Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    16/06/2014    1 recensioni
La storia è lo sviluppo, adrenalinico e da leggere tutto d'un fiato, della già edita su EFP "Episodio 0.0", ideata da Monicasuke e scritta da Fujkofran. La storia ora pubblicata è invece stata interamente scritta da Monicasuke, con parziale editing di Fujikofran. L'autrice ne ha autorizzato la pubblicazione.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In un attimo vide tutto svanire, sbriciolarsi tra le sue mani, come se si fosse svegliato da un bellissimo sogno ripiombando in quella realtà da cui voleva disperatamente fuggire, e tutto per colpa sua. Si appoggiò ad una parete chiudendo gli occhi nell'invano tentativo di scacciare il dolore e soprattutto la rabbia nei confronti di se stesso. Prese una sigaretta dal suo pacchetto stropicciato di Pall-Mall, illudendosi che fumando potesse alleviare un po’ quella sofferenza. 
– Dannazione! -  riuscì a malapena a dire con un filo di voce.  
- Guarda guarda! Immagino che quella splendida fanciulla avrà avuto i suoi validi motivi per scaricarti in questo modo! Ma con un tipo come te non mi stupisco più di tanto, Daisuke Jigen! -  
Si voltò di scatto trovandosi davanti un tizio in giacca rossa con un sorrisetto sornione stampato sulla faccia.
Lo scrutò in silenzio mentre questi gli offrì da accendere porgendogli un fiammifero. Aspirò una profonda boccata          
- Cosa vuoi?-  chiese in tono basso e pacato mentre espelleva il fumo    
- Ce ne è voluto di tempo per trovarti, amico! Certo che non ci sai proprio fare con le donne! Te la cavi meglio nel tuo ruolo di cane da guardia! -   
- Senti, francese, non sono in vena delle tue battutine idiote in questo momento... e se non te ne vai mi sa tanto che scaricherò i miei nervi su quella brutta faccia da scimmia che ti ritrovi! -    
- Uhm! Non sei cambiato per niente, a quanto vedo! Intanto io ho un nome: Lupin III… Arsene Lupin III, ma la mia fama dovrebbe precedermi -     
- Tsk... me ne sbatto altamente di chi sei! -   disse incamminandosi    
- Aspetta un momento, non fare il prezioso... sono venuto a farti una proposta! -     
- Tu a me? Ma non farmi ridere! -     
- Senti, Jigen, che ne dici di essere mio socio? Sei in gamba!... E poi, siamo fatti della stessa pasta, noi due!-        - Senti, amico! Ti consiglio di lasciarmi in pace perchè ora cominci a seccarmi! E non ti conviene farmi arrabbiare, perchè potrei fare quello che non ho fatto qualche annetto fa! -         
- E calmati, mon amie... Ma tu sei sempre così "amichevole"? Se vuoi conquistare le ragazze devi addolcire un po’ quell'aria da mastino che ti ritrovi, Ihihih!- 
Jigen lo prese per il bavero, sbattendolo contro una parete.               
- Adesso mi sono veramente rotto! E sono guai seri per te, Arsene Lupin III o come cazzo ti chiami! Ti consiglio vivamente di sparire prima che ti cambi i connotati! Magari riesco pure a migliorarti! Che ne dici, "amico"? -    disse a denti stretti guardandolo con un ghigno diabolico.      
- No no no no... aspetta!... Calmati, mon amie!.. Co-cosi mi strozzi!-    lo lasciò 
- Ricordi proprio un bel pastore tedesco quando ringhi così... mi piaci, amico! -             
- Allora hai proprio deciso di suicidarti!... IO TI ROMPO!-      
- Ok, me ne vado! Ah... Quasi dimenticavo! Un tizio accompagnato da una bionda ti sta cercando! E come ti ho trovato io, ti troveranno anche loro! Poi non dire che io non ti ho avvertito! BYE-BYE MON AMIE!!-  
lo salutò il tizio montando su una Mercedes SSK gialla d'epoca. Buttò nervosamente la sigaretta a terra e rientrò in casa. Si versò del whisky buttandolo giù tutto d'un fiato, ripensando alle parole dette da Lupin.        
- No... non è possibile! Quella sporca carogna di Joe! - 
Aveva bisogno di calmarsi. Si diresse in bagno deciso di fare un'altra doccia, fredda stavolta, per sbollire i nervi. Si spogliò, pronto per dirigersi sotto la doccia e improvvisamente si soffermo a guardarsi allo specchio. Osservò quell'immagine riflessa di se stesso, soffermandosi sulle numerose cicatrici sul suo corpo. Erano troppe, nitide come erano ancora nitidi i suoi ricordi. Si toccò la spalla destra provando disgusto e la sua espressione fu stravolta dalla rabbia.        
- Me la pagherai cara... tu e quella puttana!!!!... ME LA PAGHERETE CARA! -  digrignò dando un violento pugno contro lo specchio mandandolo in frantumi.
- Allora, Eva... com'è finita la serata ieri sera?.. vi siete divert... - cercò di chiedere Sonny, fino a che non fu interrotto dalla ragazza.   
- E' stata la serata peggiore della mia vita! Ho capito che Jigen è uno idiota!... Non voglio vederlo mai più! -  concluse scoppiando a piangere disperata. Sonny non osò chiederle più nulla per discrezione, e l'abbracciò consolandola   
- Ehi... Su, non fare così... vedrai che si aggiusterà tutto... Conosco bene quel ragazzo, ha un carattere un po’ particolare, ci vuole tanta pazienza con lui! -                
- No, non voglio avere più nulla a che fare con un tipo così! E certo non mi farò umiliare ancora... - 
Jigen entrò al K-Bar.     
