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Autore: DoIdare    17/06/2014    3 recensioni
"In fondo è proprio vero che il peggio delle emozioni forti è il vuoto che lasciano dopo.. ma come potevo sapere che tutto questo sarebbe stato solo la quiete prima della tempesta? "
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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RAINBOW


Le sue parole mi rimbombavano nella testa, come si era permesso di dirmi certe cose, senza vergogna, senza compassione. Eppure lui sapeva, sapeva che tutto ciò che mi sussurrò era vero.
Ogni volta che abbasso le palpebre il ricordo dei suoi occhi si insinua nella mia mente, accomodandosi nell’angolo più importante del mio cervello, inviando strani impulsi all’organo più importante del mio corpo: il cuore.
quella volta in cui mi disse ti amo guardandomi come se fossi acqua nel deserto, oh.. quel momento non l’avrei mai dimenticato, ma questo Oliver non l’avrebbe mai saputo.
Stamattina avevo chiamato Roy chiedendogli di avvisare Oliver che mi sarei presa un paio di giorni liberi, insomma, non credo che i cattivi siano in agguato dietro l’angolo aspettando i miei giorni di riposo per attaccare..
Quel giorno niente mi avrebbe impedito di cercare un lavoro!
Indossai la mia nuova giacca autunnale, le mie ballerine eleganti e stampai un fantastico sorriso sul mio viso. Il vento mi scompigliava i capelli che avevo lasciato sciolti sulle spalle, lo sapevo che avrei dovuto farmi la coda!
Entrai nel primo ristorante, armata di curriculum e buona volontà, mi avvicinai alla cassiera. Mi guardò negli occhi spostando poi lo sguardo sui fogli che tenevo in mano: “in questo momento non stiamo cercando nessuno, come puoi vedere non è il nostro periodo migliore” mi disse indicandomi la sala mezza vuota.
La ringraziai e mi allontanai verso la porta. Appena misi piede fuori dal locale il mio cellulare iniziò a squillare, il solo leggere il nome sullo schermo del telefono mi face battere forte il cuore, cosa voleva Oliver da me?
“Pronto”
 “Felicity sono Oliver, ho bisogno che tu mi raggiunga al covo”
“Ciao Oliver, io sto bene, grazie per avermelo chiesto e tu come stai? Mi dispiace, non posso venire oggi, ho un paio di impegni”
“La mia non era una richiesta Felicity, abbiamo bisogno di te qui, subito”
“E io ti ho detto che non posso, quello di cui hai bisogno aspetterà fino a domani o al massimo fino a stasera” mi sorpresi del mio stesso tono, dall’altra parte sentivo Oliver respirare pesantemente, riattaccò la chiamata dopo avermi detto solamente :“ A stasera”.
Erano già le 11.00, avrei dovuto sbrigarmi se avessi voluto concludere qualcosa per la sera.
Girai quattro locali, purtroppo invano. Camminai per una ventina di minuti e mi ritrovai davanti un carinissimo cafè, entrai e mi diressi verso l’unica cameriera libera che trovai, appena mi vide mi diede il benvenuto, chiedendomi cosa potesse fare per me.
“Sto cercando lavoro, part-time sarebbe perfetto, posso lasciarti il mio curriculum?”
“purtroppo non accettiamo curriculum, il proprietario fa colloqui frontali sul momento, se vuoi te lo posso chiamare.”
“Sarebbe gentile, grazie”.
 Appena si allontanò ripescai il cellulare dalla borsa impostandolo su silenzioso, mi controllai allo specchio del locale e mi sistemai i capelli. Si, lo ammetto, ero davvero agitata.
Cominciai a guardarmi intorno, il posto non era molto grande eppure era accogliente come pochi, i muri erano dipinti di un colore che mi ricordava il cielo, su ognuna delle sei pareti erano dipinte citazioni di diversi autori.
I tavoli erano arancione corallo ed erano in ferro battuto, su ognuno di essi erano presenti piantine e lampade di colori diversi.
