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Autore: likeakid_inthesixties    17/06/2014    0 recensioni
Rhys Wilson. Sembrerebbe quasi un nome da paladino della giustizia, alla Bruce Wayne o alla Peter Parker. In realtà, Rhys era tutt'altro. Rhys era uno di quei ragazzi tanto legati alla loro console da viverci in simbiosi. Molti di quelli che avrebbero preferito ignorare persino la sua esistenza, credono che sia un reietto. E forse non avrebbero avuto neanche tutti i torti se la parola “reietto” non fosse così indelicata e rude. Gli stessi, poi, sapevano con estrema certezza che il suo migliore amico fosse, in effetti, il suo computer. Rhys Wilson, trentuno anni, un nome, due modi di identificarsi, undicimilatrecentoquindici giorni vissuti senza contare i bisestili, tante ambizioni e innumerevoli sogni irrealizzati.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I.




Rhys Wilson. Sembrerebbe quasi un nome da paladino della giustizia, alla Bruce Wayne o alla Peter Parker. In realtà, Rhys era tutt'altro. Rhys era uno di quei ragazzi tanto legati alla loro console da viverci in simbiosi. Molti di quelli che avrebbero preferito ignorare persino la sua esistenza, credono che sia un reietto. E forse non avrebbero avuto neanche tutti i torti se la parola “reietto” non fosse così indelicata e rude. Gli stessi, poi, sapevano con estrema certezza che il suo migliore amico fosse, in effetti, il suo computer. Rhys Wilson, trentuno anni, un nome, due modi di identificarsi, undicimilatrecentoquindici giorni vissuti senza contare i bisestili, tante ambizioni e innumerevoli sogni irrealizzati.


21 Aprile 2014, ore 07:34.

Rhys avrebbe compiuto i trentuno anni quel giorno. Il ventuno aprile non era mai stato il suo giorno dell'anno preferito; sentiva in lui un profondo senso di vuoto, di incompiutezza ogni qualvolta la sua età pretendeva di crescere di numero. Persino sua madre gli dava del fallito almeno una volta al giorno, quando avrebbe voluto prendersela con il marito ormai sessantenne ma non avrebbe potuto per via della sua sordità. Rhys si era chiesto fin troppe volte quale aspetto della vita non avesse colto alla stessa maniera dei suoi vecchi compagni di liceo, che sembravano così risoluti e realizzati da sembrare felici, nel pieno significato del termine. Una volta finito il liceo, Rhys aveva frequentato una università per cinque anni, impegnandosi come pochi nel suo corso, al fine di conseguire la laurea in fisica tanto ambita dai suoi. In cuor suo, si ripeteva che forse così, i suoi genitori sarebbero stati fieri di lui.
Il neotrentunenne non aveva mai avuto problemi di nessun genere. Nonostante potesse sembrare totalmente anomalo, non era mai stato preso di mira dai suoi coetanei, liceali o meno che fossero. Studiava, non entrava mai in conflitto con i genitori, riusciva a divertirsi molto di più con una console che fuori, in città, ed aveva un giro di frequentazioni di ragazzi con le sue stesse passioni. Eppure, si sentiva un fallito. Forse a causa delle pressioni sullo studio da parte dei suoi genitori, che vivevano nel suo stesso appartamento da sempre. In altre parole, Rhys non aveva mai avuto la benchè minima intezione di trasferirsi. E molto probabilmente, un giorno quella casa sarebbe diventata sua di diritto, non avendo avuto fratelli o parenti stretti con cui dividere l'eredità una volta deceduti i signori Wilson. Ma forse, il problema era proprio l'assenza di problemi.

Rhys non aveva mai pensato a festeggiare il giorno della sua nascita, lo aveva sempre trovato banale ed egocentrico. I suoi, ora vecchi, compagni di liceo avevano organizzato feste ad ogni minima occasione, fosse stato anche per una piccola, passeggera infermità di un insegnante. Lui non aveva mai amato le feste, e così i suoi amici, nome col quale non aveva mai chiamato i suoi compagni di scuola. I ragazzi che frequentava provenivano da parti differenti della città, e nessuno frequentava quel liceo. Il più grande del gruppo si era rivelato essere Aaron Young, un mago della tecnologia, esperto nel campo dei programmi per computer. Una volta finiti gli esami di maturità, Young aveva intrapreso la carriera di sviluppatore tecnico nell'azienda di famiglia, rimanendo comunque in forte contatto con gli altri quattro ragazzi nel gruppo, ed aveva aspettato che anche loro finissero il liceo, un anno più tardi, per proporgli un lavoro nella sua stessa azienda, che nel frattempo, era fiorita sul mercato azionario. Solo uno dei ragazzi aveva accettato, ed una volta che i genitori di Young furono andati in pensione, aveva assunto il ruolo di co-CEO con il suo socio, Angus Maverick, il ragazzo che aveva accettato il lavoro. Gli ultimi dei cinque erano Calum e Andrej Vegeance, due gemelli problematici provenienti da uno dei quartieri più desolati e poveri della città, ed i cui genitori avevano lottato fino allo stremo per guadagnarsi quei figli tanto ambiti che una coppia appena sposata non aveva voluto crescere.
Purtroppo, negli ultimi anni i contatti avevano subìto un calo di frequenza, e così nessuno dei cinque aveva notizia degli altri quattro da qualche tempo.


Ore 09:22.

La madre di Rhys entrò con vigore nella camera da letto del figlio, affinchè potesse dargli il buongiorno. Egli baciò la guancia della madre e la ringraziò degli auguri. Non appena il figlio tornò nella posizione di partenza, ella gli disse che avrebbe organizzato una modesta cerimonia per il suo compleanno. Si sarebbe trattato di una cena informale in un ristorante della città con alcuni familiari e qualche vecchio amico di famiglia, niente di particolare. Ed in fondo, a Rhys non sarebbe potuto andare meno a genio come modo di festeggiare i trentuno anni dal giorno della sua nascita, a causa di quei "vecchi amici di famiglia" che lui aveva sempre trovato fin troppo inaffidabili. Nonostante alcuni intoppi iniziali, causati da alcune battute intrinseche di una pungente e sottile ironia da parte del festeggiato, la cena andò a buon fine come previsto e sperato da tutti.


10 maggio 2016.

Rhys era uscito di casa per la prima volta dopo settimane. Aveva occupato i quattro quinti del tempo impiegato, a piedi, da casa sua fino al centro della città pensando al motivo per il quale si sentisse così angosciato, così preoccupato del futuro e di ciò che esso avesse in serbo per lui. Con una laurea in fisica, pensò, avrebbe potuto iniziare a lavorare quando più ne avesse avuto la sicurezza, quindi un salario mensile od una occupazione che lo tenessero impegnato, non rappresentava il suo più grande enigma esistenziale. Pensò al fatto di non avere qualcuno al suo fianco che lo amasse, ma poi si rese conto che, di quel qualcuno, non ne aveva un impellente bisogno. La soluzione al problema pareva introvabile, la luce in fondo al tunnel più fioca che mai, la felicità, inesistente e scialba.
   
 
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