- Sonny? Eva è qui? -   
- Hai il coraggio di cercarla?... Lo sai che sei una bella faccia tosta?... E' furiosa... Ma è mai possibile che tu debba essere così insopportabile?-     
- Ti prego... non farmi la predica! E' l'ultima cosa di cui ho bisogno! -    la vide e si avvicinò a lei   
- Eva... Scusami, io... non volevo... non era mia intenzione offenderti-           
- Troppo tardi, tieni il tuo "solito" e vattene! -   disse furiosa sbattendogli una bottiglia di bourbon sul bancone facendolo sobbalzare.        
- Ehi! Io… io ti sto chiedendo scusa! Perdonami, ok? Io.. ho sbagliato e... -    
- Sparisci!-             
- Eva, per favore, non puoi trattarmi così... ti prego! -      
- Tu mi hai trattata peggio... mi hai umiliata! Vattene via! -     
- Non volevo, Eva... io... -        
- Non voglio vederti mai più... Vattene! -     
- Ok… Come vuoi! -   riuscì a dire con un filo di voce uscendo dal locale.  
Si appoggiò ad una parete rimanendo lì osservando la ragazza da lontano, accendendosi una sigaretta. Si rese conto di aver perduto la cosa più importante che gli fosse capitata nella sua vita. La rabbia aveva dato spazio alla disperazione e alla tristezza.    - Sono un coglione! - si disse a bassa voce - Sono soltanto uno stupidissimo coglione! L'ho persa... e tutto perchè sono un coglione! Io ed i miei problemi del cazzo! Non dovevo prendermela con lei... solo perchè sto male io! Coglione! - si ripeté stringendo i pugni. Tirò l'ultima boccata di fumo e gettò via la sigaretta. Diede un'ultima occhiata da lontano al locale e si avviò piano, abbassandosi di più il cappello sugli occhi come per nascondere il suo stato d'animo. 
- E' molto carina, complimenti! Troppo per un tipaccio come te, mon amie! Hai un pessimo carattere ma hai molto buongusto per quanto riguarda le donne! Eheheh... -     
- Ancora tu? E lasciami in pace... dannazione! -    disse rabbiosamente Jigen dandogli un violento pugno sul volto, scaraventandolo a terra.    
- Ehi! T'ha dato di volta il cervello, per caso? Calmo, stai calmo... Le donne ti fanno sempre quest'effetto?-    Jigen lo guardò con ferocia, avanzando minaccioso stringendo i pugni e scrocchiando le nocche    
- Io t'ammazzo, oh, si! Stavolta, t'ammazzo sul serio, quant'è vero Iddio!!! E sta sicuro che t'ammazzo anche senza pistola... IO T'AMMAZZO CON LE MIE MANI! -    
- Buono, Jigen... sta’ buono! Calmati... Ehi, amico... sta’ calmo! -  disse Lupin indietreggiando intimorito   
- Avanti... facciamola finita! Fatti sotto, bastardo! Che c'è, ti faccio paura, per caso, caro il mio Lupin III? Non hai le palle per affrontarmi?- lo sfidò togliendosi la giacca ed il cappello buttandoli a terra.   
- Avanti, coniglio! Fammi vedere cosa cazzo sai fare!-    
- Vuoi sfogarti, amico? E va bene, l'hai voluto tu! Su, coraggio, fammi vedere di che cosa sei capace!-  disse Lupin accettando la sfida, mettendosi in guardia dopo essersi liberato anch'egli della giacca. 
- Avanti! Vieni qui, ho voglia di spaccarti quel brutto muso da scimmia!-     
- Ma senti chi parla! Sembri proprio uno di quei cagnacci rabbiosi, Mr Guardia del corpo dei miei stivali! -   rispose canzonandolo Lupin. 
Iniziarono a scazzottarsi, dandosele di santa ragione. Lupin si ritrovò sfinito, atterrato da un pugno allo stomaco che gli blocco letteralmente il respiro.  
–S... sei davvero forte, Jigen! -    
- Non dirmi che sei già fuori uso... Sei soltanto una mammoletta, altro che il ladro più famoso del mondo!-        si riprese il pistolero afferrandolo per il colletto, sollevandolo a forza da terra.    
- No, basta… Hai vinto! Aiuto! Questo m'ammazza sul serio! -   Jigen lo lasciò perdere   
- Gr-grazie tante! Devo dire che i tuoi pugni sembrano i calci di un mulo, mon amie! -    
- Che diavolo vuoi, ancora? -                
- Vedo che ora... sei più ragionevole, amico! Ho una proposta da farti -   
- Non mi interessa! -     
- E non fare così! Sei cocciuto, però! Ah, ho visto che quella splendida ragazza ti ha mollato! Magari preferisce essere corteggiata da un vero gentiluomo!-  Jigen estrasse la pistola, puntandogliela alla testa   
- Non ti azzardare! Se solo ti vedo anche ad un solo chilometro da lei, giuro che ti pianto una pallottola fra gli occhi!-             
- No no no… Stavo scherzando! Comunque, pensaci! Ciao ciao! -  
Si riprese giacca e cappello scuotendoli, l'indossò e si incammino accendendosi un'altra sigaretta illudendosi di andarsene tranquillamente a casa.    
-   Ma bravo il nostro Jones! -  quella voce lo bloccò, si girò di scatto portando istintivamente la mano sulla sua 357 Magnum  
- Tu! Sporco bastardo! -  
- No, amico, non ti conviene! -  sussultò sentendosi puntare un'arma alla schiena e si arrese  
- Questa la prendo io, se non ti dispiace... tesoro! -  sussurrò una voce femminile dietro di lui, mentre si sentì sfilare la pistola dalla cintura 
- Sophie! -                
-Vedo che non ti sei scordato di me, mio caro Damien! -      
- Le puttane che mi porto a letto, di solito, non le scordo facilmente, specialmente quelle che ci danno dentro di brutto! Ci sapevi fare... soprattutto con la bocca! - disse con un mezzo sorriso beffardo.    
- Non ti permettere! - disse la bionda puntandogli la pistola in faccia.          
