Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Segui la storia  |       
Autore: NamelessLiberty6Guns_    18/06/2014    3 recensioni
Suzuki Ryo, 46 anni, sposato ma senza figli. Dirigeva un’azienda molto grande per la sua età, era soddisfatto dunque del suo lavoro e aveva ancora molti progetti da realizzare. Come tutti aveva avuto un passato che però aveva deciso di rinchiudere in un cassetto remoto della sua mente. Quel strano giorno il suo passato era ritornato, con una lettera che aveva trovato nella posta personale quel mattino.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Passò tutto il mese di marzo, e Ryo non aveva mai sognato Takanori. Mai. Nemmeno una volta.
Un’improvvisa mole di lavoro nata dall’annessione dell’azienda Kobayashi alla sua aveva bloccato l’influsso di ricordi.
Nel frattempo, le condizioni di Yuko iniziarono a stabilizzarsi, e le fu concesso di lasciare il letto e di ricominciare a vivere una vita normale, ma ovviamente con moltissime precauzioni; Yutaka non poteva essere più felice di rivedere la moglie leggermente ripresa.
Nessuna notizia invece da Takamasa: nei weekend gli era capitato di portare i figli nei parchi di divertimento delle città vicine, ma nulla. Assolutamente nulla. Gli era anche capitato di passare per Nagoya, ma anche quella volta fu un vero buco nell’acqua.
Kouyou invece si era ripreso completamente: il primario dell’ospedale gli disse che doveva tornare una volta l’anno per monitorare la situazione, ma che finalmente poteva riprendere la sua vita normale. Aveva trovato un piccolo impiego presso un ristorante, come cameriere. Se prima l’amore fra lui e Yuu era sempre crescente, ora era quasi esploso in tutta la sua incredibile grandezza.
Yuu andava orgoglioso del suo gladiatore, e più di una volta si era ritrovato a ringraziare mentalmente Ryo per il suo ritorno. Era troppo orgoglioso per dirglielo direttamente, ma Kouyou lo anticipò. I due migliori amici si abbracciarono come mai avevano fatto prima: ora si erano davvero ritrovati, ora sapevano veramente cosa uno poteva fare per l’altro. Si guardarono negli occhi con infinito affetto, come facevano in gioventù, e per un breve attimo si rividero molto più giovani, quando ancora tutto era da scrivere e da vivere. 

Era ormai aprile quando Ryo si sedette nel suo ufficio senza un migliaio di cartelle da analizzare e documenti da firmare.
Si stiracchiò godendosi quel po’ di calma dopo la tempesta.
Era sabato, sarebbe uscito dall’ufficio a mezzogiorno e sarebbe andato a bersi un caffè con Yuu e Kouyou, quindi sorrise.
Riguardò la foto, dopo tutto quel tempo in cui non ne aveva avuto possibilità. Posò una leggera carezza su di essa. Gli mancava tantissimo. Non aveva potuto nemmeno rivederlo nei sogni, non aveva nemmeno potuto godere di tutti quei bellissimi ricordi che avevano insieme.
Lasciò un breve ma intenso sospiro. Aveva paura di non poterlo veramente mai rivedere. Si ricordò delle parole di Yuu e annullò immediatamente quella paura. La signora Imura bussò in quel momento per portare i resoconti del mese.
Immergendosi nei documenti si dimenticò della nostalgia per Takanori. 


 

