Capitolo Tre
Porte sul vuoto
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n questi ultimi
tempi mi è capitato spesso di ritrovarmi davanti a porte sul vuoto. L'ingresso
principale della Wefanie, per esempio, è una porta sul vuoto e la sensazione di
vuoto è proprio quella che ho provato nell'essere scortato per la scuola da
Ashley Betterton, il ragazzo più bello e impossibile dell'intero istituto, a cui
non posso fare a meno di pensare ogni secondo della mia misera esistenza (beh,
tecnicamente da poco meno di una settimana). Insomma, le porte della Wefanie non
hanno aperto solo un nuovo capitolo della mia vita, ma anche un intero universo
da esplorare e anche dopo una settimana, sento che le sorprese non sono ancora
finite. La seconda porta contro cui ho dovuto sbattere il muso è stata quella
della stanza 026, la mia nuova casa, che mi ha accolto con il suo invitante
puzzo di zolfo. E poi la porta lucida e levigata dell'ufficio del Preside, dove
ho conosciuto i miei compagni di stanza e i miei primi amici, le prime persone
che ho incontrato in questa scuola, a parte Ashley, e sicuramente più inclini a
considerare non del tutto insignificante la mia presenza nell'ecosistema del
pianeta. Quel che non mi spiego è cosa ci faccio qui, davanti alla doppia porta
d'ingresso, bianca e con finestra a lunetta, di una suntuosa villetta in stile
neo-classico, nel quartiere più In di Oceanside. Beh, ovviamente so perchè sono
qui, è solo che la mia consueta insicurezza mi frena dall'aprire anche questa
porta, la quarta che mi si sia parata di fronte. Cosa dovrei aspettarmi una
volta varcata la soglia? Un figo da paura? Una zaffata stomachevole di zolfo,
con tre tizi mascherati? Un Preside porno-dipendente?
Ora direi di smetterla con i giri di parole.
Infondo non è poi così difficile allungare la mano e pigiare sul tasto laccato
in oro del campanello. Una volta suonato non si può più scappar via.
Dliiin dlon.
Ecco fatto.
Ah... dimenticavo, non vi ho ancora detto perchè sono qui.
Beh, allora penso proprio ci voglia un bel flash-back...
Nel giro di due settimane l'odore di zolfo continua a ristagnare persistente per
tutta la stanza, tanto che ormai mi ci sono assuefatto. I miei compagni di
stanza hanno confermato la mia prima impressione: simpatici, disponibili e...
sempre molto indaffarati. Quando Gunther è occupato con i suoi esperimenti
(evitando con cura le esplosioni), quando Rowland è tutto preso da una formula
matematica di sua invenzione (scrive calcoli sui vetri delle finestre, in stile
A Beautiful Mind) e Anonymous è impegnato ad entrare e uscire dai
database segretissimi del Pentagono, ho tutto il tempo che mi occorre per
leggere, e scrivere, e studiare, e... ebbene sì, anche fantasticare su quale
parte del corpo di Ashley mi intrighi di più (la risposta? Ogni parte del suo
corpo). Poi a fine serata c'è sempre la partita a scacchi quotidiana e ogni
volta sparisco misteriosamente in bagno accusando dolori intestinali immaginari,
pur di non tradire la mia scarsa abilità in fatto di scacchi.
Dopo l'ennesima
vittoria di Anonymous e l'ennesimo sbadiglio di Rowland, tutti a letto, Gunther e
Rowland su un letto a castello e io su un altro, giusto sopra quello di
Anonymous, rimanendo fino a tarda notte a parlare e a commentare le loro
scoperte chimiche e matematiche, le rivelazioni top secret e sì, gli altri di
tanto in tanto fanno anche il piccolo sforzo di ascoltare qualche mia poesia.
Sembrano anche gradirle discretamente.
Ciò che più mi piace del Club degli Scacchi è che ognuno ha i suoi spazi, anche
se a volte non sempre è così facile riservarsi un po' di privacy, soprattutto
con Anonymous.
"Chi è quel ragazzo nella foto?" mi ha chiesto, durante il mio secondo pomeriggio alla Wefanie.
"Quale foto?"
"Quella che hai per sfondo del cellulare. E' un tuo amico?"
Dannazione. Andrew.
"Ehm... è mio fratello,Andrew" ho subito buttato giù, sentendomi avvampare.
Ho subito provveduto a sostituire quella maledetta foto con uno sfondo predefinito: un noiosissimo paesaggio collinare.