- Cos'è, vuoi spararmi adesso? Eppure ti facevo divertire a letto! Scommetto che Joe non ti fa gridare di piacere come facevo io… Vero, puttana? A lui fai i servizietti che facevi a me? E' molto brava a succh... -                - Sta zitto, bastardo! -  disse lei con rabbia, colpendolo in faccia col calcio della Magnum.     
- Dannatissima cagna... Io t'ammazzo... anche se sei una fottutissima donna! -  disse Jigen avventandosi contro di lei. Fu bloccato da due uomini, Joe gli si avvicinò guardandolo in faccia da vicino ghignando diabolicamente     - Hai finito di nasconderti! Comunque, bravo! Bella l'idea di cambiare nome, eh? Daisuke Jigen? Ti chiami così, ora, no? -      
- E tu non ti smentisci mai... brutto sporco verme... e carogna che non sei altro! Sei uno sporco traditore e anche un maledetto vigliacco... Vatti a fidare degli amici... Tsk! -     
- Vedo che la tua faccia ha sopportato bene il trattamento di Fred! Hai la pelle dura... -    
- Bastardo! -     
- Chiudi quella bocca! Ora mi hai stancato! -   Disse Joe sferrandogli un pugno sul volto.     
- Ragazzi!  Divertitevi un po’,  io mi godrò lo spettacolo prima di ammazzarlo con le mie mani come un cane rabbioso -         
- Perchè non mi affronti da uomo? Vigliacco!-   Iniziarono a malmenarlo, lasciandolo a terra sfinito. 
Joe gli si avvicinò sollevandogli la testa afferrandolo per i capelli.        
- Non c'è che dire! Devo complimentarmi con i miei uomini... E' stato uno spettacolo coi fiocchi! - 
- Va’ a farti fottere!- Joe gli diede un violento calcio allo stomaco.  
- Ti ho detto di chiudere quella bocca! -                           
- Vigliacco... Sei bravo a nasconderti dietro i tuoi scagnozzi! Sei solo invidioso perchè il capo preferiva me -       - STAI ZITTO! -     
- Sei solo una mente perfida e malata! -    
- Ho detto di stare zitto! -        
Joe si fece dare la Magnum dalla bionda e gliela puntò in testa.                     
- Cosa si prova ad essere ucciso dalla tua adoratissima e fedele pistola?-               
- Ahahah! Sono sicuro che non riesci a prendere la mira... neanche da questa distanza -    
- MALEDETTO... ORA T'AMMAZZO! -  urlò furioso Joe sferrandogli un altro calcio.     
- Lupin, non credi che dovremmo intervenire? Così finirà per ammazzarlo -   
- Oh, cherie, non preoccuparti! Jigen è un osso duro, fidati. Non saranno quelle carezze ad ucciderlo, te lo dico io! Adesso goditi lo spettacolo, cara Fujiko! Guarda un po’ che gli combino! ihihihiii! -  
Lupin prese la sua pistola e la puntò in aria sparando.   
- FERMI TUTTI… POLIZIA! -      
- Dannazione, gli sbirri!... VIA VIA... - 
Lupin scoppiò in una fragorosa risata vedendo i tizi scappare come conigli impauriti. Jigen rimase a terra coprendosi istintivamente il capo con le mani, come per proteggersi dagli spari. Eva sentì gli spari e sbirciò fuori per vedere cosa stesse succedendo. Vide un uomo a terra ed ebbe paura. L'uomo cerco di rialzarsi a fatica ed Eva lo riconobbe correndo fuori incurante del pericolo che poteva correre e lo raggiunse    
- Jigen! Oh, mio Dio! Cosa t'hanno fatto?-    
- Perchè sei uscita? Non dovevi è pericoloso!-                 
- Ti aiuto, aspetta… -   
Lupin si godette lo spettacolo da lontano, sorridendo sornione.                  
- Bene! Abbiamo fatto il nostro lavoro! Andiamo Fujiko? Anch'io ho un disperato bisogno di coccole, cherie... -   disse riferendosi ai due buttandosi sulla donna e cercando di baciarla, ma in cambio si beccò una sberla.  
- Ecco, siediti -     
- AHH! AHI! Maledetti!-    
- Aspettami qui, vado a prendere qualcosa per medicarti! Intanto metti quest'asciugamano sul naso... ti aiuterà a bloccare la fuoriuscita del sangue! –
Eva si allontanò per poi ritornare con tutto l'occorrente. Prese una garza sterile iniziando a pulire le ferite sul volto dell'uomo.   
- Ti sei fatto conciare per le feste, questa volta -  disse seria evitando di guardarlo negli occhi. 
Jigen rimase fermo fissandola. Era arrabbiata ancora con lui e si intuiva dal suo umore freddo e triste allo stesso tempo. Si tolse l'asciugamano dal naso e si guardò. 
- Dannazione… Proprio oggi che avevo messo il vestito nuovo! Guarda un po’ come mi hanno conciato quei bastardi! -  
Eva non potè trattenere una risata   
- Ma tu sei matto! Ti hanno spaccato la faccia e tu che fai? ti preoccupi del vestito? -      
- Beh, una cosa è certa! Si, sono matto! E lo diventerò ancora di più se tu... continui ad evitarmi! -  
Eva non riuscì a trattenere le lacrime e si voltò dandogli le spalle.   
- Mi hai ferita, non sai quanto!-    
- Mi dispiace, piccola… Il fatto è... che sto passando un momento difficile e... non dovevo prendermela con te! Sono stato uno sciocco! Perdonami, ti scongiuro... Non ti ho mai presa in giro! Non lo farei mai! Sono stato sempre sincero con te!-        
- Io… Mi è preso un colpo, quando ti ho visto per terra! Ho creduto che t'avessero sparato! Ho avuto paura... lo capisci? Tanta paura... di perderti! Mannaggia a te! -    disse  scoppiando  a piangere.
