Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Alyssa92    16/08/2008    6 recensioni
Introduzione modificata. E' vietato l'uso del doppio tag br, e inoltre non può essere usato all'inizio e/o alla fine dell'introduzione.
Rinoa81, assistente amministratrice.

“Hai visto che bella, Harry? Coraggio, chiudi gli occhi ed esprimi un desiderio!” Luna lo guardò con così tanta speranza che Harry non poté non accontentarla. Sospirò e chiuse gli occhi.
Vorrei non sentirmi più solo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Luna Lovegood
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
N.B. Questo racconto non tiene conto degli avvenimenti successi nel settimo libro della saga.


10 agosto
Era sera tardi e tutti erano a letto, ma quella volta “tutti” non comprendeva solo la famiglia Weasley. Infatti erano ospitati in quella grande casa anche Hermione, Lupin, Tonks, Luna Lovegood e suo padre (che, dopo la distruzione della loro casa durante uno dei tanti attacchi dei Mangiamorte, non avevano più un posto in cui andare).
Harry Potter, però, non era riuscito a prendere sonno.
Se ne stava tranquillamente seduto sotto un albero, nel giardino di casa Weasley, il nuovo Quartier Generale dell’Ordine della Fenice. Era agosto e durante il giorno faceva sempre un gran caldo, mentre di sera l’aria diventava più fresca perché aveva piovuto di recente.
Il ragazzo continuava a pensare a tutto quello che era successo negli ultimi mesi: la morte di Silente per colpa di Piton, la seguente fuga di lui e Malfoy e i continui attacchi di Lord Voldemort. La situazione diventava via via sempre più pesante, il terrore era entrato a far parte delle vite di tutti e nessuno osava andarsene in giro da solo se non con la bacchetta saldamente chiusa nel pugno.
Il ragazzo sospirò profondamente, lasciandosi cadere a terra esausto, con la testa appoggiata ad un braccio e le gambe stese sull’erba.
Se solo avessero saputo che lui era lì fuori da solo, al buio e per di più senza bacchetta magica se lo sarebbero mangiato vivo. Insomma, il grande Harry Potter che si espone ad un rischio così alto? Si immaginò la faccia della sua amica Hermione che gli parlava.
Harry, stai in guardia. Potrebbe comparire Voldemort da un momento all’altro, non lo capisci? Dovresti prestare più attenzione a ciò che fai.
Sbuffò. Tutte stronzate. Che situazione di merda...
Spettava a lui e solo a lui uccidere quel pazzo omicida, ma prima doveva trovare tutti gli Horcruxes rimasti. Aveva una paura tremenda di non essere all’altezza della situazione e della missione che gli aveva dato Silente, di non riuscire a portarla a termine in tempo, prima che Voldemort combinasse troppi danni o uccidesse troppe persone... Era tutto così difficile, così incasinato. E, soprattutto, si sentiva così solo e debole.
Tutti erano già stati informati che l’anno successivo lui, Ron ed Hermione non sarebbero andati a scuola e sarebbero partiti per una missione per conto di Silente. Nessuno appoggiava la loro idea. I loro amici, in particolare Molly Weasley, erano arrabbiati con loro perché non potevano parlare con nessuno di questa missione segreta.
E lui non sapeva più come fare. Era stufo di tutte quelle occhiate fredde e distaccate, aveva solo bisogno di un po’ di supporto e comprensione! E che diamine! Possibile che nessuno potesse capirlo?
Non si era mai sentito così solo in tutta la sua vita. Ora Ron e Hermione passavano tutto il tempo insieme e quando era con loro due si sentiva sempre il terzo incomodo, viste le occhiate di fuoco che continuavano a scambiarsi. Lupin e gli altri membri dell’Ordine erano sempre fuori per delle missioni, esclusa Molly che però non gli parlava perché troppo impegnata a tenergli il broncio. Fred e George erano troppo presi dal loro negozio di scherzi e, come se non bastasse, Ginny lo evitava come se avesse la peste. Aveva la sensazione che adesso stesse insieme a qualcun altro, visti gli innumerevoli gufi che riceveva più volte al giorno e visto il colorito rosso che prendevano le sue gote appena cominciava a leggere quelle lettere in una calligrafia ormai conosciuta.
“Ciao Harry” una voce dietro alle sue spalle interruppe bruscamente il filo dei suoi pensieri. Il ragazzo dagli occhi verdi sobbalzò e si alzò di scatto per ritrovarsi davanti a due grandi occhi azzurri che lo scrutavano.
“Oh, Luna. Mi hai spaventato, sai?” rispose più tranquillamente, stendendosi nuovamente sull’erba. “Oh, lo so!” esclamò la ragazza entusiasta, la voce sognante e gli occhi sgranati.
