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Autore: Zaza    14/08/2008    7 recensioni
"Quando voglio immensamente bene a qualcuno non ne dico mai il nome, è come cederne una parte".
(SasukeXNaruto)- [Terza classificata al contest under16 indetto da rekichan]
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!!^^ Sono appena tornata dalle vacanze!!XD Quindi non ho ancora avuto il tempo di continuare le altre fanfic...!^^'' Chiedo venia!!>.<''
Questa fanfiction si è classificata terza al contest under16 indetto da rekichan.^^
Io adoro le trame semplici, indi per cui questa ff tratta semplicemente la storia di Sasuke e Naruto.
Grazie per l'attenzione.
Vi lascio alla storia.^^
Buona lettura!^^

Genere: Romantico, Malinconico
Avvisi: Shonen-ai
Introduzione: << Quando voglio immensamente bene a qualcuno non ne dico mai il nome, è come cederne una parte>>,
Note (a piacere):Ehm...Ecco la mia ff...!^^ Spero vada bene!^^'' Avevo una sensazione di angoscia mentre la scrivevo, quindi non ero in grado nè di intendere nè di volere!ç__ç Grazie!^__^


IL SILENZIO DEGLI AMANTI



"Quando voglio immensamente bene a qualcuno non ne dico mai il nome, è come cederne una parte". (Oscar Wilde).


Plic.
Plic.
Gocciola.
Gocciola.


Il sangue continuava a sgorgare.
Lentamente, inesorabilmente, scorreva.
Il suo cuore sanguinava ma non era questo ciò che provocava più dolore.
No...Ciò che faceva più male era la vita.
Come si può continuare a vedere, a respirare,a vivere mentre il tuo cuore soffre?
La sofferenza ti sta lacerando,nel profondo.
Ma tu continui a sorridere...Tu continui a vivere.
Ed è questo ciò che aumenta le tue sofferenze.
Come un tronco sano di aspetto ma marcio all'interno, tu protrai apaticamente la tua esistenza.
Un'esistenza rinnegata.
Tutta colpa di quel legame.
Tu non lo vuoi spezzare, vuoi che continui a vivere.
Ti ostini a pensare che, nonostante sia morto, un giorno risorgerà; come l'araba fenice risplende, eternamente, dalle proprie ceneri.

Non ti sei ancora reso conto che quel legame non è mai esistito?

Vi era rivalità.
Compassione.
Somiglianza.
Amicizia.
Il tuo problema, Naruto è che questo non ti è mai bastato...
Tu volevi e desideri tutt'ora qualcos'altro.
Un sentimento che neanche tu sei conscio di anelare.
Una stretta al petto che ti coglie in ogni istante in cui pensi a lui.
Ormai è il tuo chiodo fisso, la tua ossessione.
Tu non sai di volere il suo cuore.
Di desiderare la sua anima.
Di aspettare il suo amore.
Ma ciò non toglie che lo vuoi.
Per questo motivo continui a sostenere le tue futili e menzognere idee, riguardanti la vostra amicizia.
E' una bugia.
Tu lo sai questo; lo hai capito.
Convinci te stesso che non sia nulla di più di un'amicizia.
Perchè non può essere altrimenti.
Non deve essere altrimenti.
Se ammettessi di amarlo, allora sconfineresti nel baratro più profondo.
In una cieca solitudine.
Perchè in questo modo ammetteresti, implicitamente, di essere stato respinto.
Ti renderesti conto del suo rifiuto.
Verso il suo villaggio.
Verso i suoi amici.
Verso l'unica persona che lo abbia mai veramente amato.
E ora ti sei convinto che quella persona sei tu, Naruto.
Ma la tua mente non riesce a dimenticare; tu non puoi smettere di rammentare le vostre battaglie, le sfide, i litigi...
Tutto. Come anche quelle poche volte in cui sorrideva, dolcemente, solo per te.
Era tuo quel sorriso.
E la mente si affolla di ricordi; memorie che non vuoi cancellare...