Jigen la prese per una mano e la tirò a sè   
- Non piangere, ti prego! -    
- Perchè mi hai trattata in quel modo? Io non l'ho meritato, non ti ho fatto nulla! - 
Sospirò dispiaciuto    
- Vieni qui... Non succederà più, te lo giuro!-      disse incitandola a sedersi sulle sue ginocchia, lei lo fece  
- Sei... ferito... potrei farti male! -                
- Scherzi? Peserai si e no trenta chili! -  la prese in giro ridendo, alternando qualche smorfia di dolore, mentre le asciugava le lacrime. 
- Ma non dire sciocchezze! Peso quarantadue chili e mezzo! -    
- Capirai! - 
L'abbracciò e la baciò. La tenne stretta a sé come se avesse paura di perderla in quello stesso istante. La guardò negli occhi e lei ricambiò perdendosi in quello sguardo tagliente e dolce allo stesso tempo.   
- Cosa hai fatto alla mano?-  gli chiese riferendosi alle fasciature sulla mano destra   
- Ho... Ehm… rotto lo specchio!-  
- Qualcosa mi dice che non è stato un incidente! -  sorrise imbarazzato, abbassando lo sguardo come per nascondersi   
- Beh! No! -    
- Ripeto, sei matto! E si può sapere il perchè? -   
- Dovevo sfogarmi -   
- Ma sei scemo, per caso?-        
- Può darsi! Ma che ci posso fare? Sei stata tu a mettermi nei casini! -            
- Perchè? In quali casini ti ho messo io?-  chiese lei non riuscendo a capire.   
Sorrise    
- Mi sono innamorato!-      
- Non prendermi in giro!-   
- Non ti prendo in giro! E' vero! Mi hai incasinato dalla prima volta che t'ho vista! Vieni a vivere con me?... Voglio che tu…AHIAA… venga a vivere con me! Se vuoi che io sia la tua guardia del corpo, devi permettermi di stare con te notte e giorno! -          
- C…cosa??.. Aspetta un attimo... io cosa? -        
- Vieni a vivere con me?-       
- Non lo so... -     
- Non voglio una risposta adesso... sono un tipo paziente, io... -  
Era sdraiato comodamente sul divano leggendo un quotidiano, la sua solita sigaretta spiegazzata a fargli compagnia. Sentì bussare. Si alzò pigramente e si diresse sospettoso alla porta poichè non aspettava nessuno. Aprì titubante. Rimase sorpreso vedendo Eva, scrutandola con aria seria e aspirando una boccata di fumo.  
- Ciao... -  
La sua espressione cambiò, sorridendo sornione   
- Ciao… -    
- Ho qualche cosuccia da prendere!-  
Il taxista prese dal cofano i bagagli   
- Mi scusi, signorina... Li metto qui? -     
- Si, grazie! -  
Jigen pagò l'uomo che se ne andò salutando.  
- Spero di non pentirmene e di non aver fatto una sciocchezza!-  disse lei seria. 
La prese per i fianchi, sollevandola e abbracciandola a sè                 
- Non sai quanto mi abbia reso felice, piccola!-   
La baciò e lei si lasciò andare. Le accarezzò lentamente i capelli scostandoli poi dalle spalle. Lei si arrese, lasciandosi andare a sensazioni, per lei nuove, a quelle mani sicure e abili di un uomo e un amante esperto che sapeva come regalare quelle sensazioni, ma, nonostante tutto, nonostante la sua inesperienza e timidezza, volle prendere l'iniziativa: Jigen si sedette sul divano, osservandola mentre lei in maniera impacciata gli tolse la cravatta e la camicia. Lui la liberò dai vestiti e sorrise nel vederla arrossire imbarazzata, per poi prendere padronanza della situazione, prendendola con passione e dolcezza, come solo lui sapeva fare.
- Sto vivendo un bel sogno o? -     
- O?-  rispose lui accarezzandole le lentiggini. Le diede un bacio sulla punta del naso e si alzò rivestendosi, ripensando all'accaduto. “Ma possibile che era stata la polizia a sparare? No, impossibile..." pensò annodandosi la cravatta. Eva lo vide serio e pensieroso.   
- Tutto... ok? -   chiese timidamente     
- Uh? Si! -   rispose sfoggiandole un sorriso   
- Devo solo risolvere un problemuccio! Poi ti spiegherò!-          
- Ok! -    
- Adesso devo andare... Tu... è casa tua, questa! -.  
Indossò la giacca e uscì, non prima di averle schioccato un bacio sulle labbra. 
Camminava velocemente guardingo e insicuro, senza pistola si sentiva particolarmente vulnerabile.         
- Ciao, mon amie!...  Tieni... questo è tuo! -   disse spuntando all'improvviso Lupin III, gettandogli il cappello. Jigen lo prese al volo e sorrise scuotendo il capo    
- Lupin! Dovevo immaginarlo che c'era il tuo zampino!-    
- Vedo che quella ragazza ti ha rimesso a nuovo, Jigen. E devo dire che ha migliorato il tuo bel caratteraccio! -   disse maliziosamente strizzando un occhio  
- E' vero, lo devo ammettere, quella ragazza mi ha cambiato la vita! -   
Fece una pausa mentre si spolverava il cappello per poi buttarsi all'indietro il folto ciuffo, calcandoselo poi sulla testa.    
- Ma... come facevi a sapere che... -    
- Quei due ti cercavano? -    
- Uh! -  rispose mugugnando per via della sigaretta che mise tra le labbra. 
Lupin rise  
- E' semplice amico mio! Quando quel brutto tizio ti ha conciato per le feste, loro erano li! -     
- Spiegati meglio! -     
- Chi credi che t'abbia salvato il culetto, mon amie? -     
- T…tu? -  chiese spalancando gli occhi in segno di stupore, il pistolero  
- Ti sei ripreso alla grande! Sei un osso duro da rodere, amico! Eri conciato piuttosto male.. dubito fortemente che un altro al posto tuo sarebbe sopravvissuto-  
Jigen lo scrutò pensieroso, lisciandosi la barba confuso    
- Ma perchè? Perchè mi hai salvato? Io volevo ucciderti... e tu... mi salvi la vita? -                      
- Semplice, amico! Prima di tutto, perchè non mi sono mai piaciuti questo genere di spettacoli... Troppa violenza! Poi, perchè uno come te... è un peccato che faccia una fine così! E poi, mi sei simpatico! - Jigen sbuffò in una risata ironica scuotendo il capo.   
