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Autore: Abby_da_Edoras    17/06/2014    3 recensioni
Autrice: Lady Arien. Trama: ho messo tutte insieme le storie scritte due anni fa sugli X-Men come capitoli di una long e adesso sto aggiungendo nuovi capitoli. All'inizio mi sono ispirata a una bellissima ff di Lara D_Amore, Logan si trova a occuparsi di Scott, sperduto e addolorato per la morte di Jean, e nasce così una strana relazione tra i due. In seguito, il professor X incaricherà Bobby di recuperare Pyro finito dalla parte di Magneto e nascerà pian piano anche un pairing fra loro; in seguito, alla scuola arriveranno dal lontano 1973 anche i giovani Erik e Charles... insomma cerco di destreggiarmi tra ben tre pairing!!!XD
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby Drake/Uomo Ghiaccio, James 'Logan' Howlett/Wolverine, John Allerdyce/Pyro, Scott Summers/Ciclope, Un po' tutti
Note: Lemon, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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What doesn’t kill you make you stronger

Until it’s gone

Era mattina. Bobby e John uscirono dalla loro stanza per andare a parlare con il Professor X a proposito dell’incubo del ragazzo durante la notte appena trascorsa, ma trovarono un’insolita animazione nel corridoio. Tempesta stava dicendo ad alcuni studenti più giovani che, quella mattina, non ci sarebbero state lezioni e che dovevano rimanere nelle loro camere finché qualcuno non fosse andato a prenderli; Hank McCoy, invece, si stava avviando verso lo studio di Xavier con un certo nervosismo. 

“Ma che sta succedendo?” fece John, rivolto a Bobby. “Pensi che sia già troppo tardi? Che il mio incubo…”

“Non credo, no” rispose il giovane, in tono rassicurante. “Forse, però, stanotte il Professore ha avvertito il tuo sogno oppure quello che mi hai raccontato e, magari, vuole essere lui a parlarne con tutti.”

Tempesta si voltò e li vide. Non appena i ragazzini si furono chiusi in camera come lei aveva raccomandato, la donna fece un cenno ai due giovani mutanti.

“Il Professore ci ha convocati nel suo studio, deve parlarci di cose molto importanti. Non vuole che i bambini ne sappiano niente, ma voi dovete esserne informati” disse loro.

Bobby e John si scambiarono uno sguardo perplesso prima di seguire Tempesta nello studio di Xavier. La donna li fece entrare, controllò che tutti i convocati fossero presenti e poi chiuse la porta. Nella stanza, oltre al Professor X, i due ragazzi e Tempesta, c’erano anche McCoy, Logan, Scott, Kitty e qualcun altro dei professori e degli studenti più anziani. Due di loro sedevano in disparte e Bobby non riusciva a vederli bene a causa del riverbero del sole dalla finestra. Gli pareva di non averli mai visti prima, ma non era certo possibile.

“Allora, Professore, cosa succede?” fece Logan, impaziente.

“Questa sua convocazione ci ha preoccupati” aggiunse Tempesta. “Temo che non si tratti di buone notizie…”

“In realtà non sono né buone né cattive, sono piuttosto… come potrei dire… strane” rispose il Professore. Sembrava turbato e ciò non tranquillizzava certo gli altri mutanti. “E’ accaduto qualcosa di inaspettato, ma spero che riusciremo a trarne il meglio possibile.”

“Anch’io avrei da dire una cosa, allora!” s’intromise John, ansioso di raccontare il suo incubo approfittando del fatto che erano tutti riuniti.

“Devi sempre metterti in mezzo, tu, piccolo piantagrane?” lo rimproverò Logan. “Deve parlare il Professore e non abbiamo tempo per le tue cretinate!”

“Logan, non rivolgerti in questo modo a John” lo riprese Xavier, per poi rivolgersi al ragazzo. “So che ciò che hai da dire è importante, ma al momento la questione da discutere è un’altra. Forse, quando avremo sistemato questo… ehm…inconveniente…sarà anche più facile risolvere il problema che hai da esporci tu.”

Di nuovo Bobby e John si scambiarono uno sguardo interrogativo, ma poi anche il ragazzo decise che sarebbe stato meglio zittirsi e ascoltare ciò che il Professore aveva da dire loro. 