Il rosso sole del tramonto si posava lieve sui contorni degli alti alberi del parco, proiettando lunghe ombre malinconiche che impaurivano i bambini con le loro cupe forme.
Una leggera brezza soffiava sull'erba, muovendo lievemente le altalene, quasi del tutto abbandonate, a causa della tarda ora.
Unico personaggio presente nella desolata scena: un bambino; i capelli neri come la notte e gli occhi dello stesso colore, lucenti pozzi di pece.
Stava bene da solo. Sì, doveva stare bene. Ma...
Vi era una sorta di rassegnazione che si poteva leggere nei suoi occhi; un'eco di solitudine nel fondo del campo retinoso.
Ma più di tutto brillava con veemenza il desiderio di vendetta; sentimento troppo adulto per un bambino.
Ma, in fondo, lui bambino non lo era mai stato...
Cresciuto troppo in fretta; il tempo gli aveva rubato ciò che aveva di più caro.
Per quel motivo aveva deciso di non donare mai più il proprio amore; non anelava a rimanere ancora ferito.
Per questo aveva deciso di vivere, semplicemente, isolandosi dal resto del mondo, metodo poco redditizio quando è il tuo stesso cuore che si oppone alle tue azioni.
Sbuffò,leggermente annoiato; la giornata era terminata ma non voleva decidersi a tornare a casa; non desiderava rinchiudersi, ancora, in quella prigione: la sua ,splendente,gabbia dorata.
Celato nel suo intimo stanziava ancora un senso di speranza, residuo dei tempi in cui era felice.
La speme che qualcuno lo trovasse, liberandolo dalla sua oscurità; un buio che lui stesso aveva creato, come protezione.
Cosa c'era di male nei suoi desideri?
In fondo ciò che anelava era solo un po' di luce.

<< Ehi, tu! >>
Si riscosse dai propri pensieri notando un bambino, della sua stessa età, che, scendendo dalle altalene, si era fiondato correndo verso di lui.
Il suo sguardo si spostò alle proprie spalle,no...
Non c'era nessuno di fianco alla sua figura, quindi...Stava venendo proprio da lui!
Raccolse il suo coraggio, ricomponendo sul suo volto la sua solita maschera di indifferenza.
L'altro era ormai a pochi centimetri da lui; finalmente fermò la sua corsa impazzita.
Sasuke notò che aveva degli splendidi capelli biondi, simili a fili dorati e due, chiari e puliti, occhi blu che gli ricordavano il cielo; lo stesso cielo che avrebbe tanto voluto raggiungere nelle sue utopiche fughe verso la luce.
<< Io mi chiamo Naruto! Perchè sei qui, tutto solo? Non hai amici? >>
Il moro si paralizzò; quella sfilza di domande così innocenti lo aveva spiazzato; non poteva certo ammettere di fronte a quello sciocco bambino che...
<< Tsk...Sì >>
Uno sguardo all'azzurro di quegli occhi e i suoi propositi erano svaniti nel nulla.
Il biondino si limitò a prenderlo per mano, e con un dolcissimo sorriso aggiunse:
<< Allora vorrà dire che il tuo migliore amico sarò io! >>
Sasuke represse il bollente rossore che, inconvenientemente, minacciava di salirgli alle guance, limitandosi a rispondere:
<< Mpf...Fa' come ti pare >>
A quelle parole il sorriso di Naruto si allargò maggiormente, illuminando il suo volto di pura gioia.
Il moretto, osservandolo, non poté evitarsi un unico pensiero; un pensiero che gli avrebbe cambiato la vita.
Quel bambino era la sua luce.
Era ancora rimasto imbambolato a guardare quel sorriso, quando sentì la presa sulla sua mano farsi più debole e il suo nuovo amico scivolare impacciato, cadendo rovinosamente a terra.
Non riuscì a trattenere una risata divertita; proprio lui che non aveva mai riso...
Aiutandolo ad alzarsi gli chiese, ironicamente: << Tutto bene, dobe? >>
L'altro gonfiò le guance, ostentando un broncio adorabile e con una linguaccia rispose:
<< Potevo alzarmi da solo, teme! >>
In quello stesso istante Sasuke realizzò che non lo avrebbe mai più chiamato per nome.
Per lui sarebbe stato sempre e solo un dobe; il suo dobe.