- Ti devo un favore, per caso? -     
- No... Voglio solo che tu accetti una piccola proposta: rapinare la Federal Reserve! Se ti unisci a me ci riusciremo-            
- Tu sei suonato, amico! Lo sai quanti sbirri ci sono lì dentro che non aspettano altro di sbatterti al fresco? -     - Per questo voglio unirmi a te -   rise di nuovo          
- No! Scordatelo! Accontentati di un bel grazie! -.
Lupin rise con lui, poi prese la sua pistola e gliela porse.         
- Tieni! Questa ti può servire, no? Visto che quella biondona tutte curve ti ha lasciato senza! -    
- E tu? -                      
- Oh, non preoccuparti! Ti sembro forse uno sprovveduto? -               
- Beh! Grazie! Una Walther P38... Non vedevo questo genere di pistole da un bel po’! Le usavano i tedeschi... gli ufficiali tedeschi!-    
- Ti intendi di armi, a quel che vedo!-   
- Si! Me ne intendo abbastanza di questi giocattoli!-     
- Dì un po’, Jigen... Ma perchè quel tizio ce l'ha tanto con te? -   fece un pausa prima di rispondere, aspirando l'ultima boccata di fumo dalla sigaretta ormai consumata, prima di gettarla a terra       
- Quel bastardo mi ha messo nei casini fino al collo... Sai cosa vuol dire avere la mafia contro?-    
- Me ne sono accorto! -    
- Quella è gente che non scherza, Lupi -  fece un'altra pausa prima di continuare  - E' stato un complotto bello e buono... e soltanto perchè il capo mi preferiva a lui! In pratica, voleva sbarazzarsi di me per arruffianarselo! -                        - Invidiosetto il tuo amico! -       
- Già, e pensare che io lo credevo un amico! Fino a che...anche la mia donna non si alleò con lui e io come un deficiente credevo che lei mi amasse e invece... si faceva sbattere da lui! Che idiota! -    
- La bionda?-  Jigen annuì   
- Un bel tiro mancino!-           
- Già... -    
- Un gran pezzo di femmina… Complimenti! - 
Jigen sorrise         
-  Quel genere di donne è meglio tenerle lontane: sono tanto belle quanto pericolose, Lupin -    
- Parli delle donne come se fossero delle mine vaganti! -    
- Perchè, non lo sono forse? Le donne portano guai... -   
- Ed Eva? Anche lei è una donna! E' per questo che avete litigato, vero? Non ti fidavi neanche di lei! -  Jigen alzò lo sguardo ma non rispose, ma dal suo silenzio Lupin, intuì che si trattava di un si    
- Ma lei non è come le altre, giusto?-    annuì di nuovo   - Lei è diversa! E' così innocente... pura... No, non ha niente a che fare con donnacce come la mia ex! Quella è una vera zoccola, lasciamelo dire!! Purtroppo, però... Eva ha dovuto subire gli effetti collaterali, chiamiamoli così, di questa mia... diffidenza verso le donne, la mia insicurezza… E soltanto perchè nella mia vita ho avuto a che fare con parecchie stronze -      
- Non ti facevo così sensibile, Jigen! Te lo devo dire. Ti ho sempre reputato un duro col cuore di ghiaccio e invece sei così diverso da quello che appari -   
 Jigen lo guardò sottecchi, alzando leggermente la tesa del cappello, sbuffando a ridere                    - Già! Lo ammetto! Sono un sentimentalone con l'aspetto da cattivo! -  
Lupin rise anche lui.
Rientrò a casa, rendendosi conto di aver fatto parecchio tardi. Eva era addormentata, rannicchiata sul divano, tenendo in mano un libro. Sospirò, sentendosi leggermente in colpa. Si tolse giacca e cappello e le si avvicinò, la prese in braccio delicatamente e la portò a letto. Dopo averle rimboccato con cura le coperte, si tolse i vestiti, infilandosi anch'egli sotto le coperte accanto a lei guardandola mentre dormiva, provando un'immensa tenerezza. Le accarezzò delicatamente il viso sorridendo, vedendolo scomparire quasi nella sua mano e in quei riccioloni rossi, e l'abbracciò delicatamente evitando di svegliarla. Lei, dormendo, si accoccolò in quell'abbraccio e lui le diede un bacio sul viso. Stava vivendo un esperienza unica, e tutto grazie a lei. Improvvisamente sentì come un peso al petto, una sensazione terribile di angoscia. Si rese conto di averla trascinata nella sua vita, e non in una normale vita come una comune coppia innamorata, bensì una vita pericolosa, sinistra, buia. Non aveva preso in considerazione questo particolare, poichè era talmente preso dai sentimenti nei suoi confronti di non aver pensato affatto a cosa potesse riservargli il futuro. "Ma quale futuro potrei darle, io sono solo un rinnegato... Mi sono illuso di poter essere normale, invece sarò sempre perseguitato dal mio passato". Si sentì improvvisamente un egoista "Dovevo tenerti lontana da me... " pensò con il cuore in gola. Cominciò ad avere paura per lei: il pensiero che Joe potesse prendersela con lei per colpire lui lo angosciava da morire.  Avrebbe sopportato altre torture, ma non avrebbe mai potuto sopportare che facessero del male a lei.   Poggiò la testa sul cuscino fissando un punto imprecisato della stanza, non riuscendo minimamente a prendere sonno, tormentato da quel pensiero. 
