Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Erilan    17/06/2014    3 recensioni
Del depistaggio di Peeta sappiamo solo che gli è stato iniettato del veleno per modificare i ricordi e portarlo all’odio verso Katniss. Questa storia è raccontata dal punto di vista di Hayden Corvs, uno giovane medico di Capitol City che inietta il veleno degli aghi inseguitori a Peeta. L’ho scritta perché ho voluto immaginare (e sperare) che fra le ultime persone che Peeta ha conosciuto ci sia stato anche qualcuno che gli è stato amico per un ultima volta. Leggete, e se vi va, mi farebbe molto piacere qualche recensione! :)
Ciao e a presto!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Johanna Mason, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Oggi lo vedo più calmo del solito, quasi distratto. È assorto nei suoi pensieri e presta poca attenzione a me che armeggio con le siringhe e le fascette del lettino, liberandogli le braccia. Una cosa che, per la mia sicurezza, non sarei tenuto a fare. Ma che male potrebbe farmi, ora che è in questo stato di rassegnazione? Peeta si massaggia gli avambracci nei punti in cui le fascette gli hanno scavato la carne, si guarda attorno stanco, e sembra cercare con gli occhi qualcosa, magari una qualsiasi via di fuga. Purtroppo però, ho l’impressione che ormai si sia rassegnato ad ogni tentativo. Prendo una siringa sterilizzata, la fiala con il veleno di Aghi Inseguitori e le sollevo entrambe in controluce per dosare correttamente la sostanza, poi infilo l’ago attraverso la morbida membrana che fa da tappo ed estraggo lentamente il liquido. Appoggio la fiala e la siringa sul vassoio argenteo che ho di fronte, attento a non rovesciare il veleno, poi prendo un piccolo tubetto bianco che contiene un gel verdognolo rinfrescante, e ne faccio uscire un po’ su una spugna morbida che passo a Peeta in modo che possa tamponarsi sulle ferite e sulle contusioni di cui ha la pelle cosparsa. Questo, almeno, dovrebbe dargli un po’ di sollievo dal dolore di quei lividi.
- Hayden – Mi giro di scatto verso Peeta, che ora mi fissa da sotto le palpebre stanche, mentre si passa la spugna con il gel sullo zigomo destro – Katniss … Lei è arrivata? –  chiede confuso e speranzoso, acquistando solo dopo la consapevolezza di quello che ha detto. Sento una strana fitta che mi stringe il cuore, un macigno che preme sulla mia cassa toracica e pena, tanta pena.
- Peeta … -
- No. Scusa, lo so che lei non c’è. Lei è salva, nel 13, e io sono qui a Capitol City. È questo stupido veleno che mi fa confondere le idee – dice sorridendo e picchiettandosi un dito sulla tempia.Ma come fa? Come? Riesce a scherzare su questo, si addolcisce la pillola da solo?
- Sì, esatto … - balbetto in risposta senza sapere cosa dire. Come posso consolarlo? “Oh, Peeta, so che adesso sei triste e ti manca la ragazza che ami, ma non devi preoccuparti, un altro paio di iniezioni e non ti ricorderai nemmeno che esiste, anzi la odierai del tutto!”. Proprio una bella soluzione al problema “ribellione nei Distretti”, quella di prendere un ragazzo che ama Katniss Everdeen più della sua stessa vita e programmarlo per ucciderla ogni volta che la vede. Geniale sì, ma quanto spietata e malvagia e ingiusta; d’altra parte, non ci si poteva aspettare altro da quel dittatore vigliacco di Snow. Insomma, a volte me lo chiedo proprio, come diamine può un uomo adulto voler torturare un ragazzo che non è nemmeno maggiorenne? Come diavolo fa a dormire la notte? Spero ci siano incubi che lo tengono sveglio, fantasmi che vanno a fargli visita per ricordargli tutto il male che ha fatto, tutte le persone che sono morte a causa sua. Se mai anch’io dovessi morire in questa guerra, lo andrò a trovare ogni singola notte, e lo costringerò a guardare tutti gli orrori che ha creato, i figli e i fratelli che ha ucciso, per fargli capire che non può prendere la vita delle persone e giocarci come vuole. Apro la cartelletta per scrivere il mio nome nello spazio che richiede la “Firma del Medico Sorvegliante”.  Ah, medico.  Alla vista di questa parola in un ambiente simile mi trattengo dal fare una risata che mi farebbe passare da pazzo. I medici non curavano le persone una volta? Osservo Peeta che ora sta canticchiando qualcosa sottovoce, ma sussurra così piano che le uniche sequenze di parole che riesco ad afferrare sono “all’ombra del pino” e “occhi stanchi”.  Solleva lo sguardo verso di me e fa un sorriso malinconico quando si accorge che lo stavo ascoltando.
