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Autore: xMoonyx    18/06/2014    5 recensioni
[post finale alternativo season 9]
La guerra è finita. Con un unico portale difettoso a collegare i loro mondi, Dean e Castiel riusciranno a vedersi di sfuggita solo per pochi istanti, prima che scada il tempo loro concesso.
E quando Cas tornerà le volte successive, capirà che il tempo non scorre alla stessa velocità, tra Paradiso e Terra.
Se solo si potesse ricucire il portale...
---
Dean è sempre stato abbandonato nella sua vita: prima sua madre, poi suo padre, poi Sam, e adesso anche Castiel.
Ma questa volta è diverso.
Questa volta Castiel ha promesso. E quindi Dean lo aspetterà.
Ma fino a quando una promessa può rimanere tale prima di tramutarsi in illusione?
[Destiel]
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Ezekiel, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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The Boy Who Waited 2 Advertisement
Mi dispiace per il ritardo, davvero, ma solo ieri mi sono tolta un esame quindi la settimana scorsa sono stata, aihme, impegnatissima a studiare ç_ç
Il prossimo -ed ultimo- esame ce l'ho il 9 luglio, e poi FINALMENTE IN VACANZA!
Dio quanto odio la sessione estiva -.-
Comunque il prossimo capitolo arriverà puntuale mercoledì prossimo, giuro! <3
Detto questo vi lascio subito al capitolo -il mio preferito, nonché bello corposetto °ç°- finalmente 'na gioia! :D



Soundtracks che ho ascoltato scrivendo il capitolo (questa volta vi metto solo quella iniziale, le altre le posterò nel corso del capitolo con la scritta "qui". Alcune sono le stesse dello scorso cap. Che volete, sono poco originale, è che ognuna rappresenta una determinata atmosfera >.>)
1. https://www.youtube.com/watch?v=Dk75GQw-B54 (ascoltata a ripetizione ahah)


The Boy who Waited

Too late




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Quando Castiel tornò sulla Terra per la terza volta dopo la fine della guerra, era il giorno del matrimonio di Sam.
Fortunatamente, era riuscito a farsi dare dagli altri angeli il permesso di scendere. Gadreel, che era il suo comandante in seconda, aveva in mano il paradiso per quel giorno che lui sarebbe stato assente.
Cas era riuscito ad ottenere più di un'ora di permesso, ma allo scoccare della mezzanotte sarebbe dovuto tornare su, o il velo avrebbe subìto nuovi danni.
Come aveva promesso a Dean, apparve lì dove si erano dati appuntamento, cioè davanti alla chiesa. Si materializzò vicino ad un cespuglio per non dare troppo nell'occhio, e poi era emerso fuori, trovando già un sacco di gente riunita davanti alla chiesa. Tutti erano vestiti in maniera impeccabile e Cas si sentì un po' a disagio col suo semplice e sciatto trench, ma poi una voce ormai dolorosamente familiare lo chiamò e tutte le preoccupazioni si sciolsero come neve al sole.
«Cas!»
Dean accorreva verso di lui, accelerando il passo e facendosi spazio tra la folla, senza curarsi di interrompere gruppi nel pieno di una interessante conversazione tra politica e gossip, e attirandosi occhiatacce.
Per l'occasione il maggiore dei Winchester indossava un completo scuro, una camicia bianca e una cravatta a righe oblique viola e blu.
Cas pensò che fosse molto bello.
Questa volta Dean lo abbracciò con entusiasmo. Come quando erano in purgatorio... e come quando la guerra era finita.
Però fu un abbracciò più breve questa volta, e Cas non ebbe il tempo di rispondere ad esso avvolgendo le braccia attorno a Dean che lui già si era allontanato, con un sorrisone che andava da orecchio a orecchio.
«Non posso crederci! Alla fine sei venuto...»
«Te l'avevo promesso» rispose Cas sincero, e Dean parve per un attimo sciogliersi sotto il suo sguardo, con quel piccolo sorriso che sembrava allargarsi, e quegli occhi dolci che a Cas erano tanto mancati.
Probabilmente avrebbero continuato a fissarsi se qualcun altro non fosse arrivato al fianco di Dean, facendosi largo tra la folla -in maniera decisamente più gentile di Dean, con garbo e senza sgomitare-.
«Eih Dean, sta per iniziare la cerimonia, dove diavolo eri fini-»
Sam si interruppe quando notò l'interlocutore del fratello.
Cas lo vide letteralmente congelarsi sul posto, pallido e sorpreso, la bocca bloccata in una mezza "O" e gli occhi spalancati.
«Ciao Sam» lo salutò Cas.
Nemmeno Sam era cambiato tanto: i capelli erano sempre lunghi, ma adesso più curati e legati in una piccola coda di cavallo. Poi, era decisamente meno magro e emaciato di prima -e del resto, l'ultimo ricordo che Cas aveva di lui era di un ragazzo allampanato, pallido come un morto, insanguinato e con un braccio rotto-.
Ora invece Sam era il ritratto stesso della salute. Più robusto e colorato. Inoltre, il vestito da sposo e la sua aria da festa non facevano che renderlo ancora più raggiante.
«Oh, già, dimenticavo...» ghignò Dean dando una spintarella giocosa a Sam «Sorpresa!»
«Oh mio Dio» disse Sam sconvolto, e Cas temette che potesse svenire.
«No, solo Cas» scherzò l'angelo.

