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Autore: Aishillin    18/06/2014    3 recensioni
Seconda One-shot sui missing moments tra Draco ed Hermione.
Che Hermione abbia lasciato l'aula di Divinazione, abbandonando definitivamente la materia, lo sappiamo tutti. Ma cosa è successo una volta scesa da quella botola? Forse si è sfogata con qualcuno altrettanto desideroso di liberarsi dai suoi pesi.
Dal testo:
...Parlò con voce piatta, incolore. “Pensi questo, allora? Tu come tutti gli altri. Non sono abbastanza, giusto? Non abbastanza bravo con la scopa, non abbastanza bravo a scuola… sono il migliore in Pozioni, lo sai? Sono in grado di preparare intrugli al livello del GUFO. Ma pensi che qualcuno ci creda? NO! Sono il favorito di Piton, il privilegiato. Per il mio nome, per la mia Casa… non è mai merito mio, vero?!”
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Idealmente la storia si ricollega a "Il libro che cerchi è sul terzo scaffale, l'ultimo in fondo"; sebbene sia ambientata ad un anno di distanza.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Missing Moments'
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Hermione corse giù dalla torre Nord, furibonda.
Come osava quella donna, incrocio tra una mantide e un pipistrello, definirla frivola… solo a pensarci le prudevano le mani come qualche ora prima davanti a quel verme di Malfoy.
Svoltò veloce nel corridoio una volta tornata al piano terra, decisa a rifugiarsi in biblioteca e a rimettersi in pari con gli incantesimi rallegranti. E pensare che era certa di aver usato la Giratempo dopo la lezione di Incantesimi, e non prima!
Immersa in simili pensieri, nemmeno si accorse dello studente che si avvicinava velocemente verso di lei, anche lui totalmente distratto; impegnato a leggere una lettera con l’aria concentrata. Una lacrima riluceva dal suo occhio sinistro, e si stava apprestando a cancellarla del tutto, quando si ritrovò addosso un’ingombrante presenza.
I due finirono malamente per terra, la lettera volteggiò leggiadra fino a terra mentre i ragazzi cercavano di rimettersi in piedi.
Gli occhi grigi e quelli castani dei due si incontrarono a metà strada, proprio quando dalle labbra della ragazza iniziavano a fluire le prime scuse.
Scuse che furono interrotte sul nascere dal tono aspro del biondo.
“Granger! Ora non guardi nemmeno dove metti i piedi?!”
“Hai ragione, scus… no, aspetta! Potrei dire la stessa cosa di te, Malfoy! La colpa è tanto mia che tua!”
“Io ero impegnato in ben altro! E poi tu hai molto di cui scusarti, non credi?” Altero, il biondo la fissò con aria di superiorità, rimettendosi in piedi e guardandosi bene dal tenderle la mano per aiutarla.
“Non ho nulla di cui scusarmi! Sei solo un piccolo viscido e schifoso! Ti piace così tanto rovinare la vita agli altri?”
“Ai babbei come quello lì? Sempre e comunque!”
Fu veloce. Qualcosa di simile a un déjà-vu. Un movimento veloce del braccio, l’incurvarsi veloce del polso e poi… SCIAFF! Il secondo schiaffo della giornata arrivò a segno sulla guancia del Serpeverde.
“Non… Osare… Mai più… definire Hagrid… un babbeo!” La ragazza aveva il fiatone, sembrava reduce da una corsa di interi chilometri. Respirava a fatica, concitata, e sembrava stesse facendo del suo meglio per contenersi. “Non ci provare nemmeno! Hagrid è una splendida persona, fa sempre del suo meglio! Cosa che invece non si può dire di te, Malfoy!”
Gli occhi del biondo scintillarono, rabbiosi. Poi, all’udire l’ultima frase, l’odio e il rancore sparirono, rimpiazzati da qualcosa di più profondo, che fece nuovamente luccicare gli occhi argentei per le lacrime. Hermione poté notarlo per solo un secondo, perché il ragazzo si affrettò a distogliere lo sguardo.
Parlò con voce piatta, incolore. “Pensi questo, allora? Tu come tutti gli altri. Non sono abbastanza, giusto? Non abbastanza bravo con la scopa, non abbastanza bravo a scuola… sono il migliore in Pozioni, lo sai? Sono in grado di preparare intrugli al livello del GUFO. Ma pensi che qualcuno ci creda? NO! Sono il favorito di Piton, il privilegiato. Per il mio nome, per la mia Casa… non è mai merito mio, vero?!”
Rialzò il viso, furente. Le lacrime minacciavano ormai di sgorgare, ma le arginò veloce con la manica della divisa.
