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Autore: AlyTae    17/06/2014    3 recensioni
- Sai, quando sei nata tua madre insisteva col chiamarti Tiffany. Abbiamo litigato molto, sai? Che ricordi...-
Alzò la testa lievementi
- Quindi...- mormorò - Qual è il mio nome papà?-
- Cosa intendi dire?- disse suo padre, in tono quasi severo - Stephanie, ovviamente.-
Stephanie lo guardò intensamente
- Non mentirmi, papà.- disse - Qual è il mio nome?-

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SiFany
Genere: Malinconico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Tiffany, Un po' tutti
Note: Cross-over, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella notte Tiffany non riuscì quasi a chiudere occhio.
E non tanto per quello che era successo quel giorno, non per Donghae, non per il test di cinese e nemmeno per Hyoyeon. Il suo pensiero era un altro:
fare pace con Siwon.
Sì, perché alla fine era quello che più la preoccupava. Lei teneva tantissimo a lui, e non voleva che il loro litigio durasse un minuto di più. Rimase fino alle 5 del mattino a fissare il soffitto, pensando alle parole giuste da dirgli in modo che dimenticassero la loro discussione. Volevo che tutto tornasse come prima.
Non sapeva però che, presto, nulla sarebbe tornato come prima.
 
Non dovette fare nulla, però. Quando si fu alzata e si fu vestita, scese al piano di sotto e si ritrovò Siwon in fondo alle scale che la stava aspettando. Lui le rivolse uno dei suoi soliti sguardi impenetrabili, e Tiffany, come al solito, non riuscì a capire il suo stato d’animo: se era arrabbiato, o non lo era…
Quei dannatissimi sguardi erano capaci solo di farle battere il cuore sempre più forte, troppo forte, talmente forte che aveva paura che persino le persone intorno a lei avrebbero potuto sentirlo.
Provò a dire qualcosa, ma venne subito interrotta dal moro
- Oggi hai il test.-
Un attimo di silenzio.
- Lo so.-
- Come ti senti? Sei pronta?-
- Io… penso di sì. Ho comunque paura.-
E poi, gesto inaspettato: Siwon prese Tiffany per un braccio, la tirò a sé e la strinse un forte abbraccio. Tiffany si sentì il viso bruciare in fiamme ardenti. Era la prima volta che si scambiavano un gesto così affettuoso.
- Ce la farai.- le disse lui.
Sebbene quasi contro la sua volontà, Tiffany sentì le sue labbra distendersi in un sorriso enorme.
 
 
 
