Anime & Manga > Bleach
Segui la storia  |       
Autore: ValentinaRenji    16/06/2014    1 recensioni
questa storia è ambientata nella città dove vive Ichigo. Con lui ci sono i suoi amici e compagni d’avventura Renji, Rukia e molti altri ancora! La Soul Society ha dato loro il compito di vivere per un po’ sulla Terra e proteggerla da ogni pericolo. Devono inoltre cercare di adattarsi il più possibile alle usanze ed abitudini di questo mondo,integrandosi con le stranezze e le meraviglie che si presentano ai loro occhi. Ciò consentirà ai nostri protagonisti di conoscersi meglio e di scoprire nuovi sentimenti ed emozioni che non avrebbero mai sospettato di provare.
Buona lettura! ^.^
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Espada, Inoue Orihime, Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 33


Facciamo un passo indietro …

Ore 10.00

Ichigo apre con cautela la finestra, entrando lentamente nella casa silenziosa e poco illuminata. Un piede e  poi l’altro e con un balzo salta nell’ampio soggiorno cercando di attutire ogni rumore. Un bisbiglio sommesso attira la sua attenzione, facendolo voltare circospetto, simile ad un ladro durante una missione.
“Oi! Oi Ichigo!”
“Renji! Oi sei tu?”
“E’ casa mia idiota chi altro vuoi che sia!”
“Shh parla piano idiota! O Rukia si sveglia!”
Gli occhi nocciola del sostituto shinigami brillano nella penombra, curiosi e leggermente imbronciati, come al solito. Il rosso invece rigira nervosamente le mani, lanciando uno sguardo esasperato verso le scale di tanto in tanto.
“Allora, dobbiamo essere rapiti e indolore.”
“Tu devi esserlo, hai detto che dovevi parlarmi.”
Abarai annuisce, facendogli cenno di abbassare il tono di voce. Gli si avvicina guardingo, invitandolo ad accomodarsi sul divano accanto a lui.
“Più vicino.”
Il ragazzo dai capelli arancione si sporge verso l’altro, scocciato.
“Ancora un po’.”
“Eddai dimmelo e basta!”
Un bisbiglio all’orecchio, breve, appena confuso, bofonchiato, quasi un soffio incomprensibile. Eppure le parole sono giunte chiare e limpide come l’acqua di una sorgente.
“COOOSAAAA???”
Ichigo salta dal divano, urlando, per poi tapparsi la bocca con una mano. Il volto è completamente paonazzo e gli occhi sgranati.
“Dio mio Renji ma sei impazzito?”
“No!! E abbassa la voce altrimenti Rukia si sveglia!!!”
“Ma ti è andato in pappa il cervello??”
“Ci ho pensato a lungo, ho deciso che è la cosa giusta.”
“Ma il tuo lavoro da shinigami?? E Byakuya?? E Rukia??”
“Eddai Ichigo! Non è un dramma, non cambierà nulla … solamente, sento che devo farlo. È il momento giusto, non potrei aspettare un secondo di più né uno di meno.”
“Se lo dici tu …”
“Che amico sei? Dovresti supportarmi!”
“Ma io sono dalla tua parte, ti supporto e ci sono per te. Altrimenti non sarei qui! Sono solo rimasto basito … ma in fondo ora che metabolizzo l’idea non è poi tanto male.”
Renji sospira agitato, euforico, mordendosi il labbro inferiore. Le iridi d’ebano incontrano quelle castane dell’altro, scrutandolo con aria interrogativa.
“Ci sarai quando dovrò dirlo vero?”
“Puoi contarci.”
Una pacca sulla spalla, il sorriso confortante e sincero di Ichigo: quel ragazzo sempre pensieroso, imbronciato, in realtà si dimostra sempre il miglior amico che chiunque possa desiderare e lo shinigami si sente veramente fortunato ad averlo accanto.
“Quando glielo dirai?”
“Non lo so ancora … ma … presto.”
“Che ne dici di questa sera? Magari dopo i fuochi … o durante la cena? Così ci siamo tutti …”
“Ottima idea … andiamo a berci un caffè? Ne ho bisogno.”
“Puoi scommetterci.”
 