*

Adrianne era una bambolina, esattamente come aveva affermato Dean.
Castiel non sapeva chi fosse Jessica, ma se assomigliava a questa ragazza, anche lei doveva essere stata molto bella.
Aveva i capelli biondi e boccolosi, raccolti in una crocchia, da cui sfuggivano dei riccioli a cavatappi che ricadevano sul petto.
Il vestito da sposa era molto semplice, con pochi fronzoli ma con una gonna lunga e larga che si arricciava a terra.
Quando entrò in sala, ci fu un applauso e tutti si alzarono in piedi -Dean ridacchiò trascinando su Cas, che era rimasto incantato a fissare la sposa-.
Sam la attendeva all'altare, con uno sguardo raddolcito e così felice che Cas fu sicuro di non averglielo mai visto addosso: ricordava Sam come tanto taciturno e malinconico che quel sorriso fu una sorpresa.
E invece adesso poteva illuminare una stanza, come un sole.
Due ragazzine vestite di rosa accorsero dietro la sposa per reggerle lo strascico, e mentre lei camminava lentamente nel corridoio, accompagnata dal padre, tutti nella folla iniziarono a lanciare petali di rose.
Dean passò la ciotola a Cas, e quando l'angelo immerse la mano per prenderne una manciata, si scontrò con quella di Dean.
Si voltò a guardarlo, e Cas non ebbe il coraggio di spostare la propria mano. Le pelle di Dean era tanto calda...
Dean arrossì leggermente, poi ritirò la mano e si schiarì la gola, rivolgendo un sorriso e un saluto a Sam, che ancora attendeva all'altare.
Cas decise che era ora di smetterla di fissare Dean, e così si voltò di nuovo verso Adrianne, e gettò i petali.
Più tardi ci furono i giuramenti, poi il prete parlò, e infine Sam e Adrianne si baciarono, e tutti applaudirono per la terza volta.
Quando uscirono fuori, i petali furono sostituiti dal riso.
Adrianne buttò il bouquet indietro, senza vedere dove fosse diretto, e Cas lo notò avvicinarsi pericolosamente a Dean, così allungò una mano per afferrarlo nello stesso istante in cui Dean faceva altrettanto.
Dean lo guardò perplesso, vagamente stupito, e Cas non capiva: lui stava solo cercando di proteggerlo.
«Oh beh, viva gli sposi!» rise Sam tirando in loro direzione un pugno di riso.
Dean lasciò immediatamente andare il bouquet, rosso in volto, mentre Cas rispondeva con entusiasmo.
«Viva gli sposi!»
Ovviamente si riferiva a Sam e Adrianne, ma il resto della gente non sembrava aver colto, perché iniziò a ridere. Cas continuava a non capire, Dean era sempre più rosso.
«Lascia andare quei cavolo di fiori!» gli ingiunse Dean imbarazzato, accostandoglisi e schiaffeggiandogli la mano. Cas mollò la presa, dispiaciuto.
«Perché? Erano belli.»
«Lascia perdere, non capisci...»
«Cosa? E perché stanno ridendo?»
«Te lo spiego più tardi...»

