Cari mamma e papà...
Cara mamma, caro papà,
la nonna mi vede sempre triste e mi ha consigliato di scrivervi le emozioni che mi dà la vostra mancanza, e ora sono qui per provare a esprimerle al meglio.
Guardo le vostre immagini appese nel salone centrale della casa e vedo che mi salutate dai dipinti fatati. Da piccolo mi facevate molta compagnia ma ora mi rendo conto che non mi basta per sapere che significa avere due genitori che ti stringono a loro amorevoli.
Ho dieci anni, il prossimo andrò a Hogwarts, e non so come affrontarlo. Certo, alla fine mi posso ritenere più fortunato di altri.
Harry, il mio padrino, che mi ama come un figlio, ha avuto un'infanzia terribile, oltre a non avere i genitori era stato accolto da Babbani che lo detestavano, poiché non amavano il mondo dei maghi.
Neville Paciock, invece, aveva i genitori vivi, anzi li ha ancora, ma è come non averli affatto, per non parlare di Augusta Paciock, sua nonna. La stimo molto per aver allevato il nipote da sola, ma quando la guardo mi fa paura.
La nonna cerca di sollevare il mio morale parlandomi di voi. Mi parla soprattutto di te, mamma, poiché, essendo sangue del suo sangue, ti conosce come nessun altro al mondo.
Mi parla del tuo carattere dolce e ribelle allo stesso tempo.
Dei tuoi capelli e della tua fisionomia, così diversa dalla mia, che assomiglio molto a papà, ma allo stesso tempo uguale con i tuoi poteri di Metamorphomagus.
Della tua disattenzione che rasentava il pericolo, per te e per gli altri.
Dell'amore che vi legava l'un l'altra, unite nel bene e nel male.
Di te, papà, chi è sopravvissuto non può parlare che bene. Sei sempre stato un uomo buono, studioso, disponibile, l'unico, pur con una pozione, che poteva rinnegare la sua natura di Lupo Mannaro ed essere più umano di qualsiasi altro.
Sono sicuro che sareste stati dei genitori meravigliosi e cercherò di essere meglio di ciò che posso alla vostra memoria. Peccato che di voi non mi rimanga altro ciò che mi raccontano altri.
Vostro figlio
Ted Remus Lupin