 
 
Le onde del mare si infrangono rumorosamente sulla scogliera del promontorio scandendo un ritmo tempestoso ed iracondo. Il vento freddo soffia ancora algido e aguzzo modellando l’acqua scura, sbattendo contro i vetri lindi e spessi del laboratorio. Picchietta come un ospite inatteso alla porta, solleva la sabbia in vortici polverosi ed ulula sonoramente mentre il cielo cela il sole estivo, nascosto ancora sotto una fitta coltre di pesanti e scure nubi.
Nnoitra dorme placidamente coperto da un morbido lenzuolo, nettamente diverso da quello da lui usato per coprire Szayel durante la notte. È assopito come un bimbo, i capelli corvini gli ricadono sulla fronte e sulle guance affilate, la benda leggermente spostata lascia intravedere una piccola parte dello spaventoso foro da hollow. Respira piano, avvolto nella stanchezza causatagli da una notte probabilmente insonne trascorsa su quella piccola sedia nel laboratorio accanto al lettino bianco, simile ad una barella.
Le ore passavano e continuava a domandarsi miliardi di cose, anche semplici e insignificanti, talmente banali da non essersele mai poste in tutti quei secoli di vita. Ad esempio, vedendo dormire l’arrancar su quello strano affare non riusciva a concepire come potesse riposare comodamente in quello spazio ristretto e duro, mentre nel piano inferiore lo attendeva un letto spazioso e comodo. Oppure come faceva a non cadere giù o a non muoversi durante il sonno. O ancora, come non trovasse scomoda la divisa attillata o come non si sentisse mai solo. O forse accadeva?
Le domande si ripetevano incessanti nella sua mente: come ha affrontato la morte di suo fratello? Perché non l’ha mai nominato dopo la sua scomparsa? C’è davvero qualcosa oltre quel suo aspetto folle? Come prenderà la mia presenza qui quando se ne accorgerà? E io come farò con Nel? Mio dio ma mi sto rammollendo pure io? Si è mosso, ora si sveglierà e mi massacrerà. No, non credo sono io il più forte. Però si arrabbierà e se ne andrà di nuovo. Forse non dovevo venire qui. Forse non dovevo dirgli nulla. Ok, sto impazzendo …eppure mi chiedo se c’è mai stato qualcun altro, oltre a me, che ha trascorso l’intera notte a guardarlo nello stesso modo in cui lo sto facendo io. Credo sia impossibile.
Ora invece è nel mondo dei sogni, avvolto nella morbidezza ed affiancato dal calore di un altro corpo dal profumo delicato e carezzevole. È crollato così, sfinito, dopo le infinite carezze e i baci intensi, dopo aver strappato a quelle labbra sottili il sussurrio del suo nome, proprio come desiderava. È precipitato immediatamente nel sonno fra le braccia dell’octava, cadendo in un abisso oscuro quasi privo di sensi a causa della stanchezza fisica ed anche delle forti emozioni.