- Tiffany! Tiffanyy!-
L’urlo di JoonHyun si distinse chiaramente nonostante il chiasso della mensa, e si propagò, acuto e squillante, fino alle orecchie della rossa.
- Non urlare, ci sento benissimo!- replicò, impugnando il suo vassoio ed avvicinandosi al tavolo dei suoi amici.
- Allora, com’è andata?-
Tiffany teneva lo sguardo basso, e non disse una parola. L’aria che si respirava era carica di tensione. Hyoyeon, Joohyun , Yoona e Kyuhyun si guardarono, visibilmente preoccupati.
Finchè, improvvisamente, Tiffany alzò la testa di scatto.
- E’ andata BENISSIMO, cazzo!- esclamò, e quasi a Kyuhyun andò di traverso l’acqua che stava bevendo – Sapevo tutto! Almeno credo…-
- Grande!!-
La rossa battè il cinque ad ognuno dei suoi amici.
- Potevi tenere il telefono acceso.- disse Hyoyeon – Ti avrei mandato qualche messaggio per aiutarti.-
- Nha, ce li avevano sequestrasti.- rispose Tiffany sbuffando – E comunque è meglio così. Sono sicura di aver fatto una buon risultato, e ci sono riuscita con le mie forze! La soddisfazione sarà più grande…-
- Le tue forze?- disse una voce.
Tutti i membri del tavolo si voltarono verso di essa.
Era Siwon.
Il ragazzo rivolse a Tiffany uno dei soliti deboli sorrisi: - Se ce l’ha fatta, il merito è solo di una persona…-
- Ah, ma stai zitto…-
- Quando torniamo a casa voglio che mi prepari la cena. Come minimo. Ah, e dovrai farmi il letto per una settimana.-
Tiffany rise, e lo spintonò via : - Ma va’ via, idiota!-
Anche Siwon rise, poi si diresse verso il tavolo di Yuri salutando la rossa con un cenno della mano.
- Il vostro rapporto è migliorato, direi…- disse Yoona.
- A scuola non mi considera molto, ma a casa stiamo bene, tutto sommato…-
- Non mi ha nemmeno salutata…- sospirò improvvisamente Hyoyeon, sconsolata.
Tutti si voltarono verso di lei.
- E’… timido- disse Tiffany, poco convinta. Non aveva ancora mandato giù il fatto che sarebbero andati al ballo insieme, ma Hyoyeon era comunque una sua amica e, bhe, doveva accettare questo fatto. Poi, se andavano al ballo insieme, mica voleva dire che si dovevano sposare.
- Tranquilla.- la rossa mise una mano sulla spalla della bionda – Mi ha parlato bene di te. Ha detto che gli sembri simpatica, e che gli piacerebbe conoscerti meglio.-
Lo sguardo di Hyoyeon s’illuminò:- Veramente?-
- Se ti ha detto di sì ci sarà pure un motivo.- continuò Joohyun – E poi guardati, ragazza. Sei uno schianto.-
Hyoyeon sorrise ed arrossì.
Ok, i complimenti diventano troppi adesso, però…
- E ne abbiamo un’altra di rubacuori qui!- intervenne Yoona – Invitata – e dico invitata – ufficialmente da Donghae!-
Tiffany impallidì.
- Ehm…- balbettò – Non… non ricordo di avervelo già detto.-
- Sei qui da mesi ormai. Credevo avessi capito che questa è una scuola particolarmente pettegola.-
Tiffany si guardò intorno, e solo in quel momento si accorse che, negli altri tavoli, ogni tanto qualcuno si girava e bisbigliava qualcosa al suo vicino.
Perfetto.
Abbassò lo sguardo.
- Scusatemi ragazzi. Forse ho fatto male ad accettare…-
- Male? Hai fatto BENISSIMO.-
Tiffany spalancò gli occhi e fissò Joohyun, incredula.
- Sul serio?!-
- Certo!- insisté la mora
- Ma come… Credevo lo odiaste tutti…-
- Lo odiamo infatti – intervenne Kyuhyun – Ma, andiamo, com’è possibile che uno come Donghae abbia invitato una come te? Cioè, una che fin dal primo giorno è stata etichettata una “sfigata” dal gruppo di Yuri? Ti rendi conto che è il ragazzo più popolare della scuola?-
- Già- Yoona scoppiò a ridere – M’immagino la faccia di Yuri quando sarà venuta a saperlo. Avrei voluto assistere alla scena. Chissà che spasso.-
Tiffany si sentì sollevata. Aveva paura di essere accusata dai suoi amici, esattamente nel modo in cui era stata accusata da Siwon, ma per fortuna era andata diversamente. Ma, più pensava al ballo, più si sentiva a disagio. Voleva solo che finisse, così poi si sarebbe goduta le vacanze di Natale.
 
