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Autore: sonia1977    18/06/2014    1 recensioni
E' senza trama rispecchia il mio umore: “Harry… hai fatto… quello che… pensavamo… quello che era… necessario… che tu facessi… che tu… mi… odiassi…“
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Severus Piton | Coppie: Harry/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Da Epilogo alternativo
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I personaggi sono sono miei, o non sarei qui a scrivere storie, ma starei in vacanza in montagna in un luogo senza spazio e tempo a pensare...


Era una notte senza Luna, il cielo nero, denso e cupo sopra Hogwarts nascondeva il castello alla vista di amici e nemici, anche coloro che vi abitavano facevano fatica a vedere scorgere le sue mura alla luce delle bacchette accese. Per quello Harry si era rintanato tra una finestra e un’armatura, era troppo buio perché lo potessero vedere, nessuno lo avrebbe notato lì.
Sospirò appoggiando la testa alla finestra gelata che creò subito una nuvoletta appannata sul vetro, grazie al contrasto caldo emesso dalla respirazione del ragazzo, portato dalla cupa notte d’inverno arrivata senza una stella.
Harry non riusciva a trovare la pace interiore dopo la guerra. Aveva sconfitto e ucciso con un Avada Kedavra ben piazzato quel grandissimo bastardo di Voldemort, finalmente se l’era levato dai piedi, però prima di andarsene fuori dalla vista e dal creato, l'Oscuro aveva ucciso l’unica persona che veramente amava, l’unica che si era fatta in mille pezzi pur di aiutarlo.
Harry non riusciva a perdonarsi aveva salvato Fred, Ninfadora e Hermione, ma non lui, non era arrivato in tempo per toglierlo di mezzo.
Perché Riddle si era prodigato a farlo soffrire ancora? Perché non assestare una bella e veloce maledizione verde? No.
Meglio un Sectusempra, facendogli morire tra le braccia l’uomo che amava…
 
“Severus” mormorò la sua voce nel buio, erano passati sei mesi dal 2 maggio e nella scuola non c’era più il suo incedere marziale, non c’era una lezione di Difesa dove potesse perdere punti perché lo aveva impudentemente sfidato, non c’era dietro la colonna dell’ingresso, la sua figura nera pronta a decurtare cinquanta punti al primo sprovveduto che osava aggirarsi di notte nel suo territorio, e quello sprovveduto era lui, sempre solo lui. Era come se lo aspettasse. Harry si faceva beccare continuamente pur di stare con lui, e alla fine era esploso come un petardo. L’aveva trascinato nel suo ufficio e gli aveva urlato contro di tutto, insulti e improperi che lui ora neanche ricordava, ma rammentava la sua domanda: “Cosa cerchi qui, Potter?”
 
La sua risposta fu semplice e composta, due lettere: TE.
 
Si ricordava come il mago lo aveva guardato: neanche gli fosse spuntata una seconda testa! Che doveva assomigliare a quella del suo Capo Oscuro, considerando il suo sgomento. Harry ricordava di avergli sorriso e subito dopo di averlo baciato, da allora era diventato un appuntamento quasi fisso e con il tempo avevano capito di amarsi.
Da quel momento Harry aveva cominciato a temere il peggio: che il Preside lo espellesse per quell'amore, o peggio buttasse fuori Severus! Invece Silente in quel periodo se ne andava in giro ridacchiando a destra e a manca come se sapesse bene, quello che bolliva nel calderone. E come Severus ripeteva: “Meglio non sapere quanto sa! Molto meglio!”
 
Poi l’incubo era cominciato.
Non poteva essere!
Davvero Severus non poteva aver ucciso Silente davanti ai suoi occhi!!
Sapeva che era lì! Aveva confidato al Maestro delle Pozioni il loro piano di viaggio subito prima di partire.
In quel momento era come se tutta Hogwarts e i suoi mille anni di magia gli fossero caduti addosso, lo aveva ricorso e aveva provato a ferirlo, ricorda distintamente il dolore nei suoi due pozzi neri.
 
Poi la notte della battaglia di Hogwarts, la verità gli era arrivata addosso come una doccia fredda ancora una volta, Albus Silente che varcava la soglia dei cancelli, vivo e vegeto, seguito da lui.
Ricorda lo shock sul viso di molti, l’interrogatorio fatto da lui e Ron, con Kinsley e Minerva, tutte le domande poste. Era veramente Silente e quel volo, la sua morte erano solo una messa in scena progettata con cura, ben un anno prima! Era solo l'ennesima strategia attuata sulla sua scacchiera, e come aveva preventivato le pedine si erano mosse  a suo desiderio.
 
