Se sei MiYuu e stai leggendo questa storia, sappi che è colpa tua. ❤
«Oi, voi due!»
Nessuna risposta. L'autista gettò un'occhiata più attenta ai sedili posteriori - i ragazzi seduti avanti dormivano, senza eccezioni, dal primo all'ultimo (compreso un ragazzino con l'aria da bambino pestifero e i capelli a metà fra l'arancione e il castano)
«Voi due, ho detto!» e gettò una rapida occhiata al piano di disposizione dei posti, «Tsukishima e Yamaguchi!»
Solo una testa bionda si levò. Perfino con tutto un autobus a separarli, l'autista percepì il calore delle sue guance.
«Sì?» fu la flebile risposta, in un tono che aveva del mortificato.
«Dov'è il tuo compare?» si affrettò a dire l'uomo, ridacchiando. In tredici anni di servizio non gli era mai capitato nulla del genere.
Il ragazzo si mosse. Da sotto di lui emerse un'altra persona, stavolta mora, lentigginosa e con un segno di morso sulla guancia destra.
«Cosa succede, Tsukki- ?» mormorò, confuso. Lo specchietto mostrava un viso ancora infantile che probabilmente non si era reso conto di che guaio avesse combinato gemendo un po' più forte del dovuto.
«Sta' giù, Yamaguchi!» sbottò l'altro, posandogli una mano sulla nuca e l'altra sulle labbra.
«Avete i preservativi, almeno?»
Entrambi i ragazzi si irrigidirono, restando bloccati al loro posto come congelati. Sembravano star facendo a gara nello sperimentare nuove tonalità di cremisi.
«Non vorrei che sporcaste i sedili. C'è stata una coppia di Tokyo che-»
«L-li abbiamo. Ci scusiamo per averla fatta preoccupare, signore» borbottò il biondo, stavolta con un sorriso complice, sparendo dalla sua vista e trascinando con sé anche il compagno.
Quando arrivarono, incredibilmente, non c'era una sola macchia sui sedili posteriori.