Era quasi Natale.
Takanori lavorava come cassiere in un piccolo ristorante fast food ad Harajuku, e la paga la dava sempre alla madre di Ryo.
All’inizio la donna non era d’accordo, ma poi Takanori riuscì a convincerla dicendole che lei gli aveva procurato un tetto sotto cui vivere, cibo da mangiare e un figlio meraviglioso, e che quindi quei soldi erano il minimo che poteva darle. La signora non ebbe dunque nulla da ridire.
Fra lui e Ryo le cose non potevano andare meglio.
Era però un periodo in cui Takanori si stava convincendo di fare pensieri particolarmente strani.
Stava andando per i sedici anni, Ryo invece era sulla soglia dei diciassette, e da quel bel ragazzino aggraziato stava pian piano uscendo un uomo. Quell’estate aveva spesso potuto vederlo senza la maglia addosso, o anche in casa quando usciva dal bagno dopo la doccia, e si ritrovava inevitabilmente ad osservare quel fisico tremendamente perfetto.
Ryo non faceva alcuna attività fisica; ma nonostante questo aveva un fisico molto asciutto. Inoltre, il fatto di dover reggere il peso del basso aveva fatto in modo che specialmente le spalle e i bicipiti fossero abbastanza muscolosi. Era da un po’ che Takanori si ritrovava a pensare a quanto poteva essere bello vivere appieno l’amore che loro due provavano. In poche parole: voleva fare l’amore con Ryo.
E si ritrovava spesso a combattere con la paura: tutto quello che aveva passato non gli permetteva di avanzare la proposta a Ryo. Ma più il ragazzo diventava uomo più si sentiva fisicamente attratto da lui. Si era consultato con Yuu, e ovviamente lui gli aveva detto che non doveva esitare ad avanzare la proposta a Ryo. Lo amava da morire, lo sapeva benissimo: ciò che lui era riuscito a dare a Ryo fino a quel momento era solo una minima parte di quello che in realtà avrebbe potuto dargli.
Si ritrovava a scrivere sul suo quaderno canzoni infinite per lui, e a volte gli scappava anche qualche canzone sulle sue non proprio innocenti fantasie. In realtà non ci vedeva nulla di male nel suo bramare: aveva spesso sentito dire che le persone innamorate fanno l’amore perché appunto si amano. Per loro due non era diverso.
Si amavano alla follia e il solo immaginare un futuro l’uno senza l’altro gli spezzava il cuore. Quel giorno di dicembre Takanori si era quasi del tutto convinto: doveva dirglielo a Ryo. Tornò da lavoro verso le due del pomeriggio, trovando Ryo intento a giocare con la playstation.

“Ciao Taka!” lo salutò il suo ragazzo poggiando il controller e correndo ad abbracciarlo.

“Ciao Ryo.” si scambiarono un bel bacio.

“Com’è andata la giornata?”

“Bene, dai, è stato stancante. Ovviamente adesso è pieno di gente per le compere natalizie.” Appoggiò la giacca di pelle sull’appendiabiti, chiedendosi come avrebbe potuto spiegare a Ryo ciò che da mesi bramava. 

“Dai, vieni, facciamo una partita?”

“Volentieri!” esclamò tutto contento Takanori, sedendosi accanto a Ryo e collegando un altro controller alla playstation.
Giocarono per qualche ora finché anche la madre di Ryo non tornò.
La aiutarono a svolgere qualche mansione casalinga, poi lei si dedicò a preparare la cena. Takanori sentiva che non era ancora il momento di agire. Aveva veramente paura della reazione di Ryo. Cenarono in tranquillità insieme a Yoshie e alla nonna, poi andarono entrambi in camera di Ryo. Si distesero sul letto e si abbracciarono stretti stretti, Ryo poggiava leggere carezze sui capelli di Takanori.
Il piccolo sentiva già il panico attanagliargli la gola: doveva dirglielo a tutti i costi, ma come?

“Ryo…” iniziò.

“Dimmi, amore.”

“Devo dirti una cosa, ma non so bene come spiegare…”

Ryo si fece attento. “Dimmi pure amore mio, non avere paura.”

Takanori divenne rossissimo soffocando una risatina imbarazzata.

“Dai, non farmi preoccupare! Sputa il rospo!” gli disse Ryo iniziando a fargli il solletico, Takanori iniziò a ridere chiedendo pietà. 

“Va bene, va bene.” disse Ryo smettendo di torturarlo. “Dimmi, dai.”

“Ok…” Takanori prese un profondo respiro. “E’ da un po’ che ci penso.”

“A cosa?” lo interruppe Ryo.

“Lasciami parlare, cavoli!”

“Scusa.”

Takanori rifletté un attimo. Poi disse: “Da quando stiamo insieme amore, mi sento molto cambiato. Credo di essere cresciuto, e… Credo che forse sto iniziando a superare tutto quello che ho passato.” Non era del tutto vero, ma era pur sempre una mezza verità.

Ryo gli sorrise, felice. 

“E… Da un po’ di tempo io… Io sto facendo dei pensieri strani.” disse tutto d’un fiato. Sapeva che questa sua ultima affermazione avrebbe sicuramente allarmato Ryo, cosa che infatti successe.

