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Autore: SURPRISE    31/12/2004    2 recensioni
Che succederebbe se una ragazza salisse di nascosto a bordo della Surprise??
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sera, fu liberata una stanzetta accanto all’alloggio degli allievi.

Killick gironzolava da quelle parti, blaterando ingiurie, come suo solito.

Lady Anne lo raggiunse, e lui si mise sull’attenti.

“Mi scusi, signor Killick, vorrei domandarle se i miei indumenti saranno pronti per domattina… Sono spiacente, se le metto fretta…”

“Ma si figuri, madamigella… E’ già tutto pronto… Dovrete però accontentarvi di una branda, per riposare la notte…”

“Oh, non importa, andrà benissimo. Posso vedere dunque, i miei alloggi?”

Il famiglio la scortò fino alla stanzetta.

Una branda con delle coperte pulite era stata appesa al fondo, e ora oscillava placidamente; una cassapanca era stata riempita fino all’orlo degli indumenti che il comandante aveva richiesto per la giovane; in un angolo, avevano sistemato un grande catino, degli asciugamani lindi con del sapone e una brocca di acqua fresca tappata con un coperchio, per impedire che l’acqua si disperdesse con l’ondeggiare della nave. Uno specchio brillava, inchiodato ad una parete.

“Questa sera siete invitata a cena dal capitano…” recitò Killick “Ah, dimenticavo, ho cucito una cosa speciale per voi… Non potete sempre andare in giro vestita da uomo, così…” il famiglio prese un sacco di tela e lo aprì.

Un magnifico vestito blu oltremare, con sbuffi di pizzo e bordi ricamati d’oro fu posto tra le mani della ragazza.

“Oh… E’ magnifico, ma non dovevate disturbarvi così tanto…” Lady Anne era sorpresa.

“Ho fatto quello che ho potuto, non c’è molto, su questa nave, per confezionare un abito da signora…”

“Siete un sarto eccezionale!” disse lei.

Killick arrossì: “Potete indossarlo questa sera, se volete…”

“Lo farò senz’altro, di modo che tutti possano ammirare il vostro lavoro!” rispose Lady Anne.

Quando Killick si fu congedato, per andare nelle cucine a preparare la cena, Lady Anne indossò il vestito, e rimase a lungo a rimirarsi nello specchio.

Si pettinò accuratamente, e si imbellettò il viso, come le aveva insegnato la governante.

Nostalgici pensieri si affollarono dunque nella sua mente.

“Chissà a casa, come vanno le cose… Come starà Thomas? E la signora Milcote? Avrà scoperto ormai la mia fuga… Chissà se è arrabbiata… Sicuramente sì…” sorrise tra sé.

Verso le nove, Killick venne a bussare alla porta.

“E’ pronto in tavola! E’ pronto! E’ pronto!!”

Lo sentì picchiare contro l’uscio dell’alloggio degli allievi.

“ Siete attesi dal comandante!”

Udì uno scalpicciare frenetico.

“Signorina Ferrett, aspettano anche lei!”

“Sì! Arrivo! Un momento!” rispose la giovane.

Rivolse per un attimo la mente a suo padre: “Papà, ti troverò, non preoccuparti!”

Poi, uscì dalla stanza.

* * *

Il capitano era già seduto a tavola, con i suoi più cari e fedeli amici.

Alla sua destra sedevano il dottor Maturin, il signor Mowett e l’allievo Blakeney; alla sua sinistra, invece, vi erano il signor Allen, Thomas Pullings e l’allievo Calamy.

A capotavola, di fronte a lui, era stato apparecchiato per Lady Ferrett.

La ragazza, entrò in quell’istante.

“Scusate, scusate… Perdonatemi se sono in ritardo… Ve ne prego…” disse, facendo un inchino imbarazzato.

Non si accorse del silenzio attonito che era caduto attorno a lei, e degli occhi spalancati che la fissavano, meravigliati da tanta bellezza ed eleganza.