<< Stavolta ti batterò Sas'kè teme!Puoi giurarci! >>
Un Sasuke dodicenne alzò gli occhi al cielo, esasperato da tutte quelle attenzioni.
Da quando il loro rapporto era cambiato,così, drasticamente?
Non lo sapeva; tuttavia non gli dispiacevano quelle discussioni.
In questo modo l'altro dimostrava, inconsciamente, di aver bisogno del suo aiuto; e lui non chiedeva altro che proteggerlo.
Difenderlo e basta; da tutti.
Perfino da se stesso.
<< Io non ci scommetterei, dobe >>
Osservò divertito l'espressione arrabbiata e contrita del biondino; era tremendamente buffo, *e carino*, aggiunse una voce nella sua mente; voce che fu presto strozzata dalla sua razionalità.
Naruto si irritò maggiormente nell'udire quella risposta; un giorno gliela avrebbe fatta pagare per tutte le volte in cui lo chiamava con quello stupido nomignolo!
La sua mente curiosa desiderava conoscerne il motivo, ma il suo cuore si vergognava ad ammettere di essere interessato a qualunque argomento riguardasse "quello stupido teme".
Alla fine, non riuscì più a controllarsi, e con voce incerta chiese:
<< Sasuke...Perchè non pronunci mai il mio nome? >>
L'altro ragazzo si stupì per quella domanda inaspettata; non voleva rispondergli.
Non lo sapeva neanche lui; non voleva ammetterlo.
Non poteva ammetterlo...!
Ricomponendosi, rispose semplicemente: << Affari miei, dobe >>
Ricalcò con un ghigno malvagio l'ultima parola, giusto per farlo arrabbiare di più.
Adorava vederlo in difficoltà a causa sua, anche se questo non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura.
Il biondinò non cercò di trattenersi ulteriormente; si diresse sicuro verso l'Uchiha, spiazzandolo con un pugno ben assestato.
E lui che aveva anche provato a chiedere!
Furioso si voltò dalla parte opposta al rivale, andandosene con aria da sostenuto; aria che lo faceva risultare tremendamente carino; ma Sasuke si premurò di non rivelare quest'ultimo pensiero.
Stupido, aggiunse subito dopo.
Come lui era stupido a formularlo.
Ormai non ricordava più il movente originario che lo aveva spinto a prendere la decisione di non pronunciare mai il nome di Naruto.
Ma era sicuro che non era lo stesso motivo che lo spingeva a perseverare in quell'intento nel presente.
Continuava a chiamarlo con quello sciocco appellativo per evitare che le sue labbra si muovessero nell'emettere quelle sei, dannate, lettere.
Quel nome che, se espresso, avrebbe spezzato il loro legame, cedendo una parte della persona amata al resto del mondo.
Lui, così cinico, non era riuscito a comprendere che quel sentimento che provava era più di un capriccio, più di un amore...
Era l'amore.
Sì. Lui lo amava.
La sua non era semplice amicizia; si era spinto troppo oltre.
Anelando ad uscire dall'oscurità, aveva disperatamente cercato una luce, senza preoccuparsi di controllare da dove essa provenisse.
Lui era diventato la luce che illuminava la sua oscurità.
Ciò che bramava, ciò che desiderava; ciò che amava...
Era semplice; cercare e basta; un gioco.
Un gioco che, tuttavia, gli era sfuggito di mano.
Naruto per lui era diventato il sole, l'ossigeno, la vita...
Tutto. Era tutto di lui.
E tutto di lui gli apparteneva.
Quando aveva iniziato a pensare che il suo nome, pronunciato dal dobe, risuonasse in maniera diversa?
Non ricordava.
Da quando aveva iniziato a pensare cose stupide, come " il tuo nome è solo mio, e come tale, non sarà mai utilizzato"?
Preferiva non rammentare.
Ma quel sentimento doveva rimanere segreto.
Celato per essere preservato.
Distrutto per germogliare.
Lui amava la segretezza; con essa tutto assumeva un aspetto diverso.
E con essa poteva autoconvincersi che ciò che provava per il biondo era solo desiderio di ottenere l'irragiungibile.
Perchè ,si sa, si brama sempre ciò che non si può avere.
E questo, Sasuke lo aveva imparato a sue spese.


E ora era lì.
Di fronte a lui.
Quanti anni erano passati dal loro ultimo incontro?
Non lo sapeva.
Quante volte aveva provato, disperatamente, a ripotarlo indietro?
Non sapeva neanche questo.
Erano cresciuti, entrambi.
E, con loro, i loro sentimenti.
Naruto aveva compreso che il suo spasmodico bisogno di attenzioni da parte del moro celava un sentimento ben più complesso della banale rivalità.
E non era solo amicizia...No.
In passato lo aveva definito come "un fratello".
Ma ciò che celava nel suo animo non era un sentimento fraterno...Perchè...Semplicemente perchè...
Si può desiderare di baciare un fratello?
Non lo credeva.
In realtà tutte quelle belle parole sprecate sull'importanza dell'amicizia erano state inutili.
Le promesse erano state infrante, come la pioggia, caduta sui loro volti durante quel giorno. Il giorno dell'addio.
Come prevedibile il biondino aveva, perennemente, ostentato il desiderio di riportare indietro Sasuke unicamente per Sakura, ma era sempre stato bravo a fingere.
L'Uchiha non era l'unico a portare una maschera.
Lui non voleva Sasuke per Konoah.
Non voleva Sasuke per Sakura.
Lo voleva ,semplicemente, per sè...