“Che vuoi dire?” gli chiese l’altro interdetto.

“Bè, voglio dire che… Voglio dire che ultimamente vorrei che tu m’insegnassi a fare una cosa. Mi hai insegnato a fare tante cose, e credo che questa sia una delle più importanti.”

“E cosa sarebbe, Taka?” chiese l’altro curioso ma anche preoccupato.

Takanori rimase in silenzio, non sapendo come mettere a voce i suoi desideri, sentendo la crescente preoccupazione di Ryo. Risentì il consiglio di Yuu: niente giri di parole; diglielo e basta. Ma se ne uscì con: “Nella mia vita ho solo conosciuto la violenza, e… So che tu invece mi puoi insegnare l’amore.” 

“Perché? Non lo sto facendo già?”

“Sì, certo… Però… Non so proprio come spiegartelo!” disse Takanori nascondendo il viso fra le mani. Ryo gliele spostò gentilmente.

“Provaci. Qualsiasi cosa va bene.”

“Voglio fare l’amore con te.” sbuffò velocissimo.

Ryo rimase di stucco, lasciandogli andare le mani. “Non posso Taka.” sospirò.

“Perché no?”

“Perché mi sono giurato che non ti avrei mai fatto del male, Taka!”

“E lo chiameresti farmi del male?!” chiese Takanori imbronciato.

“Sì! Perché ti farei tornare in mente tutto quello che ti hanno fatto passare gli altri! E io non voglio, d’accordo?”

“Va bene. Scusa.” rispose Takanori sentendo le lacrime riempirgli gli occhi. Rimasero in silenzio, abbracciati. Poi il piccolo si staccò.

“Vado a letto, amore, sono parecchio stanco.” 

“Va bene.” 

Si scambiarono un brevissimo bacio, poi Takanori scese dal letto, uscì dalla porta e la richiuse con delicatezza. Si asciugò una fugace lacrime andando poi in bagno per lavarsi.
Ryo si stava sentendo in colpa come poche persone al mondo, ma aveva un giuramento da rispettare, e lui non era tipo da tradire le sue decisioni. Sentì Takanori uscire dal bagno e chiudere la porta della sua camera. Sospirò spegnendo la luce.
Non voleva fargli del male. Proprio non lo voleva.
Takanori invece si rifugiò fra le coperte, stringendosi forte al cuscino e ordinandosi di non piangere. Si ordinò di non pensare mai più a quel desiderio. Essere una coppia significa anche rispettare i voleri dell’altro, pensò, anche se l’altro non era d’accordo. Si addormentò sentendosi triste, Ryo non l’aveva mai fatto soffrire, tranne in quel momento.
Si svegliò qualche ora più tardi sentendo qualcuno sedersi sul suo letto, si svegliò di colpo.
Vide Ryo seduto dandogli la schiena, guardava a terra. 

“Ryo…” bisbigliò appena.

“Anche io lo vorrei.” iniziò Ryo. “L’ho immaginato tante volte. Ma ogni volta vengo fermato dalla convinzione che ti farò del male. Per me sarebbe la prima volta, e non saprei nemmeno come fare…”

“Non puoi farmi del male, Ryo…” gli disse Takanori abbracciandolo, e appoggiando la testa sulla sua schiena.

“Cosa te lo dice, Taka? Lo sai che in caso contrario non me lo perdonerei mai!”

“Ryo… Se io ti dico che mi fai male, tu ti fermi. Le persone prima di te, se io chiedevo di fermarsi, se ne fregavano. Qui sta la differenza.” 

Ryo lasciò un breve sospiro. 

“Quelle persone non volevano che io stessi bene. Quelle persone volevano che io soffrissi fino all’ultimo. Tu non vuoi farmi soffrire.”

“No, infatti…” 

“E allora non devi avere paura. Per i motivi che ti ho elencato, è impossibile che tu mi faccia male.” Ryo si girò verso Takanori, regalandogli un dolce sorriso. 

“Allora proviamoci. Ti va?”