- Jigen? -  
Non rispose   
- Ehi, tesoro? -   lo richiamò Eva avvicinandosi  
- Uh? Ah... si, cosa c'è?-   
- Cos'hai? -   gli chiese vedendolo pensieroso e assente. Jigen abbozzò un sorriso, cercando di nascondere le sue preoccupazioni ma con scarsissimo risultato   
- Jigen, cos'hai? - gli ripeté    
- Niente, sono solo stanco e ho un po’ di mal di testa! Tutto ok, davvero -      
- Ti va di uscire un po’? -    
- No... Vado a fumarmi una sigaretta -  rispose secco allontanandosi. 
- Ci risiamo! -  disse lei sbuffando. 
Rimase da sola seduta sul divano, prese il suo libro e si mise a leggere. Jigen ritornò   
- Ok, signorina! Dove desidera andare?- stavolta fu lei a non rispondere ignorandolo totalmente. Lui sospirò rumorosamente sollevando in aria il viso. Era nervoso, ansioso e preoccupato, ed Eva aveva percepito il suo stato d'animo. Risultato: lui era sempre più chiuso, sempre più assente e lei non riusciva a tollerarlo.   
- Eva... non mettermi il broncio... ti prego... Non mi va di litigare! -    
- E cosa dovrei fare, secondo te? Ultimamente mi sembra di convivere con "l'uomo invisibile"... Ma si può sapere che ti succede ogni tanto? Ti chiudi in te stesso, ignorando tutto quello che ti circonda... anche me! -     - Scusami... -   
- E' tutto quello che sai dire?- Jigen si lasciò cadere sul divano accanto a lei accavallando le gambe, si allentò la cravatta per poi guardarla con aria sconsolata e implorante.    
- Sei arrabbiata? -                            
- Certo, secondo te, non dovrei? Sono stanca di questi tuoi assurdi sbalzi d'umore... E menomale che voi uomini vi lamentate sempre di noi donne dicendo che siamo lunatiche e isteriche! -        
-Senti, facciamo pace? - disse iniziando a giocherellare con un suo ricciolo cercando di farsi perdonare.    
- No, mio caro! Non mi compri mica col tuo atteggiamento da gatto ruffiano! -    
- Sicuro, dolcezza?-                              
- No! -         
- Dai, su... Facciamo pace -   disse iniziando a baciarla e solleticarla sul collo                
- Cosi non vale... -     rispose lei iniziando a cedere                                 
- MIAAOOO! -   Eva non potè fare a meno di ridere sentendolo "miagolare" col suo vocione roco     
- Non ho mai sentito un gatto miagolare così!  -         
- Perchè? Se vuoi ti faccio anche le fusa!GRRRRRRR… -       
- Va bene, micione... fammi le fusa! -  disse lei iniziando ad accarezzargli la barba. 
Spesso lei lo vedeva agitarsi nel sonno e da quello che farfugliava confusamente, capi che doveva fare sempre lo stesso sogno, o per meglio dire, incubo. A volte lo vedeva distante, chiuso, come se mettesse una sorta di barriera immaginaria tra lui e tutto il resto. Iniziava a preoccuparsi perchè non trovava una spiegazione logica a quello strano suo comportamento, a quegli sbalzi d'umore continui, alternando i momenti di dolcezza a momenti di "burberismo acuto", chiedendosi spesso se in passato avesse avuto qualche brutta esperienza, e le sue cicatrici lo testimoniavano. Sarà successo sicuramente quando fece il legionario, pensò, ma lui non voleva parlarne, visto e considerato che quando cadeva il discorso, lui era sempre molto schivo, sviandolo, parlando improvvisamente di tutt'altro, o finendo purtroppo per litigare. Che fosse già subentrata una crisi di coppia? No, lo escludeva, poichè ultimamente era molto più attaccato a lei, domandandole spesso dove andava e chi incontrava, tale da farle pensare che, o fosse un uomo esageratamente geloso, o lo faceva per "deformazione professionale da body guard". Lo stava forse trascurando? Poteva anche starci, il lavoro la stancava e spesso si addormentava presto lasciandolo in "bianco". Decise di prendersi un giorno libero per dedicarlo a loro due:  magari una cenetta intima a lume di candela, una passeggiata in riva al mare, o qualcos'altro che poteva comunque fargli passare una giornata indimenticabile. Optò per la cenetta intima a lume di candela. Si alzò presto, la mattina, indossò una vestaglia e si mise ad ammirarlo affascinata mentre dormiva ancora. "Questo è il mio uomo…" pensò sorridendo soddisfatta osservandolo mentre era disteso nel letto nudo, con il lenzuolo che copriva a malapena i fianchi, i suoi folti capelli scompigliati e quell'aria dolce e rude allo stesso tempo. Lo trovò meraviglioso. Si diresse in cucina e si mise a preparare il caffè. Era girata di spalle quando improvvisamente arrivo lui quatto quatto e l'abbracciò da dietro facendola sobbalzare.     
- La mia piccola donna è mattiniera, oggi! -  esclamò ridendo divertito alla reazione della ragazza    
- Tu, un giorno o l'altro, mi farai morire d'infarto! -  disse lei indispettita, tirandogli la barba    
-UAAHIOOO! Scusa! Non lo faccio più! -   
- Oggi ho il giorno liber... -  
- Mmmh!.... Perfetto! Se vuoi, andiamo a fare un bel giretto in moto e, magari... potrei insegnarti a guidarla, anche se so che me ne pentirò! -  
- WWOOOWW! Dici sul serio?- disse lei buttandogli le braccia al collo, felice come una bambina che ha appena ricevuto un nuovo giocattolo.    
Passarono una bellissima giornata, infatti. Andarono a fare passeggiate in aperta campagna e persino il bagno al mare, in una spiaggetta deserta, adattissima alla situazione, poichè, sprovvisti di costume, si divertirono a praticare il nudismo. Ritornarono a casa tardi, perciò addio cena. Ma Eva aveva ancora una carta da giocare, un vero asso nella manica.   
