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Autore: Chloe R Pendragon    16/06/2014    6 recensioni
Buongiorno a tutti! ^^
Questa storia parla di Lauren, una ragazza che porta con sé una profonda ferita nel cuore; se volete saperne di più, vi invito a leggere questa one shot.
Spero di avervi incuriosito e che la storia sia di vostro gradimento; considerato che si tratta di una delle prime originali che scrivo, mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate... :)
Seconda classificata al contest "A ognuno il suo... genere" indetto da Lady.EFP, a pari merito con Tomocchan.
Partecipa allo "Slash e Femslash contest!" indetto da MistyEye sul forum di EFP.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tempismo imperfetto

Nome autore sul forum: Chloe R Pendragon.

Nome autore su efp: Chloe R Pendragon.

Numeri scelti e conseguenti generi: Genere 5 à Triste; Coppia 2 à Shoujo - ai.

Avvertimenti: Nessuno.

Coppia: Shoujo - ai.

Note autore (Eventuali): Nessuna.

 

 

Tempismo imperfetto.

 

Lauren stringeva spasmodicamente la borsa, tenendo lo sguardo fisso sul finestrino, la mente incapace di svuotarsi per via dei ricordi che quei luoghi scatenavano in lei, frammenti di un passato che non sarebbe più tornato. Il taxi s’addentrò nel suo vecchio quartiere, dove aveva vissuto con i suoi genitori ed aveva trascorso gli anni migliori della sua vita, fino al giorno in cui i suoi sogni andarono in frantumi, costringendola a fuggire.

Da allora era tornata sporadicamente e sempre per pochi giorni, eppure, guardando quegli edifici e quelle strade, sembrava che il tempo si fosse fermato, come se non fosse mai cambiato nulla: peccato si trattasse solo di una mera illusione… Forse i luoghi erano rimasti immutati, ma le persone che vivevano lì, nonché tutti i rapporti che erano nati al suo interno, era cambiati radicalmente, alcuni in meglio, altri purtroppo in peggio.

Nel suo caso, le relazioni interpersonali che aveva intrecciato con gli altri residenti si erano tutte incrinate irreparabilmente, per quanto fosse triste ammetterlo. Le sue amicizie erano andate interamente perdute, i suoi genitori erano morti due anni addietro a causa di un tumore, al fegato per il padre e ai polmoni per la madre, e colei che pensava fosse la sua anima gemella l’aveva lasciata tre anni prima dei tragici lutti.

Quel giorno ricorreva l’anniversario della dipartita di sua mamma, il che l’aveva spinta a tornare per portarle dei fiori e recitare una preghiera per lei, che aveva sacrificato così tanto per permetterle di avere la vita che desiderava.

Durante le celebrazioni funebri era stata così devastata dal dolore da non essersi posta il benché minimo problema circa la possibilità di rivedere Kate, perché sapeva in cuor suo che non avrebbe mai avuto la sfrontatezza di presentarsi in una circostanza tanto tragica. In quel momento però non vi erano attenuanti, avrebbero potuto incontrarsi e parlarsi dopo cinque lunghi anni, durante i quali lei non era riuscita a dimenticarla.

Era stata la sua più cara amica, era stata al suo fianco quando aveva perduto sua nonna, l’aveva sostenuta quella volta in cui aveva scelto di fare il suo primo provino per recitare nel musical della compagnia teatrale più famosa della zona, senza contare che le era sempre stata accanto quelle volte in cui era stata lasciata da un ragazzo. Poi, la sera del suo quindicesimo compleanno, al termine della festa, le aveva donato il più bel regalo di sempre.

Un brivido freddo le attraversò tutto il corpo, mentre Lauren si lasciava travolgere dal ricordo della serata più bella e ugualmente più brutta della sua esistenza.  Erano appena uscite dal locale e stavano incamminandosi verso casa, commentando gli avvenimenti della festa ed aggiornandosi sui pettegolezzi appena sentiti; ripensò a quel bellissimo abito bordeaux che l’amica indossava, stretto in vita e morbido sui fianchi, con uno scollo a V che esaltava i generosi seni.

Quel colore così intenso faceva risaltare i suoi brillanti occhi azzurri, nei quali amava perdersi, e rendeva la sua pelle ancor più pallida di quanto non fosse già: era davvero meravigliosa! Sentì il cuore perdere un battito rivivendo il fatidico istante, quando Kate si era improvvisamente fermata e l’aveva attirata a sé, posando le labbra carnose sulle sue.