**
Qui



Il ristorante era molto affollato quel giorno, ma anche se fosse stato vuoto, tutti gli ospiti di Sam l'avrebbero sicuramente riempito.
La tavolata imbandita era avvolta da un'immacolata tovaglia bianca dalle sfumature oro, e tutti i ricchi vassoi, e i coperchi fumanti, e le montagne di dolci, e la fontana di cioccolato... a Cas sembrò la personificazione della tentazione. Tentazione a cui ovviamente Dean cedette senza rimorsi, perché quando Dean vedeva crostata di mele e cioccolato fuso perdeva la ragione.
«Beh, sai, Oscar Wilde diceva che l'unico modo per liberarsi di una tentazione è cedervi» si giustificò Dean a bocca piena, mentre gustava la fetta di crostata.
«Pero' poi Oscar Wilde è andato in prigione due anni per le sue tentazioni» si aggregò Sam apparso da dietro, tutto allegro, allungandosi per afferrare un pasticcino alla crema.
«Guastafeste» lo rimbrottò Dean con la bocca ricoperta di briciole e le guance gonfie.
«E non si parla con la bocca piena. Cas, diglielo!»
«Dean, non si parla con la bo-»
«Ho sentito, cavolo!» Dean deglutì, poi si asciugò maldestramente la bocca con un tovagliolo e guardò di traverso Cas e suo fratello.
«Eih, Sam, ma è Garth quello che ci sta provando con la tua mogliettina?»
Sam si raddrizzò immediatamente.
«Cosa? Dove?»
«Proprio lì» Dean, tutto entusiasta, puntò il dito in un punto imprecisato dietro Castiel. L'angelo si voltò per seguire la sua traiettoria e scorse un uomo magrolino e con un grosso naso che rideva insieme ad Adrianne.
«Secondo te devo preoccuparmi più che possa mangiarla o provarci?»
«Intendi se devi temere più il lupo o l'uomo? Non saprei...» Dean ghignò e Sam gli consegnò bruscamente il suo piattino ricolmo di dolci, per poi dirigersi a grandi passi verso Adrianne e Garth.
Dean gongolò divertito, e poi si ficcò in bocca un altro pezzo di crostata.
«Ei' 'as?»
Castiel si voltò di nuovo verso di lui. «Dimmi.»
Dean gli sbatté sul petto il piatto di Sam, e Castiel fu costretto ad afferrarlo.
Dean deglutì prima di continuare, come ricordandosi l'ammonimento di Sam. «Anche se non mangi, almeno fingi di farlo! La gente potrebbe insospettirsi.»
«Dean, ne abbiamo già parlato... quando sono un angelo non sento i sapori, ma solo le molecol-»
«Sì, Sam me l'ha detto. Ma provaci lo stesso.»
Cas si preparò a replicare ma Dean sembrava così eccitato dall'idea di vederlo mangiare che annuì.
«Come desideri» dei dolcetti nel suo piatto -prima di Sam- ne afferrò uno dal colorito verdastro, lo annusò, corrugò la fronte, poi sentì Dean ridere e fu come se qualcosa avesse sciolto il suo cuore.
Alzò gli occhi sull'altro.
Era bello il suono della sua risata.
Ed era felice di averlo provocato. Così sorrise a Dean e si ficcò in bocca il dolcino, iniziando a masticare interessato. Corrugò di nuovo le sopracciglia per capirne il sapore.
«Questo non l'avevo mai provato...»
«Di sicuro non è cerume» rise Dean che sembrava un bambino con un gelato.
«Perché, ce ne sono?» si spaventò Cas e Dean rise così forte che dovette appoggiarsi alla sua spalla per non cadere.
«Era una battuta, Cas. Una citazione di Silente» Dean si asciugò gli occhi, e come un deja vue a Cas venne in mente l'ultima volta che aveva fatto visita a Dean. Anche allora aveva pianto. Ma questa volta era diverso.
Era strano.
Gli umani non piangevano solo quando erano tristi?
«Cavoli, Cas, sei sempre lo stesso!» Dean rise ancora un po'. «Sempre lo stesso...» continuò poi, come perso nel vuoto.
L'atmosfera sembrava essersi fatta più tesa.
«Eih Dean!»
Una ragazza con dei fluenti capelli rossi apparve alle loro spalle, saltando al collo di Dean.
Cas sentì una morsa chiudergli il petto, e non seppe bene perché, ma desiderò che quella ragazza la smettesse di stringere Dean così.
«Charlie!» la salutò Dean, scompigliandole i capelli, e Cas si irrigidì.
«Per i sette regni, stai una favola!» si sorprese Charlie spalancando teatralmente la bocca e facendo un passo indietro per ammirarlo.
«Mai come te. Sembri una principessa appena uscito da un film Disney.»
