‘’La gente mi ha detto che non ce
l’avrei mai fatta.
E’
stato bello dimostragli che fossero del torto.’’
-Frank Iero-
Campi verdi, no sbaglio.. sono colorati?
Inizio a correre verso un grande albero pieno di foglie verdi, mi siedo sotto e
guardo il cielo, limpido, senza neanche una macchina di bianco. Potevo
rimanere li per sempre, finche qualcosa o meglio dire, qualcuno, mi fece ombra
facendomi aprire gli occhi di scatto.
Davanti a me c’era una fanciulla dai
capelli biondi come il miele vestita con un vestito in pizzo stretto sui
fianchi, lungo oltre i piedi. Stava volando.
I suoi occhi ghiacciali, pur
essendo marroni, mi stavano guardando dentro di me privandomi della mia
privacy.
Mi alzai, allungai una mano per toccarla,
volevo assolutamente sentire il suo calore, il suo profumo.
-Gerard- la sua voce era
delicata come un petalo di ciliegio mentre cede al suolo con eleganza.
Pronuncia ancora una volta il mio nome, ti
prego splendida creatura dalla voce celestiale.
-Gerard..- mi mandò in estasi, facendomi
alzare per toccare la sua mano che era appoggiata sul morbido pizzo nero. La
trascinai nel suolo, potendola guardare per bene.
Nessun difetto, occhi grandi marroni,
anche se era un colore banale tra noi umani, il suo era colmo di tristezza,
rabbia e dolcezza. Le sue labbra ne troppo grandi ne troppo piccole, di un rosa
carnoso che risaltava dalla sua pelle molto chiara. E i suoi capelli, lunghi,
biondi come il miele che le ricadevano dietro la schiena con dolcezza.
Era un angelo dark caduto
dal cielo per rubare i cuori di giovani ragazzi persi nei loro mondo.
-Gerard- Ancora una volta –Gerard- ancora,
e ancora mi chiamò finché qualcosa di freddo mi blocco vedendo nero.
-Gerard dio santo, svegliati! Sono
le 11 passate, vuoi diventare un vegetale come la pianta grassa della vicina?-
Aprì gli occhi e davanti incontrai quella di Elena, mia nonna.
-Ma Nonna! –
-Niente repliche Gerard Arthur Way! Alzati
e vai a lavarti la faccia che hai un brutto aspetto mio caro- finito così, se
ne andò lasciando la porta aperta, una cosa che odio tantissimo. Devo
ammetterlo, le giornate stanno diventando piuttosto noiose durante le vacanze. Aspetta
ma..
-Nonna! Maf che giorfno è ofggi?-
qualche sputo di dentifricio uscì dalla mia bocca andando a finire contro il
vetro davanti a me, per poi pulendolo velocemente con la maglietta dei Nirvana che
usavo come pigiama perché era troppo piccola per me.
-Cosa hai detto cucciolo?- mi ripeté da
sotto delle scale –Che fgiorno è offgi?- mi affacciai dalle scale per vederla
andare in cucina, penso per vedere sul calendario –Oggi è il 12 di Luglio, hai
il ‘’concerto’’ in quel pub che mi avevi detto tempo fa, giusto?-
Annui e andai a sciacquarmi la bocca
capendo dopo alcuni minuti che giorno era realmente, alzai la testa dal
lavandino in preda al panico mi buttai nella doccia, avrei avuto le prove
generali con la band fra meno di un’ora, e io sono qua a lavarmi come una
scimmia con i capelli neri lunghi fino le spalle -ricordati di tingerli dopo le
prove di un altro colore Gerard- pensai.
Dopo alcuni minuti scesi dalle scale
vestito e profumato, come un primo appuntamento, ma questa volta la mia amante
era il microfono della sala tutto rovinato dalle cadute non consapevoli che
faceva mentre cantavo.
Mi guardai allo specchio del corridoio,
maglietta nera degli Iron Maiden il doppio
di me, pantaloni neri attillati e scarponi sempre di quel sgargiante colore.
Nero.
-Esco Nonna, forse ritorno prima del
concerto, cerca di riposare eh!- mi affacciai alla porta della cucina dove era
in preda a riempire un pollo di qualcosa –Perché fai il pollo?-
-Stasera vengono ospiti mio caro, tieni-
salì sulla sedia per prendere, nel mobile un pò più
alto di lei, qualcosa di arrotolato nella stagnola –Tieni, mangia appena hai
tempo, devi mettere un po’ di cicciaGee- iniziai a
ridere abbracciandola per ringraziarla –Ma nonna, sono già robustello, non c’è bisogno che mi vizzi di più, grazie
mille- mi staccai da lei –Ci vediamo dopo!- alzai una mano per salutarla, ricambiata
dalla sua con del rosmarino in mano.
Prima di mettere solo un piede fuori,
qualcosa mancava.. qualcuno. Mikey!?
-Ma Mikey?
Dove è?-
-Non te lo ha detto? È andato a dormire da
un suo amico.. penso che ti starà aspettando nel garage di Frank, ora vai, sei
in ritardo!-
Non me lo feci ripetere due volte, anzi,
corsi per non perdere il pullman. Purtroppo non avevo ancora la patente pur
avendo l’età giusta. Salì e mi buttai in fondo, contro il finestrino
mettendomi nelle orecchie le cuffie per non sentire i discorsi di pettegolezzi
delle vecchie più avanti di me.
Stranamente il pullman era vuoto per
essere un Mercoledì pomeriggio. Ci erano solo 2 vecchiette, un ragazzo che si
faceva delle foto con, penso, la sua ragazza per come la tratta, un uomo di
mezza età con un pastore tedesco ai piedi, e una ragazza bionda, solo quello
vedevo di lei, essendo all’ultimo posto.
Miele.
Mi saltò in testa l’immagine del sogno di
quella sera, ma non ricordavo per bene cosa era successo, mi apparse nella
mente dei capelli simili a quella ragazza davanti a me. Chiusi gli occhi
cercando di ricordarmi altro, ma niente. Non riuscivo a ricordare niente. Prima
di scendere, diedi un’occhiata alla ragazza senza farmi vedere troppo. Era in
preda a disegnare un personaggio, penso in stile manga.. si, era una ragazza
manga con dei capelli lunghi neri e occhi senza iride all’interno. Bianchi.
Il pullman si fermò e io scesi, seguito
dalla ragazzadisegnatricedimanga, ma io
girai a destra e lei a sinistra.
Continuai a camminare per almeno altri 20
minuti prima di arrivare da Frank, un mio caro amico conosciuto tramite
un’altra band che a sua volta decise di unirsi a noi come chitarra ritmica,
aveva un ‘’non so che’’ di suo.
-Gerard!- mi svoltai e vidi Ray con Frank, Mikey, e
Bob.
-Perché siete qua? Non ci dovevamo vedere
in Garage tuo?- Indicai Frank con colpa. –Ehi, non è colpa mia, Bob mi ha detto
che il concerto è stato anticipato, al posto delle 22:30 alle 20:30!
E siamo solo 2 band, noi e i Elysium –
Sbiancai
-Come scusa? Quindi che facciamo? Per
arrivare in quel pub ci vogliono almeno 2 ore di macchina!-
Bob intervenni –Tranquillo Gee, abbiamo provato abbastanza in questo periodo, c’è la
faremo amico!-
Con questo salimmo sul vecchio camion,
ormai pieno di graffiti, regalato da mia nonna per portare i strumenti e varie
cose in giro, per quando non saremo più stati band da garage ma da palco. Come
ora.
-Bene, Frank, Mikey,
Bob, Ray. Rompiamo il culo a quei Elysium!-