 
La campanella era suonata da un po’ e i corridoi erano quasi deserti. Tiffany però non aveva fretta di andare a lezione, e si diresse con tutta calma verso il suo armadietto. La giornata stava filando tranquilla e normale, e questo era un sollievo per lei, dopo tutte le confusioni e le novità di quei giorni. Meno male che la scuola stava finendo!
Stava decidendo quale libro prendere, quando improvvisamente qualcuno le chiuse in faccia l’armadietto e la spintonò via. Tiffany non fece in tempo nemmeno a capire cosa stesse succedendo né chi fosse il personaggio misterioso, che si beccò uno schiaffo sulla guancia talmente forte che la fece cadere a terra.
- Puttana!- gridò una voce femminile – Sei solo una lurida puttana, maledetta zoccola!-
Tiffany cercò di mettersi a sedere, e solo allora mise a fuoco la situazione: davanti a lei, bollente di rabbia, c’era Jessica. I suoi occhi marrone scuro erano ridotti a fessura, facendoli sembrare ancora più chiusi di quanto non fossero già di natura, ed erano puntati verso la ragazza rossa, come se volessero fulminarla o bruciarla viva.
Non era semplice bullismo. Tiffany poteva percepire a distanza la collera della bionda, ma ancora non ne capiva il motivo.
- Cosa ti prende? – si decise finalmente a dire, cercando di sembrare spavalda quando invece era palesemente spaventata.
- Stai zitta, lurida zoccola! – gridò nuovamente Jessica, prima di avventarsi su lei.
Tiffany si ritrovò ben presto la bionda su di lei, che non la smetteva di darle schiaffi e di tirarle i capelli. Provò a dimenarsi, ma Jessica le teneva stretta la vita con le cosce e l’aveva bloccata sul pavimento. Non aveva quasi libertà di movimento.
- Jessica! JESSICA! Ora basta.-
Qualcuno tirò via Jessica da lei, e finalmente potè respirare. Sentiva il viso e il cuoio capelluto terribilmente doloranti. Si scostò i capelli dal viso e vide il suo salvatore.
Yuri.
La mora teneva la bionda per i gomiti, che ancora cercava di lottare per liberarsi.
- Mollami Yuri! – gridava – Mollami!-
- Non ne vale la pena, Sica.- disse Yuri – Vuoi finire in presidenza per colpa di questa sfigata? Lascia perdere…-
Jessica lottò ancora per qualche secondo, poi ci rinunciò e rilassò le braccia. Yuri lasciò la presa, le cinse le spalle ed entrambe si voltarono ed andarono via.
Tiffany aveva paura di emettere un solo fiato. Cos’era successo? Perché Jessica l’aveva aggredita in quel modo? E soprattutto perché Yuri l’aveva fermata? Di solito non era lei quella che picchiava in pieno corridoio o a mensa davanti a tutti?
Si massaggiò la guancia, che ancora sfrigolava di pungente dolore.
C’era decisamente qualcosa che non quadrava: di solito i bulli picchiano gli indifesi davanti a tutti, in modo che possano essere anche umiliato oltre che feriti. Ma a quell’ora il corridoio era vuoto. Nessuno aveva visto.
E Jessica… Jessica era diversa. Il suo sguardo brillava di un fuoco assolutamente nuovo. Non la guardava con superiorità, ma con disprezzo.
Puro, vero, intenso disprezzo.
Ma cos’aveva fatto?
Decise di seguirle.
Avevano voltato l’angolo e le aveva perse di vista, ma non potevano essere andate troppo lontano. Dopo che aveva voltato tre o quattro angoli, ipotizzò che fossero già andate in classe.
Finchè non sentì un rumore.
Singhiozzi strozzati che provenivano dal bagno delle ragazze.
Jessica… sta piangendo.
Avrebbe voluto andare via e basta.
Non sono affari tuoi, continuava a ripetersi non sono affari tuoi.
Eppure… bussò leggermente alla porta.
Non dovette aspettare neanche un minuto, che subito spuntò fuori la folta chioma nera di Yuri. La cheerleader uscì dal bagno e chiuse, furtiva, la porta, appoggiando la schiena ad essa. Lei e Tiffany erano faccia a faccia.
- Che cazzo vuoi?- sibilò Yuri, fissandola con i suoi penetranti occhi neri.
- Voglio solo sapere  che succede.-
- Non sono affari tuoi.-
- Invece direi che sono proprio affari miei – Tiffany indicò il rossore che aveva sulla guancia.
Yuri si mordicchiò il labbro ed abbassò lo sguardo.
