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Autore: girl_in_the_sun    16/06/2014    9 recensioni
Siete pronti a gustare l'hamburger della vostra vita? Avanti, non siate timidi! Buon appetito.
Primo strato: il pane morbido e croccante, i semi di sesamo che scrocchiavano sotto agli incisivi.
Secondo strato: la lattuga, le cipolle ed il formaggio, morbidi ed intrisi di salsa vellutata ma adorabilmente piccante.
Qui, la faccia di Zoro solitamente cambiava, assumendo una strana espressione concentrata; Sanji poteva quasi sentire le migliaia di papille gustative di quella lingua mettersi febbrilmente al lavoro.
Terzo strato: la carne speziata e succulenta, con una calda colata di formaggio fuso, l'estasi dei sensi.

[ZoSan Week di Zampe_in_the_sun] [Dedicato a _Rouge-sensei]
[Quinta classificata e vincitrice del premio Inchino al contest "Un lampo di... originalità" di Aturiel]
Genere: Comico, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nami, Nico Robin, Roronoa Zoro, Sanji, Z | Coppie: Sanji/Zoro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Taste of Moss & Smell of Smoke'
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Marimo Burger


Ancora Zoro non riusciva a capacitarsi di come quelle due fossero riuscite a trascinarlo in quel posto.
Nami e Robin erano passate in palestra verso l'ora di pranzo - beccandolo mentre stava per uscire a mangiare qualcosa di veloce e poco costoso lì vicino - e l'avevano trascinato con mille scuse in quel nuovo posto che aveva aperto da poco, un fast food chiamato burger qualcosa. I sorrisetti delle ragazze non gli erano piaciuti per niente, ma stranamente la rossa gli aveva assicurato che il pranzo era offerto da lei. Così, controvoglia, aveva accettato, anche se non gli dispiaceva farsi pagare il pranzo - o la cena, se era per questo - da Nami, dato che succedeva ogni morte del Papa.

Robin parcheggiò l'auto ed i tre scesero, mentre Zoro si guardava intorno sospetto, non ancora del tutto convinto dalle loro precedenti parole.
L'edificio non era molto grande e somigliava più ad un ristorante che ad un fast food, se non fosse stato per la grande scritta blu che torreggiava sopra al locale e recitava Curly's Burger.
"Patetico" pensò il verde leggendo la scritta: come si poteva scegliere un nome così?!
Una manata poco gentile della rossa lo spinse dentro: l'interno, lo spadaccino doveva ammetterlo, era confortevole e carino e - con sua grande sorpresa - il locale era frequentato prevalentemente da donne. Non fece comunque a tempo di stupirsi molto, dato che la mora lo aveva trascinato al bancone per ordinare, senza nemmeno avergli lasciato il tempo di capire cosa diavolo si mangiasse la dentro.
- Nami-swan, Robin-chwan~❤! Siete tornate, che piacere! - trillò un'irritante voce maschile da dietro la cassa.
Zoro squadrò il ragazzo: alto, biondo, stupido ciuffo biondo che gli copriva metà di quella sua faccia da idiota e... Ehi, ma cos'era quel ricciolo che aveva in fronte?
- E... Oh, e lui chi è? - domandò il biondo, il tono spento alla vista dell'esemplare d'uomo che stava con le sue Dee.
Il verde lo osservò meglio e sì, finalmente capì: quella stupida spirale era un sopracciglio! Il sopracciglio di quello stupido biondo!