“Sono stato preso come cercatore a Serpeverde, ma indovina un po’? Non so nemmeno se il merito è stato mio, o è stato mio padre a comprarmi l’ammissione! Perché lasciar fare a me era infattibile, vero? Perché io non sono abbastanza bravo, a prescindere!”
Hermione lo guardò, sconvolta. Solo in quel momento notò la lettera che aveva in mano prima dello scontro, posata sul pavimento a nemmeno un metro da loro. Non serviva un genio per comprendere che conteneva delle critiche, molto probabilmente paterne.
Improvvisamente vide il Serpeverde per ciò che era: un ragazzino, terrorizzato di non essere abbastanza per i suoi genitori, timoroso che le gesta di Harry Potter lo mettessero in ombra in una gara a cui non poteva nemmeno partecipare.
“Non si può essere perfetti.”
L’aveva appena mormorato, inconsciamente.
Ma Draco la sentì. Smise di inveire contro il mondo, di asciugarsi convulsamente le lacrime con le maniche della divisa e di parlare a ruota libera. Forse si era persino dimenticato di star parlando in sua presenza. Non era molto diverso da un fiume che dopo anni di tentativi rompe l’argine, e che devasta campi e strade intorno a esso, fuori controllo. Ma quando la sentì riprese coscienza della situazione. Si vergognò, per qualche istante, di essersi esposto così tanto di fronte a qualcuno che l’aveva schiaffeggiato ben due volte nell’ultima giornata.
Ma nei suoi occhi non vide derisione. Né desiderio di vendetta, né macchinazioni. Lei si limitava a sorridere, incoraggiante. “Non si può essere perfetti” ripeté, sempre sorridendo.
“Già. Immagino che sia così.” Il biondo si ricompose, riprendendo quell’aria gelida e distante che assumeva solitamente.
Hermione si dimenò, a disagio. Sapeva che c’era ancora qualcosa che doveva dirgli. E un’occasione così propizia non le sarebbe più ricapitata. Erano solo loro due ora.
“Volevo anche… dirti grazie”
A quelle parole, il biondo alzò un sopracciglio. Hermione lo interpretò come un invito a continuare.
“Per lo specchietto… l’anno scorso. Non sono riuscita a dirtelo prima perché sono rimasta pietrificata e perché…”
“Perché è tua abitudine prendere a schiaffi quelli che ti hanno salvato la vita.” Concluse il biondo con aria sprezzante.
La ragazza sbuffò. “Gli schiaffi te li sei meritati, Malfoy. Su questo non si discute. Ma ti sei meritato i miei ringraziamenti. Mi hai salvato la vita, è vero. Grazie.”
Il biondo sorrise. Non disse nulla, si limitò a infilarsi le mani nelle tasche e a chiedere: “E tu? Perché andavi come un treno per i corridoi? Non hai lezione? Mi pareva seguissi tutte le materie, o quasi.”
Hermione notò con stupore che ormai la conversazione aveva preso non solo una piega civile, ma persino amichevole. Draco era appoggiato alla parete del corridoio, lei aveva posato a terra la borsa ed era seduta su un gradino.
“Ho appena lasciato definitivamente Divinazione. La Cooman… non mi ritiene dotata della Vista.”
Aveva cercato di parlare con tono leggero e indifferente, ma si era resa conto benissimo che verso la fine della frase la sua voce aveva ceduto.
Malfoy sorrise. “E tu credi anche a quella pazza? Non è nemmeno in grado di prevedere cosa ci sarà per pranzo!”
“Vero.” Hermione sorrise, pensando che poco al mondo sarebbe stato più improbabile di un Draco Malfoy che cercava di consolarla. “Però… è fastidioso che una pazza sputi sentenze e ti dichiari incapace nella sua materia solo perché non pendi dalle sue labbra!”
Il biondo stavoltà scoppiò a ridere, staccandosi dalla parete e iniziando a camminare. La superò di una decina di passi, poi si voltò e le disse: “Ehi, in fondo non si può essere perfetti.”
Anche Hermione sorrise stavolta, e il sorriso si trasformò in una vera risata quando la voce del biondo la raggiunse dal fondo del corridoio: “E mi raccomando, non una parola di questo scambio di confidenze!”
“Puoi contarci, Malfoy.” Mormorò Hermione, riavviandosi verso la biblioteca.



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Eccomi di nuovo, con la mia seconda One-shot ispirata alla mia coppia preferita. 
La mia intenzione è quella di creare altri "missing moments" del genere fino al sesto libro e poi (se tempo fantasia ed esami lo permetteranno) creare una long alternativa al settimo libro. Chi vivrà, vedrà; visto che per ora ho in mente solo la prossima One-shot!
Come sempre, grazie a chi legge, a chi commenta, a chi inserisce la storia tra preferite, seguite o da ricordare.
Ash.

 
   
 
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