Szayel invece era rimasto sveglio a lungo, a fissare quel ragazzo altissimo e magro inerme, steso su di lui come un animale bisognoso d’affetto. Lo aveva scrutato insistentemente con le iridi dorate, scuotendo talvolta la testa, sopraffatto da uno sgomento profondo ed inspiegabile. Lo desiderava lì, accanto a lui, senza sapere nemmeno perché. Voleva ancora assaporare la sua bocca, la sua pelle liscia ma al medesimo tempo rifletteva a quanti danni, anche irrecuperabili, avrebbe portato questa situazione ambigua.
Anche ora le due perle ambrate sono sbarrate, rivolte verso il soffitto, le braccia nude incrociate dietro la nuca; il respiro di Nnoitra gli solletica il petto candido, infreddolito, scoperto, caldo solo il punto dov’è appoggiata la sua mano.
La luce grigia del cielo piovoso invade con forza la stanza, cullata dalla danza delle onde indomite.
“Ehi.”
Szayel non si scompone, volta solamente lo sguardo in direzione della voce mentre il viso rimane all’insù, rivolto verso il soffitto bianco ed il lampadario spento.
“Devo essermi addormentato … che ore sono?”
Sbuffando scosta gli arti da dietro la nuca alla ricerca di una sveglia o un orologio, per pronunciare l’orario con voce inflessibile:
“Quasi sera …”
Nnoitra sbuffa, rimboccandosi meglio le coperte tiepide ed avvicinandosi all’altro, tastandone la pelle fredda.
“Sei gelido!”
“Non ho freddo, sto bene così …”
Sussulta, le unghie dell’espada conficcate sul fianco in un graffio rabbioso.
“Non stai bene così. Ti conosco, c’è qualcosa che ti turba.”
“Non dovresti tornare da Nel? Credo si stia domandando che fine hai fatto.”
“Non mi interessa nulla di lei.”
“Le hai spezzato la testa, ma penso che spezzarle il cuore farà ancora più male.”
“Se te ne preoccupavi tanto potevi fare a meno di venire a letto con me!”
“Hai insistito tu Nnoitra.”
Il moro lo guarda furibondo, stringendo i pugni tremanti:
“Non mentire così spudoratamente, per cosa poi? Per orgoglio? So con certezza che non sei quel tipo di persona che fa le cose senza volerle.”
“Ah no?” domanda gelido, mentre sistema gli occhiali.
“Ci sei stato, eccome! E ti andava, altrimenti non sarei qui ora!”
Szayel lo fissa negli occhi, senza distogliere le iridi giallastre, privo del consueto ghigno stampato sul volto dai lineamenti femminili.
“Mi hai stufato Szayel.”
Si alza infuriato dal letto sfatto, imprecando tutto l’odio che lo invade fino all’anima. Una mano gli afferra il polso, salda, ferma, stretta.
“Aspetta.”
Jirga si blocca, stagliandosi in piedi nella sua alta figura, voltandosi con rancore verso il suo interlocutore.
“Cosa vuoi ancora? Mi hai chiesto di non prenderti in giro … ma ora sei tu che lo stai facendo con me.”
Il ragazzo dai capelli rosa sgrana gli occhi, apre la bocca per sussurrare qualcosa di indecifrabile, inudibile, forse muove solo le labbra senza dire effettivamente qualcosa di concreto.
Con uno strappo Nnoitra si divincola dalla stretta, abbandonando la stanza a grandi falcate e sbattendo la porta alle sue spalle.
 