- Non posso ancora crederci che ti abbia invitato al ballo…-
- Cosa… Donghae? – Tiffany spalancò gli occhi.
- Già. È lui il problema.-
- Accidenti… è solo questo! E io che mi stavo preoccupando…-
Gli occhi di Yuri brillarono improvvisamente di una collera tutta nuova.
- Solo questo? Solo questo? – le gridò in faccia.
La rossa indietreggiò un po’, spaventata e sorpresa da quella reazione.
- Certo…- continuò Yuri, abbassando la voce, quasi sibilando – E’ ovvio. Tante ragazze staranno piangendo in questo momento, dato che Donghae non è più disponibile. Ragazzine che nemmeno lo conoscono, che non sanno quali siano i suoi pregi i suoi difetti. Troiette, che gli vanno dietro solo perché è figo, solo perché sperano di poterselo fare… Certo, è questo che credi. E pensi che Jessica sia una di quelle troie, vero?-
- Io… - Tiffany non sapeva cosa dire – Io non ho detto questo…-
- Jessica lo ama.- continuò la mora, e le ultime due parole si diffusero piene e sonore nel corridoio deserto – Lo ama, per quello che è, e non per quelle che appare. Lo ama per tutte le sue qualità, per come è sempre disponibile, per come non si lascia mai sopraffare dagli ostacoli, per come riesce sempre a completare un obiettivo fino in fondo. Lo ama da anni, e lui non ha mai ricambiato. Sono andati a letto insieme una volta, ebbene sì. E poi più nulla. Perché Donghae è sempre stato un bastardo di questo genere. Sai quanto a sofferto? E non ha mai cessato di amarlo, nonostante tutto, perché ama anche la parte bastarda che c’è in lui. E non le dava fastidio il fatto che ti abbia invitato al ballo, perché immaginava come sarebbe andata: avreste scopato e poi più nulla, come sempre. Ma sai cosa dice Donghae di te? Che gli piaci. E che vorrebbe provare ad avere una storia seria con te. Non ha mai detto una cosa del genere. Ed ecco! – prese un respiro – ecco perché c’è Jessica che piange, qui dentro, lurida….- si bloccò per qualche secondo, poi sospirò. Sembrava non essere in vena di offendere.
- Perché credete tutti che siamo senza cuore?- continuò – Che siamo superficiali. Credi che abbia una vita facile? Mia sorella è scappata di casa da giorni, non ha alcuna intenzione di tornare. La vedo a scuola ma non so dove alloggi, e se sta bene. I miei genitori continuano a litigare e forse anche mia madre presto di deciderà a fare le valigie e…-
Si bloccò. Alzò la testa di scatto. Stava parlando decisamente troppo.
Tiffany la fissava con occhi e bocca spalancati. La sua mente di rifiutava di pensare.
Gli occhi neri di Yuri si erano fatti improvvisamente più lucidi.
- Se…- mormorò la cheerleader cercando di inghiottire le lacrime – Se vai a dire in giro ciò che ti ho detto adesso, ti giuro che ti strappo i capelli uno per uno. Intesi?-
Tiffany annuì lentamente. Non aveva fiato per dire una sola sillaba.
Yuri si voltò e rientrò in bagno chiudendo la porta.
 

Li aveva sempre giudicati come dei mostri. Ma erano persone anche loro.
Persone, con i loro problemi di tutti i giorni. Persone con un loro gruppo, con i loro legami, con i loro pregi.
Sentire quelle parole, dette da Yuri, l’aveva fatta pensare. Persino quelli considerano i più bastardi non meriterebbero delle etichette. Aveva ragione Hyoyeon.
“ Noi non siamo delle etichette”.
Yuri… era preoccupata per Yoona. Sì, sentiva nella sua voce. Era preoccupata, nonostante Yoona abbia detto che l’aveva sempre maltrattata e odiata.
E Jessica non era un’oca sciacquetta come sembrava all’inizio, ma aveva un cuore in grado di innamorarsi seriamente.
Ora le dispiaceva per lei, e si maledisse per aver accettato l’invito di Donghae. Era stato un errore fin dall’inizio, e l’aveva sempre saputo. Voleva solo che quel maledetto ballo finisse.
Sospirò. Sarebbe finita, sarebbe finita presto. Il ballo in fondo sarebbe stato quella sera. Non sarebbe stato così terribile.
Si sistemò i capelli rossi, e si diresse verso la sua classe.
   
 
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