- Jigen?- lo richiamò timidamente. Lui era seduto sul divano leggendo il giornale   
- Uh? -     
- Ehm... Ti...ti piace? come sto? -  
Jigen abbassò il giornale e quello che vide fu per lui paradisiaco: Eva indossava un completino intimo di pizzo nero con rifiniture rosse che ricamava la sua pelle candida e delicata, con tanto di calze dal bordo in coordinato tenute dal reggicalze, il tutto leggermente coperto da una graziosa vestaglia corta di seta e i suoi riccioli rossi che le cascavano armoniosi incorniciandole il viso completavano quell'opera meravigliosa. Deglutì rimanendo in silenzio. Eva rimase immobile con le mani dietro la schiena arrossendo timidamente.    
- Allora, ti piace?-     non rispose neanche stavolta. Rimase per qualche istante ad osservarla serio, poi posò il giornale e si alzò dal divano avvicinandosi a lei lentamente. La guardò negli occhi iniziando ad accarezzarla sfiorandole le spalle, le fece scivolare piano la vestaglia di seta facendola cadere sul pavimento, per poi baciarla con passione, la sollevò facendo si che lei cingesse le gambe attorno ai suoi fianchi, stringendola a se e si diresse in camera da letto.    
- Buongiorrrrrnoooo! -  salutò allegramente Lupin entrando al K-Bar  
- Buongiorno, signore!-  rispose Eva con gentilezza. Jigen si voltò di scatto nel sentire la sua voce mentre sorseggiava il suo solito bourbon.   
- Mi dia un cognac, graziosa fanciulla -    
- Si... ecco! -        
- Ciao! - lo salutò Jigen con un sorriso che non aveva niente a che fare con la cordialità, avvicinandosi   
- Ciao, Jigen!  -      
- Che ci fai qui? -   
- Oh... volevo un cognac e sono entrato! Tutto qui, mon amie! -     
- Non mi presenti il tuo amico? Siete amici, no? -  chiese sorridendo Eva mentre versava il cognac    
- Già, Jigen... Presentami a questa gentilissima e bellissima fanciulla!- canzonò Lupin facendole l'occhiolino. Jigen serrò le mascelle dal nervoso, calandosi il cappello sul viso per non far notare il colorito del suo volto che cambiava tonalità, poi sfoggiò un sorriso fasullo.   
- Eva, ti presento Arsene Lupin. Lupin, ti presento Eva, la MIA ragazza e, sottolineo, la MIA RAGAZZA! -                - Enchantè, mia dolce Eva!-  disse Lupin facendo il baciamano alla ragazza che arrossì violentemente, notando l'espressione furibonda di Jigen che lo fulminava con un'occhiataccia da sotto la tesa del suo cappello   
- Lupin? Devo dirti una cosuccia! Tu ci perdonerai, tesoro, vero? -    
Eva non potè fare a meno di farsi sfuggire una risata mentre Jigen usciva dal locale trascinando sottobraccio con sè Lupin.    
- Allora, brutto ladro da quattro soldi che non sei altro, smettila di fare il cascamorto con la MIA donna, se non vuoi che ti infili una mano in bocca strappandoti le tonsille!-  digrignò afferrandolo per la cravatta   
- Ohhh, Jigen... io volevo fare solo il galantuomo! Sei geloso e molto all'antica, mon cher amie!!!!... -                            - Allora, sarò geloso e all'antica come dici tu, ma se tu ti azzardi ancora a fare il coso... il "galantuomo"con lei... io giuro che ti strozzo, dopo averti fatto ingoiare tutti i denti, ovviamente! Mi hai capito, "MON CHER AMIE"? -     - Ok, ok… calmati,amico! Ero venuto per te, comunque! -      
- A quale proposito? -      
- Sempre la Federal Reserve -         
- Ancora con questa storia? Ma ti sembro il tipo da allearmi con un ladro di galline,io o per meglio dire, di pollastre? -     
- Ehi, stai attento a come parli, pistolero!Io sono il grande Lupin III, il ladro più famoso del mondo! -           - PFUIII… capirai! -            
- COSA?-    
- Ho detto... PFUIIII! E se vuoi te lo ripeto: PFUIII... PFUIII -       
- Allora tu?... Vuoi fare il disoccupato a vita?... o speri che ti assuma qualcuno, magari per fare l'impiegatuccio al supermercato. Con quella faccia che ti ritrovi, poi... -             
- Perchè, che ha la mia faccia?-     disse Jigen fulminandolo con lo sguardo.             
- Ahhh... Non puoi dire certo di avere la faccia d'angelo... Sei un tantino minaccioso.. specialmente in questo preciso istante, mon amie! E poi, potresti pure vestirti diversamente... sembri un vero becchino! Ecco dove potresti trovare lavoro: in un'impresa funebre!-    
-Ma guarda tu questo ! Ma parla per te che sembri un pagliaccio!-                 
- Almeno io non sembro uno che porta sfiga! -    
- Ma vaffanc... -         
- Io vado, ci vediamo a casa, tesoro! -  lo interruppe Eva uscendo dal K-Bar   
- S.. si.. si.. amore mio! -     
- Se il tuo amico vuole , può venire a cas... -      
- NO! Ha da fare, stasera! Vero, che hai da fare, Lupin?- disse Jigen con un sadico sorriso, pestandogli un piede     - S... Si… magari un'altra volta, cherìe! ehehe!-   
Eva salutò con un sorriso Lupin e diede un bacio a Jigen e si allontanò lasciandoli nuovamente soli.  