“Stanotte ho avvertito delle presenze estranee nella scuola” iniziò a spiegare Xavier. “Ho chiamato Hank e siamo andati a controllare di chi si trattasse.”

“Estranei? Forse qualcuno è riuscito a penetrare nella scuola, magari per tentare di aggredire uno di noi?” fece Scott, preoccupato. “Con questa storia del vaccino che toglie i poteri…”

“Cosa? Di che diavoleria stai parlando, ragazzo?” intervenne all’improvviso uno dei due sconosciuti, ma Xavier si affrettò a calmarlo.

Vi spiegherò tutto con calma più tardi, adesso lascia parlare me. Questa è la mia scuola e io devo preparare i  miei ragazzi e docenti alla vostra presenza qui.

Il messaggio telepatico arrivò come un proiettile e l’uomo sembrò risentirne. Si risistemò meglio a sedere al suo posto e tacque. L’altro sconosciuto sembrò compiaciuto da questa scena, ma erano davvero troppo in ombra per poterlo dire con certezza…

“C’erano, in effetti, due estranei, ma posso assicurarvi che non si tratta in alcun modo di sconosciuti e tantomeno di qualcuno che voglia toglierci i poteri. Queste persone non sono ostili ai mutanti, anzi…”

“Sono mutanti anche loro?” chiese Tempesta.

“Sì, sono mutanti” ammise il Professore, apparentemente a disagio. “Beh, immagino che possiate anche mostrarvi, adesso.”

I due uscirono dall’ombra, ma in un primo momento nessuno parve trovare nulla di familiare in loro: uno, quello che aveva parlato, era alto e statuario, con capelli castani e occhi chiari; l’altro era meno alto di lui e sembrava più giovane, aveva i capelli più lunghi, mossi e ribelli, castano chiaro tendente al biondo, e occhi azzurrissimi dall’espressione vivace e simpatica. Il solo Logan accennò a una reazione, vedendoli, ma poi scrollò il capo incredulo.

“Sì, Logan, sono proprio quelli che stai pensando tu” gli disse invece il Professore. “Non so come sia potuto accadere, ma probabilmente si è trattato di una distorsione spazio-temporale che li ha risucchiati e spediti qui. Quindi… ho il piacere di presentarvi i signori Charles Xavier e Erik Lensherr… com’erano nel lontano 1973!”

“Ci sta prendendo in giro?” esclamò Scott, sconvolto. Stava per scattare in piedi, probabilmente chiedendosi se il Professor X avesse perso del tutto il cervello ma Logan lo trattenne per un braccio. Tempesta sembrava una statua di sale, Kitty si era portata le mani alla bocca e anche John, per una volta, non trovava nulla da dire.

“Com’è possibile questo, Professore?” domandò invece Bobby, fissando incuriosito i nuovi venuti.

“Se lo sapessi, non sarei qui, ragazzino” fece, lapidario, l’uomo che era stato indicato come Erik Lensherr, il loro nemico Magneto.

“Come ho detto, si è trattato probabilmente di una distorsione spazio-temporale che ha creato una sorta di portale tra le nostre epoche. Per questo dicevo che si tratta di qualcosa di molto singolare, ma potrebbe trattarsi anche di un’opportunità in questo momento difficile per noi” riprese Xavier, consapevole del fatto che non sarebbe stato facile mantenere l’ordine davanti a una simile rivelazione.

“Ora abbiamo due Professor X nella scuola?” esclamò allibito John. “Professore, ma lei come si sente a vedere e a parlare con un lei stesso più giovane? E quello, poi, cammina!”

Come al solito, il giovane mutante aveva detto la prima cosa che gli era passata per la testa, ma non era molto diverso da ciò che pensavano anche gli altri, sebbene non si sarebbero espressi così platealmente.

“Giusto a proposito… Hank!” scattò il Charles Xavier giovane. Si portò di fronte a McCoy e lo fissò. “Il tuo corrispettivo non è venuto con noi, perciò sarà bene che tu ricordi ancora com’era il siero che mi preparavi nel tuo passato! Non ho nessuna intenzione di ritrovarmi qui, in mezzo a gente che tutto sommato mi è estranea, e dover dipendere da qualcuno anche per andare in bagno!”

