuto farmi questo,sarebbe stato troppo rischioso dal momento che so anche dove abita.
   Esamino il resto degli oggetti e ho la conferma definitiva che sia lei: su una busta intestata ritrovo il suo indirizzo e anche la tessera da dipendente della biblioteca, che probabilmente stava per riportare indietro. Metto da parte le fantasie culinarie e decido si scongelare nel forno a microonde i residui di pasti precedenti non ben identificati, ma il mio stomaco sembra apprezzare quest'accenno di cibo. La cena passa tra il rumore d'acqua del rubinetto che perde e tra le urla in lontananza di qualche pazzo uscito dal pub più vicino. Ma il rumore più grande che sento non viene da fuori. E' dentro di me.

La voce si manifesta per la prima volta in tutta la mia vita in un momento di lucidità così spiccato ,che so con certezza di averla sentita. E che sia reale.

«La tua vita finirà presto» sussurra una voce femminile. «Siiii» le fa ego una simile.

Corro. Non sento più i polmoni. Il mondo gira intorno a me e in un turbinio confuso riesco a schiavare una macchina che per poco non mi prende in pieno. Ma non importa. Il cemento è freddo e bagnato quando urta la mia guancia ,ma non mi fermo, mi rialzo e continuo la mia corsa.
Tutto questo dentro di me però.
Infatti non mi alzo finchè qualcuno non mi tocca con il piede il braccio come se fossi infetto e mi accorgo che si è formata una piccola folla di cinque o sei curiosi che osservano quello che secondo loro è il solito-matto-ubriaco-incosciente-del-sabato-sera. Come dar loro torto daltronde, anche io avrei reagito così. Ma l'espressione di odio nei loro volti manifesta anche qualcosa di più e quel qualcosa è il piccolo incidente causato dal sottoscritto.

                                                                                                            ♦

La volante della polizia si ferma davanti a quella che sembra una stazione vecchia e malridotta. Probabilmente la giustizia non è il fiore all'occhiello di questo posto,penso mettendo in mostra un sorrisetto che non mi aiuterà con le autorità. Un agente in divisa sgargiante mi accompagna in una stanza e mi invita gentilmente ad  accomodarmi. Con la mano indica una sedia e cerco di far bella impressione sedendomi proprio su quella. E bravo il ragazzo.
Capisco subito però di non essere il fulcro di quello che sta succedendo. Dalla porta vetrata scorgo delle figure che vengono subito interpellate .C'è anche una donna che inizialmente si mostra ferma e decisa dal tono di voce, ma poi tradisce quella sicurezza con alcune lacrime troppo a lungo trattenute.

Si accorgono di me solo alcune ore dopo, verso le undici,da quello che dice l'orologio affisso alla parete.Mi fanno salire una stretta scalinata candida per poi farmi entrare in una porta che sembra tenuta meglio delle altre. Il commissario è seduto,o dovrei dire sdraiato ,su un lato della sedia girevole ,tra scartoffie e protocolli di ogni tipo. Accanto a lui ci sono due uomini in divisa che scrivono su alcuni fogli intestati. Mi siedo prima che mi venga dato l'ordine ,ma la giornata pesante ha ammorbidito temporaneamente il carattere ferreo e rigido del commissario,che sembra guardarmi come per dire ‘ per oggi passi’.
«Nome e cognome ,prego» inizia, mentre i due assistenti si preparano a scrivere.
«Sono Tyler Denbrough».La mia voce esce incerta e alquanto strana  ogni volta che dico il mio vero nome, quello che non uso mai.
«Allora Signor Denbrough, lei ha assistito all'episodio che è accaduto poche ore fa, ci racconti quello che ha visto».
E adesso cosa dico?Che non ho visto niente perchè sono svenuto dopo aver sentito delle voci provenire dalla mia testa?No,mi prenderebbero per pazzo più di quello che io sia in realtà. Devo trovare una soluzione in fretta però.
«Be..ecco..veramente....non ho visto nulla...»
Sono uno stupido: sembra che io stia recitando una parte e che in realtà stia nascondendo qualcosa di più grande e lo riscontro anche dall'espressione incuriosita del maresciallo, quel fiuto per il crimine sempre in agguato che doveva avere durante i suoi anni ruggenti.
«L'abbiamo ritrovata seduta sul marciapiede in apparente stato di shock e alcuni vicino a lei ci hanno confermato che era presente durante l'incidente...»Le sue parole mi danno la prova che non sarà facile uscire da qui ,così raduno tutta la capacità oratoria che avrei dovuto acquisire durante il periodo universitario e butto giù un discorso alquanto convinciente che mi difende dall'accusa e che mi fa anche tornare a casa a un ora ragionevole.
Il cuscino mi sembra sorprendentemente comodo e il sonno giunge prima che io possa formulare un qualsiasi pensiero. Ma forse è meglio così.

La mattina seguente mi ritrovo con l'indirizzo della signora Miller in una mano ,deciso ad andarla a trovare a casa. Chissà che mi aspetto. Forse delle scuse.

L'indirizzo segnato sul ritaglio di carta pone la sua casa a circa tre isolati dall'università ,in un quartiere che non conosco molto bene. A quanto pare però riesco a trovare la strada giusta al primo tentativo e ne sono felice perchè una ricerca più estenuante mi avrebbe costretto ad abbandonare l'idea, già più flebile nella mia mente.Parcheggio la macchina davanti a un parco alberato sperando di ritrovarla ancora al mio ritorno e mi sforzo per riuscire a cercare il numero civico esatto.
32. Eccola qui. La casa appare come una villa in stile vittoriano ,ricoperta da una fitta edera sulla facciata laterale e preceduta da un piccolo giardino con alcuni alberi. La scritta incisa vicino al cancello reca la scritta "Famiglia Miller" in caratteri che andavando di moda qualche decennio fa.
Non è presente un citofono o per lo meno io non lo vedo,forse nascosto dalla vegetazione, così prendo l'iniziativa di aprire il cancelletto per conto mio.Il forte vento mi scompiglia i capelli già spettinati e muove i grossi rami della quercia quasi come un segno di invito macabro ad entrare. Il viale è pavimentato da un marmo piacevole alla vista,che si intona molto bene con lo stile complessivo della casa.
Salgo il primo gradino della scala ,poi il secondo, quando la sagoma nera che mi tormenta negli incubi mi colpisce alla nuca. Il dolore si manifesta dentro di me con una prorompenza tale da farmi cadere a terra ,mentre nella mia mente inizia l'alta marea.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
NOTA DELL'AUTORE:
Ciao a tutti, scusate la prolungata mancanza di aggiornameni ,ma l'ultimo  periodo scolastico è stato particolarmente pieno di compiti in classe e sono stato costretto quindi a stare lontano dal pc.
Questo capitolo,insieme ai primi due, è un capitolo di "introduzione" alla storia vera e propria, quindi se vedete che il ritmo non è prorpio veloce, aspettate qualche capitolo e vedrete. Ci sono disseminate nei capitoli allusioni a romanzi di Stephen King e sarei contento se me lo diceste ,in caso le aveste trovate.
Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto e che vi faccia piacere continuare a seguire la storia :)
Light_9Hp

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: Light_9HP