«Attento a come parli!» lo apostrofò la ragazza chiamata Charlie, puntandogli un dito sotto il naso «Io sono molto di più di una damigella da salvare! Al massimo puoi dire che assomiglio a Hermione nel quarto film, durante il ballo del Ceppo...»
Cas si perse nel discorso, e smise di ascoltare, semplicemente perché non capiva di cosa stessero parlando.
Così si distrasse a guardare il resto della sala -e in un certo senso fu rincuorante dover distogliere lo sguardo da quella scena.
Ma cosa poteva pretendere?
Erano passati più di cinque anni, ovviamente Dean aveva incontrato nuova gente, si era fatto nuovi amici... Cas non era più l'esclusiva, ma gli andava bene così. Anche con Benny era stato così.
Dean però parve accorgersi del suo sguardo assente perché si schiarì la gola, e lo nominò.
«Emh, comunque Cas, questa è Charlie.»
Castiel regalò nuovamente la sua attenzione a Dean, poi fece scorrere lo sguardo sulla ragazza, di almeno una spanna più bassa di lui.
«Oh... ehm... ciao Charlie.»
«Cas... VUOI DIRE CHE QUESTO E' CASTIEL?»
Dean sembrava vagamente in imbarazzo. «Beh, s-sì... ehm scusalo, non sa bene come presentarsi alla gente, si dimentica sempre di porgere la mano» e gli lanciò un'occhiata eloquente.
Cas si affrettò a rimediare. «Ha ragione... ehm scusa. Piacere, comunque.»
Charlie però lo fissava come se fosse un dinosauro parlante.
«Non ci credo.»
Cas guardò Dean, con un gran punto interrogativo sulle labbra.
«Oh mio dio» continuò Charlie. «Oh mio dio, Dean. E' un angelo!»
Dean ridacchiò «Eh già.»
«UN ANGELO.»
«Emh...» Cas, a disagio, guardò di nuovo Dean.
«Wow» Charlie si dondolò sulla punta delle scarpe ballerine. «Ho sentito molto parlare di te, Cas. Specialmente della tua bellezza sovrannaturale.»
Castiel sollevò le sopracciglia, poi intercettò per un attimo gli occhi di Dean. «Le hai detto che sono bello?»
Dean arrossi con una risatina «Alla ragazza piace molto scherzare!»
«Ho capito, ho capito, me ne vado» lo interruppe Charlie con un sorrisetto saputo.
«Non è quello che intendevo...» cercò di rimediare Dean, ma la ragazza gli aveva già afferrato il colletto.
Castiel trattenne il respiro, temendo che potesse baciarlo.
«Ah, comunque!» la sentì sussurrare per non farsi sentire da lui, mentre si accostava a Dean e guardava Cas con fare cospiratorio.
«E' proprio affascinante come dicevi!»
«Io non ho mai detto che era affascinante!» ribatté Dean sempre sussurrando.
Charlie ridacchiò, poi gli diede una gomitata e gli fece l'occhiolino. «Allora vi lascio soli soletti!»
«No, Charlie... Charlie!» Dean lasciò ricadere le braccia, mentre la ragazza sgattaiolava via.
«Niente da fare... aah la solita vecchia Charlie» Dean scosse la testa, poi tornò da lui, con un sorriso.
«Scusala.»
«No, non preoccuparti. E' simpatica.»
Dean annuì, afferrando l'ultimo pezzo della sua crostata.
Castiel non riuscì a controllare la propria voce.
«State molto bene assieme.»
Dean si affogò con il pezzo di crostata.
«Cosa?» biascicò, tossendo. Poi scosse la testa, battendosi un pugno sul petto. «Non stiamo mica assieme!»
«Oh» Castiel cercò di contenere il sollievo. «Scusa, non avevo capito. Credevo foste una coppia.»
«Io e Charlie?» Dean era seriamente sconvolto «Vuoi scherzare? E' come una sorellina minore! E in più è impossibile...»
«Perché?» volle sapere Castiel, ingenuo.
«E' lesbica. Le piacciono le donne.»
Cas sentì il sollievo quasi soffocarlo. «Ah» disse semplicemente, perché non sapeva cosa aggiungere.
«Bene.»
Dean sollevò un sopracciglio e Cas quasi inciampò sui suoi stessi piedi.
«Cioè, non bene. Voglio dire, mi dispiace.»
Dean rise e gli diede un colpettino col dito sulla guancia. «Che sei stupido.»
Cas rimase sorpreso da quel gesto. Dean poi salutò una coppia di amici di Sam che era arrivata in quel momento, e Cas automaticamente si portò la mano alla guancia, lì dove il dito di Dean l'aveva toccato.
La pelle dell'amico era davvero piacevolmente calda. Avrebbe voluto... che quel contatto durasse di più.
Scosse la testa.
Volere?
Lui non poteva volere niente.
A mezzanotte sarebbe andato via di nuovo, lasciando Dean un'altra volta... non poteva permettersi il lusso di volere qualcosa. Non poteva far soffrire Dean così tanto.
E poi... non c'era tempo. Non c'era tempo.

