Ormai la mia routine è cambiata: prendo l’autobus con Rachele, finite le lezioni prendo un caffè con Rachele e torniamo a casa insieme. Devo ammettere che più la conosco, più la trovo simpatica, abbiamo un sacco di cose in comune, ci piacciono gli stessi libri, le stesse canzoni, gli stessi film solo che sul piano caratteriale siamo i due opposti, lei è solare, socievole ed estroversa e io sono esattamente il suo contrario, freddo, asociale ed introverso, ma nonostante questo lei non si è arresa ed alla fine siamo diventati ottimi amici.
Stamattina ho fatto tardi, dannata sveglia, quindi sono stato costretto a prendere il secondo autobus, ovviamente Rachele non c’è; è da un sacco di tempo che non sto da solo in autobus, mi chiedo come facessi prima a resistere così ogni giorno, a starmene sempre per conto mio, adesso è come se mancasse qualcosa…fortunatamente il viaggio passa velocemente, anche grazie alla musica che mi fa compagnia, e appena sceso mi ritrova davanti Rachele che mi saluta sorridente:
“Stamattina hai fatto tardi eh dormiglione?”
“Come mai sei ancora qui?”
“Ma che domande, ti stavo aspettando no?” mi dice ridendo “Ora è meglio che ci diamo una mossa o faremo tardi”
Improvvisamente mi sento felice, una sensazione magnifica che mi fa stampare un sorriso in faccia per il resto della mattinata, sono davvero contento di aver incontrato Rachele e di essere diventato suo amico.
Appena finite le lezioni la aspetto vicino al cancello dell’università, eccola uscire, ma mentre sto alzando la mano per farmi notare, vicino a lei appare un ragazzo, lei lo saluta e lo abbraccia, ma cosa…?! Vedo che stanno venendo da questa parte, ma non voglio farmi vedere, quindi mi nascondo dietro un albero e li vedo avviarsi verso il caffè dove andiamo di solito io e lei, si siedono e continuano a parlare animatamente, ridendo e scherzando, sembra vadano molto d’accordo e questo mi da fastidio…
Aspetta ma cosa dico? Perché dovrebbe darmi fastidio? Dopotutto Rachele ha tutto il diritto di frequentare altri ragazzi no? Ecco che lei si alza e lo saluta, ma che ore sono? Guardo l’orologio, le 17, cacchio perderò l’autobus di questo passo, quindi mi dirigo alla fermata e vedo che è arrivata anche lei; l’autobus arriva, lei sale, io no.
Sono ormai le 19 quando finalmente riesco a tornare a casa, giustamente ho preso il secondo autobus che ha fatto anche mezz’ora di ritardo, ma non mi importa, non sarei riuscito a parlare normalmente con Rachele.
 Mi getto letteralmente sul letto, e mi metto a faccia in giù sul cuscino, quando sento squillare il cellulare, che ovviamente ho lasciato sul tavolo in cucina, non mi va di alzarmi quindi lo lascio squillare, ma quando finalmente smette, ricomincia pochi secondi dopo, ma chi è  che è così insistente? Mi alzo svogliatamente e guardo il display, Rachele… metto il cellulare silenzioso, senza vibrazione e lo poggio sul comodino, continuo a guardare il display che si illumina e si spegne per segnalare le chiamate in arrivo ma continuo a no rispondere, non mi va di parlare con lei, so già cosa mi dirà, domande del tipo “Ma che fine hai fatto?” o “Perché non hai preso l’autobus delle 17?”, domande a cui non mi va di rispondere, perché in fondo non conosco nemmeno io la risposta.
Improvvisamente mi alzo di scatto dal letto, non è che non conosco la risposta, forse non voglio ammetterlo… possibile che…
Possibile che sia scappato via perché sono geloso di quel ragazzo?
Aspetta, ma se sono geloso vuol dire che…
Possibile che mi sia innamorato di Rachele?!