Takanori gli rispose con uno dei suoi immensi sorrisi.
Con dolcezza iniziarono a cercarsi, a donarsi candidi baci.
Accadde tutto con estrema lentezza, forse per colpa del timore, forse per paura di interrompere quell’attimo di magia. Si spogliarono della timidezza e dell’innocenza, cercando un segno ancora più tangibile del loro infinito amore.
La loro leggera danza iniziò e continuò pian piano, per non far udire ad estranei la bellezza dei loro sentimenti.
Si morsero, si rincorsero, si baciarono.
In un improvviso impeto la danza si fece più frenetica, l’intreccio dei corpi si fuse, quasi diventandone uno unico; ma due cuori battevano impazziti. Avidi cercarono ancora di più le loro labbra, scambiandosi baci più caldi del fuoco.
La danza s’interruppe nell’attimo in cui finalmente entrambi recepirono a pieno l’essenza del loro amore, e la pienezza di quel sentimento così puro. Stremati, si accasciarono l’uno sull’altro, donandosi l’ultimo caldo bacio.
Ryo appoggiò delicatamente la testa sul petto di Takanori, con il volto arrossato.

“Grazie.” disse il piccolo.

Ryo alzò il viso, avvicinandosi a quello di Takanori. Lo guardò con tutto l’amore che aveva. “Devo dirti una cosa, amore mio.”

“Dimmi.” rispose Takanori, accarezzandogli il viso.

“Ti amo.” gli sussurrò Ryo, per la prima volta. 

Takanori gli regalò un altro immenso sorriso. “Ti amo, Ryo.” sussurrò anche lui per la prima volta. Ryo gli sorrise, donandogli un bacio innocente. 

“Ora lo sai. Sai quanto ti amo.” gli disse Takanori.

“Anche tu…” sospirò Ryo, stringendolo fra le sue braccia. Si addormentarono così, riscaldati l’uno con il calore dell’altro. Takanori non era mai stato così felice in vita sua. Mai. 

 

Quando Ryo si svegliò, desiderò solamente tornare ad addormentarsi.
Voleva sognare di nuovo quel magico momento, voleva riprovare la dolce sensazione del corpo di Takanori sul suo. Ma capendo che il sonno non accennava a tornare, svogliatamente scese dal letto. Aprì le tende, e l’energico sole lo colpì.
Si sentiva felice, ma al contempo scoppiò in lacrime. Non capiva bene se stava piangendo dalla gioia o se stava piangendo per la mancanza. Si sedette sul pavimento davanti alla finestra, lasciando libero sfogo alle lacrime, non riuscendo a dar loro una spiegazione.
Sentì il campanello trillare, così si alzò e goffamente si asciugò le lacrime. Era in pigiama, così prese una vestaglia e se la infilò in fretta. Andò ad aprire, trovandosi davanti un gioioso Kouyou.

“Buongiorno!” gli disse l’amico stritolandolo.

“Buongiorno… Kou… Se solo… Mi lasciassi… Respirare!” riuscì a dire Ryo soffocando.

Kouyou lo lasciò andare ridendo, e Ryo lo fece entrare in casa. “Ti ho portato la colazione!” esordì, sedendosi a tavola.

“Che gentile, grazie!” disse Ryo improvvisando un sorriso e sedendosi anche lui. “Dove hai messo Yuu?”

“Non è voluto venire, voleva stare a letto… Ma Ryo, hai pianto?” gli chiese guardandolo in volto.

“No, ma che dici…"

“Suzuki non raccontarmi cazzate.” disse Kouyou esibendo uno sguardo parecchio serio. 

Ryo sospirò. “Ho pianto.” 

“Che è successo?” chiese Kouyou con una leggera punta di preoccupazione nella voce. Ryo allora gli raccontò cosa aveva sognato, senza ovviamente entrare nei particolari. 

“Non so perché mi sono messo a piangere, sono sincero. Mi sono svegliato ed è bastato questo a farmi crollare.”

“Forse perché non volevi che il sogno finisse.” dedusse Kouyou appoggiando la testa su una mano. 

“Probabile. E’ stato un sogno meraviglioso.”

“Sai, ho notizie da Tokushima.”

“Sì?” disse Ryo risvegliandosi. 

“Sì. Takamasa cerca di passare più che può a Nagoya. Ovviamente non ha ancora cavato un ragno dal buco, ma forse con la perseveranza…”

“Se devo essere sincero, Kou… Ho paura che non ci aspetti a Nagoya…”

“No, Ryo. Non devi pensare negativo. Ok?”