Ci fu un minuto di silenzio imbarazzante. Almeno, imbarazzante per Harry. Luna sembrava perfettamente a suo agio, come sempre del resto. Guardò Harry un’altra volta e poi si stese accanto a lui.
“Anche tu sei venuto fuori per vedere le stelle cadenti?” chiese, con il suo solito tono sognante, come se fosse la cosa più normale del mondo.
“Eh?” fece lui, non riuscendo a capire.
“Ma come, Harry? Lo sanno tutti che il 10 di Agosto ci sono le stelle cadenti.” lo informò. “Lo sai, se ne vedi una ed esprimi un desiderio, poi quello si avvera.”
“Non ho tempo per queste cose. È solo una balla per gli illusi” disse sgarbatamente.
“Cosa?” fece lei, mortificata. Harry si accorse di aver usato un tono troppo duro e per un momento si pentì, ma poi lei parlò di nuovo: “E anche se fosse, che importanza ha? Credere nei propri sogni, sperare, non è una cosa poi così sbagliata, sai?”
Harry rimase spiazzato da quell’affermazione. Era vero, ma in una situazione del genere, come faceva uno a credere ancora nei propri sogni? C’era una guerra da combattere, un mondo da salvare, maledizione!
“Harry,” fece lei, tirandosi un po’ su e appoggiandosi al proprio braccio per poterlo guardare meglio. “che cosa c’è che non va?”
“Cosa? No... v- va tutto bene” disse lui, spiazzato nuovamente. Ma come aveva fatto ad accorgersi che c’era qualcosa che non andava? Neanche i suoi migliori amici se n’erano accorti!
“Va bene” chiuse il discorso la bionda, credendo alle sue parole. O forse facendo finta di crederci. “Forse era meglio prendere dietro qualche pozione velenosa. In notti come queste, l’aria è sempre piena di Cornetti Vorticosi. Lo dice sempre mio padre.” Affermò convinta, guardandosi attorno con gli occhi sgranati, alla ricerca di quegli esserini che Harry non aveva mai sentito nominare.
Harry annuì, evitando di chiedere informazioni. Ormai conosceva le stranezze della sua amica ed era abbastanza esperto per sapere che era meglio non indagare oltre.
Rimasero in silenzio per parecchio tempo, stesi uno accanto all’altra a guardare il cielo. Ad un certo punto una stella cadde proprio davanti ai loro occhi, veloce come un razzo, lasciando una scia lunghissima e illuminando la notte. Luna emise un gemito di sorpresa e disse: “Hai visto che bella, Harry? Coraggio, chiudi gli occhi ed esprimi un desiderio!” lo guardò con così tanta speranza che Harry non poté non accontentarla. Sospirò e chiuse gli occhi.
Vorrei non sentirmi più solo.
Fu la prima cosa che gli venne in mente. Poi ci ripensò. Vorrei non sentirmi più solo? La gente rischiava di morire e tutto quello a cui lui riusciva a pensare era... se stesso. Incredibile. Non poteva esprimere qualcosa di più proficuo come Vorrei che Voldemort morisse domani?
Ormai... è inutile piangere sul latte versato. Riaprì gli occhi e guardò la ragazza. Luna aveva ancora gli occhi chiusi e sembrava davvero molto concentrata nell’esprimere il proprio desiderio. Poi li riaprì improvvisamente e scrutò il ragazzo che le stava di fronte. “Non ti senti meglio adesso che hai affidato le tue speranze alle stelle?” domandò lei.
No, in realtà non si sentiva affatto meglio, ma se lo tenne per sé. “Si è fatto tardi” disse invece, mettendosi a sedere “forse è meglio rientrare”.
“Oh” fece Luna, dispiaciuta “tu vai pure. Io resto ancora un po’. Ho così tanti desideri da esprimere!” sorrise al ragazzo, che fece per dire qualcosa, ma lei lo bloccò.
“Harry, non sei l’unico a sentirti solo. Anche io a volte mi sento così”
Lui la guardò stupito. Ma come diavolo faceva a saperlo? Come faceva a capire così in fretta gli stati d’animo delle persone? E come faceva a spiazzarlo sempre?
“Ma come...?”
La ragazza gli afferrò la mano. “Lo sai, in realtà io mi sono sempre sentita sola. A scuola tutti mi prendevano in giro per le mie stranezze. Lo so che la gente a volte pensa che io sia pazza e che dica cose senza senso. Li vedo gli altri ragazzi voltarsi e ridere o bisbigliarsi nelle orecchie appena passo.” Ci fu una pausa. “Ma a me non importa. In fondo, mi piace far ridere la gente, farli divertire. E se si divertono a sparlare di me sono contenta per loro.”