Non è che voglia tener nascosta ai ragazzi la mia omosessualità, però non mi sento ancora pronto. Non voglio che la Wefanie diventi una seconda Ribery. Dopo tutto il trambusto che è successo... E poi no so se i ragazzi mi accetterebbero. Infondo sono abituato a certe occhiate di disgusto e di rabbia... come se fossi una specie di criminale, un traditore.
Uno sguardo del genere spero di non vederlo mai sui volti dei miei nuovi e unici amici. Mai.
Il Club degli Scacchi all'ora di pranzo siede sempre ad un tavolo appartato della mensa, proprio vicino alla splendida riproduzione di una natura morta di Heda. Per chi ,come me, non ama molto stare al centro dell'attenzione, è un posto perfetto, dover poter guardare tutti senza essere visto facilmente. Non che il mio arrivo alla Wefanie abbia suscitato particolare scalpore. Diciamo che il resto del corpo studentesco mi degna dello stessa considerazione che concede al resto del Club degli Scacchi: zero.
E francamente questo trattamento non mi dispiace troppo.
Dopo la pubblicità negativa che mi ero attratto alla Ribery, restare nell'anonimato, confinato nel ghetto degli emarginati (che si dividono in secchioni,strani e brufolosi) è una manna dal cielo.
L'unico problema era lui.
"Allora la professoressa si è vista con le spalle al muro" stava raccontando con trasporto Gunther, lunedì, nel nostro angolino privato della mensa "e sospetto che il fatto che abbia dimostrato di saperne meno di me sul buckminsterfullerene e la sintesi dei fullereni abbia influito negativamente sul test... Una 'A meno'!? Ma ci credete?"
"Lo so, è assurdo,Gun. Per fortuna il professor Clyde si è rassegnato a concedermi il suo posto in cattedra per spiegare al resto della classe..." ha aggiunto Rowland, con l'aria di chi la sa lunga "Insomma, un professore laureato in matematica che non riesce a spiegare a dei sedicenni ruminanti la differenza tra un'equazione pura e spuria?"
E poi l'ho visto. Era lui... ed era una favola. Mi è sembrato di guardare la scena a rallentatore, mentre sfilava tra i tavoli con la sua insalata primavera e il suo tè verde freddo. E' incredibile come anche un pranzo dietetico acquisti immediatamente charme nelle sue mani... quegli occhi furbi, che abbracciano col suo sguardo accattivante tutta la mensa, il sorriso obliquo, i muscoli e le gambe atletiche per nulla nascosti dai pantaloni strettissimi. Che favola...che dio... Irradia sesso per tutta la sala.
"Topher? Credo che tu abbia appena intinto il tuo gomito nel purè" mi ha avvertito Rowland, ma ormai le mie orecchi erano assordate da mille cori angelici.
"Perchè fissi Ashley Betterton?"
Di un tratto mi sono reso conto con un certo fastidio che io ed Ashley non siamo gli unici inquilini di questo pianeta. Peccato.
" Ah, no... è solo che pensavo di prendere anch'io un'insalata primavera... ma credo che quel tipo – com’è che si chiama? Betterton? - mi abbia soffiato l'ultima porzione" ho improvvisato, cercando di essere convincente.
"Accidenti" esclama Rowland "deve proprio piacerti l'insalata primavera: mi hai sbavato sul braccio"
Ma avevo già
smesso di dargli ascolto da un pezzo. Perchè Ashley in quel momento si stava
dirigendo verso il nostro tavolo. Ho pensato: non può essere, è un miraggio, un
ologramma, una proiezione astrale. No, Ashley stava guardando proprio me. Non
c’erano altri tavoli occupati nelle vicinanze. E' me che stava guardando e sulla
sua bocca avevo distinto quello che era senza dubbio un mezzo sorriso. Si è
avvicinato, ma dopo aver scoccato un'occhiata di ribrezzo a Gunther, Rowland e
Anonymous (come se avesse scorto una foglia di lattuga leggermente ingiallita
nella sua insalata primavera) aveva cambiato direzione, per raggiungere il
tavolo VIP.
E non mi ha neanche salutato.
"Non lo sopporto,quello" mugugna Gunther, guardando con astio al suo tavolo.
"Già, si dà un sacco di arie, quell'Ashley e si sentono certe storie su di lui... tu che ne pensi,Topher?"