Ora tutto era finito, e Harry si chiedeva come poteva essere sopravvissuto ancora una maledetta volta.

Harry… mi dispiace!”
“No, Severus ti prego! Non parlare… Dispiace a me, non essermi fidato, io… io… dovevo fidarmi di te e ti ho abbandonato, ti ho attaccato, ti prego amore mio rimani con me.”
“Harry… hai fatto… quello che… pensavamo… quello che era… necessario… che tu facessi… che tu… mi… odiassi…“  un rantolo. “Harry… non funzionerà… troppo… profonda…”
“Sono qui con te e non ti lascerò morire, Severus!”
“Harry… guardami…”
 
Una mano gentile gli strinse una spalla.
Conosceva quella mano, ricordava la furia ceca che si era impossessata dei suoi occhi azzurri, erano due lande ghiacchiate pronte ad uccidere. Quando aveva sentito l’urlo di Harry e i suoi occhi avevano registrato la causa di quel nome urlato con terrore e dolore. Il giovane rammentava come lo sbucare di ombre dalla nebbia, l’anziano alzare la bacchetta e duellare contro Riddle. Vedeva il mago oscuro arretrare intimorito davanti a quel mago anziano, ma potente e furioso.
Ricordava il crepitare della magia nell’aria, la precisione e la potenza che Silente metteva negli incantesimi mentre l’avversario poteva solo provare a deviarli.
 
Solo quando si era reso conto, tra le lacrime copiose, che anche lui non c’era più, si era alzato e aveva affiancato Silente. E per l'Oscuro Signore fu davvero la fine.
Hermione gli disse che sembravano due guerrieri di altri temi, fieri e possenti, che le ondate di magia sprigionate arrivavano come carezze per coloro che gli erano amici, ma lampi per i nemici. Per quanto aveva provato a contrastarli Voldemort aveva fallito e l’Avada di Harry era andato a segno decretando la fine della guerra.
 
“Preside.”
“Harry, amico mio, non devi restare qui. Devi svegliarti.” il ragazzo scrutava assente quegli occhi che gli sorridevano gentili.
“Non posso... non ci riesco, non senza di lui…” Albus lo sorresse mentre accompagnava il suo corpo giù dalla finestra.
“Andrai da lui fin troppo presto, ragazzo mio. Ci lascerai troppo prima del tempo.” ammise con voce greve. “Devi stare con coloro che ti amano, con i tuoi amici per tutto il tempo che ti rimane. Poi potrai stare con lui fino alla fine dei tempi.”
Harry avvertì sul suo viso un dolce carezza degna di un nonno e si tuffò tra quelle vecchie ma solide braccia. Il Preside lo strinse a se, consolandolo per quanto possibile. Sapeva bene che per un dolore tanto grande la rinascita completa era impossibile.
 
Harry con la mente e col cuore, restò con i suoi amici e con il Preside fino alla fine dei suoi giorni, morì per la maledizione lanciata da Bellatrix sei mesi dopo quella fatidica notte.
lLintero Mondo Magico presenziò al suo funerale, persino Draco Malfoy.
Il suo corpo venne seppellito ad Hogwarts come richiesto accanto alla lapide di un altro eroe.
 
Quanto la cortina di pioggia si aprì dall’altro lato, Harry vide un'immenso campo di grano dorato elevarsi a perdita d'occhio, avanzando notò subito una nera figura che sorridendo gli correva incontro e di slancio lo abbracciò.
“Harry sei qui! Se arrivato troppo presto.” la voce di Severus, riudirla finalmente portava gioia al suo cuore.
“Senza di te, laggiù non era vita. Era una sopravvivenza d’inferno!” rispose il ragazzo sorridendo mentre finalmente il sorriso si estendeva agli occhi, che non sorridevano più da un anno oramai.
“Ora siamo insieme.” lo rassicurò l'uomo. “Per sempre.” aggiunse congiungendo le loro fronti, allungando le labbra per rubare un bacio.
Una voce arguta ruppe il momento all'improvviso, sul volto di Severus si disegnò una smorfia irritata mentre lo prendeva per mano, borbottava come un calderone e lo conduceva chissà dove; un'incomprensibile sfilza di parole usciva dalle sue labbra tirate nel cui mezzo Harry riconobbe solamente la parola Black.
Proruppe in un'enorme risata, mentre una mano finiva d'istinto a tenergli la pancia per impedirgli di cadere.
Non si era mai sentito così felice.
  
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