- Lui è Zoro, un nostro amico - lo presentò Nami con un sorriso, ma nessuno dei due fece cenni consoni a due persone civili che erano appena state presentate, anzi, continuarono a guardarsi in cagnesco, fino a che lo spadaccino sbottò con un ghigno: - Ora ho capito il nome del locale, sopracciglio a ricciolo. -
Il cuoco assottigliò gli occhi a due fessure e si sporse pericolosamente oltre il bancone con fare minaccioso, puntandogli l'indice al petto.
- Tieni quella boccaccia chiusa dentro al mio locale, chiaro, idiota?! - sibilò.
Una scossa di adrenalina risalì la schiena di entrambi ed in quel momento seppero che avevano trovato il loro rivale, quello che incontri una volta nella vita e che non scordi mai.
Una risatina lasciò le labbra di Robin e riportò il biondo alla realtà, facendolo piroettare nella loro direzione e lasciando Zoro a grugnire irritato.
Ora che il verde lo guardava meglio, il biondo portava - appuntata sulla polo che indossava - una targhetta che recitava Sanji Blackleg, il suo nome probabilmente.
"Tsk, stupido anche quello" sbuffò lo spadaccino, incrociando le braccia al petto e scrutando le foto delle pietanze appese sopra al banco, cercando di decidere cosa ordinare e a non badare alle stupide moine dell'altro.
C'erano un sacco di panini diversi, tutti dai nomi un po' bizzarri: Okama BurgerPaty BurgerDiable Jambe... Quello che più di tutti attirava l'attenzione dello spadaccino era il panino Hell Memories: hamburger di manzo speziato, lattuga, formaggio, cipolla, pomodoro, peperoni jalapeños piccanti e salsa della casa. Sì, era il panino per lui.
Ordinazioni fatte - le due ragazze presero due semplici Caesar's Salad - il biondo scoccò un'occhiata eloquente a Zoro, che non fece altro che ricambiarla, aggrottando le sopracciglia. Quando Nami fece per pagare, Sanji scattò come una furia, rimproverando lo spadaccino per essersi lasciato offrire il pranzo da due fiori delicati come quelli. Lamentele che a Zoro, sinceramente, non facevano né caldo né freddo.
Invece, ci restò di stucco quando Robin gli fece cenno di prendere un tavolo: insomma, bisognava aspettare i panini, no?
- Stupido idiota testa di muschio, qui i panini li facciamo al momento. Cosa credevi, che fossimo un fast food di bassa qualità come gli altri? - esclamò il cuoco, le mani sui fianchi.
Il verde trattenne l'istinto di raggiungerlo dietro al bancone e affondare la sua stupida testa ossigenata nell'olio per friggere le patatine, quindi fece come gli era stato suggerito precedentemente dalla mora e si diresse verso un tavolino all'angolo.
Le pietanze - contro ogni previsione - non tardarono ad arrivare: giunse un cameriere piuttosto robusto e mezzo pelato, con una strana fascia bianca arrotolata in fronte.
- Ecco a voi, cari bastardi! - trillò gioioso, ma le sue parole lasciarono i tre a guardarsi spiazzati.
- Paty!!! Ti avevo detto che quel tavolo lo servivo io, razza di incapace! -
Un calcio lo colpì dritto in testa ed il povero cameriere barcollò via, tenendosi le mani sul vistoso bernoccolo.
Zoro rimase a fissare Sanji, o meglio, la lunga gamba del cuoco, protesa in aria, pronta a sferrare il prossimo colpo.
"Che flessibilità... Sarebbe divertente provare a sfidare questo idiota" si ritrovò a pensare, senza nemmeno saperne la ragione; poi si riscosse e, rimettendosi la solita espressione apatica, diede il primo morso al grosso panino che gli era stato portato.