Lo osservò elettrizzato, come ad ogni loro incontro.
Era bello; più di quanto, effettivamente, ricordasse; o, forse, era solo il suo cuore a condizionare il suo giudizio.
Alzò lo sguardo, perdendosi in quei pozzi di pece.
Cielo nella notte.
Speranza contro rassegnazione.
Amicizia contro rivalità.
Dolore nel dolore.
Amore contro...Amore?!
Era possibile?
No...Si disse di aver visto male.
Si fronteggiarono in un discorso di sguardi.
Memorie emergenti che dovevano essere cancellate.
La mente si affollava di ricordi e il cuore batteva più veloce.
In un ritmo spasmodico.
Occhi che si affrontano.
Occhi che si studiano.
Occhi che chiedono.
Troppe domande, a cui non era, ancora, possibile dare risposta.
Proprio come nei vecchi film; era sempre il momento delle domande, mai quello delle risposte.
Un sorriso amaro sopraggiunse a quei pensieri.
Sentimenti a cui non sembrava essere possibile dare un nome.
E poi una voce; la sua.
<< Mpf...Ci si rivede, dobe >>
Ancora quel dannato nomignolo!
Era indeciso se pestarlo, oppure essere contento nel constatare che, almeno in quello, non fosse cambiato.
In realtà non gli importava quanto fosse cambiato Sasuke, ma in che modo era cambiato ciò che li univa.
Un legame indissolubile; impossibile da spezzare.

