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Autore: EmmeEnne    18/06/2014    1 recensioni
Casa, scuola, scuola, casa. La vita di Elis è una normale vita di un’adolescente qualsiasi. I suoi genitori sono separati, lei vive con suo padre, ma sta per tornare nella sua città natale: Beacon Hills. Continuerà a vivere la sua vita come lo faceva ad Atlanta? Cosa le aspetta a Beacon Hills? Questa cittadina, si sa, è un faro per il sovrannaturale, ma il “si sa” è riferito a pochi. Elis entrerà a far parte della cerchia o sarà solo una spettatrice dei tanti misteri? Non rimane che leggere per scoprirlo…
La storia conterrà spoiler sulla parte a della terza stagione!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cora Hale, Isaac Lahey, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aveva provato anche lei a chiamare Derek, era andata al suo loft, e persino a casa di Peter, ma senza alcun risultato. Stava pensando di coinvolgere lo sceriffo e una squadra di ricerca, ma poi ci aveva ripensato: ovunque si fossero cacciati Derek e Peter, lo sceriffo non avrebbe potuto farci niente. Pensava e ripensava in che tipo di guai potessero essersi cacciati i due, ma le idee che le venivano in mente erano le più strambe, e alla fine finiva col riderci sopra. Aveva addirittura pensato che fossero stati rapiti da dei vampiri assetati di vendetta, come in ‘The Vampire Diaries’. Guardare quello show ultimamente le faceva strano. Guardarlo con la consapevolezza che forse, da qualche parte nel mondo, esistesse per davvero una Mystic Falls con tutti quei drammi e quei vampiri le faceva venire quasi voglia di spegnere la tv e smettere di guardarlo. Ma in fondo era l’unico modo che aveva per rilassarsi un po’, e forse poteva imparare qualche cosa che poteva risultarle utile un giorno.
Mise la chiave nella serratura della porta di casa ed entrò.
-Mamma, sono a casa!- urlò, senza nemmeno sapere se la madre fosse davvero in casa.
Fatto stava che dopo gli ultimi avvenimenti, aka la sua morte, voleva che sua madre si preoccupasse per lei il meno possibile. Avrebbe odiato il fatto di essere controllata ventiquattro ore su ventiquattro come una bambola di porcellana, pronta a rompersi in qualsiasi momento.
Salì le scale ed entrò nella stanza di Isaac, che se ne stava davanti al computer, intento a fare chissà cosa.
-Ehi- gli disse.
Isaac, d’altro canto, si spaventò e saltò giù dalla sedia.
-Elis! Mi hai spaventato a morte- le disse, tornando a sedere.
-Scusa, pensavo che avessi i superpoteri- scherzò lei.
-Ah-ha, molto divertente- rispose, girandosi e tornando a scrivere a computer.
Elis restò lì a guardarlo, incerta se chiedergli oppure no di quella cosa che la stava attanagliando da un po’ di giorni. Il fatto era che non sapeva nemmeno come formulare la domanda.
-Che c’è?- le chiese dopo un po’ Isaac.
-Come?-
-Avanti, chiedimi quello che vuoi chiedermi-
-Allora lo vedi che li hai sul serio i superpoteri?- lo prese di nuovo in giro.
-Su, spara- le disse, alzandosi dalla sedia e sedendosi accanto a lei sul letto.
-Beh, ecco… Non so come chiedertelo, ti sembrerà assurdo-
-Dimmelo e basta-
-Ok… Voglio che tu mi alleni-
-Oh, wow. Questa proprio non me l’aspettavo. A… Allenarti?-
-Io… Io voglio smetterla di sentirmi così, Isaac. Voglio smetterla di sentirmi inutile, sono solo un peso per tutti voi-
-Hai messo le mani nella corrente stamattina? Non sei inutile, e non sei affatto un peso-
-Io voglio aiutarvi. Aiutarvi per davvero. L’ultima volta che c’ho provato sono finita nel regno dei morti, ricordi? Vorrei solo essere più agile, essere in grado di contrattaccare. Oppure scappare, ma dovrei essere più veloce di quello che sono. Voglio fare qualcosa-
-Sai, ti capisco- le disse, sorprendendola. Elis si aspettava che la convincesse a ripensarci, che si arrabbiasse o altro, invece la capiva. –Prima di diventare un licantropo sai benissimo com’ero e cosa dovevo affrontare. Ogni volta che mio padre era intorno a me non mi sentivo mai al sicuro, e sapevo di non esserlo. Ho accettato il morso da Derek perché volevo essere in grado di contrattaccare, oppure scappare, ma dovevo essere più veloce- continuò, facendola sorridere. –Sei proprio sicura?-
-Sì. Sì, sono sicura-
-Stiles che ti ha detto?-
-Beh, lui ancora non lo sa. E sono sicura che si arrabbierà, ma io voglio farlo. Non voglio che ogni volta che vengo con voi o che cerco di aiutare debba esserci con me qualcuno che mi faccia da babysitter, o che vi distraiate da quello che state facendo per controllare che io sia ancora viva. Non mi va, Isaac-
-Ok, allora ti aiuterò. Ma solo perché sei la mia sorellina- le disse, facendo sorridere entrambi.
