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Autore: Love_My_Spotless_Mind    17/06/2014    1 recensioni
Un incontro inaspettato e fuori dal comune potrebbe avvicinare due persone senza, in realtà, farle mai conoscere.
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Hongbin, Hyuk
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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FORGET ME NOT

La musica a volume altissimo mi impediva persino di pensare, di quelle notti trascorse a ballare in quel locale così triste da togliermi il fiato ricordo poco o nulla. Era come se fossi assente persino a me stesso. Non esistevo per nessuno, in nessun luogo, ero semplicemente lì, senza che la mia esistenza servisse a qualcuno.
Frastornato dall’alcool e dal rumore, mi avvicinai al bancone per potermi sedere e prendere un po’ di respiro. Riflettevo se uscire o no per strada, guardandomi attorno distrattamente. I visi di quelle persone si fondevano nella mia mente, non conoscevo nemmeno una di loro con cui scambiare qualche parola, con cui condividere la mia solitudine.
Improvvisamente la mia attenzione fu attirata da un ragazzo che ballava in fondo al locale. Qualcosa nel suo aspetto sembrava differenziarlo da tutti gli altri, per la prima volta dopo tanto tempo mi ritrovavo ad ammirare qualcuno, senza riuscire a togliergli gli occhi di dosso.
Si trattava di un ragazzo che probabilmente aveva appena compiuto la maggiore età. I capelli tinti di rosso oscillavano ai suoi movimenti, leggeri e sottili; aveva gli occhi chiusi, il viso da ragazzino, il corpo magro dalle gambe notevolmente lunghe. Furono queste caratteristiche ad attirarmi immediatamente.
Le persone che frequentavano quel genere di locali tendevano a vestirsi e muoversi in modo appariscente, mentre lui si limitava a ballare da un lato, con le palpebre chiuse, l’espressione rilassata, incurante di tutto il resto.
Cosa ci faceva in un posto del genere un ragazzo come lui? Mi domandai. Stonava davvero con quel luogo squallido ed incolore, con quella gente poco raccomandabile che gli ballava di fianco.
Mi domandai se fosse accompagnato da qualcuno. Restai a osservarlo attentamente, senza  mai distogliere lo sguardo. L’immagine di quel ragazzo che ballava senza mai aprire gli occhi, senza mai curarsi di ciò che gli accadeva in torno mi rapì totalmente. Pensai che sarei rimasto a osservarlo per il resto della notte, senza mai stancarmi. Poi,  improvvisamente, scomparve. Non riuscii a capire come avessi fatto a non accorgermi che si fosse allontanato. Attesi per un paio di minuti, per poi arrendermi e decidermi ad andare via.
Uscii dal locale con portamento incerto, avevo la testa pesante e le gambe deboli. Posai la schiena contro la parete esterna dell’edificio, accendendomi una sigaretta con aria assorta. Chiusi gli occhi cercando di rilassarmi.
-Mi stavi guardando prima? –
Aprii gli occhi e mi trovai di fronte, con le mani infilate nelle tasche dei jeans, il ragazzino che stavo osservando ballare poco prima. Mi guardava con espressione sicura, dritto negli occhi.
-Come? –
Mi rubò la sigaretta dalle labbra, stringendola tra le sue. Inspirò un po’ di fumo per poi tenerla tra le dita.
-Ti ho visto dentro. Mi guardavi. –
Annuii in silenzio, spaesato dal suo atteggiamento cos ì insolito.
-Allora? Non hai da dire niente? –
Mi domandò insistente, riprendendo a fumare la mia sigaretta.
-Mi dispiace…non me ne sono accorto. –
Annuì a sua volta, buttando quel che restava della sigaretta a terra e schiacciandola con il piede.
-Scuse accettate. – assentì senza mai distogliere lo sguardo dal mio. – Però, forse, c’è una ragione se sei stato attirato proprio da me. Magari possiamo trascorrere la serata insieme. –
 Abbassai lo sguardo, avvampando.
-No, non credo sia il caso. – mi affrettai a rispondere. – Non ero in cerca di quel tipo di…compagnia. –
Lui sorrise allungando la sua mano verso la mia.