- Cos'è, amico, hai deciso di mettere su famiglia? -     
- Saranno cazzi miei? -     
- Ma quanto sei antipatico, mon amie... con te non si può fare conversazione! -       
- E tu sei curioso, proprio come una scimmia! Non a caso gli somigli pure! -       
- Smettiamola di farci la guerra, Jigen... Allora diventi mio socio o no? -                 
- NO!-     
- Sei più cocciuto di un mulo, dannazione a te! - 
Fecero pochi passi a piedi, continuando a battibeccarsi come due bambini, raggiungendo l'auto di Lupin    
- Salve, Mr Magnum!-        lo salutò Fujiko sporgendosi sorridente dall'abitacolo     
- Ciao, bambola! -    Lupin rimase attonito e confuso   
- M..Mr…Magnum?... Ba…bambola?... Ma... ma tu lo conosci, cherie? -                   
- Certo, Lupin -    rispose sorridendo la donna      
- Non dirmi che ti sei messa con questo idiota, bellezza!-   riprese Jigen       
- Nooo! Siamo solo soci, ogni tanto! -     
- Ma… ma ma... ma cherie!-   piagnucolò Lupin    - Cosa c'è stato con lui, Fujiko? -  chiese poi nervosamente        
- Ti stai rodendo il fegato, Lupin? AHAHHAHAAAHA! -     
- Zitto tu! -  
-Oh.. Niente, se proprio vuoi saperlo, Lupin! Gli ho solo preso la Magnum! -     
- CO-COSAAA? -  chiese Lupin fraintendendo la frase, credendo che fosse un doppio senso     
- Ma che hai capito, razza di idiota! Gli ho fregato la pistola, e ciò è successo qualche annetto fa! Lui, di Magnum, ha solo quella! -  ribattè Fujiko sorridendo nel vedere Jigen irrigidirsi a quella battuta, sentendosi umiliato e ferito nel suo orgoglio di uomo e nella sua virilità. Stavolta fu Lupin a ridere osservandolo mentre, infuriato, farfugliava cose incomprensibili 
- AHAHHAHAH... Mr Magnum!!!... Ed io... AHAHAHAHAHHA... che mi credevo chissà che!... IHIHIHIHIHIIHIHHI!!!!! - 
- INSOMMA!!!!!... LA PIANTI O DEVO PIANTARTI UN PUGNO IN QUELLA ZUCCA VUOTA CHE TI RITROVI???... -   ruggì Jigen rosso di rabbia    
-Ok... ok..mon amie!!... ihihi... Ehm, senti... ritornando al discorso "soci"... Lo sai che il tuo caro amichetto Joe, punta pure al nostro obbiettivo?-  Jigen lo squadrò incuriosito da sotto il cappello, mentre frugava nella tasca interna della giacca, estraendone poi una sigaretta e un accendino    
- Quale obbiettivo? -   
- Ma la Federal Reserve, no? -     
- Il tuo, obbiettivo, non il mio -   
- Non essere sciocco, amico! Se deciderai di metterti con me, daremo una bella lezioncina a quel gradasso! -     - La mia risposta la sai! Non mi interessa! -        
- Non è che hai forse paura, pistolero? -   lo stuzzicò Lupin sorridendo sornione   
- Io non ho mai avuto paura... -    
- Ah... certo, certo! Va bene, mon amie... continua a nasconderti, se vuoi! Ma ricordati che io t'ho dato una bella possibilità! A presto, mon cher amie! -  
Con un balzo, Lupin, montò sulla sua Mercedes, accese il motore e partì. Jigen si ritrovò da solo, osservandolo scomparire. Tirò una boccata di fumo e buttò via la sigaretta sebbene non fosse completamente consumata. Ultimamente fumava molto meno. Da quando Eva era entrata a far parte della sua vita, non sentiva più quel "bisogno assoluto" di fumare, diradando a qualche sigaretta in confronto alla sessantina circa che fumava, come minimo, giornalmente, prima; e magari si sentiva pure meglio, salutevolmente parlando. Diede un'occhiata al suo Rolex, non avendo idea di quanto tempo stette a parlare con Lupin, pensando ad Eva. Poco più di mezz'ora e già sentiva la sua mancanza, quindi, si incamminò verso casa, fermandosi soltanto per comprarle una rosa bianca: simbolo di purezza. Lo faceva sempre, soprattutto quando lei s'arrabbiava con lui per i suoi sbalzi d'umore, in quel caso, ne comprava una dozzina, alternandole con le rosse: simbolo di amore e passione.   Aprì la porta di casa, aspettandosi magari, che lei fosse in cucina. Si divertiva molto a cucinare e preparare per lui piatti tipicamente italiani che, tra l’altro a lui, piacevano molto.    
- Eva? Sono a casa…dove ti sei nascosta? -   La chiamò e richiamò più volte ma niente, non rispondeva. 
La cercò in tutti gli angoli della casa, invano. Trovò un biglietto stropicciato, tenuto da un coltello conficcato ad una porta e lo prese. Le sue mani tremavano mentre leggeva le poche righe scritte su quel pezzo di carta. Angoscia e rabbia iniziarono a prendere il sopravvento. Si lasciò andare appoggiandosi contro una parete in preda alla disperazione più assoluta.  
- Maledetto...Lei non c'entra, maledetto! -   disse a bassa voce.
Strappò il biglietto, andò a prendere la moto partendo come una furia.      
- Ma dove diavolo va, quel matto?-   Lupin si trovava giusto nei paraggi e, vedendo la scena, decise di seguirlo tenendo una certa distanza per non farsene accorgere, temendo anche lui, il peggio.     
- Cosa succede, Lupin?- domandò Fujiko.   
- Spero proprio che non sia quello che temo, cherie!.. -   
- Cosa vuoi dire? -    
- Voglio dire che quel tizio è capace di qualsiasi cosa per colpirlo... anche di rapire la sua ragazza, per attirarlo in una sporca trappola! -   
- Che gesto basso e meschino! -   
- Già... E Jigen, in una situazione del genere, non credo che riesca a mantenere il suo solito umore calmo e pacato, riuscendo a ragionare e padroneggiare la situazione. Quel bastardo vuole spronarlo a commettere un qualsiasi passo falso per fregarlo per tenerlo in pugno. Insomma, un gioco sadico, come fa il gatto col topo! -             - Come fai a dire che la sua donna sia stata rapita? Non possiamo saperlo con precisione, Lupin!-    
- Da come è furioso, non credo proprio di sbagliarmi!.. Non è facile vederlo perdere la calma in questo modo.. lo conosco bene, cherìe! -. 
   
 
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