***
Qui

Dopo il taglio della torta -dove Sam aveva offerto una fetta alla moglie, e Adrianne gliel'aveva impiastricciata sul muso, tra le risate del pubblico, e Cas era così intento a guardarli, pensando che fossero una bella coppia, che Dean fece la stessa identica cosa e un attimo dopo Cas stava soffocando con la bocca, il mento e la punta del naso pieni di torta mentre Dean rideva e Charlie batteva le mani euforica- e lo stappamento dello champagne al coro di "viva gli sposi", Sam e Adrianne avevano aperto le danze, e ora volteggiavano in mezzo alla pista, il vestito di lei che si gonfiava ad ogni giro, lui con una presa solida sul suo fianco e quel sorriso così dolce.
Dean e Sam non si somigliavano molto, sebbene fossero fratelli: eppure c'era qualcosa, forse nelle espressioni, nel modo di sorridere, che li accomunava. L'aria Winchester, l'avrebbe definita Cas.
Così, quando Cas notò quel particolare sguardo e quel particolare sorriso che Sam rivolgeva esclusivamente a sua moglie, fu sicuro di averlo già visto pure in Dean.
E adesso entrambi erano poggiati con il dorso sul tavolo bianco, mentre le coppie stavano seguendo l'esempio di Sam e Adrianne, ballando in pista al ritmo di un lento.
Dean era probabilmente all'ottavo bicchiere -Cas non avrebbe saputo dirlo, dal momento che da quando avevano stappato lo champagne loro due non avevano fatto altro che bere, insieme a Charlie.
O almeno, Cas aveva fatto finta, dato che con lui l'alcol avrebbe impiegato molto più tempo per fare effetto.
Adesso Charlie era totalmente ubriaca e ballava da sola al centro della pista, girando su se stessa e scontrandosi di tanto in tanto con le altre coppie, compresa quella composta da Garth e sua moglie.
«Non credevo che Sam sapesse ballare» commentò Castiel guardando la maestria con cui Sam faceva volteggiare la sua dama.
«E infatti non sapeva farlo» Dean rise sull'orlo del bicchiere, ancora una volta di un ricordo che Castiel si era perso con la propria assenza.
«Con quelle pertiche che si ritrova al posto dei piedi, era un miracolo che la poverina non finisse azzoppata. L'ho fatto iscrivere ad un corso intensivo di ballo» mosse il bicchiere, facendo agitare le bollicine.
«Lui mi ha dato il permesso, ad una condizione: che io gli facessi compagnia. E io ho acconsentito.»
«Quindi hai fatto anche tu il corso di ballo?»
Dean gli rivolse un sorriso storto, poi sollevò un sopracciglio, e sembrava un ragazzino in quel momento. Forse l'alcol iniziava a reclamare la sua presenza.
«Certo che no.»
«Ma... gliel'avevi promesso.»
Dean scrollò le spalle e prese un altro sorso dal lungo bicchiere, senza guardarlo.
«Sì, beh, ho mentito.»
Castiel abbassò lo sguardo sul proprio bicchiere, osservando il colorito giallognolo del contenuto.
«Le promesse sono fatte per essere mantenute...»
«Se davvero fosse così nessuno le spezzerebbe, e invece...»
Castiel si sentì punto sul vivo. E, in un certo qual modo, il pensiero lo rattristò. Strinse bruscamente la presa sul bicchiere senza rendersene conto.
«Dio, non...» Dean parve aver notato il suo cambiamento «Cas, te lo giuro, non intendevo... affondare il coltello nella piaga. Scusa. Non mi riferivo a te...»
«No, hai ragione.»
Castiel poggiò il bicchiere sul tavolo dietro di sé, per evitare di spezzarlo, ma Dean cercò la sua attenzione, afferrandogli il polso.
Quando Castiel si voltò, Dean era più vicino del solito: forse l'alcol offuscava la sua vista.
«Tu hai mantenuto la promessa, Cas. Mi avevi promesso che saresti tornato, e infatti... eccoti qui. Non pensare mai che possa essere arrabbiato con te, Cas. Okay?»
Cas batté le palpebre, ritraendosi un po' e Dean sembrò accorgersi solo in quel momento della vicinanza.
«Scusa.»
Dean lo occhieggiò nervosamente, poi aprì bocca, ma parlò con la voce di Sam.
«Eih ragazzi, tutto okay?»
Sam si aggrappò alle loro spalle.
Dean cambiò immediatamente espressione, assumendo un sorriso giocoso. «Sì, benissimo. E tu, Tony Manero?»
«Non esageriamo, non sono così bravo...» rise Sam, che aveva le guance arrossate per la fatica, e la fronte imperlata di sudore.
«Allora, che stavate facendo? Mi sembrava che... insomma tutto bene tra voi due?»
«Sì, Sam, non preoccuparti» decise di intervenire Cas, ancor prima di Dean, e Sam parve tranquillizzarsi, poi annuì e diede loro uno schiaffo sulle spalle.