-Piacere, Hyuk. Di che genere di compagnia hai bisogno? –
Strinsi insicuro la sua mano, confuso dal suo modo di fare.
-Io sono HongBin. –
-HongBin. –
annunciò divertito. – Caro HongBin, non hai risposto alla mia domanda. –
Lasciai la sua mano, cercando nervosamente la tasca dei pantaloni. Tenni lo sguardo basso senza rispondere.
Hyuk rise divertito, prendendo nuovamente la mia mano.
-Puoi stare tranquillo, non sono un maniaco e non credo lo sia nemmeno tu. Ti porto in un posto speciale, così potrai decidere liberamente che tipo di compagnia scegliere. –
Prima che potessi replicare mi tirò verso la strada. Decisi di seguirlo senza obbiezioni, anche se era un ragazzo particolarmente strano, ero sicuro che non fosse una persona pericolosa. Qualcosa nel suo comportamento mi ispirava fiducia. Era probabile che mi stessi sbagliato, che mi avrebbe rubato il portafoglio o qualcosa del genere, ma per il momento non avevo ragioni per tirarmi indietro.
Si fermò di fronte all’entrata di un motel dall’aspetto malandato e mi sorrise.
-Siamo arrivati. Allora, che fai, entri? –
Guardai per qualche istante l’edificio dalle mura scure e le lunghe crepe che lo percorrevano in ogni lato come una decorazione.
-Entro. –
-Ero certo che non ti saresti tirato indietro! –
Mi sorrise e mi condusse dentro. Salutò la padrona dell’edificio e le chiese la chiave della solita camera. A quanto sembrava, era un cliente abituale.
La stanza era in cima ad una rampa di scale, in fondo al corridoio, aveva le mura grigie, anch’esse attraversate da crepe profonde. Il pavimento era di parchè, alcune assi erano sollevate, altre avevano delle macchie probabilmente impossibili da pulire. Dalla grande finestra entrava un po’ di luce. Il futon era disteso in un angolino, almeno quello sembrava pulito.
Hyuk si tolse le scarpe e feci lo stesso, poi ci mettemmo a sedere a terra. Mi guardò per un po’ in silenzio, con espressione da bambino. Aveva un viso davvero carino, potevo scorgerlo vagamente nel buio della stanza, ma ogni suo lineamento, man mano che veniva pallidamente illuminato, si mostrava piacevole.
Il silenzio riempì la stanza per svariato tempo, senza che nessuno dei due si decidesse a parlare. Potevo sentire solamente il rumore del suo respiro, ora più rilassato, ora vagamente più affannoso. Quella situazione era decisamente strana, eppure non avrei voluto essere in nessun altro luogo, in compagnia di nessun altro.
Allungò una mano verso il mio viso e lo sfiorò. Aveva le dita gelide, rabbrividii al suo contatto. Mi accarezzò la guancia, poi il contorno delle labbra, guardandomi improvvisamente privo di espressione.
-Perché mi hai condotto qui? – sussurrai con la voce visibilmente incerta.
Lui sospirò chiudendo gli occhi per brevissimi istanti, tornando poi a guardarmi.
-Perché eravamo entrambi soli. – spiegò.
-Tante persone sono sole. –
-Noi insieme potevamo non esserlo più. –
Hyuk si mise in ginocchio, accarezzandomi il viso con entrambe le mani. Le sue dita iniziavano a riscaldarsi contro il mio viso.
-Ma tu non sai chi io sia…non lo so nemmeno io di te. –
Sorrise avvicinando di più il suo viso al mio.
-Potremmo essere chiunque. Chi vuoi che io sia, HongBin? –
Impresse le sue labbra sulle mie, strinsi la sua maglia fra le dita, chiudendo gli occhi con lo stomaco in subbuglio.
Affondando la mia lingua fra le sue labbra desiderai che lui fosse l’amore della mia vita e per quella notte, in qualche modo, lo fu davvero.
Chissà cosa rappresentavo io per lui. Non ebbi nemmeno il tempo di chiederglielo poiché il mattino seguente era già svanito.

Eravamo di nuovo soli a percorrere quel tragitto infinito chiamato vita, chissà prima o poi ci saremmo rincontrati e magari avremmo capito che la solitudine non faceva per noi. Lo sperai con tutto me stesso mentre continuavo ad osservare la sua assenza, non riuscendo a trovare il coraggio di andar via.
 
 
  
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