Elis poi l’abbracciò, sussurrandogli un grazie all’orecchio prima di andarsene in camera sua. Avrebbe voluto dirlo prima a Stiles, ma poi lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per dissuaderla e non era quello che lei voleva. Perché lui poteva andare nei boschi a salvare la gente a quell’ora di notte e lei doveva restare a casa ad aspettare quel messaggio con scritto: “Sono a casa. Sto bene. Notte, piccola.”? Voleva rendersi utile anche lei. E in quel momento aveva proprio bisogno di sfogarsi con qualcuno. Prese il telefono con l’intenzione di chiamare Allison, la ragazza le era stata davvero accanto negli ultimi giorni, ma si fermò non appena la sua mano sfiorò il diario sul suo comodino. Era da quando suo padre era morto che non lo apriva. Erano due settimane che non ci scriveva niente. Lo aprì e fissò per qualche minuto la nuova pagina. Era bianca, pulita, vuota. Vuota proprio come si sentiva lei. Ma proprio perché stava cercando di andare avanti con la sua vita, Elis prese la penna e, facendola scivolare su quelle pagine bianche, cominciò a riempirle.
-Abbiamo trovato qui la tana. Nel mezzo di uno dei sentieri- disse Scott.
Elis e Allison erano là con lui e Stiles, che le stavano aggiornando sulla loro ricerca della notte precedente.
-Questo potrebbe aiutarci, i coyote viaggiano su percorsi precisi, ma… penso che tu abbia ragione, non tornerà nella tana. Ai coyote non piacciono i lupi. E sono molto intelligenti, se non vogliono essere trovati camminano di soppiatto- disse Allison.
-I coyote camminano sulle punte?- le domandò Stiles.
-Camminano sulle punte- gli rispose Allison.
Il suono della campanella distrasse i quattro, portandoli a guardarsi intorno. -Devo andare. Mandami le coordinate- disse Allison a Scott, allontanandosi dalla classe di storia.
I tre rimasti presero posto. Elis doveva ammettere che le lezioni del signor Yukimura erano davvero molto interessanti. Quell’uomo era davvero capace di immergerti in un altro mondo, era capace di richiamare l’attenzione di quasi tutti i suoi studenti non appena apriva bocca.  
-Ok, ragazzi, iniziamo. Eravamo rimasti ai campi di concentramento e ai prigionieri di guerra- cominciò, attirando l’attenzione di tutti. -C’è un passaggio nella lettura che vorrei approfondire. Chi vorrebbe leggere ad alta voce per tutti? Signor Stilinski, che ne dice?- continuò.
-Magari potrebbe farlo qualcun altro- rispose il ragazzo, a disagio.
-Io. Mi piacerebbe leggere- si offrì Elis, cercando di togliere dai pasticci il suo ragazzo.
Si alzò non appena il professor Yukimura le fece cenno di avvicinarsi e, arrivata al leggio, cominciò a leggere ad alta voce davanti la classe. Se quello era l’unico modo in cui per il momento poteva aiutare, lo avrebbe usato al meglio.
L’ora passò in fretta e al suono della campanella tutti uscirono fuori dalla classe come dei fulmini. Stiles aspettò Elis sulla porta e dopo averla presa per mano la ringraziò per quello che aveva fatto.
-Beh, anche se mi sarebbe piaciuto vedere come te la saresti cavata, volevo evitarti una brutta figura davanti a tutti-
-Già. Ma non potrai leggere al mio posto per sempre-
-Per sempre? Stiles, tutto questo passerà presto. Fidati di me- gli disse, alzandosi sulle punte e baciandolo.
-Come fai ad esserne così sicura?-
-Lo so e basta. Usciremo da questa storia tutti interi, e ne usciremo insieme-
-Xilazina. Un tranquillante per cavalli. Con un coyote dovrebbe far effetto nel giro di pochi secondi. Ne ho solo tre. Perciò il tiratore deve avere un’ottima mira- disse Deaton.
Quel coyote di cui stavano seguendo le tracce era risultato essere una persona. Il concetto era ancora estraneo ad Elis, non era ancora entrata in pieno nella dinamica del soprannaturale. Come poteva una persona, una ragazza, essere intrappolata nel corpo di un coyote? Com’era umanamente possibile? Beh, di certo licantropi, streghe e chissà quali altre creature che la circondavano non aiutavano la causa. Comunque, alla fine avevano deciso di fare qualcosa per far tornare quel coyote alla sua vera forma umana. Non sapevano ancora bene come, era per quel motivo che adesso erano lì alla clinica.
