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Autore: Meramadia94    15/06/2014    2 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~                                                  SALVATAGGIO
'' Mamma mia...''- borbottò Lunette fissando l'imponente fortezza che erano le carceri dello Chatlet, dalla minuscola barchetta sulla quale era salita assieme a D'Artagnan, Costance, Jean e il fedele Ronzinante.
La prigione era forse il luogo che meno di tutti le piaceva, a Parigi, ed Aramis non aveva mai chiesto alla ragazza di accompagnarla lì.
Si sentì rabbrividire a quella vista, ma decise di ignorare il timore che l'edificio scuro ed imponente le trasmetteva, per concetrarsi unicamente sul salvare Aramis.
D'Artagnan remò verso l'attracco più vicino, ed una volta arrivato scese dalla barca aiutando prima le due ragazze, poi Jean e per finire il suo cavallo.
''Venite...''- fece loro il guascone invitando il gruppetto a seguirlo in un vicolo, al sicuro da occhi indiscreti, dove prima si caricò il bambino sulle spalle e poi coprì entrambi con un lungo mantello scuro con tanto di cappuccio.
Il tocco finale fu di mettere al bambino una maschera, per rendersi meno riconoscibili possibile nel caso alla prigione fossero stati presenti Rochefort o De Jussac.
''Ok.... lo conoscete tutti il piano vero?''- fece D'artagnan.
Le due ragazze e il bambino annuirono.
Persino il cavallo nitrì per dire si.
Il piano era in verità molto semplice: D'Artagnan e Jean, con quel travestimento, si sarebbero introdotti nella prigione con la scusa di portare dei viveri ad Aramis per spiegargli i pericoli che correva.... e farla così uscire con il travestimento dei due ragazzi.
Una volta libera, grazie ad un congegno di invenzione del piccolo Jean, avrebbe fornito a quest'ultimo e a D'artagnan le attrezzature per fuggire a loro volta.
Quando si sarebbero accorti dell' assenza di Aramis dalla prigione, loro sarebbero stati gia lontani ed al sicuro, almeno fino a quando Aramis non fosse stato dichiarato estraneo alla faccenda di Buckingham.
''D'artagnan...''- fece Lunette con occhi imploranti-:'' riportalo qui, per favore... e cercate di tornare sani e salvi...''
''Non preoccuparti, prima di quanto immagini sarà di nuovo accanto a te...''- borbottò D'Artagnan, allontanandosi e lasciando le due donzelle ed il fedele Ronzinante in quel vicolo, che sarebbe anche diventato il loro luogo di incontro.


Erano gia passati venti minuti.
''Come mai ci mettono tanto...?''- fece la mora iniziando a camminare avanti e indietro.
Iniziava ad agitarsi veramente per quel ritardo...
Iniziava a nascere in lei il terribile sospetto che qualcosa non avesse funzionato, che i suoi amici e che la sua padrona fossero stati scoperti, o che avessero previsto il loro piano...
''Ti prego...''- la bruna giunse le mani come se stesse pregando, e borbottò quella supplica, ma Costance la sentì e le mise una mano sulla spalla per  rincuorarla, con uno di quei sorrisi veri e cristallini che solo la dama di compagnia della regina poteva avere.
''Sta tranquilla...''- le disse con voce pacata-:'' vedrai che tra poco Aramis sarà qui.''
''Lo spero...''- sospirò la ragazza.
In quel momento, il cavallo di D'Artagnan afferrò un lembo di stoffa scura e tirò nel vicolo una figura alta e snella, lunghi capelli biondi.
''Chi va la?!?''- fece Aramis mettendosi subito in posizione di difesa.
Fu sbalordita nel vedere chi fossero le persone che lo avevano attirato a loro.
''Costance... Lunette... ''
La bruna non riuscì a trattenere l'impulso di gettarle le braccia al collo, e la moschettiera ricambiò l'abbraccio.
''Sono felice che siate sano e salvo...''- fece la ragazza abbracciando il moschettiere biondo, trattenendosi dallo scoppiare a piangere.
Non era ancora finita.
Ora dovevano tirare fuori il piccolo Jean e D'artagnan da quella cella.... possibilmente prima che qualcuno entrasse e si accorgesse che Aramis non era più dove doveva essere.
Aramis fece salire Lunette con se, su Ronzinante e insieme si diressero verso il molo della Senna.
Da quel punto potevano vedere tutte le celle, o quantomeno, le loro finestre.
Le due donne osservavano ognuna di quelle piccole fessure grige con meticolosa attenzione, alla ricerca del segnale convenuto.
''Trovati.''- fece Aramis notando lo sventolare di un panno bianco in lontananza da una di quelle finestre.
Un panno che si muoveva con un ritmo un po' troppo definito per quella giornata in cui non c'era un filo di vento.
''Hai l'attrezzatura?''
La ragazza annuì, aprì la bisaccia attaccata alla sella del cavallo e porse al moschettiere una specie di balestra e una freccia modificata dallo stesso Jean.
La moschettiera bionda prese la mira, tenne conto della direzione del più piccolo spiffero d'aria.... e dopo un minuto che ad entrambe parve un' eternità.... tirò.
Lunette sospirò.
La loro parte l'avevano fatta.
Dovevano solo pregare che il tempo fosse loro alleato.

