Sbatto la porta violentemente per poi chiuderla a chiave.
Non ce la faccio più a vivere con questo peso sul cuore.
Perchè lei e non io?
Sono passati due mesi da quella sera infernale, due mesi in cui mi sento morire dentro lentamente.
Le immagini di quello che è successo sono ancora vive nella mia mente, mi tormentano ogni notte, ogni giorno.
Riprendo quella lettera che ho scritto due sere fa per i miei amici e i miei genitori, mi siedo vicino a quella scrivania color panna e la rileggo.
Qui è dove lei passava le ore a scrivere.
Amava scrivere, scriveva di tutto.
Scriveva di lei, di me, di noi.
Sarebbe voluta diventare una scrittrice, aveva un talento innato per le parole.
M'incantavo a guardarla mentre scriveva e lei mi sorrideva imbarazzata.
Aveva il vizio di scostarsi continuamente i capelli neri dal viso ma non li legava, preferiva nascondersi.
Sospirai aprendo il cassetto e prendendo quel barattolino nascosto da un po' lì.
Lo poggiai sulla scrivania affianco alla lettera e li osservai.
Il destino ha deciso questo per noi e io andrò da lei questa sera.
Tornerò da lei.
Guardo la mia camera, è tutto come è stato lasciato quel giorno.
Era una maniaca dell'ordine e ogni volta che veniva in camera mia perdeva facilmente le staffe.
Riordinava tutto, gli ultimi vestiti toccati da lei sono ancora sul pouf messo nell'angolo vicino alla finestra.
Lì passava il tempo a leggere.
Leggeva di tutto.
Mi buttai sul letto lasciandolo cigolare, è strano che sia ancora intero dopo le battaglie di cuscini avvenute su di esso e i salti fatti mentre ascoltavamo la musica.
Sorrisi ancora a quel ricordo.
Ora avrebbe compiuto 18 anni e stavamo per compiere due anni insieme.
Asciugai una lacrima scappata dagli occhi, non dovevo piangere, tra poco l'avrei rivista, saremo stati di nuovo insieme.
Guardai la porta, ricordo il giorno in cui la baciai per la prima volta, era arrabbiata con me per colpa di uno scherzo di pessimo gusto fatto da me e i miei amici, mi lasciò uno schiaffo sulla guancia, mentre stava per andarsene la tirai a me lasciandole un semplice bacio sulle labbra.
Aveva sorriso, e quel sorriso era nato grazie a me.
Presi le pillole dal barattolino, ne inghiottìì una, poi due, fino a perderne il conto, mi lascia cadere sul letto aspettando che il sonno eterno venisse a prendermi.
E la vidi.
Lei era lì, di fronte a me, con le lacrime agli occhi.
Mi guardava dispiaciuta e sconvolta.
"Hey piccola, non piangere, tra poco saremo di nuovo insieme."
Guardai il cielo fuori alla finestra, per la prima volta lo vidi di un colore intenso, quasi blu cobalto.
Tornai a guardarla, non piangeva più, singhiozzava rumorosamente.
"Sto venendo da te."
Le accarezzai la guancia e le sorrisi chiudendo gli occhi, poi il buio, ora eravamo di nuovo insieme.
Lo saremo stati per sempre.
Niente ci avrebbe separato ora. 
Niente.
---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

 

Allora, inizio col dire che non sono un granchè a scrivere cose tristi o simili, e continuo anche col dire che questa è una delle mie prime storie.
Non ho inserito i nomi dei personaggi, ma solo una piccola descrizione di Lei, Lui potete decidere voi chi è, perchè sinceramente non volevo far morire nessuno dei cinque lol.
Spero vi piaccia e che arriviate fino infondo a leggerla.
Sarah.