"Sì, ha proprio..." un gran bel culo "... l'aria di essere un pallone gonfiato"
E l'ho guardato
sedersi tra i suoi compagni (tutti ai vertici della popolarità), a pochi posti
da una ragazza dai voluminosi ricci biondi, che rideva divertita guardando verso
di noi. Chissà cosa ci trovava di tanto divertente, nel cardigan color senape di
Rowland.
Era ovvio che Ashley Betterton non riteneva così indispensabile la sua
luminescente presenza durante le lezioni. Dopo tutto professori e studenti
possono benissimo cavarsela anche senza di lui.
Ashley non aveva mentito quando aveva detto di frequentare i corsi solo per errore. Era mancato a Storia Moderna, con il professor Prescott, non si era visto a Matematica, con il professor Clyde, nè tanto meno c'era stata traccia dei suoi occhi d'ambra e dei suoi glutei scultorei nell'aula di Letteratura della Appelfeld, per l'intera settimana.
Vi chiederete come faccia a saperlo, visto che Ashley è un anno più grande e segue corsi diversi dai miei.
Beh, ecco, mi imbarazza un po' dirlo, ma ho praticamente imparato a memoria i suoi orari e tra una lezione e l'altra mi aggiro tra le classi del terzo anno con la speranza di adocchiarlo. Niente da fare. Ashley sembra evitare i luoghi ad alta concentrazione culturale. Sembra quasi non voglia farsi vedere. Come se gli occhi adoranti di mezzo istituto possano consumargli la pelle, a furia di guardarlo. Dev’essere stressante essere così belli.
Questa mattina, da bravo scolaretto, ero già seduto al mio posto, e mentre l'Appelfeld faceva l'appello, avevo già provveduto ad affilare con zelo maniacale la mia matita ed assicurarmi che tutte le mie penne scrivessero alla perfezione. Se c'è qualcosa che odio sono le matite non affilate... e le penne che scrivono a tratti, o che sbavano, o che macchiano... ah, e c'è un altra cosa che odio:
"Scusi il ritardo, professoressa"
I ritardatari.
La ragazza dai folti capelli ricci e biondi della mensa era appena entrata in classe e la campanella era suonata da ben tre minuti e... sì, venticinque secondi.
"Prenda posto, signorina Hortense" rispose la professoressa, in tono piatto, senza staccare gli occhi dal registro.
Mi era già antipatica per il modo in cui guardava e derideva i miei compagni di stanza, ma il fatto che fosse arrivata in classe con un ritardo spaventoso aveva messo a dura prova i miei nervi, tanto che per poco ho rischiato di scalfire la punta aguzza della mia matita. Il sopracciglio mi ballava pericolosamente. Segno del mio profondo disappunto. Disappunto che è subito schizzato a livelli inimmaginabili quando la ragazza decide di sedersi al banco proprio difronte a me. Ma quel che è peggio è il modo in cui si è avvicinata...
Nicole Hortense - perchè ho scoperto che è quello il suo nome - Nicole Hortense non camminava. Sfilava. E questo per me era accettabile (ma neanche poi molto) solo in due casi: qualora Nicole Hortense fosse una top model, oppure qualora Nicole Hortense fosse solo uno pseudonimo usato da Nicole Kidman per sfuggire ai paparazzi.
Nicole Hortense, in ogni caso, non è nè una modella, nè la Kidman, ma è evidente che pensa benissimo di poterlo essere. Non sono mai stato un grande appassionato di griffe (a dire il vero non credo ci sia niente di meglio in giro dei grandi magazzini) ma sono quasi sicuro che quelle due "c" sovrapposte siano il logo di Chanel. E su di lei sono praticamente dappertutto: sul ciondolo della collana, sulla stanghetta degli occhiali da sole, sull'apertura della borsa, sugli orecchini... per ovvi motivi di decenza non ho potuto dare un'occhiata alle sue mutandine, ma mi ci sarei giocato le mie, più le culotte di mia nonna Mary, che avrei trovato anche lì lo stesso simbolo.
Non ho mai visto una persona così egocentrica, così piena di sè, così vomitevolmente vanitosa. Si è seduta di fronte a me, come ho detto, gambe accavallate alla Basic Instinc (secondo una sua libera interpretazione, è chiaro) e borsetta Louis Vuitton fresca di pelletteria. E ho spalancato la bocca dalla sorpresa quando ne ha estratto il libro di letteratura e un quaderno. Pensavo ci fosse spazio solo per il cellulare giocattolo con trucchi incorporati e l'edizione tascabile dell'ultimo numero di Cosmopolitan.