«Ottimo. Quindi, musoni, smettetela di stare lì come due vecchietti e venite a ballare.»
«In realtà stavo bevendo...» obiettò subito Dean, ritraendosi da Sam, e fingendosi interessato a sorseggiare il suo champagne. Sam assunse la sua classica espressione da cane irritato, poi gli tolse di mano il bicchiere, se lo ingollò in un attimo, e lo abbandonò sul tavolo.
«Ecco, adesso non c'è più questo problema.»
«Ma non so comunque ballare, quindi...» tentò ancora Dean.
«E nemmeno io» si aggregò Castiel, sincero.
Sam sbuffò.
«E chi se ne frega! E' il giorno più felice della mia vita, e non voglio vedere mio fratello e il mio migliore amico isolarsi dai festeggiamenti per via della timidezza.»
«Ma non è la timidezza...» stava cercando di spiegare Dean, quasi offeso, ma Sam non gli permise di finire la frase. Afferrò entrambi per le maniche e li gettò letteralmente in pista, in mezzo alla folla.
Cas e Dean rischiarono di inciampare, ma era ormai troppo tardi, perché la folla sembrava essersi richiusa attorno a loro. Erano in trappola.
«Io il lento non lo ballo» si rifiutò Dean, che sembrava voler guardare tutto tranne che lui.
«Ce l'ha chiesto Sam. Forse dovremmo...»
«Cas, non con te!»
Castiel si costrinse a non sentirsi offeso. Ingoiò la delusione.
«So di essere... goffo, diresti. Ma sono un angelo. Posso imparare, mi basterà osservare gli al-»
«Non è questo!» Dean sbuffò, distogliendo lo sguardo.
E poi fu come se Dio li avesse ascoltati. O il DJ.
All'improvviso le luci si spensero, e si accesero solo quelle colorate intermittenti.
Dal lento si passò ad una canzone tecnho.
Dean e Cas, coi nasi per aria, sorpresi dal cambiamento, non si accorsero di Charlie.
La ragazza era ormai totalmente andata, e si scontrò con Dean mentre piroettava in pista.
Dean perse l'equilibrio e finì addosso all'altro. Castiel riuscì a reggerlo, e senti il suo corpo forte e muscoloso premere contro il proprio, e il suo profumo di dopobarba, pelle, crostata di mele e champagne stordirlo per un attimo
«Scusami, mi hanno spinto, non era mia intenzione...»
Cas annuì, ma non lasciò la presa sulle sue braccia. Erano vicinissimi, ma a nessuno dei due sembrò importare di tornare alle posizioni iniziali.
Forse per via del buio, che pareva dilatare la loro distanza.
La musica cambiò di nuovo. Il DJ la annunciò: Country Roads. (Qui)
Dean sbuffò una risata.
«Musica country? Sul serio? Questa sarebbe più per il mio matrimonio, non per quello di Sam» commentò, stupito.
«Perché, ti sposi?» domandò Cas, improvvisamente senza fiato, e pronto a lasciare la presa sulle braccia di Dean.
«No» rispose Dean in un sussurro deciso, e poi strinse le braccia di Cas, quasi ad impedirgli di allontanarsi.
Castiel avvertì uno strano calore e provò un sorriso. Gli occhi di Dean, al buio, sembravano neri. Ma erano ugualmente brillanti e intensi.
Tutto attorno a loro la gente si scatenava, Sam in primis che aveva iniziato a girare insieme alla sua sposa, a braccetto al contrario.
E poi Sam, ridendo, li raggiunse. Prese a braccetto Cas, trascinandolo a ballare, mentre Dean rideva guardandoli, e un attimo dopo Charlie faceva la stessa cosa con lui.
Poi parvero scambiarsi un'occhiata complice: Sam lasciò andare Cas e afferrò Charlie a braccetto, e Dean e Cas finirono di nuovo assieme.
«A quanto pare non abbiamo scelta» annotò Castiel. Dean scosse la testa con un sorriso, poi lanciò un urlo, afferrò Cas a braccetto e iniziarono a girare, come tutti gli altri.
E Cas non seppe dire se per lo champagne -ma in teoria agli angeli non poteva fare effetto, non così presto- o solo per l'atmosfera gioiosa, ma fu come se qualcuno avesse sciolto le articolazioni delle sue gambe. Non era più rigido.
Era sciolto, e stava ballando. Con Dean.
In più, all'improvviso tutte le preoccupazioni sembravano insignificanti.
Che importava se sarebbe andato via?
In quel momento c'era. Ed era con Dean. Voleva assaporare questi istanti fino alla fine.
E poi Dean sembrava così felice, mentre cambiavano lato di braccio, e rideva, rideva, rideva così tanto che Cas alla fine si ritrovò a ridere con lui, e fu tutto così intenso che quando finì la canzone non se ne accorsero nemmeno e si fermarono solo quando anche gli altri lo fecero, e rimasero lì, vicini, col fiatone, a guardarsi negli occhi, e cercare di riprendere ossigeno tra una risata e l'altra.
Cas non si era mai divertito così.