 
 
Ritorno al presente: la cena.
 
I ragazzi chiacchierano allegramente, ridendo, scherzando, talvolta lanciandosi anche qualche briciola o chicco di riso per poi sconfinare in una guerra di cibarie ogni volta bloccata dalle occhiatacce di Rukia.
La voce di quest’ultima sovrasta le altre con un urlo colmo di entusiasmo:
“Nii-sama!! Sei venuto anche tu alla fine!”
A braccia aperte corre verso di lui, abbracciandolo con gioia, ignorandone la solita espressione imperturbabile. Accanto al capitano Ulquiorra osserva dubbioso la shinigami, domandandosi il perché di tanta felicità: sono proprio strani, questi circa-umani …
Silenziosi si accomodano accanto alla ragazza e Orihime immediatamente accoglie entrambi con il più caloroso dei saluti e si addentra subito in una delle sue buffe conversazioni, strappando un sorriso all’espada.
Un urlo indefinito blocca tutti i presenti, spostando l’attenzione su Ichigo:
“OOooiii!! Badatemi!! Devo dirvi una cosa importante!”
Ammutoliti e con le bacchette a mezz’aria tutti gli occhi sono puntati su di lui.
“No ehm cioè, non devo dirla proprio io. Deve .. .deve dirla Renji!”
Renji si alza come un fulmine, scattando sull’attenti. Una goccia di sudore gli cola dalla fronte, soprattutto a causa del gelido sguardo del suo capitano.
“Si. Io devo dirvi una cosa.”
“Mpf, che cofsa?” domanda Grimmjow con la bocca piena, ricevendo una forte gomitata da Ishida ed un sommesso “ssshhh!”.
“Hmm ehmm ecco. Io devo dirla a voi ma soprattutto a … a … a Rukia.”
La ragazza lo osserva sorpresa, arrossendo visibilmente.
“Rukia.”
Annuisce, deglutendo. Le mani gli tremano ma riesce ugualmente a recuperare dall’interno del kimono una scatolina nera, ricoperta da velluto.
“Ecco, questo è .. è per te.”
Le porge il piccolo oggetto, riponendoglielo fra le mani. Lei sbarra gli occhi violacei, sbiancando in volto, temendo di sognare, di non essere davvero lì in quel momento.
Tutti i presenti non osano nemmeno respirare, si sporgono verso la coppia con sguardo luccicante ed incredulo, alcuni con le mani davanti la bocca, altri si fanno aria con il tovagliolo.
Byakuya scuota la testa, le iridi scure sgranata, la coda alta di capelli corvini fluttua voluttuosa, mentre con una mano stringe il kimono di un impassibile Ulquiorra.
La shinigami apre la scatolina scoprendo un anello d’oro bianco sottile, adornato da un delicato brillantino blu/viola, come i suoi occhi grandi e profondi.
“Rukia, vuoi sposarmi?”
Lo dice tutto d’un fiato, le iridi d’ebano colme d’emozione e addirittura lucide. Rukia trema fortemente, le lacrime le bruciano le palpebre e il cuore batte all’impazzata. Porge la mano piccola e affusolata verso il compagno lasciando che le infili l’anello sull’anulare sinistro, per ammirarlo con orgoglio e profondo amore.
L’emozione le impedisce di parlare ma annuisce con il capo e gli si lancia addosso in un caldo abbraccio:
“S.. si… certo che si!”
Ichigo si alza in piedi applaudendo ed esultando, mentre la coppia si scambia un bacio leggero sulle labbra, seguito dagli altri amici che lo imitano, alzandosi a loro volta e applaudendo con enorme commozione.
Solo Byakuya per poco non soffoca ma la vicinanza del povero Ulquiorra, stordito dall’inconsueta agitazione del compagno, lo trattiene dallo sfoderare il bankai. Nonostante ciò si alza anch’egli, limitandosi ad osservare la scena.
“Capitano Byakuya.” Afferma Abarai, con voce ferma.
“Vorrei che come mio Capitano e come Fratello di Rukia, in nome di capofamiglia Kuchiki sia Lei a legarci nel vincolo del matrimonio.”
Il capitano percepisce lo sguardo speranzoso di Rukia, della sua piccola sorellina ormai diventata grande e pronta a cogliere nelle proprie mani le redini della sua vita.
Annuisce, sorridendo appena: “Capisco. Va bene.”
Un altro applauso, Renji prende il braccio l’amata e la fa volteggiare sopra di lui, sfoggiando il sorriso più bello e sincero del mondo.
“E i testimoni?? Avete già scelto??” esclama Orihime asciugandosi una lacrima di emozione dalla guancia.
“Io un’idea già l’avrei …” suggerisce il rosso, scrutando la shinigami. Lei conferma con un cenno del capo, indicando con chiarezza il suo caro amico Ichigo.
“Senza dubbio Ichigo.” Sorride lei, la voce tremante di felicità.
“Ed io sarei onorato di avere accanto Uryuu.” Conclude Renji.
I due futuri testimoni corrono dalla coppia congratulandosi ed abbracciandoli in uno scoppio d’affetto e di gioia.
 