-Allison ha una mira perfetta- gli rispose Scott.
-Beh… l’aveva- intervenne puntiglioso Isaac.
-Può farcela-
-Se troviamo quella cosa-
-Ok, che cosa ci fa lui qui? Davvero, a che ci serve? Con il suo continuo pessimismo e la sciarpa? Perché hai la sciarpa a proposito? Non siamo nemmeno sotto lo zero- disse Stiles, che ovviamente non sopportava più il pessimismo di Isaac, che per Elis era anche un po’ realismo.
Restava il fatto che lei non sapeva che cosa pensare, non sapeva da che parte schierarsi, quindi se ne stava lì in silenzio, ascoltava e basta.
-Solo il solo che fa domande che nessun altro vuole fare. Ad esempio, come facciamo in modo che il coyote torni una ragazza quando non ha forme umane da otto anni?- chiese.
Ecco, proprio quello che stava pensando lei.
-Per caso riuscite anche a leggere nella mente?- si lasciò sfuggire.
-Non mi dire che sei d’accordo con lui- le disse Stiles.
-Ascolta, è ancora tutto nuovo per me. Ancora non riesco ad immaginarmi una ragazza che magicamente diventa un coyote, o viceversa. Scusatemi, ma…-
-Posso farlo- la interruppe Scott.
-Davvero?-
-Ricordi quando Peter ci ha chiusi a scuola? Nella palestra è riuscito a trasformarmi solo con la sua voce. Come Deucalion nella distilleria-
-E’ un coyote mannaro, Scott. Non sappiamo se possa funzionare, anche se troviamo qualcuno che ti insegni-
-Per questo hai chiamato prima Derek-
-Sì, posso provare da solo. Ma in questo momento mi terrorizza anche solo trasformarmi in un licantropo-
-Ci serve un vero Alpha. Lo sai cosa intendo, un Alpha che fa cose da Alpha. Sai, un Alpha che sa mantenere il ritmo. Sai, tenerlo…-
-Alto?-
-Perfetto. Sono un Alpha con problemi di prestazione-
-C’è qualcun altro oltre Derek a cui puoi chiedere aiuto?-
-Non mi fiderei di Peter- dichiarò Isaac.
A Elis sentire parlare così male di Peter ogni volta suonava strano. A lei non sembrava essere così spregevole, tutto il contrario. Magari avrebbe dovuto sedersi con lui e farsi raccontare le cose dal suo punto di vista. Isaac le aveva detto qualcosa, così come Stiles, ma forse sentirle da Peter avrebbe fatto un altro effetto. Magari c’era una ragione per la quale si era comportato in quel modo in passato. O magari era lei che vedeva sempre il buono nelle persone e Peter era davvero il mostro che tutti le descrivevano.
-Magari i gemelli?-
-Non sono più Alpha. Dopo quello che ha fatto Jennifer sono quasi morti. Quella parte di loro non esiste più- 
-Ok, e se chiedessimo a mia madre?- propose Elis.
-Vai avanti- le disse Deaton.
-Voglio dire, magari c’è qualche sorta di incantesimo che lei può fare. E magari tu non dovresti nemmeno trasformarti. O che ne so…-
-Potrebbe essere una soluzione per adesso. Scott, tu e Stiles andate da Emma e raccontatele tutto. Elis, tu e Isaac, invece, cercate di convincere Allison-
E così fecero. Lei e Isaac si avviarono a casa di Allison, che aveva già pronto l’enorme fucile che avrebbe usato. 
 

Emme's corner: 
Ehilà. Boh, ho voluto pubblicare, ma come vedete il capitolo non era nemmeno finito. Ma non importa, perchè questo era l'ultimo. Ho deciso di non continuare la storia. Non ho ispirazione, ragazzi, proprio per niente. Pensate che ho una OS salvata da quasi due mesi -e ripeto due- ho già il banner pronto ed ho scritto solo 100 parole. Io proprio non lo so... Comunque, per farla breve, questa storia l'avrei continuata sulla linea della Season 3b. Nel senso che ci sarebbe stata tutta la storia del Nogitsune, di Stiles ed Elis che affrontano la cosa, Elis che non riconosce più lo Stiles di cui si è innamorata e via di lì... Solo che avrei trattato la storia del Nogitsune un po' diversamente, visto che avevo altre informazioni a riguardo. Però mi piacciono gli Happy Ending, quindi alla fine Stiles ed Elis sarebbero vissuti per sempre felici e contenti. Ta-daan! Storia finita, avete visto quanto ci vuole poco? Scherzi a parte, volevo comunque ringraziare tutti quanti voi che avete letto fin qui, e voi che mi avete recensito e supportato. Grazie davvero. 
Non sto dicendo che non tornerò più a scrivere qui, assolutamente, quindi potremmo sempre rivederci. E... boh, qualunque cosa, ci sono per MP :D
#Emme#
  
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