Ho passato il resto della lezione a cercare di fingere che non esistesse. Non ho so perchè, ma proprio non riesco a sopportarla. I tipi così li odio, li odio!
Il fatto è che sembra proprio il genere di ragazza, super-griffata, super-glitterata che possa piacere ad Ashley. Bel fisico, bei capelli e protesi di silicone al posto del cervello.
E poi... Nicole
Hortense, nel bel mezzo della spiegazione, mentre la professoressa Appelfeld
decantava estatica i versi di Blake, ha tirato fuori un altro obbrobrio dalla
sua borsetta degli orrori: una pochette. Una pochette (di Chanel,
non serve neanche dirlo) da cui ha tirato fuori l'inimmaginabile... rossetti di
ogni tonalità esistente di rosso (dal rosso ciliegia al rosa cipria),ombretti,
matite e una serie di strumenti di tortura di cui non avevo assolutamente mai
sentito parlare: orrori come piega-ciglia, eye-liner e qualcosa che suonava
vagamente come "terra".
Mi volto verso Rowland (l’unico del Club a frequentare con me il corso di
Letteratura della Appelfeld) per cercare uno sguardo solidale, ma ecco che me lo
sono ritrovato a sbavare indecentemente sul banco, guardando con occhi bovini
Nicole e le sue compagne ridacchianti e intente a ripassarsi lo smalto,
allegramente ignare di trovarsi nel bel mezzo di una lezione e non
dall’estetista.
Rowland sembrava essersi del tutto dimenticato delle risatine maligne di Nicole
sul suo maglione, a mensa.
A quel punto ho dovuto alzare la mano e rispondere a una domanda che la professoressa aveva rivolto alla classe. Poter rispondere orgogliosamente con le parole di Blake,“Guardare il mondo in un granello di sabbia e il paradiso in un fiore selvatico”, mi ha tranquillizzato, mi ha rassicurato sul fatto di essere una persona intelligente, affatto vanesia e soprattutto, completamente diversa da persone come Nicole Hortense.
A questo punto però, si è affacciata una nuova inquietudine:perché allora mi sono preso una cotta pazzesca per Ashley Betterton?
Nicole Hortense
sembra seriamente determinata a darmi sui nervi. Sono stato costretto a seguire
il suo sedere sculettante – insieme a quelli delle sue due amiche/ancelle, Mia e
Gloria – fino all’aula di Matematica del professor Clyde, dove, con mio più
profondo disappunto, si è nuovamente seduta sul banco di fronte a me. Mia, una
ragazza con folti capelli ricci e neri, pelle bruna, con un vestitino davvero
poco appropriato per una aula scolastica e smalto rosa confetto alle unghia, al
lato destro di Nikki. Gloria, sul lato sinistro, con lunghi capelli castani
super-lisci effetto seta con una camicetta alquanto provocante – non per
me,ovviamente - ed espadrillas vertiginose. Hanno trascorso praticamente
tutta la lezione passandosi bigliettini stupidi, sotto lo sguardo
accondiscendente del professor Clyde, ormai abituato al sottofondo di risolini
ed esclamazioni di sorpresa davanti a una nuova crema di bellezza di Clinique
che Nicole – o Nikki, come la chiamano le sue amiche – mostrava loro.
Insomma, la matematica non era proprio il primo interesse delle tre, ma si sono
ricordate di trovarsi a scuola solo quando hanno udito un’orribile parola uscire
minacciosa dalle labbra cascanti del professore:
“Compiti”.
Tiro fuori il
mio bel quaderno di matematica, con tutti gli esercizi svolti e mi guardo
intorno sorridente. Sono fiero di me! Rowland mi ha aiutato con alcune equazioni.
Me la cavo in matematica, ma senza di lui non sarei riuscito a risolvere quel
mio piccolo problema con l’algebra.
Poi Nikki si volta, come me si guarda in torno, ma per niente sorridente. Anzi.
La vedo nervosa, si morde il labbro. E’ ovvio che non ha fatto i compiti.
E io come mi sento guardandola, così disperata, così in ansia?
Sì, risposta
esatta: godo. Come un maiale.
”Maledizione, e adesso che faccio?” la sento lamentarsi.
Musica…musica…dolce musica per le mie orecchie.
”Gloria,hai fatto gli esercizi?”
L’espressione
caprina della ragazza non lascia spazio a dubbi.
”Figurati…tu,Mia?”