****
Qui

Purtroppo, come tutte le cose belle, anche quel giorno stava per terminare.
Era ormai calata la notte: il cielo da azzurro chiaro, era diventato rossastro, poi blu e adesso praticamente nero.
La maggior parte degli invitati se n'era andata, e Sam aveva salutato al volo Dean, Cas e tutti gli altri, per potersi allontanare con sua moglie a bordo della carrozza nuziale.
Dean gli avrebbe poi fatto recapitare i regali di nozze direttamente nel nuovo appartamento.
Sam non sapeva che Cas sarebbe rimasto un giorno solo... e Dean non aveva avuto il coraggio di dirglielo.
E nemmeno Cas: Sam era così felice, non voleva rovinargli la festa. Quello era il suo giorno, e non doveva essere oscurato da alcun pensiero negativo.
Così, Dean e Castiel stavano camminando fianco a fianco nel giardino fuori dal locale, mentre la mezzanotte si faceva sempre più prossima.
«Mi dispiace di non aver portato con me un regalo per gli sposi» Cas abbassò la testa, afflitto. «Non sono ancora pratico delle tradizioni umane, non sapevo che si dovesse... scusami.»
«Cas, smettila» Dean scosse la testa, ma invece di essere infastidito sembrava divertito. «Sei sempre il solito, eh? Non ti smentisci mai...»
«Se solo l'avessi saputo...»
«Cas» Dean arrestò la camminata, e fermò anche Cas, con una mano sul petto «La tua presenza è il regalo migliore che potessi farci... Sam era così contento di vederti.»
Cas sollevò gli angoli della bocca e Dean riempì i polmoni.
La sua presa sulla spalla dell'angelo parve vacillare.
«E... e lo sono anche io.»
Dean abbassò lo sguardo, e lasciò scivolare la mano. Cas la afferrò con la sua e Dean rialzò gli occhi, sorpreso da quel contatto.
Cas, dal suo canto, non avrebbe mai smesso di stupirsi del calore emanato dalla pelle di Dean.
Quella sensazione gli sarebbe mancata così tanto in paradiso...
«Questo è stato uno dei giorni più belli di tutta la mia esistenza, Dean. Tu e Sam siete davvero...»
Dean lo scrutò, in attesa. Cas gli strinse la mano. «... molto importanti... per me
Dean fece un sorrisetto, e fu in quell'istante che Cas si rese conto che ecco, era proprio questo lo stesso sguardo che Sam aveva rivolto ad Adrianne.
Poi l'orologio trillò, interrompendo l'atmosfera e le beghe mentali di Cas, e Dean sfilò la mano da quella dell'angelo per controllare l'orario sul polso.
«Cinque minuti...» annunciò con voce tremante, e poi deglutì, e guardò Cas, e entrambi sentivano il peso di quelle parole.
Non voglio andarmene... pensò Cas, e gli occhi di Dean sembravano urlargli: Non voglio che tu te ne vada.
«Cosa succede se non torni in tempo?» volle informarsi Dean, titubante.
«Il velo non è stato ancora riparato del tutto. Se dovessi sforare il tempo, verrei totalmente buttato fuori dal paradiso. Per sempre. Le mie ali andrebbero a fuoco, e perderei la grazia, e... non potrei più tornare indietro.»
Dean ascoltò, attento.
Poi ripresero a camminare.
«Beh...» Dean calciò via una pietra, senza guardarlo, le mani affondate nelle tasche e lo sguardo basso. «La vita da umano non è poi così brutta, no? Anzi, credevo ti piacesse...»
«E mi piace, infatti, ma...»
«E allora?» Dean alzò lo sguardo su di lui «Che problema c'è? Potresti restare qui...»
«Dean...» Cas sentiva il cuore pesante.
Dean difficilmente era così sincero con lui: accadeva solo quando era ubriaco, oppure quando era terrorizzato all'idea di perderlo. E adesso era entrambe le cose.
«Potresti vivere qui... mi prenderei io cura di te. Non dovrai preoccuparti di nulla, non... non permetterò a nessuno di farti del male...»
E gli occhi di Cas iniziarono a pizzicare.
Forse per via del freddo? Non avrebbe saputo dirlo. Aveva qualcosa in gola, ma non sapeva cosa. Era una sensazione fastidiosa. Si sentiva soffocare.
«Dean... Dean, non posso, lo sai...»
«Ti prego...» soffiò Dean, e ancora una volta sembrò sul punto di spezzarsi «Ti prego, Cas... non puoi lasciarmi di nuovo...»
«Dean... non rendere tutto più difficile...» Cas strinse i pugni «Sapevi che non potevo restare per troppo tempo...»
«Sì, ma questo non addolcisce certo la pillola...» gli occhi di Dean brillavano «Cinque anni Cas... da quando te ne sei andato, quella sera, a cercare Metatron... tu non sai com'è stato difficile per tutti» prese un respiro tremante «Com'è stato difficile per me.»
«Non sapevo fosse passato tanto tempo, te l'ho detto...»
«Cas, tu hai l'eternità davanti, io no!» e la voce di Dean era così spezzata che sembrava potersi piegare al vento come una foglia. Cas aveva paura anche di sfiorarlo, temendo che potesse infrangersi tra le sue dita.
«Quando tornerai di nuovo? Tra altri cinque anni? Mi sei mancato tanto... non sono abituato alla tua assenza. E anche se ci ero riuscito... ora sei qui. E dimenticarti di nuovo... non so se posso farcela.»
«Non devi dimenticarmi» il dolore di una spada angelica nel cuore era molto meno intenso. Cas si sentiva distrutto.
«Perché deve finire così?» Dean guardò l'orologio. «Due minuti...»
«Dean...»
«Ti sto pregando, Cas. Non lasciarmi. Ti supplico.»
Ed eccola lì: una lacrima fece capolino tra le ciglia di Dean, pronta a rotolare giù. Dean si premurò di cancellarla, ma Cas mosse un dito prima di lui, e la raccolse.
Dean parve sorpreso dal gesto, ma non lo allontanò.
«Ti ho fatto una promessa, Dean. E per quanto tu possa avere poca fede, sai che la manterrò. Tornerò da te. Tornerò sempre da te.»
«Sì, ma quando
«Non lo so» rispose sincero Cas, e allontanò il dito. «Ma tornerò.»
«Nel prossimo secolo?» chiese Dean, sarcastico, e fece qualche passo indietro, come un animale ferito.
«No» promise Castiel, determinato. «Se potessi tornerei domani, e il giorno dopo ancora. Ma non posso. Se c'è una cosa che posso fare, è una promessa: è tutto ciò che mi resta. Non farò passare così tanto tempo. Non me lo permetteranno tra tre mesi come adesso, ma te lo giuro, Dean... anche nel peggiore dei casi, non lascerò passare mai più di cinque anni.»
Dean annuì, perché non poteva fare altro.
«D'accordo... voglio fidarmi di te.»
«Grazie.»
«Ti... ti aspetterò, allora.»
«E io aspetterò di rivederti» gli rivelò sincero Castiel. Poi non aspettò che l'altro gli facesse un gesto. Si avvicinò, e gli strinse le braccia attorno al corpo.
Dean gli si aggrappò come se fosse la sua ancora di salvezza, affondando il volto nel suo trench, e le dita tra i suoi capelli.
Castiel appoggiò il mento sulla sua spalla, e non voleva sciogliere l'abbraccio.
Sentiva il cuore di Dean pulsare contro il suo petto, e il calore della sua pelle passare attraverso i vestiti. E poi di nuovo quell'odore di dopobarba, torta di mele e champagne.
Tutto, in quel profumo, gli era familiare.
E nella consistenza della pelle, nella forma dei muscoli... aveva ricomposto lui stesso quel corpo, e quell'anima, pezzo dopo pezzo. Quella era la stessa spalla dove gli aveva lasciato il marchio.
Aveva sempre visto Dean come qualcosa di troppo prezioso,  da proteggere, qualcosa per cui valesse la pena lottare. Per cui valesse la pena morire.
E invece stava rinunciando di nuovo a lui.
L'unico suo desiderio era stringerlo ancora tra le braccia. Per sempre.
Ma il per sempre non esisteva.
Non esisteva per Dean.
E non esisteva per lui... il minuto stava per scadere.
Castiel sapeva che sarebbe dovuto tornare, ma non ebbe la forza di sciogliere l'abbraccio.
Era quasi tentato di lasciar perdere, di rischiare di morire, perché l'importante era stare con Dean, ma poi Dean stesso si discostò da lui.
«Devi andare» disse, monotono.
E Cas deglutì.
Sì, vero.
A quanto pare il destino aveva scelto diversamente. Dean aveva scelto diversamente.
«Mi dispiace.»
«Non dirlo.»
«Tornerò.»
«Ci conto.»
E poi Castiel sparì.
Dean affondò ancora di più le mani nelle tasche, cercando un po' di conforto, un po' di calore. Ma il calore di Cas, del suo abbraccio, era svanito. E adesso il freddo lo stava uccidendo.
«Ti aspetterò» bisbigliò al giardino deserto.




