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Autore: Polaris_Nicole    17/06/2014    6 recensioni
Nico ha una crisi emotiva e tocca a Percy Consolarlo, cosa succederà? E, soprattutto, perché Nico sta così male?
Una One Shot senza pretese ispirata ad una storia vera: la mia.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Prefazione: questa fanfiction contiene Spoiler sul libro “Sono il numero quattro” di Pittacus Lore, infatti, tutti i riferimenti di Nico si riferiscono al finale del primo libro della saga (lo spoiler è appena accennato ma potrebbe distruggere i feels a qualcuno).
 

Crisi post-libro
 
“Nico, ci sei?” chiese con titubanza il figlio di Poseidone bussando con insistenza per l’ennesima volta alla sua porta in attesa di una risposta da parte del figlio di Ade.
Era rimasto nella sua stanza per tutta la mattinata, aveva saltato il pranzo, e sembrava che non volesse farsi vedere neanche in quell’assolato pomeriggio di giugno.
Percy era preoccupato, Nico non si faceva vedere spesso in giro, ma mai era rimasto per così tanto tempo da solo e temeva che gli fosse accaduto qualcosa di grave.
“Nico, se non apri la porta adesso, sappi che chiamerò i pompieri, la polizia e il pronto soccorso e sfondo la porta con la prima cosa che trovo!” urlò Percy sull’orlo della disperazione contro la porta chiusa e taciturna.
“magari … non in quest’ordine, Perseus” disse flebilmente una voce al di là della porta, a Percy non sfuggì il tono malinconico di quella voce e si preoccupò maggiormente, raramente Nico lo chiamava con il suo nome per intero, in genere quando era sull’orlo di una crisi emotiva.
Percy provò a bussare nuovamente alla porta ma, prima che a sua mano potesse posarsi sul legno scuro e freddo della porta, la porta si aprì da sola mostrando la figura di Nico avvolta in una coperta color nero fumo che si fondeva con i suoi capelli e vestiti.
Percy, in un primo momento, sarebbe volentieri scoppiato a ridere pensando che con quella coperta calata sulla testa, Nico sembrava proprio la copia pucciosa di un dissennatore in cerca di coccole, peccato che il suo viso tradisse quella prima impressione del figlio di Poseidone.
Gli occhi erano arrossati, il suo viso rigato dalle lacrime e nel piccolo pugno stringeva un fazzoletto, anche quello stracolmo delle lacrime del più piccolo.
“entra” disse febbrilmente il ragazzino facendo dietrofront e andandosi a posare sul bordo del letto e risistemandosi, meglio che poteva, la coperta che aveva sulla testa.
“Nico, che hai? Non ti senti bene?” chiese allarmato Percy sedendosi accanto a Nico e stringendolo leggermente a sé, a Nico faceva piacere quando Percy gli rivolgeva quel tipo di attenzioni, ma in quel momento sembrava troppo sconvolto.
“no che non sto bene, è una catastrofe!” sbottò all’improvviso affondando il viso nelle ginocchia e facendo allarmare ulteriormente il più grande che aumentò la stretta sul più piccolo.
“puoi dirmi almeno cos’è successo? Così posso aiutarti” disse Percy cercando di tranquillizzarlo il più possibile.
“l-lui … è morto” disse scoppiando di nuovo a piangere poggiando la testa sul petto del figlio di Poseidone che, conoscendo Nico, interpretò quel suo comportamento come un invito ad abbracciarlo.
“chi è morto Nico? Qualcuno del Campo? Siamo sotto attacco?” chiese sempre più spaventato il maggiore accarezzando la massa informe di capelli neri che si ergeva sotto la coperta, ma il minore non glielo permise alzandosi di scatto.
“Henri, è morto Henri! Non ci posso credere! Adesso come farà John a tornare su Lorien, me lo spieghi?!” urlò con rabbia lanciando a Percy il libro che teneva sulla scrivania, il quale capì a cosa si era riferito Nico per tutto il tempo.
“Nico, calmati, era solo un lib-” le parole gli morirono in gola non appena il figlio di Ade  gli rivolse uno sguardo assassino, allora, decise di prenderlo per mano e portarlo fino al suo letto facendolo sedere sulle sue gambe e stringendolo a sé.
Nico non oppose resistenza all’abbraccio di Percy, e arrivò addirittura a sorridere di quella stretta, ignorando per un secondo il problema che lo aveva assillato sin da quella mattina.
Percy, dal canto suo, non poteva che considerare la mente di Nico se non come un mistero senza una vera e propria soluzione e ci avrebbe messo sicuramente parecchio ad interpretare tutto ciò che passava per la mente del più piccolo.
Insomma, come era possibile che un figlio di Ade, uno abituato a convivere assieme alla morte, a disperarsi per la morte del personaggio di un libro?!
 

Note d’autrice: questa è una fanfiction senza pretese nata dalla pessima giornata che ho passato, infatti, proprio oggi ho finito di leggere “Sono il numero quattro” e mi sono chiusa in camera mia a piangere con la testa seppellita nel cuscino.
Può sembrare un po’ esagerata come reazione, ma ci sono rimasta malissimo! Così ho immaginato quello che sarebbe potuto succedere se Nico avesse letto il libro e, lasciando perdere la demenzialità che è uscita fuori, devo dire che anch’io avrei gradito la presenza di un Percy a consolarmi.
Peccato che proprio oggi i miei amici si siano dimenticati che esisto.
Tante T-shirt (fatte con le mie stesse lacrime) da Polaris_Nicole    
   
  
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