Mia è espressiva come un cetriolo di mare.
”Accidenti, volevo farli…ma ieri avevo la manicure!”
piagnucola Nikki, poi guarda con apprensione il professor Clyde, che passeggia,
inesorabile, fra i banchi, controllando che tutti gli esercizi siano stati
fatti.
Poi però la ragazza fissa il suo sguardo su di me. Il sorriso compiaciuto mi si
ghiaccia in faccia. Non oserà… non vorrà mica…
Prima che possa
anche solo pensare di fare qualcosa, Nikki agguanta il mio quaderno e schiaffa
con poco garbo il suo sul mio banco.
”Presto, scribacchia quei dannati esercizi!” ordina, con voce allarmata e si
volta a sorridere il professore con un frullo di ricci dorati.
PORCA….
Dannazione! E
adesso che diavolo faccio? Come posso ricopiare gli esercizi in meno di…? Cinque
secondi?
Il professore sorride di rimando a Nikki, e sembra anche piuttosto sorpreso.
Scontato dire che sia un evento raro che la ragazza abbia fatto qualcosa a casa che non
sia limarsi le unghie o passare ore al telefono per indire un dibattito con le
sue amiche su quale delle sue cinte color crema si abbini meglio con il suo paio
fresco di acquisti di scarpe col tacco.
Sto divagando…
Scommetto che morite dalla curiosità di sapere come ho fatto a sopravvivere al
professor Clyde. Okay,forse no, ma ve lo dico comunque.
Si dà il caso che sia un tipo molto meticoloso. E penso che qualche mio accenno
sulle matite appuntite e sulle penne che non macchiano,sbavano o sporcano ve ne
abbia dato un’idea. Come tutte le persone meticolose (o maniaco-compulsive, che
dir si voglia) faccio sempre una brutta copia, prima di scrivere degli esercizi
sul mio bel quaderno, che dev’essere assolutamente lindo e privo di
cancellature. Si dà il caso, inoltre, che la sbadataggine di Nikki Hortense sia
immane e che abbia fatto cadere dal mio quaderno, sul bel pavimento lustro, i
fogli che io – da bravo alunno diligente – ho usato per la brutta copia.
Mi è bastato
posare i foglietti sul banco per guadagnarmi il sorriso bonario di Clyde.
Sì,perché, come ogni persona meticolosa e maniaco-compulsiva che è solita fare
la brutta copia prima di ricopiare in bella sul quaderno, la brutta copia è
assolutamente linda e priva di cancellature, esattamente come la bella.
Quindi, ho maledetto in tutte le lingue conosciute Nikki Hortense (conosco anche
qualche imprecazione in greco antico, se se ne presenterà l’occasione, vi
illustrerò il mio repertorio) per essersi sgraffignata il mio quaderno senza
chiedermi il permesso, ma almeno la sua abissale goffaggine mi ha permesso di
cavarmela. Nikki Hortense ora ridacchia, mentre Clyde rimprovera le sue amiche
del cuore per aver “dimenticato i quaderni a casa”. Non appena Clyde si
allontana, Mia e Gloria cominciano a ridacchiare anche loro come iene, pensando
da idiote che Nikki stesse ridendo con loro e non di loro. Si dovrebbero imporre
dei limiti sulla stupidità. E meno male che questa era una scuola prestigiosa…
sì, probabilmente prestigiosa come i genitori gonfi di soldi di queste sotto
specie di polli delle praterie che – non per mia scelta - mi trovo davanti.
Ero appena tornato dall’ultima lezione della giornata ed ero tutto sommato
sereno. Avevo potuto ammirare ancora una volta Ashley in tutto il suo fulgido
splendore a mensa (l’unico posto dove fosse avvistabile) e una conversazione
particolarmente intelligente con Gunther,Rowland e Anonymous mi aveva messo di
buon umore. Avevo anche adocchiato Nikki e le sue due seguaci, ma dopo la
scarica di veleno durante l’ora del professor Clyde mi sentivo ben disposto
persino nei loro confronti. Infondo non è da me giudicare le persone prima di
averle conosciute. Non è Topher,questo. Tutti meritiamo una possibilità. Credo
che anch’io mi sentirei piuttosto triste se qualcuno dovesse trattarmi con
sufficienza solo perché non sono un granchè bello o perché non sono alla moda.
Non sarebbe giusto però neanche condannare chi è bello e all’ultimo grido.