Harry non sapeva cosa dire. Ma come diavolo faceva lei a dire cose così imbarazzanti e tristi ed avere sempre quell’aria tranquilla e sognante stampata sul viso?
Avrebbe voluto consolarla, abbracciarla e dirle che non era vero niente, ma la verità era che era tutto vero. Gli altri la prendevano davvero in giro alle sue spalle e lui non poteva fare niente per cambiare le cose. Le persone sanno davvero essere stronze.
“Luna, io...”
“No, ascoltami Harry. Tu non sei affatto solo. Ci sono tantissime persone che ti vogliono bene e che farebbero di tutto per te. Ron, Hermione, Ginny, Fred e George, Lupin, i signori Weasley e tutti gli altri membri dell’Ordine. Lo so, lo vedo da come ti guardano con affetto e da come ti parlano, proprio come se voi tutti faceste parte di un’unica grande famiglia in cui vi volete tutti bene.” sospirò. “A volte ti invidio, sai? Nessuno mi guarda mai con quell’affetto negli occhi, solo mio padre. E a parte lui non ho nessun altro” disse infine, distogliendo lo sguardo, e per un attimo Harry giurò di aver visto un lampo di tristezza passarle negli occhi. Poi lei sorrise di nuovo e lo guardò negli occhi. Nonostante fossero così sporgenti, aveva davvero dei begli occhi: azzurri, profondi, ci si poteva perdere dentro se li si guardava per troppo tempo.
Harry le strinse la mano e si avvicinò a lei. Le tolse una ciocca di capelli dagli occhi e gliela mise dietro alle orecchie. “No, Luna. Tu non hai solo tuo padre, tu hai anche me” disse, e la baciò.
Non sapeva perché, ma improvvisamente sentì il bisogno di difenderla da tutte le cattiverie che le avevano sempre fatto e si sentì in dovere di darle un po’ di affetto, quell’affetto che le era sempre mancato. Si staccò e Luna lo guardo con gli occhi, se possibile, ancora più sgranati del solito.
“Mi... mi hai davvero baciato?” si diede un pizzicotto sulla gamba. “Ahi, fa male. No, non stavo sognando. Beh... in questo caso, allora grazie”
Grazie?Grazie?!
Lui l’aveva baciata, e lei gli rispondeva con un grazie?
“P-Prego” rispose titubante lui, non sapendo che altro dire. Poi si accorse che si stavano ancora tenendo per mano e sorrise. Gli faceva piacere quel contatto, anche se leggero, con la ragazza. Lo faceva sentire al sicuro e, in un certo senso, protetto.
Rimasero in silenzio per un tempo che a lui parve infinito, poi Luna parlò.
“Prima, quando abbiamo visto la stella cadente, ho espresso il desiderio di trovare qualcuno che mi guardasse con quell’affetto che non ho mai avuto. E tu ora lo stai facendo. Vedi, Harry, basta crederci, e poi i desideri si avverano” disse e poi si avvicinò al ragazzo e lo baciò con trasporto.
Eh, sì, quella ragazza aveva proprio il potere di stupirlo e spiazzarlo, sempre.
“Grazie” disse Harry sorridendo, quando si staccarono. Anche Luna sorrise e poi si avvicinò di nuovo a lui e lo baciò un’altra volta.
Si baciarono per un tempo indefinito. Forse pochi secondi, o forse tanti minuti, Harry non lo sapeva, sapeva solo che stava così bene che avrebbe voluto non smettere mai.
“Luna, sei una ragazza adorabile” le disse, e lei sorrise, con le gote leggermente arrossate.
“Il tuo cuore batte così forte” rispose lei, ed Harry si accorse proprio in quel momento che era vero. Non sapeva come mai era così emozionato dalla sua vicinanza. Se il giorno prima gli avessero detto che avrebbe pomiciato con Luna Lovegood, si sarebbe messo a ridere a crepapelle. E invece stava succedendo davvero, e non era così male. Anzi, non era per niente male.
“Forse adesso è tardi, è ora di andare a letto” disse lei improvvisamente, alzandosi in piedi. Tese la mano verso il ragazzo, lo aiutò a tirarsi su e poi si incamminarono in casa insieme, mano nella mano.
“Luna” disse Harry, fermandola. “Grazie. Adesso non mi sento più solo.” E la baciò un’altra volta.

Fine

Grazie per aver letto fino in fondo questa fic. Spero che vi sia piaciuta, è la mia prima Harry/Luna! Commentate per piacere!
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Alyssa92