Il signor Mowett scattò in piedi.

“Oh, leggiadra fanciulla; mio raggio di sole… Il vento ti culla… Lasciandoti, il cuore mi duole…” recitò, ispirato.

Il silenzio durò alcuni istanti, poi, la tavolata cominciò ad applaudire.

Lady Anne arrossì violentemente.

“La ringrazio, per questa parte della vostra vena poetica che avete rivolto a me, signor Mowett…” esitò, poi aggiunse: “Sir Thomas Van Dracken le porge i suoi più cari saluti e complimenti, per la vostra opera letteraria…”

Il comandante fece un cenno alla ragazza: “Suvvia, Lady Ferrett, sedete, e… Ingozzatevi…”

Con la sorpresa di tutti i presenti, la ragazza esclamò: “Seguirò il vostro consiglio, signore!” si sedette a tavola, tra i due allievi, che la guardavano attoniti. Lei gli sorrise amabilmente.

Blakeney divenne scarlatto; quanto al suo amico Calamy, rovesciò l’argenteria.

Killick si abbassò, brontolando, e raccolse le posate cadute a terra.

Tutta la tavola scoppiò in una risata di gusto.

La cena trascorse lieta, e i commensali discorsero in prevalenza sui movimenti della fregata francese che avrebbero dovuto abbordare in Brasile; una certa Acheron.

Lady Anne partecipò vivacemente alla discussione.

Dal canto loro, il capitano Aubrey, il signor Allen, Thomas Pullings e William Mowett; erano rimasti affascinati da quella ragazza, che conversava piacevolmente di argomenti marinareschi; quando altre donne si sarebbero limitate ad annuire, o a fare silenzio, non avendo voce in capitolo.

Lady Anne aveva viaggiato spesso con il padre, che le aveva insegnato molto sui segreti del mare e delle navi.

Anche il dottor Maturin rimase rapito dalla sapienza della giovane, e si entusiasmò, quando lei gli espose le sue idee riguardanti le teorie evoluzionistiche del tempo.

Killick, che fino ad un certo punto se ne era rimasto in disparte, si fece avanti, e le chiese qualche consiglio culinario.

“Ehm…” mormorò “Se mi è concesso domandarvelo, signorina… Secondo lei, è migliore il budino di mirtilli, o quello alle more?”

La ragazza rimase pensosa per qualche minuto, poi gli rispose: “Direi, che quello di mirtilli ha un sapore leggermente aspro. Il mio palato favorisce quello alle more, più fine e delicato… Però le confesserò che, in fondo, mi allettano entrambi!”

Il viso del famiglio si illuminò.

“Grazie mille, sa, volevo capire se ero il solo a pormi questo dubbio…”

Gli unici che non aprirono bocca, se non per mangiare, furono i due allievi; rimasti sbigottiti da tanta loquacità.

Lady Anne si accorse del loro silenzio, e provò ad interpellarli educatamente.

“Avete mai giocato a cricket?” disse, sorridendogli incoraggiante.

La ragazza non aveva compreso che il motivo di tanta agitazione erano proprio i suoi sorrisi.

Il signor Blakeney avrebbe desiderato che la seggiola lo inghiottisse.

Lady Anne abbassò gli occhi, un po’ mortificata.

“Oh… Forse vi sto annoiando…”

Il signor Calamy, che stava bevendo del grog, si mise a tossire violentemente, e fece cadere il bicchiere di cristallo, che andò inesorabilmente in pezzi, sotto il naso di Killick.

“Dannazione! Ma che gli prende? Mi rovinerà tutto il servizio da tavola!” borbottò quest’ultimo, ignorando le scuse dell’allievo.

“No, non ci sta annoiando, affatto!” disse il signor Calamy, ripreso fiato.

Il signor Blakeney annuì vigorosamente con la testa.

Intanto, tutto il resto della tavolata aveva seguito la scena, divertita.

“Ne siete sicuro?” domandò Lady Anne.

Thomas Pullings intervenne.