Rimembrò il silenzio imbarazzato che era seguito  e la confusione che aveva annebbiato la sua mente, mentre l’altra cercava di spiegarle che era da tempo che desiderava farlo, perché il legame che le univa a suo avviso superava qualunque amicizia, perché per lei quello era vero amore! In quel momento, Lauren non era riuscita a capire cosa intendesse ed era corsa a casa sua senza dire una parola, sperando di poter dormire per elaborare quanto accaduto.

Morfeo però aveva deciso di non farle visita quella notte, lasciandola in balìa dei suoi dubbi e delle sue emozioni, i quali l’avevano infine indotta a cedere alla forza di quel sentimento e a raggiungerla l’indomani per dirle che era d’accordo e che voleva stare insieme a lei più di ogni altra cosa al mondo.

Da quel giorno erano diventate una coppia a tutti gli effetti, avevano iniziato a progettare il loro futuro, contemplando soluzioni fino ad allora trascurate, arrivando persino a parlare di quanti bambini avrebbero adottato. Agli occhi della ragazza, era sembrato tutto perfetto, come se fossero state le protagoniste di una magnifica favola; purtroppo però si era trattato solo di un sogno, dal quale era stata bruscamente risvegliata …

Difatti, una mattina di cinque anni addietro, si era ridestata serenamente e aveva cercato accanto a sé la compagna, trovando al suo posto un semplice foglio di carta: perplessa, si era seduta e ne aveva letto il lapidario contenuto, due semplici righe in cui le diceva che aveva capito di non amarla più e che se n’era andata a New York per cambiare aria.

Il cuore di Lauren era andato in frantumi, al punto da spingerla a gridare e a spaccare tutto ciò che trovava a portata di mano: era scappata di casa per andare a vivere da lei, aveva rinunciato a tutto per stare con lei, e Kate la ringraziava così? Con un misero biglietto senz’anima? Il dolore l'aveva logorata al punto da spingerla a lasciare la città, scegliendo Tokyo come nuova dimora.

Da quel giorno di cinque anni fa, non era più tornata a Londra, se non per le onoranze funebri per i suoi genitori; fu in quell’occasione che aveva incontrato una sua vecchia collega universitaria, la quale le aveva raccontato che la sua ex si era ristabilita nel loro vecchio nido d’amore, quello in cui l’aveva piantata.

Fu riscossa dai suoi pensieri dal tassista, il quale le disse che erano arrivati al cimitero, quel luogo spettrale in cui aveva versato le sue ultime lacrime. Dopo averlo pagato, lo ringraziò e raggiunse le lapidi attigue dei suoi genitori, di fronte alle quali rimase a pregare in silenzio fino a perdere la cognizione del tempo. Congedatasi da loro, si avviò verso l’uscita per aspettare un secondo taxi, quando la vide: radiosa come sempre, i lunghi capelli biondi danzavano leggiadri nell’aria mentre passeggiava distrattamente per la strada.

Per quanto volesse negarlo, Lauren sentì quell’antico sentimento che le aveva unite risorgere dalle sue ceneri e gridarle di correrle incontro. Cercò di combatterlo con tutta se stessa, ma era talmente intenso da essere inarrestabile; stava per urlare il suo nome, stordita dalle emozioni che si erano ridestate in lei, quando fu bloccata da una visione agghiacciante.

Kate fu raggiunta da un’altra donna, una figura slanciata dai corti capelli corvini e due occhi nocciola profondi come buchi neri, nei quali la povera spettatrice si sentì risucchiare insieme a quello stupido sentimento che l’aveva nuovamente illusa. Forse, se l’avesse cercata l’ultima volta che era tornata, magari sarebbe stata lei ad andarle incontro, felice dopo così tanto tempo; per sua sfortuna il suo tempismo era sempre stato imperfetto e ora, come al solito, era davvero troppo tardi.

Quando la coppia sparì dal suo campo visivo, Lauren riuscì finalmente a muoversi, paralizzata com’era dallo shock provato; raggiunse trafelata il marciapiedi e attese l’arrivo di un taxi, dicendo al conducente di portarla all’aeroporto. Troppe volte quella metropoli l’aveva fatta soffrire, era ora di lasciarla definitivamente; decise di spostarsi a Roma, città che l’aveva sempre affascinata per la sua storia immortale, sperando di trovare il suo posto nel mondo, un luogo che non l’avrebbe fatta piangere, come invece aveva ripetutamente fatto Londra …

  
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