Anche se giurerei che persone del genere, di quelle che squadrano dall’alto in
basso, qui ce ne siano parecchie. Be’,se potrò cercherò di mostrarmi simpatico a
tutti. Chi lo sa, si può sempre cambiare idea, cambiare…
Proprio quando
ho infilato la chiave nella serratura della porta della stanza numero 026 un
atroce dubbio mi ha colpito più forte di una mazza da baseball dritta in testa.
Tachicardia alle stelle.
Ecco… Ho aperto con mani tremanti il mio zaino, con ancora la chiave nella
toppa, frugando come un pazzo in cerca di quello che speravo di non trovare mai.
No, non poteva essere vero, ma purtroppo lo era. Quello lì, infilato negli oscuri
meandri del mio zaino, non era il mio quaderno di matematica. Il mio quaderno di
matematica non era a fiori. Il mio quaderno di matematica non aveva cuoricini
rossi disegnati praticamente dappertutto. Il mio quaderno di matematica era un
vero quaderno di matematica, con su scritti esercizi e appunti, non
scarabocchi e schizzi improvvisati di minigonne e completini.
Do un’occhiata alla mia agenda, sentendo il battito del mio cuore aumentare a
dismisura. Fa che non sia domani…fa che non sia domani…
Sì, è domani.
Il primo
compito di matematica…
Avete presente quelle note graffianti? Quella musica agghiacciante che
accompagna molte scene particolarmente inquietanti dei film di Alfred Hitchcock?
Bene, tenete a
mente quelle note e associatele a me, bocca spalancata, volto esangue, mentre
fisso come inebetito la mia stessa scrittura che delinea le terribili parole
“TEST DI MATEMATICA”, scritte sotto la data di domani.
E il mio povero,preziosissimo quaderno, con tutti i miei poveri preziosissimi
appunti, tutto arrotolato e spiegazzato nella Louis Vuitton di
Nikki Hortense, tra Cosmopolitan e il suo cellulare rosa metallizzato. Il
mio povero preziosissimo quaderno di matematica, che chiede aiuto.
“Topher! Topher!”… mi sembra di sentire la sua voce, mentre
implora pietà.
Che stupido che sono stato! Che stupido! Come ho potuto permettere a Nikki
Hortense, l’oca improvvisata top-model, di prendere il mio quaderno di
matematica senza chiedermi il permesso e, soprattutto, dimenticando di
restituirlo? Una volta suonata la
campanella, ho subito ficcato il suo quaderno – quello con
fiori,scarabocchi,cuori e schizzi di minigonne – nel mio zaino, senza neanche
rendermene conto.
E domani c’è il mio primo compito di matematica. Il primo!
”Ragazzi! Ho un problema!” irrompo nella stanza.
Rowland,Gunther e Anonymous mi rivolgono uno sguardo incuriosito.
”Che succede,Toph?” bofonchia Gunther, mentre, con mascherina e occhiali
protettivi, maneggia con un certo tremore un alambicco contenente chissà quale
sostanza chimica.
”Una catastrofe” commento, melodrammatico.
Insomma, gli ragguaglio con ciò che è successo e l’unico che sembra comprendere
il mio dramma è Rowland.
”Il tuo quaderno di matematica, il tuo povero,preziosissimo quaderno di
matematica! Tanto vale avrebbe potuto rubarti l’anima e non curarsi di
restituirtela! Sarebbe stato meno doloroso”
Okay, forse Rowland è un po’ troppo melodrammatico.
”E adesso riuscirò ad averlo?” piagnucolo,sentendomi orrendamente simile a Nikki
in preda al panico da ‘non-ho-fatto-i-compiti-perché-la-manicure-è-più-importante’.
”Andiamo,Topher,non preoccuparti” cerca di rassicurarmi – inutilmente – Gunther
“Basta che tu vada da lei e le chieda di restituirtelo”
”Sapete per caso qual è la sua stanza?” chiedo, sull’orlo della disperazione.
Per tutta risposta i tre ragazzi si fanno la loro bella, grassa risata.
“Ehm…quale parte di ‘Sapete per caso qual è la sua stanza?’ è così tanto divertente?” mugugno,acido.
“Scusa,Topher” si affretta a dire Rowland, cogliendo il mio cipiglio da pre-crisi isterica “E’ che Nikki Hortense non abita certo nell’Edificio B… Figurati se si abbasserebbe a vivere negli appartamenti della scuola”
“Sì, nessuno sano di mente vivrebbe nell’Edificio B, quando ha a disposizione la villa a cento piani di paparino”
Ah,ecco. Sospettavo che Nikki Hortense fosse figlia di miliardari. Dev’essere stata la sua mise Chanel e la Louis Vuitton a suggerirmelo.