La serata procede nel migliore dei modi, soprattutto dopo la splendida notizia: l’euforia per i preparativi prende il sopravvento e tutti (chiaramente invitati, nessuno escluso) iniziano già ad immaginare il bellissimo momento anche se, per ora, non è chiara nemmeno la data. È stato un semplice “sì”, colmo d’amore, l’inizio di un futuro roseo e ancora più felice.
Il vento fresco carezza la fiera di Karakura mentre i ticchettii dell’orologio scandiscono il trascorrere del tempo, facendo avvicinare il momento tanto atteso: i fuochi d’artificio.
Dopo aver consumato la cena la comitiva si avvia in mezzo alla bancarelle per una lunga passeggiata, discutendo nel frattempo sul luogo migliore per osservare lo spettacolo pirotecnico. Lungo le strade, in molti spiazzi appositamente rialzati da un palco di legno, vi sono gruppi locali che si esibiscono nei più svariati tipi di musica: tradizionale, moderna, underground, di qualsiasi genere e gusto.
Orihime si ferma davanti alla zona dj, illuminata da luci colorate, artificiali, ondeggianti:
“Adoro questa canzone! Ichigo, balla con me!”
Il ragazzo cerca di allontanarsi ma Inoue lo tira per un braccio in mezzo alla folla, iniziando a ballare e divertirsi. Il bellissimo manto caramello si muove sinuoso e morbido, gli occhi le brillano di vita ed Ichigo non può non assecondare quella creatura stupenda, dalla dolcezza incredibile. Un po’ goffamente ne emula i movimenti, lasciandosi coinvolgere dal ritmo e ridendo insieme. Si volta verso gli altri, invitandoli con un cenno ad unirsi e Nel non esista nemmeno un secondo: si lancia nel gruppo, ondeggiando, improvvisando una danza con movimenti del tutto casuali ma pare divertirsi da morire. Byakuya e Ulquiorra si allontanano disgustati, dedicandosi piuttosto ad una mostra di quadri là vicino, commentando fra loro lo stile, la pertinenza artistica ed altri aspetti complicati noti solo a loro.
Uryuu e Grimmjow, inizialmente poco convinti, vengono trascinati da Rukia e Renji che non ammettono repliche:
“Festeggiate con noi, niente no!”
Grimmjow ride a squarciagola mentre cerca di ballare ma inciampa su Ishida, rischiando perennemente di far cadere entrambi. Il quincy si muove invece bene, mostrando un talento fin’ora celato, ma questo accresce ulteriormente il divertimento dell’espada che in confronto a lui è totalmente inetto.
Canzone dopo canzone, quasi perdendo la cognizione del tempo e dello spazio, danzano insieme fra risa e compagnia, in un momento magico, eterno, incancellabile.
Solo Nnoitra e Szayel sono rimasti in disparte, lontani, ognuno assorto nei propri pensieri. Jirga osserva la dolce Nel mentre tiene le mani di Orihime, ballando con lei; Granz invece riflette intensamente su come agire e la sua decisione è presto presa.
“Vieni con me.”
Afferra il braccio dell’arrancar iniziando a correre via, lontano, obbligandolo a seguirlo senza dargli nemmeno la possibilità di rispondere.
Corre a perdifiato fra le vie brulicanti di persone , schivandole e saltandole, talvolta urtandole senza degnarsi di scusarsi.
“Posso sapere dove stiamo andando?” sbraita l’espada, esasperato.
“Non ne ho idea. Via da qui.”
“Ehhh?? Tu sei pazzo!”
“Preferisco essere chiamato genio.”
Non abbandona la presa, galoppando per quasi tutta la città fra chioschi e giostre, rivolgendo di tanto in tanto un’occhiata all’altro fuggiasco, la cui espressione scocciata e sconvolta non implica nulla di buono.
Finalmente esce dalla fiera, e risale di fretta un pendio erboso, puntellato da un fitto bosco di alti alberi scuri.
La luna finalmente è spuntata dalle nubi opache e brilla nel cielo scuro della notte. L’aria è ancora umida, profumata di pioggia, ma i raggi lattei dell’astro carezzano la natura silenziosa e lontana dal caos cittadino come polvere sospesa in una stanza.
Giunto in cima alla collina verdeggiante finalmente Szayel termina la sua corsa senza però lasciare la morsa sul braccio dell’altro: sotto al palmo si è formato un segno rosso, leggermente fastidioso ma caldo, pulsante.
Le iridi dorate si posano su quelle nere e magnetiche di Nnoitra chiedendogli un cenno di conferma: se ti lascio il braccio resterai, vero?
Allenta leggermente la pressione delle dita, allontanandole progressivamente, con una lentezza inimmaginabile.