- È un’antica ninna nanna del nostro Distretto, si chiama “la canzone della valle”. L’ho sentita per la prima volta il primo giorno di scuola. La maestra chiese se qualcuno la conosceva e Katniss, dopo aver alzato la mano, si sedette su uno sgabello e la cantò per noi. Pensa, è da quel giorno che ho una cotta per lei – spiega con voce malinconica e un po’ sognante, mentre mi restituisce la spugna.
- E poi non hai mai smesso di amarla – aggiungo, mentre firmo nella cartella.
- Sì, è vero. Ma adesso, io non ricordo bene … C’è qualcosa che..  - fa una strana smorfia come se cercasse di reprimere qualche brutto pensiero che cerca di distrarlo. Stanno arrivando gli effetti delle prime due dosi di allucinogeno. Le due sedute precedenti, aggiunte a questa servono da – come l’ha chiamata Lloyd – “Anticamera Di Blackout ”, una sorta di preparazione alla dose finale di veleno, che andrà a riempire quella parte del suo cervello da cui filtra quel poco di chiarezza che ora gli permette di rimanere lucido e di non sprofondare in un profondo baratro di caos. È come se, adesso, tutto l’allucinogeno che gli abbiamo iniettato sia in qualche recondita parte della sua mente, dopo ogni seduta il veleno si manifesta e Peeta si trasforma completamente, perde il controllo delle proprie azioni e diventa violento. L’effetto dura circa 2 o 3 ore, dopodiché si succedono momenti di isteria, depressione e cambi di umore repentini che lo riportano ad uno stato di sufficiente normalità. Dopo l’ultima dose (la numero 4) si troverà permanentemente intrappolato in un antro di paura , oscurità, e non riuscirà più a distinguere ciò che è reale da quello che invece non lo è. Il suo unico obbiettivo sarà di distruggere Katniss Everdeen perché pensa che sia lei la causa di tutte le sue sofferenze.  Tuttavia, anche adesso, i suoi ricordi cominciano ad essere confusi e distorti a intervalli di tempo, non ha più piena consapevolezza di niente (non ricorda nemmeno i nomi dei suoi familiari) e temo che anche i sentimenti che prova per Katniss stiano cominciando leggermente ad affievolirsi e a mutare in qualcosa di più brutale, di più cattivo e sbagliato. E io non posso fare niente, perché devo rispettare degli ordini se non voglio che accada nulla alla mia famiglia e a Julia. Però non mi va proprio che cominci a perdere se stesso così presto, voglio poter farlo rimanere il vecchio Peeta Mellark fino a quando non accadrà l’inevitabile, fino alla fine. Così decido di stimolare quella parte del suo cervello che ancora ricorda Katniss come la ragazza coraggiosa che lui tanto ama.- Peeta, parlami un po’ di Katniss, di quando eravate nell’arena dell’orologio – gli propongo, tanto abbiamo un’ora e mezza e io devo ancora miscelare le sostanze e  riempire altre due siringhe.
Lui aggrotta le sopracciglia perplesso, poi sorride e dice – Hayden, sono sicuro che eri un bravissimo medico, i tuoi pazienti dovevano essere molto fortunati –
Quell’affermazione mi coglie di sorpresa e sento subito un senso di gratitudine nei suoi confronti, gratitudine per non farmi pesare il fatto che lo sto praticamente uccidendo. Un complimento in ringraziamento al fatto che, qui dentro, almeno io non lo tratto come un pezzo di carne da macello. Eppure, per qualche ragione, sento che è sbagliato il fatto che lui la pensi così su di me, se fossi veramente la brava persona che Peeta crede che io sia, mi rifiuterei di sottostare a queste stupide regole, uscirei da questa stanza, andrei all’ultimo piano e griderei in faccia a Snow che non mi importa niente se sta facendo tutto questo per vincere una guerra, che è sbagliato strappare i ricordi ad un diciassettenne che è già così maturo per la sua età. Perché tutto questo va contro delle regole naturali, contro il diritto stesso alla vita, che esisteva da molto prima che l’uomo inventasse gli Hunger Games.
- Grazie Peeta, sei molto gentile – rispondo. In teoria, il Depistaggio dovrebbe essere eseguito in silenzio e senza che si crei un rapporto di semi fiducia tra vittima e medico. Ma io, a differenza dei miei colleghi, semplicemente non ne sono capace.