“Sì, Charles, me lo ricordo bene” rispose McCoy. Era meno sconvolto degli altri perché, essendo stato presente al loro arrivo, aveva avuto modo di abituarsi all’idea di Charles ed Erik giovani. “Però ricordo anche che quel siero ti inibiva i poteri. Sei sempre dell’idea di volerlo prendere?”

“Certo che sì” ribadì deciso e con una certa dose di strafottenza il giovane Xavier. “Non mi presenterò in un mondo che non conosco come un invalido e per i poteri… ottimo, abbiamo qui il mio corrispettivo anziano che li userà anche per me!”

“E’ probabile che avremo bisogno anche di te, invece” disse il Professor X al suo se stesso più giovane. “Al momento, comunque, comprendo bene il tuo disagio e pertanto Hank ha già provveduto, ha iniziato a lavorarci ieri sera, quando siete giunti qui, e stamani alcune dosi erano già pronte. Non è di questo, tuttavia, che dobbiamo parlare.”

“Già, spiegaci piuttosto cosa significa quell’accenno a un vaccino che toglie i poteri ai mutanti, Professore, o come altro devo chiamarti” intervenne brusco Erik. “Gli umani hanno inventato un’altra diavoleria per sterminarci, dunque? E la mia controparte più anziana che fa, nel frattempo?”

“Il terrorista, immagino” commentò sarcastico Charles. “Non mi pare di averlo visto qui e, se non è qui, proviamo a indovinare dov’è?”

“Se avessi i tuoi poteri, non avresti bisogno di indovinare, lo sapresti benissimo” lo rimproverò Erik.

“Il Professore… ti dispiace se ti chiamo anch’io così? Sai, chiamare anche te Charles mi suona così strano… Insomma, il Professore ha i miei poteri, per cui è perfettamente inutile che li abbia anch’io. Anzi, con la sua esperienza saprà usarli senz’altro meglio di come potrei fare io” rispose Charles, tagliando corto. “Dunque, torniamo al punto: gli umani hanno inventato un vaccino che toglie definitivamente i poteri ai mutanti e secondo il Professore la nostra venuta qui è in qualche modo collegata, magari siamo destinati a intervenire e aiutare i mutanti di quest’epoca. Nel frattempo, l’Erik anziano si è dato alla macchia col suo gruppetto di terroristi. Una bella situazione, non c’è che dire.”

“Ma il Professor X da giovane aveva questo caratterino?” fece Scott, piuttosto sorpreso, rivolgendosi a Tempesta e a Logan.

“Credo che lo abbia ancora ma che abbia anche imparato a mascherarlo, comunque sì, io ho avuto modo di conoscerlo” rispose Logan, senza meglio specificare.

Xavier, però, voleva anche parlare di ciò che aveva scoperto su Jean Grey. Se la sua personalità malvagia, la Fenice, aveva preso il sopravvento, sarebbe stato un pericolo enormemente più grande di quello rappresentato dai terroristi di Magneto o dal vaccino contro i mutanti. Per discuterne con i suoi, però, preferiva che i giovani Charles ed Erik non fossero presenti; sarebbe stato necessario allontanare anche Scott, che chissà come avrebbe potuto reagire a una simile notizia.

“Scott, per favore, accompagna Charles ed Erik nelle stanze che ho fatto preparare per loro” disse dunque al giovane mutante. “Più tardi ci ritroveremo tutti insieme per discutere del problema del vaccino, nel frattempo io raccoglierò tutte le informazioni a nostra disposizione su questo fatto perché anche i nostri nuovi ospiti sappiano tutto ciò che c’è da sapere: sono infatti convinto che il loro aiuto sarà prezioso, anche se non so ancora come.”

Così Charles ed Erik seguirono Scott fuori dallo studio. Erik appariva molto pensieroso e impaziente di saperne di più sull’ultima trovata degli umani per distruggere in modo pulito e politicamente corretto i mutanti; Charles, invece, sembrava incuriosito e piacevolmente sorpreso da ciò che vedeva e pensava che, tutto sommato, con la sua scuola avrebbe fatto un buon lavoro nei successivi quarant’anni, anche se, nell’anno che stava vivendo lui, le cose non sembravano affatto rosee.