Ed eccomi qui,
davanti a questa porta, mentre aspetto che qualcuno venga ad aprire. Anonymous,
grazie alle sue abilità da pirata informatico, ha fatto una piccola ricerca per
me su Nikki. Per fortuna suo padre, Robert Hortense, ha avuto le sue scaramucce
con la giustizia (evasione fiscale,mi pare) ed è nel database della
polizia. Ovviamente questo non gli impedisce di essere un vero nababbo. Ed è
chiaro come il sole. Una persona non può avere una specie di Reggia di
Versailles in miniatura per casa e i Giardini Reali per aiuola e non avere i
contanti che fioccano a neve. Dalle informazioni che ha scovato Anonymous,
Robert Hortense fa su e giù dalla California a Dubai. Si occupa di petrolio. Il
che spiega tutto.
La madre di Nikki, Jill, dopo il divorzio, si è risposata con un campione di
tennis svedese di vent’anni più giovane. Vivono ad Honolulu e la signora Jill
Hortense-Mjölby trascorre le sue giornate in spiaggia tra una Piňa Colada e il corso di hula.
Ad ogni modo, oltre a queste curiose informazioni sulla famiglia di Nikki, Anonymous è riuscito anche a procurarsi il suo indirizzo. Così eccomi qui, nel tentativo di portare in salvo il mio quaderno. Il mio - sì, ormai lo sapete a memoria - povero, preziosissimo quaderno di matematica.
Accidenti,però.
Qui sembra che non ci sia nessuna forma di vita intelligente (e non ci sarebbe neanche se in casa ci fosse solo Nikki).
Qualcuno apra questa lucida porta bianca, per favore!
Dlin Dlon.
Ecco. Mi tocca risuonare.
Salve a tutte, care lettrici adorate! (E salve anche ai cari eventuali lettori silenziosi, parimenti adorati) Spero che il mio ritorno al mondo dei vivi sia stato accolto da tutti voi con un urlo di entusiasmo, e a giudicare dai commenti penso che almeno un sorrisetto , dopo aver visto la mia firma sotto questa nuova storia, vi sia scappato :D
Io, almeno per quanto mi riguarda, le urla di entusiasmo le ho fatte eccome e vi ringrazio infinitamente per i vostri commenti,complimenti,critiche. Mi devo scusare per almeno due cose: 1. perchè ognuno di questi tre capitoli cambia di tipo di carattere; 2. perchè il 2° capitolo è troppo breve e avrei dovuto pubblicarlo insieme al terzo. Passo a spiegare il motivo di questi due inevitabili inconvenienti: il mio computer, il mio caro, adorato computer, ormai è in coma profondo. Ha deciso di prendersi un'estate sabbatica e sono costretto a pubblicare e a scrivere altrove. Il primo capitolo è stato pubblicato in condizioni di precario stress emotivo dal computer di mio zio, il secondo capitolo da casa della mia migliore amica e infine questo terzo capitolo vi giunge direttamente dal pc del perpetuo rumeno del mio pro-zio prete (il fatto che abbia un perpetuo chiarisce immeditamente che sia un ecclesiastico... chissà cosa penserebbe se leggesse ciò che scrivo :S...preferisco non pensarci). Comunque, come ho avuto modo già di dirvi, le mie condizioni sono piuttosto precarie. Non so se conoscete Una serie di sfortunati eventi...se conoscete questi libricini deliziosi, mi capirete di certo se vi dico che in questo momento mi sento molto Lemony Snicket.
Ma ora è tempo di dedicarmi anima e corpo a voi, miei affezionatissime:
Ale_80: Ma ciao!! spero davvero di renderti più dolce la fine dell'estate. Lo spero davvero di cuore. Comunque sì, Topher è un nomignolo alquanto ridicolo, ma può servirvi anche da indizio per intuire un po' di cose che avverranno in seguito *mistero* U___U con Ganymedes nulla accade per caso. Anche io amo molto Anonymous, e vorrei tanto avere un genio del computer come amico anch'io...ovviamente per indagare su gli altri, non certo su di me O___o . Di Andrew ne riparleremo...