L'arte dei sorrisi finti era stata abbandonata da Sanji tutta d'un tratto, forse inconsciamente, non che a lui la cosa dispiacesse. Era davvero difficile, a volte, sorridere e far finta di essere il solito don Giovanni di sempre quando la frustrazione raggiungeva i livelli più alti.
Ma quell'idiota, oh si, il suo brutto muso aveva fatto scattare qualcosa; il biondo non si era mai sentito più vivo in vita sua, la sensazione di competizione che gli solleticava la pelle ogni volta che i loro sguardi s'incrociavano e quell'eccitazione che gli risaliva la spina dorsale erano sensazioni nuove e benvenute nella sua monotona routine.
Quell'attrazione stravagante che lo attirava impulsivamente all'altro era comunque bilanciata dall'immensa irritazione che lo permeava ogni volta che quello stupido cavernicolo apriva la bocca per fare uno dei suoi soliti commenti idioti. Ugh, quanto lo odiava!
Eppure, non poteva fare a meno di osservare di nascosto come quelle labbra carnose assaporassero il cibo che lui stesso cucinava.
Il verde era tornato più volte dopo la 'benedizione' delle due ragazze, a volte solo, a volte accompagnato da amici ancor più strani di lui: un pozzo senza fondo di nome Rufy, uno strano pinocchio che si chiamava Usopp ed un piccolo ragazzino tenero come un peluche, Chopper.
Quel giorno, però, lo spadaccino era solo, seduto al solito tavolino all'angolo, che - Sanji ci scommetteva - aveva ormai l'impronta del suo didietro.
Per l'ennesima volta, i denti del ragazzo affondarono nel panino caldo ed invitante, seguiti dall'ansioso sguardo del cuoco.
Primo strato: il pane morbido e croccante, i semi di sesamo che scrocchiavano sotto agli incisivi.
Secondo strato: la lattuga, le cipolle ed il formaggio, morbidi ed intrisi di salsa vellutata ma adorabilmente piccante.
Qui, la faccia di Zoro solitamente cambiava, assumendo una strana espressione concentrata; Sanji poteva quasi sentire le migliaia di papille gustative di quella lingua mettersi febbrilmente al lavoro.
Terzo strato: la carne speziata e succulenta, con una calda colata di formaggio fuso, l'estasi dei sensi.
Le mascelle del verde ruminavano silenziose, mentre - in pochi morsi - la pietanza spariva tra quelle fauci fameliche, assetate da nuovi sapori. Era già tutto finito, la magia si era compiuta, ma il biondo non era per niente soddisfatto: voleva vedere quel grugno apatico trasformarsi in uno di completa adorazione e stupore, voleva fargli assaggiare il paradiso, era una questione d'orgoglio.
Ormai gli aveva fatto provare ogni tipo di panino, ma niente, la scintilla non era scattata. Ed ogni notte Sanji rimuginava nel letto: che ingrediente, che combinazione di gusto era quella vincente? Era ridicolo, nemmeno capiva perché doveva penare tanto per una stupida testa d'alga! E poi... Ci arrivò.
Ma certo!
Il verde dei suoi capelli, qualcosa di fresco, ma allo stesso tempo piccante... Guacamole!
Poi, la carne speziata, che sapeva gli piaceva tanto, con lattuga e cipolle, ma... Mancava qualcosa, quell'ingrediente che avrebbe regolato l'acidità del piatto: cetriolini! Al biondo non facevano impazzire, ma qualcosa gli diceva che lo spadaccino li avrebbe apprezzati.
Passò la notte a cucinare, a provare sapori su sapori, cercando quel gusto che gli ricordasse il ragazzo dai tre orecchini d'oro.
Il giorno dopo, Zoro si presentò come sempre all'ora di pranzo, stremato e sfiancato dagli allenamenti mattutini. Per lui andare a mangiare al Curly's Burger era diventata un'abitudine: non si perdeva nemmeno più per strada come una volta, in cui - imbarazzato - doveva chiedere indicazioni alla gente, quasi fosse un turista inesperto.
Salutò con il solito grugnito il cuoco dal sopracciglio a bersaglio e fece per aprir bocca per fare la solita ordinazione dal tono annoiato, ma il biondo fu più veloce.
- No, marimo. Oggi ho qualcosa di speciale per te - ghignò Sanji, con uno strano luccichio malefico negli occhi.
Lo spadaccino non si lasciò impressionare e si diresse al suo solito posto. Pochi istanti dopo venne raggiunto dall'altro, che gli servì un panino dall'aspetto decisamente invitante e, con un sorriso sfrontato sulle labbra, gli si sedette di fronte.
- Ecco qua. Buon appetito, idiota! - trillò tutto contento, chissà per quale malsana ragione.
Zoro squadrò la pietanza con occhio critico: forse ci aveva messo del veleno per farlo fuori, per questo era così felice.
- Sei sicuro che è tutto commestibile? - chiese il verde, toccando il cibo titubante, neanche prendesse vita sul momento.
Certo, marimo. Avanti, non fare il prezioso e assaggialo - esclamò eccitato il cuoco.
Scoccandogli un'ultima occhiata d'avvertimento, Roronoa addentò il panino e nella sua bocca esplosero i fuochi d'artificio: il pane era così croccante, ma soffice all'interno e oh, cos'era quella spezia che sentiva al posto del sesamo? Rosmarino?
L'interno era tutta un'altra storia: c'era una salsa verde piccante, buonissima, che andava a nozze con la carne e oh, le cipolle, i pomodori, mmhhn...
Il ragazzo nemmeno si accorse di aver chiuso gli occhi, poiché quel sapore era davvero riuscito ad inebriargli i sensi.
- Allora? - lo riscosse un mormorio soddisfatto davanti a sé.
- Mmhn, non c'è male, cuocastro - sentenziò dopo aver deglutito, cercando di mantenere un tono imparziale.
- Ah, di la verità: è favoloso! - esclamò il biondo ghignando ancor di più.
- Tsk, finiscila di importunarmi e tornatene in cucina, stupido sopracciglio. -
Mai avrebbe ammesso che quel panino era la cosa più buona che avesse mai mangiato in vita sua.

Il Marimo Burger aveva fatto un successone anche fra la gente comune, persino Zeff si era complimentato con lui per l'idea, ma la soddisfazione più grande era stata quella di poter vedere l'estati prendere il sopravvento sul viso di Zoro, come i suoi lineamenti si erano distesi e lui aveva goduto fino all'ultimo boccone della pietanza.
Oh, Sanji doveva ammetterlo: quel lavoro gli aveva fatto scoprire dei risvolti davvero interessanti!


 
Note dell'autrice:
Lo so, sarà pieno di errori e schifosamente banale, ma pazienza, dovevo per la Rouge <3 Spero ti sia piaciuto e ti abbia strappato una risata dopo "Young & beautiful".
Adesso, ogni volta che andrete al fast food penserete allo ZoSan OuO, yay!
Me na vado.
Grazie a tutti quelli che hanno partecipato alla ZoSan Week, che purtroppo si chiude qui!
Alla prossima :)
Alice
  
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