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To be continued >> Parte 3






~•~Angolo Autrice~•~
Vi ho fatto aspettare ma ecco che vi ho regalato un capitolo bello lungo! :D {doppi sensi esclusi >_>}
Vorrei innanzitutto ringraziarvi per tutto il supporto e l'amore, e le bellissime recensioni, e chi ha aggiunto la storia alle preferite/seguite/ricordate, riempite il mio cuoricino e mi fate venir voglia di scrivere sempre di più <3
Chi l'avrebbe mai detto che le recensioni sono la salvezza degli scrittori? cwc (e sì, guardo voi lettori silenziosi, datevi 'na mossa! ^^)
C'è chi ha paragonato questa storia a Twist&Shout (oddio, sul serio? E' così terribile? OnO), chi mi ha paragonato ad un'assassina senza cuore (---ish), chi ancora ha paura di continuare con la lettura.
Beh vi ringrazio comunque molto <3
Come ho già anticipato tengo molto a questa storia e al "messaggio" che vuole trasmettere, e come ogni storia angst che si rispetti anche la mia ha un THEME tipico! (ovvero uno scambio di battute ricorrenti)
Una è: "troppo tardi" -traduzione di
too late, che infatti è anche il sottotitolo della storia-
E l'altra: "Tornerò" "Ti aspetterò/Ci conto" perché sono una persona bastarda e consapevole di ciò :P
ADRIANNE è il nome dell'attrice che fa Jessica. Sì, okay, uccidetemi ma per me l'anima gemella di Sam era Jessica e se non può essere lei che almeno sia l'attrice ahahah -cose senza senso lo so-.
L'immagine che ho scelto alla fine descrive perfettamente la scena di Cas che asciuga le lacrime di voi lettor--emh volevo dire di Dean. Sì. Già. Umh. *si schiarisce la gola*
Questo capitolo è un mix di fluff e dolore e mi piace particolarmente perché Sammy si sposa, insomma, e sono tutti felici ed è bello vederli felici per una volta!! *__*
Che altro posso dirvi? Alla prossima volta <3
ps: dal prossimo capitolo iniziano i dolo---emh no spoilers, okay
pps: che bello che tutti avete colto il legame tra Amy e Dean. E' straziante, vero? Ecco ç_ç
ppps: Charlie rappresenta il mio lato più nerd. Il tributo a Oscar Wilde -nello scambio di battute tra Sam e Dean- era necessario. Non come sfoggio di cultura ma perché AMO Oscar Wilde *^*
pppps: TUTTI shippano destiel al matrimonio, nel caso non si fosse capito

Stasera rispondo alle scorse recensioni, ora purtroppo devo scappare! Tornerò, proprio come Cas, lo giuro! ç_ç



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