giuxxx: Mi auguro davvero che anche Mocassini ti prenda come Venus, e perchè no, magari anche di più. I nomi particolari sì, sono la mia passione... specialmente quelli uni-sex. Da quando ho scoperto che 'Ashley' è un nome prima di tutto maschile me ne sono completamente innamorato. Su Andrew e Mandy non mi esprimo...volete davvero fare di tutto per svelare i miei piani malvagi? Ba'...per ripicca non vi dico se avete ragione oppure no *malvagio*.
animablu: Ma ciao Cornelia! Anche se ora sarebbe meglio chiamarti dottoressa Dingles... Sì, questa volta ho scelto di dedicarmi al variegato e frizzante mondo della scuola, cercando di rende o diverso dal solito...spero di riuscirci. L'adone Ashley lo rivederemo... chissà quando :S *suspence*
athenachan: Be',sì, il nostro Topher è parecchio sfigato. Mi sembra per davvero di essere Lemony Snicket,ora! Hai ragione, comunque, usare come sfondo del cellulare la foto di un ragazzo che ti piace non è il massimo dell'intelligenza, ma Topher è così: geniale, ma sbadato... e poi ad Anonymous non sfugge niente, anche a costo di violare il diritto alla privacy.
HP Mary: Sono contento di averti fatto ridere e appassionare già alla storia. Temevo di aver esaurito tutta la mia verve comica in Venus as a boy... ammesso che io abbia mai avuto una verve comica.
Haru28: ciao Haru, sono spiacente di avervi propinato un secondo capitolo così poco prolisso. Come ho già detto intendevo pubblicarlo insieme al terzo...chiedo venia :S... Sono comunque entusiasta di aver annoverare una nuova mia fan *mi gira la testa*... no,scherzo, più che fan voi siete gli unici grandi salvatori della mia infima autostima :D
Nanoda: Ma tesoraaaaaaa! Che bello rivedere il tuo di nick tra i commenti! Grazie per tutti i complimenti, li apprezzo davvero molto, anche perchè sono giustificati da critiche ben precise (critiche positive in questo caso)... ironia al vetriolo e stile semplice,direttto e coinvolgente. Non potevi dirmi di meglio, è esatamente quello che provo a fare ;) Grazie ancora per il tuo calorosissimo bentornato!
E ora ci diamo appuntamento al prossimo quarto capitolo. Un'anticipazione? No... meglio un indizio. La parola "corona" è sufficientemente enigmatica secondo voi?
Le curiosità prive di interesse
Ricordate le curiosità prive di interesse di Venus as a boy? Perchè privarvene in Mocassini Club? Sarebbe davvero un peccato parlare solo cose utili come i ringraziamenti e le anticipazioni. C'è anche bisogno di inutilità nella vita!
Cominciamo con alcune modifiche: mentre con Venus le curiosità venivano aggiunte in maniera casuale, in Mocassini ogni capitolo avrà a fondo pagina curiosità prive di interesse riguardanti il capitolo precedente. Così, tanto per tenervi sulle spine... Per questo motivo i primi due capitoli non contengono curiosità. Ma ora basta con queste informazioni utili...passiamo a qualcosa di meno interessante:
x Ashley Betterton in quanto più figo della scuola, ha un cognome che racchiude in sè questa idea di grandezza. Better, come certo saprete, significa "migliore"... e Ashley è o non è il meglio del meglio? Il suo nome di battesimo, come certo i lettori di Venus oramai sapranno, si riferisce al bello e irraggiungibile Ashley di Via col vento, un film che non mi stancherò mai di vedere e rivedere.
x Gunther è un personaggio della mitologia nordica, mentre Rowland non è altri che l'Orlando dei poemi epici. Due nomi leggendari ed eroici per due leali compagni di stanza. E magari scoprirete fino a che punto leali.
x Tutte quelle allusioni al Bianconiglio derivano dal fatto che io e la mia migliora amica siamo soliti chiamare così tutti i bei ragazzi che ci sembrano irraggiungibili. Ultimamente il termine "coniglio" è passato per indicare qualsiasi bel ragazzo (anche se poi, associamo un animale specifico ad ogni ragazzo in particolare. Ora, per esempio, sono pazzo di un Canarino e in contemporanea innamorato perso di un Cane :( ahimè, i dolori del giovane Ganymedes...).
x In Matrix ci sono riferimenti al Bianconiglio e ad Alice. Non mi piace quel film, troppo inquietante. Alice nel paese delle meraviglie è uno dei miei libri per l'infanzia preferiti. Adoro il Bianconiglio e lo Stregatto.