Sulla
spiaggia vi erano
pietre dai più disparati colori,
non preziose ma in grado di meravigliare gli occhi e le menti ancora
dominate dall'ingenuità e dall’innocenza.
Un
tale le aveva detto che
avrebbe dovuto riempire una bottiglietta di plastica con ognuna di esse
e, se spinta
da sentimenti sinceri, avrebbe potuto veder realizzare uno dei suoi
sogni.
Lei
seguì solo in parte quel
consiglio, decidendo di dare ad ognuna
di esse i nomi di persone conosciute: le verdi
avrebbero rappresentato il tradimento nei suoi confronti; le azzurre
avrebbero riempito quei vuoti che si erano fatti spazio nel suo cuore,
la mancanza venuta a formarsi per l'assenza di persone importanti; e,
non meno rilevanti,
quelle rosse,
coloro che erano rimasti.
Ciò che vide non
le piacque e rimase non poco ad
osservare quella bottiglietta, ora amareggiata e senza alcuna nota di
curiosità.
Avrebbe
tanto voluto svuotare il tutto, privarsi di quella visione che
l’aveva
turbata.
Forse
avrebbe dovuto far finta di niente, si diceva, andare avanti
fingendo di non aver svolto quella piccola prova, di non aver cambiato
le
regole del gioco che l’aveva spinta a compiere quella
scommessa con la sua
vita.
Mille erano le domande che
affollavano la sua mente e che contribuivano a dare colpi al suo cuore
che,
forse solo in apparenza, pareva far male.
Non disse nulla, decidendo
di non dare una sola
risposta a quei quesiti, chinandosi nuovamente, però,
riprese a raccogliere le
pietre rosse,
coloro che in futuro si sarebbero aggiunte a quel mucchietto, le
persone che mai avrebbe lasciato andare e per cui lei stessa avrebbe
lottato.