- Katniss – comincia Peeta – Lei è la ragazza più ostinata e coraggiosa che io conosca, è bravissima con l’arco e a cacciare, tiene molto alla sua famiglia, darebbe la sua vita per loro. Il suo colore preferito è il verde. – racconta mentre il suo viso si anima alternando espressioni di allegria e orgoglio.
- Non c’è da stupirsi che la ami tanto – dico mentre mescolo il veleno degli Aghi Inseguitori con altro allucinogeno più leggero.
- Sì, beh, mi ha ferito molto quando ho scoperto che aveva recitato la parte dell’innamorata durante i primi Giochi, ma poi ho capito che ero ingiusto e che lei ha fatto solo quello che doveva per mantenerci entrambi in vita. – dice
Male. Molto male. L’allucinogeno funzionerà anche meglio, se trova qualche ricordo negativo legato alla ragazza da poter distorcere ulteriormente. Questo però sarà meglio non farlo presente a Peeta, altrimenti cercherebbe di reprimerlo sempre di più e otterrebbe solo l’effetto contrario.
- Mi manca tanto – dice con un sospiro e un tono nostalgico – Vorrei andare da lei e proteggerla, con questa guerra in corso, potrebbe accaderle di tutto in qualsiasi momento. - 
- Sì, ti capisco Peeta – dico. Oh, come lo capisco. Provo lo stesso senso di impotenza ogni volta che passo davanti alla cella di Johanna Mason. Lei, così forte e coraggiosa. Un pensiero stupido e fuori luogo mi saetta in mente: sembra che io e Peeta Mellark abbiamo gli stessi gusti in fatto di ragazze. Riempio la terza e ultima siringa e le metto con cautela tutte e tre in fila sul vassoio, pronte all’uso, mi infilo in guanti in lattice e mi giro verso di lui.
- È già ora, vero? – dice mentre si sdraia e appoggia la testa con fare quasi annoiato.
- Sì, mi dispiace. Cercherò di sbrigarmi – prometto, mentre gli assicuro le braccia al lettino stringendo le cinghie di contenimento.
Peeta chiude gli occhi e rilassa i muscoli, quasi come stesse per addormentarsi. So per certo che non li riaprirà  finché non sarà costretto a farlo per vedere i nastri; perché nel caso si rifiutasse di guardarli diventerebbe un problema e qui i problemi si risolvono con Pacificatori e scosse elettriche. È il suo modo per isolarsi da quello che accade, forse quasi per cercare di immaginare che tutto questo sia soltanto un brutto sogno. Bene, adesso invece tocca a me. Disinfetto, con un panno e dell’alcool, la pelle del braccio di Peeta, poi premo un tasto sulla pulsantiera di fianco al lettino e questo si alza fino a che il braccio del ragazzo non è nella giusta posizione, in modo che io non debba inclinare troppo la siringa durante l’iniezione. Se agitato troppo, il veleno degli Aghi Inseguitori e lo Xenoforo, un tipo di allucinogeno leggero, possono produrre delle particelle nocive che anche in microscopiche quantità diventano letali all’istante, un po’ come per i Morsi della Notte. Prendo con cautela la prima siringa, e infilo l’ago stando attento a non bucare nessuna vena, poi lentamente abbasso lo stantuffo svuotando completamente la siringa nel suo braccio. Peeta fa una smorfia di dolore ed emette un verso strano, ma continua a tenere le palpebre serrate.
- Hayden, ti prego fa presto – mi supplica singhiozzando.Il macigno che ho nello stomaco adesso si è fatto più pesante. Mi affretto a prendere la seconda siringa e a ripetere il procedimento, mentre Peeta sta volta stringe i denti e comincia a lamentarsi in modo straziante. Io però non mi fermo, perché ne manca solo un’altra. Solo una. Ho già iniettato metà del veleno dell’ultima siringa, quando Peeta comincia ad urlare e a farneticare di cose incomprensibili riguardo un presunto incendio e un certo Cato che evidentemente lo sta inseguendo.
 
 
ANGOLO DELL’AUTRICE: Ciao a tutti! Mi scuso davvero moltissimo per questo lunghissimo ritardo (e per eventuali errori nella storia), davvero! Ma sono stata molto impegnata con la scuola e per fortuna sono riuscita a passare senza debito in matematica :D !* balla la macarena *. Spero tanto che questo capitolo (o l’intera storia) vi sia piaciuto e vi abbia messo un po’ di curiosità … fatemi sapere che ne pensate con una recensione! A presto :D
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Erilan