“Non si preoccupi, sono solo rimasti folgorati dalla vostra presenza…”

Il signor Mowett e il capitano scoppiarono in una risata, il dottore strizzò l’occhio alla giovane, mentre Allen dava di gomito ai due ragazzi, imbarazzatissimi.

I due allievi si alzarono da tavola, fecero le loro scuse al capitano e fuggirono dalla stanza.

“Mai visto un comportamento simile…” commentò con un ghigno il capitano Aubrey, che in verità sapeva bene il perché di tutta quella cagnara.

L’unica che rimase perplessa fu Lady Anne.

* * *

Dopo la cena, la ragazza salì in coperta per godersi la fresca brezza notturna.

Si appoggiò all’albero di trinchetto, e si sedette, ad annusare l’aria.

Volse un cenno di saluto al timoniere, Barrett Bonden, che ricambiò levandosi il cappello.

Tutto, a bordo, era silenzio, si udivano solo il cigolare delle sartie, lo sventagliare delle vele e lo scricchiolare del legno.

D’un tratto, Lady Anne udì dei sussurri.

“… Non so che mi è preso, ma ho fatto una pessima figura…”

“… A chi lo dici!”

Si volse verso prua.

Accanto al pennone, i due allievi, dopo essere scappati da tavola, si erano appartati per parlare tra di loro.

Lady Anne si avvicinò.

I ragazzi smisero di colpo di conversare.

“Ehm… Buonasera…” mormorò.

“Salve, signorina…” cominciò Calamy, schiarendosi la voce.

“Noi vorremmo… Vorremmo… Scusarci, se non le abbiamo rivolto parola…”

“Non dovete preoccuparvi, signori…?”

“Peter Calamy.”

“William Blakeney.”

“Lady Anne Ferrett. Piacere di conoscervi… ” e tese una mano, che i ragazzi strinsero calorosamente.

“Aria fresca stasera, eh?” disse Blakeney, tanto per dire qualcosa, mentre passeggiavano lungo il ponte.

“Sì, in effetti è piuttosto tagliente.” Lady Anne si strinse nello scialle.

“Oh, tenga…” il signor Calamy si sfilò la giacca e gliela mise sulle spalle.

“Oh, non dovete scomodarvi così… Ora avrete freddo voi!” sorrise lei.

Blakeney intervenne: “Non si preoccupi, Lady Anne, Peter è robusto!” cercò di apparire convincente, tentando di camuffare le risate con delle smorfie.

Lady Anne lo ammonì, senza riuscire a trattenere un risolino: “Signor Blakeney, è indecoroso prendersi gioco dei propri compagni!”

Il signor Calamy sorrise.

Più tardi, i tre allievi si avviarono verso le loro stanze.

Passando accanto agli alloggi del comandante, udirono le risa e i canti che intonavano gli ufficiali e il comandante, ormai ubriachi.

“Long we’ve tossed on the rolling main, now we’re safe ashore Jaaack… Don’t forget your old shipmates… Folly-rolly-rolly-rolly-rei-oh!!”

“Pare che si stiano divertendo…” disse Lady Anne, piuttosto confusa.

“Oh, è solo il troppo grog…” commentò Calamy, udendo il capitano Aubrey ordinare a Killick di riempire il suo bicchiere.

“Allora, buonanotte, signori.” disse Lady Anne, aprendo la porta della sua stanza.

“Altrettanto!” risposero i due, entrando nell’alloggio degli allievi.

Quando fece per sistemarsi sulla branda, la ragazza udì delle voci provenire dall’altra parte del muro.

“…Will, chissà perché, quando vedi Lady Ferrett diventi rosso come un papavero!!”

“…Io dico che la signorina lo ha steso!”

“…Per non parlare di Peter, eh??”

“Non siate ridicoli!”

Lady Anne sentì un groppo allo stomaco.

Poi scosse la testa.

“Ah… I ragazzi!” e si sdraiò comodamente nel suo giaciglio.

  
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