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Autore: Laura012    16/06/2014    0 recensioni
- Ero una bambina. Ogni essere umano sente il bisogno di avere un'identità, appartenere a un popolo, a una patria; un'identità che non possiamo costruirci da soli, ma che ci assegnano gli altri. Qual è la differenza tra umano e animale? Alla fine nel branco predomina il più forte; e per me questa era la guerra. Persi la patria e persi la vita, il soffio vitale che per i greci usciva da una ferita lo persi quando mi strapparono il cuore. Lo stesso cuore che oggi batte ancora, ma senza nessuno da poter amare, senza un luogo dove andare; persi la vita, ma sono viva.
- Perché combatti ancora se non hai nessuna ragione di vita?
- Il mio paese non è morto. Ho ancora una patria dove andare, così come la mia katana respira ancora: respira le anime degli umani che cadono sotto di essa.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo
15 dicembre.
Aveva appena nevicato, la temperatura era bassa e lei non sapeva dove si trovava esattamente, ma immaginava in uno di quei luoghi in cui la maggior parte dell'anno fa freddo. Il suo obiettivo: la Russia. La guerra era ormai finita da tempo, ma lei l'aveva vissuta nel modo peggiore che si poteva vivere una guerra: da bambina.
Con gli occhi di un'innocente bambina di 5 anni sopravvisse aiutata da molte persone che si sacrificarono per lei, Russia e USA, le due nazioni più potenti combattevano per la spartizione del mondo. Una lunga guerra durata ben 10 anni per finire con l'alleanza tra le due potenze contro un'unica nazione che era restata neutrale: il Giappone. Non essendo stato impoverito dalla guerra seppe resistere 2 anni, poi venne distrutto, di esso adesso si ha solo una terra che non da più frutti o vita.
Il motivo era semplice: nel cuore del giappone si nascondeva un metallo prezioso chiamato spiritus, esso conteneva il potere di tenere in equilibrio il mondo, ma anche quello di distruggerlo. Un potere che era stato interpretato male dalle due potenze, ovvero, avevano inteso il potere di controllare il mondo. Un' alleanza per impossessarsene, ma quanto durerà? Il metallo venne usato per forgiare dodici katane, che hanno acquisito poteri diversi e se unite insieme posso ripristinare il mondo: 4 sono in mano degli USA, 4 della Russia, una è andata perduta e 3 sono di tre ragazzi prodigio che hanno l'animo e il cuore adatto per usarle.

Lei stava seduta sul tetto di una casa, vicino al comignolo per riscaldarsi, ma non aveva freddo. Impugnava una katana pronta a sfoderarla da un momento all'altro, mentre con l'altra mano si teneva una soffice sciarpa bianca al collo. Il suo abbigliamento era semplice: un cappotto nero lungo fino al ginocchio e stivali pesanti neri che le coprivano il polpaccio. I suoi capelli anch'essi neri si nascondevano tra le ombre della notte, mentre l'unica cosa che risaltavano erano gli occhi verdi.
Una persona si avvicinava a lei da dietro, nascosto nel lungo mantello blu teneva un coltello: lo impugnava così forte che le nocche gli erano diventate bianche.
Lei se ne accorse.
Con uno scatto veloce si girò atterrando con un calcio l'aggressore e bloccandolo a terra con una pressione del piede enorme sul torace. Sfoderò la katana e con essa si alzò un vento leggero che fece volare via la sua sciarpa. Lei parlò.

- Ero una bambina. Ogni essere umano sente il bisogno di avere un'identità, appartenere a un popolo, a una patria; un'identità che non possiamo costruirci da soli, ma che ci assegnano gli altri. Qual è la differenza tra umano e animale? Alla fine nel branco predomina il più forte; e per me questa era la guerra. Persi la patria e persi la vita, il soffio vitale che per i greci usciva da una ferita lo persi quando mi strapparono il cuore. Lo stesso cuore che oggi batte ancora, ma senza nessuno da poter amare, senza un luogo dove andare; persi la vita, ma sono viva. 
- Perché combatti ancora se non hai nessuna ragione di vita? - chiese lui.
- Il mio paese non è morto. Ho ancora una patria dove andare, così come la mia katana respira ancora: respira le anime degli umani che cadono sotto di essa.

Detto ciò gli squarciò la gola, rinfoderò la spada e silenziosa scese dal tetto verso la sua nuova meta. Lasciando che il corpo fosse mangiato dai vermi e dagli insetti.
  
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