E l'ennesima battaglia ebbe inizio.
Chidori contro Rasengan.
Per un ultima,disperata, volta.
Una potente esplosione, e poi il buio; di nuovo.
A nessuno dei due interessava più combattere seriamente.
Uno scontro premeditato e razionale, si trasformò, ben presto, in una volagare rissa.
Calcio.Pugno. Morso.
E ritrovarsi ansanti e sfiniti, come ironica memoria di quando erano bambini e nulla poteva turbare il loro gioco.
Ma la guerra non era un gioco; e quella era una guerra.
Un combattimento mortale tra due rivali, due amici; due anime compagne.
Naruto non aveva intenzione di perdere, tuttavia non desiderava neanche combattere con il suo più caro amico.
Voleva parlargli, urlargli che era stato un idiota, che era ora di tornare, che lui...
Che lui lo amava!
Ma la sua bocca glielo impediva; le sue labbra riuscivano a proferire solo un disperato:
<< Sas'kè... >>
Un leggero singhiozzo si accompagnò a quel nome.
Merda...Era davvero debole.
Nonostante avesse sempre cercato di essere forte non vi era mai riuscito; o, perlomeno, non davanti a lui.
L'altro non rispose; quel modo di pronunciare il suo nome recava con sè troppe memorie...
Un passato che era conveniente dimenticare.
Il biondo continuava a parlare; unico suono emesso dalle sue rosee labbra, solo quel nome.
Ripetuto eternamente.
Una spirale infinita. Chi era la vittima e chi il carnefice?
Nessuno dei due lo sapeva; ad interrompere i pensieri ancora quel nome.
<< Sas'kè...! >>
Non proferiva altro; non osava mentirgli ancora.
Ma il rivale non voleva sentire...Non poteva sentire, ancora.
<< Sta' zitto! Per favore...Taci, dobe...>>
L'Uchiha espose un'espressione contrita, ormai era al limite.
Il suo cuore era talmente colmo di quel sentimento che stava soffocando.
Lui non doveva pronunciare il suo nome...Doveva smetterla!
In quel modo non stava ottendo null'altro che la dispersione dei frammenti della propria anima.
Sì. Perchè quel giorno aveva finalmente visto.
Un attimo fugace, in quegli occhi azzurri, era passato un lampo delatore, rivelando i suoi veri sentimenti.
Ora sapeva che anche Naruto lo amava.
Forse non dello stesso amore che governava il suo cuore ma , a modo suo, lo amava.
Ma come poteva dirglielo se non riusciva a pronunciare neanche il suo nome?
Ormai era diventata un'ossessione.
Dirlo...O non dirlo.
Equivaleva alla sottile differenza tra odio e amore; un confine che,ormai, aveva varcato da molto tempo .
E non era più possibile tornare indietro.
Eppure...Quel nome...Non poteva, non doveva essere proferito.
Non avrebbe mai ceduto alcuna parte del suo dobe a nessuno.
Questa convinzione lo stava avvelenando.
Il suo era un desiderio malato, irrazionale.
Un amore immorale, contro natura.
Un amore che non osa dire il suo nome.
Eppure...Era semplicemente amore...
Infine, osservando quella baka kitsune singhiozzare si arrese dolcemente.
Era così fragile...
Ormai la sua vendetta era compiuta; ancora una volta, uno sguardo all'azzurro di quegli occhi gli aveva fatto mandare al diavolo ogni proposito di distruggere Konoah.
A passo esasperatamente lento Sasuke si diresse di fronte al suo rivale.
La nivea mano si poggiò lievemente sul braccio, percorrendo il collo, sino a raggiungere una gota abbronzata, in una sorta di carezza.
Il corpo del biondino sussultò, accusando un brivido involontario, le guance si imporporarono lievemente.
L'altro non gli permise di parlare.
<< Che ne dici? Posso permettermi una sconfitta, dobe? >>
Naruto annuì, confuso ed imbarazzato.
Aveva battuto Sasuke.
Aveva battuto Sasuke...!
Aveva battuto Sasuke.!!
L'euforia si dissolse dalle sue membra, quando si rese conto di non aver vinto onestamente.
Si era solo arreso.
Mai una resa era stata più dolce...
La sua bocca si aprì nel gridare la sua gioia, quando la mente ricalcò un particolare, dimenticato nella fitta nebbia della ragione, ormai perduta.
...Il suo nome, voleva sapere il perchè non lo avesse ancora detto.
Sempre incatenato allo sguardo d'antracite, chiese ,con voce incerta:
<< Sas'kè teme, perchè non hai ancora pronunciato il mio nome? >>
L'espressione del moro si distese, diventando più serena; il biondo lo osservò, affascinato.
Finalmente, aveva intravisto ciò che si celava dietro la maschera apatica dell'Uchiha.
Non era odio...
Non era rancore...
Non era dolore...
Solamente, un timido sorriso.
Poteva percepire il suo caldo respiro sulla sua pelle che diventava bollente al suo passaggio.
<< Tsk...Allora sei veramente un dobe. >>
Notando formarsi sul viso della kitsune, il suo classico broncio, proseguì più sicuro.
<< Quando voglio immensamente bene a qualcuno non ne dico mai il nome, è come cederne una parte .>>
Le pallide labbra raggiunsero il suo orecchio in un bisbiglio sommesso, l'alito rovente, che sconvolgeva i suoi sensi allertati:
<< E io non voglio cederti a nessuno, dobe. Perchè, ricordati, che tu sei solo mio >>
Ai lati degli occhi della kitsune si formarono calde lacrime, unica causa: il sollievo.
In uno stato non del tutto coscente, raggiunse le labbra del moro,con un furbo sorriso, decretando su di esse:
<< E allora non dirlo,teme >>
A questa affermazione seguì un dolce bacio, che divenne ben presto famelico, causa l'istinto represso troppo a lungo.
Un bacio che suggellava il loro amore in una vera promessa; che legava i loro cuori in una morsa indistruttibile.
Una fusione di labbra che avrebbe unito le loro anime.
In ogni loro vita.
Per sempre.

Un "Ti amo" sussurrato al vento; tutto ciò che rimane.
Ma,si sa, il vento ama ricordare.
Perchè solo il vento può ingigantire la potenza del fuoco...

Una dichirazione d'amore,vale più con un bacio che con mille promesse...
Da un mondo instabile, costruito sulle parole, l'unico rifugio rimane, per l'eternità, il complice silenzio degli amanti.


Fine.



Mi (nota) dell'autrice:
Allora vi avviso che la frase "Si può desiderare di baciare un fratello?", non la ritengo del tutto vera, anche perchè mi piacciono le ItaXSasu perciò...
Ma qui ci stava bene quindi nessun commento!ù__ù
Dai che scherzo!XD
Per favore siate gentili e ditemi cosa ne pensate!>.<''
Attendo le vostre recensioni mi raccomando!!^^
Grazie per aver letto sin qui!^^ ( se fate un piccolo sforzo andate su "vuoi aggiungere una recensione?")XD Ah!Ah!Ah! Come sono antipatica!!XP
No, dai grazie veramente.
Sapere che qualcuno legge ciò che scrivo mi riempie di gioia.
Kiss Kiss^*^
Zaza-chan^^
  
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