Le voci e le musiche ovattate, attutite, sono trasportate dal vento simili ad un canto lontano, magico, fatato; gli alberi sussurrano e bisbigliano smossi da una lieve brezza che solletica dispettosa le chiome dei due espada, giocando con i lembi delle lunghe vesti.
Nnoitra rompe il silenzio ma in effetti non è realmente convinto della domanda posta:
“Perché mi hai portato qui?”
Szayel sospira, sistemandosi gli occhiali:
“Avevo bisogno di parlarti. Non mi andava di aspettare.”
“E dovevi dileguarti proprio in quel momento? Ci cercheranno tutti.”
“Non credo. Kuchiki e la proposta ci hanno salvato. L’attenzione è su di loro, non si accorgeranno nemmeno della nostra assenza. E poi non siamo gli unici ad essere evaporati.”
L’hollow lo scruta curioso ma immediatamente capisce che si sta riferendo al capitano Byakuya, troppo snob, a suo parere, per abbassarsi ai loro livelli popolani.
“Tsk. Non ho niente da dirti.”
“Tu no magari, io invece ho tanto da dirti.” Sibila l’octava serio, imperturbabile, le guance ancora arrossate dalla corsa. Continua:
“Hai ragione, ti ho trattato non nel migliore dei modi. Posso rimediare?”
“Tutto qui?”
“Sì.”
Un breve silenzio.
“Sei egoista. Un assassino, bastardo, cinico, sanguinario, spietato, crudele, sadico, forse uno fra gli espada peggiori che conosco perché non hai nemmeno tanti principi. Però mi vai bene lo stesso.”
“E’ così Granz? Tu sei esattamente come me, aggiungendo anche: completamente fuori di testa.”
Entrambi ghignano osservandosi a debita distanza.
“Dicevo davvero comunque. Stai bene con i capelli più corti.”
“Grazie. Anche tu stai bene con due occhi.”
“Bastardo!”
Non ha il tempo materiale per avventarsi contro lo scienziato, poiché quest’ultimo è già attaccato alle sua labbra, intento a divorarle con baci caldi ed umidi, avvolgenti. Jirga lo afferra per i fianchi, stringendolo forte ed assecondando quel contatto che ricerca da secoli ed ora finalmente assapora.
Si staccano un secondo, per riprendere fiato, abbastanza per scambiarsi poche parole:
“Devi dirlo a Nel. Non sono il tuo amante.”
“Cos’è, vuoi farmi da fidanzatino?”
Un altro bacio, più rabbioso e aggressivo, alternato a morsi talvolta leggeri, talvolta più forti.
“Idiota. Voglio solamente risolvere questo strazio e basta. Il resto andrà da sé.”
“E se andasse male?”
“Anche se andasse male staresti con una ragazza che nemmeno desideri?”
“No.”
Uno scoppio nel cielo, un forte boato e poi una cascata d’oro nel cielo notturno, seguita da altri colori brillanti, vibranti, accesi: rosso, verde, argento, blu; grandi fiori rumorosi e sfavillanti esplodono nel cielo lasciando scie di luce al proprio passaggio.
I due espada osservano incantati tale spettacolo con gli occhi di un bambino che vede per la prima volta qualcosa di indescrivibilmente meraviglioso.
Si siedono sull’erba umida, vicini, respirando ognuno il fiato dell’altro, senza più parole davanti a quel momento magico ed unico. Osservano insieme lo strano spettacolo terreno, una delle più belle magie che avessero mai visto fino quel momento, sfiorandosi appena le mani, cercando di calmare il cuore tremante e intrepido per l’emozione e il frastuono.
Proprio come il loro sguardo, quello degli altri amici è puntato nello stesso cielo, sugli stessi fuochi d’artificio: insieme Rukia e Renji si tengono per mano, osservando estasiati tale meraviglia. Anche Orihime e Ichigo, Ishida e Grimmjow, Nel ed Ulquiorra e Byakuya alzano i volti verso il cielo, beandosi di tanti colori e forme nella serata fresca e ventilata.
Eppure, non è ancora finita: Inoue solletica il sostituto shinigami, attirandone l’attenzione:
“Guarda Ichigo, mi sono ricordata.”
Dalla borsa estrae un album colorato, noto a entrambi.
“E’ l’album delle fotografie! Avevamo promesso di guardarlo tutti insieme proprio … proprio oggi!”
Lei annuisce, entusiasta.
“Nel frattempo l’ho completato!” esclama sorridendo, giocando con una ciocca di capelli ramati.
Lo stringe a sé, annusandone il buonissimo profumo e perdendosi in quelle note fragranti.
Un bacio sulla nuca e un bisbiglio all’orecchio:
“Non vedo l’ora di sfogliarlo Hime.”
“Anch’io”.



Capitolo pieno di sorprese! Spero vi sia piaciuto! Mi scuso per eventuali errori, prometto di ricontrollare in questi giorni e correggere tutto!
Un bacio,
Valentina :)




 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Bleach / Vai alla pagina dell'autore: ValentinaRenji