Incredibile a dirsi.... anche quella battaglia si era conclusa con la disfatta delle guardie cardinalizie.
D'artagnan e Jean erano riusciti a fuggire e quando Rochefort e De Jussac arrivarono a mettere la parola fine alla vita di Aramis, l'unica cosa che furono in grado di uccidere fu un cuscino.
Lunette invece corse più veloce del vento con Aramis a casa loro, dove di li a poco le raggiunse una lieta notizia.
Il re aveva firmato la scarcerazione di Aramis e la sua totale innocenza.
D'artagnan e Jean, per festeggiare, le offrirono un bagno gratis, offerta che la bionda non rifiutò.
Un bel bagno caldo era proprio quello che le serviva alla fine di quella stancante giornata e soprattutto per togliersi di dosso la puzza della cella.
''Come mai sembri così triste?''- chiese Aramis mentre D'artagnan e Jean riprendevano la strada di casa.
Lunette era diventata improvvisamente molto triste, pensierosa, apatica.... insomma, per chi la conosceva, era strana.
E il motivo era semplice.
Ora che l'adrenalina e l'azione erano finiti.... il senso di colpa per ciò che era successo e che sarebbe pouto succedere, aveva ricominciato a divorarla.
''Anche se sei la mia serva...''- fece Aramis avvicinandosi a lei mettendole una mano sulla schiena-:'' non vuol dire che tu non possa parlare con me di cio che ti affligge.''
Lunette trattenne un singulto.
''Aramis io.... mi dispiace tanto... non vi biasimerei se decideste di mandarmi via...''- fece la giovinetta con le lacrime agli occhi.
Aramis invece la guardò stranita.
''Hai fatto qualcosa per cui è necessario domandare perdono o per essere mandata via? A me non risulta.''- disse Aramis.
Era consapevole che la sua serva si stesse incolpando del pasticcio in cui si era venuta a trovare, ma voleva farle sapere che non era stata colpa sua.
Anche se l'impresa era titanica.
Lunette, in quegli anni, aveva sviluppato una notevole testardaggine.
''E invece sì!''- la ragazza urlò quasi, con gli occhi lucidi-:'' Se solo avessi fatto sparire quei vestiti... tutto questo non sarebbe mai accaduto.... ho messo in pericolo sia voi che il vostro segreto...''
Aramis l'afferrò saldamente per le spalle nel tentativo di calmarla.
''Non sei tu la responsabile. Nessuno avrebbe potuto prevedere ciò che sarebbe accaduto. E' finita adesso, siamo qui, entrambe, non è successo nulla, e siamo vive. Questo è l'importante.''
Lunette annuì.
Era finita.... ma solo per quanto riguardava un possibile coninvolgimento di Aramis con Buckingham e la regina.
Ma Rochefort sarebbe tornato alla carica, Richelieu sarebbe tornato all'attacco.
''E poi, come potrei mandarti via o arrabbiarmi dopo che hai contribuito a salvarmi la vita una seconda volta?''
Lunette sorrise.
Le due donne, quasi dimenticandosi della rispettosa distanza da mantenere nel rapporto Serva- Padrone, si abbracciarono.
Forse era vero che non era stata colpa sua.... o forse sì.
Comunque Lunette era sicura di un solo dato.
Da quel giorno avrebbe guardato le spalle ad Aramis con il triplo dell'attenzione usata sinora e che se mai fosse stata costretta ad impugnare la spada, l'avrebbe usata per proteggere la sua padrona ed il segreto che ella si portava dietro.


Ok, so che vi ho fatto attendere un eternità e che non è il mio capitolo migliore.... chiedo umilmente perdono.

  
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