Cap 4
Be in my eyes
Be in my heart
Eric
si stiracchiò pigramente, aprendo gli occhi e
puntandoli sulla figura che dormiva abbracciata a lui. Le morbide onde
corvine
le accarezzavano il volto dagli zigomi alti e ricadevano sulla schiena
nuda, le
ciglia lunghe e scure sembravano disegnare due perfette mezzelune sulla
carnagione alabastrina e le labbra morbide avevano abbandonato quella
piega risoluta
che le contraddistingueva quando era sveglia. Era bellissima. Le
accarezzò
gentilmente un braccio, seguendone il profilo fino alla spalla, dove si
chinò a
depositare un bacio.
Gli
occhi di ghiaccio di Fiamma si spalancarono e
cercarono immediatamente i suoi.
-
Sei sveglio da molto? –
Scosse
la testa. – Cinque minuti. Stavo ammirando il
panorama. – aggiunse, rivolgendole un sorriso pigro,
indolente, uno di quelli
che erano diventati un po’ il suo marchio di fabbrica.
Lo
colpì scherzosamente, trasalendo appena quando
una lieve fitta di dolore le attanagliò il dorso della mano.
-
Mi hai fatto male. – borbottò, come se la colpa
fosse sua.
Eric
scoppiò a ridere, con quella sua risata secca e
roca che era capace di farle correre i brividi lungo la schiena.
-
Certo che sei forte, eh. Mi prendi a pugni, ti fai
male da sola, e poi la colpa sarebbe mia? –
-
Ovviamente. – asserì ironica, incrociando le
braccia al petto come a sfidarlo a replicare.
Scosse
la testa, divertito, ma non aggiunse altro.
Un tempo quelle scenette si ripetevano tutte le mattine.
Già, un tempo, quando
loro due vivevano in simbiosi quasi fossero una cosa sola.
It takes a man to live
It takes a woman to make him compromise
-
Che hai intenzione di fare? –
Fiamma
corrugò la fronte, perplessa: - Non capisco.
–
Si
passò nervosamente una mano dietro al collo, come
faceva sempre quando era in difficoltà o si sentiva
particolarmente nervoso.
-
Intendo con noi … Mi hai lasciato, no? –
La
ragazza sbuffò, alzando gli occhi al cielo.
-
Non ce la fai proprio a smettere di cercare
conferme come fanno gli Eruditi, eh? – replicò, ma
non sembrava particolarmente
seccata dalla cosa.
-
Erudito una volta, Erudito per sempre. –
Corrugò
la fronte. – Sono abbastanza certa che
quello fosse il motto degli Intrepidi. –
Eric
scrollò le spalle, indifferente: - È lo stesso,
la sostanza non cambia, e tu stai discutendo di semantica per girare
intorno
alla domanda. –
Fiamma
si tirò leggermente su, facendo leva con il
gomito, per guardarlo meglio.
-
Sono qui, di nuovo, e non me ne andrò se prometti
che cercherai di smussare il tuo caratteraccio. –
-
È difficile smussare il proprio carattere quando
hai la testa piena di pensieri non proprio allegri. –
commentò.
-
Allora non devi più pensare parole crudeli. Pensieri
crudeli conducono a parole crudeli, e fanno male tanto quanto fa male
il loro
obiettivo. –
Inarcò
un sopracciglio, in una strana espressione
che era un misto di ironia e altezzosità. Il genere di
faccia che avrebbe fatto
un Intrepido sentendo quelle parole.
-
Che c’è, adesso mi citi anche il manifesto dei
Pacifici? –
Abbozzò
un lieve sorriso e annuì.
-
Sì, se serve a farti capire che puoi cambiare, se
solo lo vuoi. –
Gli
prese il viso tra le mani, fissandolo negli
occhi con bruciante determinazione, accarezzandolo delicatamente con i
polpastrelli.
-
Se vuoi che le cose tra noi funzionino. –
sussurrò.
La
scrutò attentamente, quasi volesse imprimere ogni
dettaglio del suo viso nella mente, mentre pensava a ciò che
gli aveva appena
detto. Era pronto a cambiare, almeno a provarci, per lei? Conosceva
già la
risposta.
-
Ci proverò, ma non ti prometto nulla. –
Si
aprì in un sorriso smagliante, uno di quelli che
anni prima si era scoperto a bramare disperatamente, per poi gettargli
nuovamente le braccia intorno al collo e attirarlo a sé con
forza.
-
Mi sembra un ottimo inizio. –
Le
rivolse un sorriso sghembo, ricambiando il bacio.
-
E ora che si fa? – gli chiese Fiamma, affondando
la testa nel cuscino e lasciando che le onde corvine le ricadessero
intorno al
volto come una specie di aureola.
-
Bè, io un’idea ce l’avrei. –
replicò
maliziosamente, posizionandosi su di lei e facendo leva con le braccia
per non
gravarle con il suo peso non proprio lieve.
-
Uhm, sarà meglio che me la mostri, allora, mio
capofazione. – ridacchiò, facendo tintinnare le
unghie sul petto muscoloso.
- Agli
ordini. –
Mentre
si chinava a catturare le sue labbra e
lasciava vagare le mani su quel corpo tonico, si disse che
probabilmente tutto
quello sarebbe valso qualsiasi tentativo.
Spazio
autrice:
Allora,
questo era l’ultimo capitolo di questa
minilong che è stata scritta per il contest “One
choice will define you”
indetto da Ciara90 e Darkmoon90 sul forum e che farà un
po’ da ponte tra la mia
long “Be dauntless is a tough job but someone has to do
it” e quella che sarà
il suo sequel “I will love you until my last
breath” che è in fase di
progettazione. Spero che vi sia piaciuta e che vogliate seguire anche
queste
due long. Alla prossima.
Baci
baci,
Fiamma Erin Gaunt