Riuscivo a vedere due cameriere e una cassiera, tutte vestite di blu, con una gonna aderente che arrivava poco sopra il ginocchio e una camicetta di pizzo.
Quando spostai di nuovo lo sguardo davanti a me un uomo alto mi stava osservando con occhi indagatori, imbarazzata mi sistemai gli occhiali che erano già perfettamente al loro posto.
Mi fece segno di sedermi ad uno dei tanti tavolini che poco prima avevo ammirato, mi chiese come mi chiamassi.
“Felicity.. Smoak”
“Piacere di conoscerti Felicity, io sono il proprietario del ‘Rainbow’, puoi chiamarmi Lennon. Mac mi ha appena detto che stai cercando un lavoro part-time, io ho bisogno di qualcuno che copra il turno della mattina, hai mai fatto la cameriera?”
“Si.. ho aiutato mia madre per un po’ di tempo quando faceva la cameriera in un ristorante”.
“Bene, dove hai lavorato prima di venire qui?”
Ero la segretaria di Oliver Queen alla QC” lo dissi con attenzione, non volevo influenzare.. Lennon.. con certe idee che invece avevano influenzato il resto dei dipendenti quando lavoravo in azienda.
Alzò lo sguardo di scatto, spostando gli occhi dal blocchetto su cui aveva cominciato a scrivere da quando avevamo iniziando a parlare.
Mi fissò per un paio di secondi, ma a me sembrò che fossero un’eternità.
I suoi occhi erano così scuri ed ipnotizzanti, come avevo fatto a non accorgermene prima?
I capelli erano così corti da non riconoscerne il colore, era vestito casual ed elegante al tempo stesso, in quel momento mi sorrise, i suoi denti erano così bianchi da farmi ripensare all’ultima volta che andai dal dentista.
“Ma che sorpresa, conosco bene Oliver, i nostri genitori erano grandi amici, conosco i gusti del giovane Queen nello scegliere le sue segretarie.. eppure tu non mi sembri affatto quel tipo di ragazza.”
“Oliver.. cioè il signor Queen, aveva bisogno di qualcuno abile con i computer, la sua scelta ricadde su di me nel momento in cui lo aiutai per degli.. imprevisti..”
“Dunque sei una smanettona! ” disse in tono divertito, gli sorrisi, era davvero carino.
“D’accordo, un’ultima domanda e dopo potrai iniziare il tuo periodo di prova, quest’ultimo durerà due settimane e coprirà un orario che va dalle 7.00 alle 12.00, dal lunedì al sabato, inizialmente la paga sarà di 7 dollari all’ora più eventuali mance, ma nel caso venissi assunta, potrebbe anche aumentare.
Lo guardai in attesa della domanda, come se mi avesse letto nel pensiero mi chiese:
“Svolgi attività che potrebbero impedirti di svolgere il tuo lavoro correttamente?”
Il panico prese il sopravvento, le dita cominciarono a tremare, tanto da farmi spostare le mani sulle gambe, lontano dalla sua vista, lo guardai negli occhi e risposi “No, Nulla”
Si alzò in piedi allungando la mano che strinse la mia con fare amichevole, “Allora comincerai lunedì, buona giornata Felicity..”
Il mio nome suonò così bene sulla sua lingua che quasi gli chiesi di ripeterlo, ciò che invece feci fu sorridergli e ringraziarlo.
Uscita dal ‘Rainbow’ un respiro liberatorio mi uscii involontariamente.
Ho trovato un lavoro.. e adesso chi lo sente Oliver?
 
 
Ciaooo,
Mi scuso immensamente per il ritardo, non sono proprio riuscita ad aggiornare, è stato un periodo intenso all’università.
Purtroppo il periodo non è terminato, per questo motivo vedrò se potrò pubblicare il prossimo capitolo prima della fine della settimana, dopo avrò un paio di esami e non avrò più un minuto libero.
Ringrazio chi ha recensito l’ultimo capitolo, e spero che vi piaccia anche quest’altro. Sappiate che i vostri pareri sono sempre graditi, quindi se avete voglia, lasciatemi un commento.
Buona lettura a tutti :)
Nag


 
  
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