“Ci sto provando.”

“Anche per me è stato difficile pensare positivo quando ero malato. Tu devi fare lo stesso. Se davvero vuoi riavere Takanori, devi continuare a sperare e a pensare positivo. Basta pensare a che dolce ricordo ti ha donato stanotte. Lui ti rivuole, ad ogni costo. E so che anche tu lo rivuoi.”

Ryo annuì.
Kouyou lo esortò a mangiare e a cambiarsi, voleva fare un giro per Tokyo come quelli che facevano quando erano più giovani. Ryo accettò di buon grado. Era da molto che non tornava a Shibuya ed a Harajuku in particolare, così non appena ritrovò alcuni dei negozi che frequentava da giovane, non riuscì a trattenere un dolce sorriso.
Essendo domenica, Kouyou e Ryo poterono vedere gli innumerevoli giovani in cosplay ed abiti visual kei. Quanto avrebbe voluto indossare di nuovo quegli abiti che da giovane aveva tanto amato. Kouyou e Ryo si scambiarono uno sguardo, ricordando che un tempo anche loro facevano parte di quei ragazzi, di quei ragazzi che non volevano far parte della società giapponese, che volevano essere diversi. Ma ora, erano diventati parte di quella società.
Ryo sperò in cuor suo che quei giovani sul ponte riuscissero a realizzare i sogni che aveva infranto anni prima. Riaccompagnò poi Kouyou a casa. Salì per salutare Yuu e bevvero un caffè, chiacchierando.
Suonò il telefono, Yuu andò a rispondere.

“Moshi moshiiii.” disse.

“Vecchia, sono Yutaka.” 

Yuu cercò di non arrabbiarsi. “Yucchan, dimmi!”

“Indovina dove sono?”

“Uhm, non lo so.”

“A Nagoya. Ho lasciato Yuko riposare e ho portato la piccola in un parco.”

“Ah, ottima idea.” disse Yuu felicemente.

“Ho preso il treno per venire, così, giusto per essere sicuro.”

“E?”

“E niente, Yuu, niente di niente. Fra poco torno verso Tokushima, Masako è stanca.”

Yuu sentì la vocina della piccola asserire che non era per niente stanca e voleva giocare ancora, poi disse: “Bè, sai che se vedi qualcosa devi avvertirci.”

“Lo so, infatti. Salutami gli altri."

“Sicuramente! Ciao Yucchan.”

“Ciao Yuu.” 

Gli altri due lo stavano guardando speranzosi, scosse la testa, e i due lasciarono un breve sbuffo.
Yuu tornò a sedersi insieme a loro, ma il silenzio fece loro da padrone. Ryo sperava che in qualche modo Takanori si facesse vivo per riconfermargli la sua presenza a Nagoya, prima o poi. Si congedò verso l’ora di cena, nonostante le insistenze di Kouyou a rimanere.
Ritornato a casa, Ryo si stese sul letto, guardando il soffitto. Ricordò per una attimo le dolci sensazioni del sogno. La prima volta che lui e Takanori si scambiarono il loro amore, la prima volta che gli confessò tutto il suo amore per lui.
Il sonno lo colse, dolcemente.





Mie adoratissime <3
Scusate se non rispondo alle vostre recensioni, ma ho trovato un collegamento internet di fortuna per aggiornare, ergo non riesco a rispondervi a tutte. Scusatemiii çç
Per quanti riguarda il capitolo, sì, questo è il mio preferito. Non so bene come accidenti ho fatto a scriverlo. Sta di fatto che dopo averlo riletto per l'ennesima volta da quando l'ho scritto a oggi che lo pubblico, rimane il più perfetto e il meglio scritto. Ovviamente sta a voi dirmi se vi è piaciuto così come è piaciuto a me <3 Null'altro da dirvi, se non GRAZIE e ci sentiamo a mercoledì prossimo (sperando di aver un buon collegamento internet stavolta ^^")
Un bacione a tutte voi <3 
Yukiko H. 

P.s.-Prima che me ne dimentichi, ormai mancano quattro capitoli al finale, quindi non disperate! Arriverà! ;)
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: NamelessLiberty6Guns_