“Ti chiami Scott, ho capito bene?” fece, rivolto al giovane che li accompagnava. “Immagino che il tuo potere risieda negli occhi…”

“Se avessi il tuo, di potere, non avresti bisogno di immaginarlo” commentò amaramente Erik.

“Ignoralo, tende a ripetere sempre le stesse cose!” lo canzonò Charles per poi rivolgere di nuovo la sua attenzione al giovane mutante.

“Sì, mi chiamo Scott Summers e il mio potere è quello di immagazzinare tutti i tipi di energia attorno a me per poi rilasciarla come raggi ottici” spiegò con precisione il ragazzo. “Purtroppo non ho mai imparato a controllare questo mio potere ed è per questo che devo portare sempre gli occhiali di quarzo di rubino, gli unici che possono schermare i miei raggi.”

Charles ascoltò interessato la spiegazione del giovane.

“Scott Summers, bene, mi ricorderò del tuo nome quando tornerò nella mia epoca” gli disse sorridendo. “Chissà, magari insieme troveremo anche un modo per controllare il tuo potere…”

“Da che pulpito viene la predica…” insinuò caustico Erik.

“Ma ci vuoi stare un po’ zitto? Sto parlando con un mio futuro allievo!” lo rimbeccò Charles. “E gli altri? Quella donna che chiamano Tempesta, per esempio, cosa puoi dirmi di lei?”

Scott sorrise e cominciò a elencare i nomi dei ragazzi e dei professori che conosceva nella scuola e a spiegare che tipo di poteri avevano. Gli piaceva quella versione giovanile del Professor X, era un ragazzo poco più grande di lui e aveva un modo di fare aperto e simpatico che lo attirava. Purtroppo, pensò, anche la versione giovanile di Magneto, almeno in apparenza, era piacevole e sembrava persino avere buoni sentimenti, lui e Charles sembravano molto legati… chissà cos’era accaduto poi per farli diventare acerrimi nemici… almeno secondo la versione che Scott conosceva.

Nel frattempo, approfittando dell’assenza del giovane mutante e dei due giunti dagli anni Settanta, Xavier si era fatto raccontare per filo e per segno il sogno di John e il ragazzo aveva anche specificato che Jean Grey si era unita ai seguaci di Magneto, ma che il suo potere sembrava mutato, accresciuto e che lo stesso Lensherr ne era parso preoccupato.

“Temo che la donna che hai visto tu, John, non sia la Jean Grey che conoscevamo” disse poi.

Il Professore iniziò a raccontare tutta la vicenda dall’inizio, com’era venuto in contatto con Jean per la prima volta, la storia delle sue due personalità, l’instabilità mentale della ragazza e il modo in cui lui era riuscito a dominare la personalità malvagia e potentissima della Fenice per proteggere Jean e poterla avere nella sua scuola.

“Purtroppo, però, credo che la Fenice abbia approfittato del fatto che Jean era in fin di vita per impossessarsi del suo corpo e usarlo come tramite per i suoi poteri illimitati” concluse. “In realtà, quindi, non è veramente dalla parte di Magneto, non è dalla parte di nessuno, vuole soltanto scatenare la sua potenza distruttiva su chiunque. E’ molto pericolosa e la parte buona di Jean non è più in grado di controllarla.”

Tutti ascoltavano, sconcertati e preoccupati. Nessuno si avvide che, nel frattempo, Scott era ritornato ma, sentendo Xavier nominare Jean, non era entrato subito nello studio e si era messo ad ascoltare fuori dalla porta. Non si era soffermato sulle spiegazioni del Professore o sulla pericolosità di questa misteriosa Fenice, c’era una sola frase che gli risuonava nella mente.

La mia Jean è viva, è salva e per qualche motivo adesso si trova tra i seguaci di Magneto. Devo andare a cercarla, devo parlarle per capire perché è passata dalla parte di Magneto… devo convincerla a tornare da noi, da me… e devo farlo ORA!

Silenziosamente, Scott si allontanò dalla porta dello studio e uscì dalla scuola, dirigendosi nel garage dove teneva la sua moto: sarebbe andato a cercare Jean e l’avrebbe riportata alla scuola. Non era possibile che lei si fosse veramente votata alla causa di Magneto, c’era senza dubbio un equivoco, si sarebbero spiegati e lui l’avrebbe ripresa con sé.   

   
 
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