Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: wrjms    18/06/2014    4 recensioni
Sherlock brucia la casa.
O forse no.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I don't have friends. I've just got one.'
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Prompt: Incendio
Word Count: 623
Genere:
Comico,
Demenziale, Slice of life

Pairing:
pre!Johnlock


Non era sicuro di come fosse accaduto. Era successo e basta. Tutto nel giro di pochi secondi, di per giunta; quindi, insonnolito e preso dal panico, non era nemmeno riuscito a pensare.
Ora, sotto la doccia fredda del temporale, in pigiama nel bel mezzo della strada, fradicio e tremante, John Watson si chiedeva cosa lo avesse spinto a trasferirsi con Sherlock Holmes.

Era accaduto d'improvviso: John sognava come non sognava da molto, ovvero con serenità,
poiché dei suoi sogni ultimamente non rimanevano che pillole amare e tartassanti o angoscianti ricordi di guerra. Nel sogno in questione, comunque, era disteso sulla sabbia bianca di una qualche spiaggia esotica ed il sole gli splendeva caldo sul viso, senza scottarlo, semplicemente sciogliendo il freddo che Londra gli aveva piazzato nelle vene. Eppure, eppure – eppure quel sole era iniziato a diventare eccessivo, scottante e invadente, e John iniziò così a divincolare nel sonno i suoi arti indolenziti, inconsapevolmente, perché faceva davvero troppo caldo e stava così bene fino a poco prima e oh Dio perché non posso avere una dormita decente lasciatemi dormire voglio dormire ma fa caldo portate via questo caldo non ce la faccio più Gesù Sherlock sei sempre tra i piedi.
E fu proprio Sherlock, a sorpresa, quello che lo scosse dal suo sogno improvvisamente finito male: John si svegliò non appena udì il suono della sua voce e tentò di mettere a fuoco i riccioli del suo coinquilino, seccato per il brusco risveglio e assonnato per la dormita. Tuttavia il calore sembrava persistere attorno al suo corpo e John s'accorse di navigare nel suo stesso sudore: le coperte sembravano un sudario, la sua fronte era cosparsa di goccioline. Prima che potesse realizzare qualsiasi cosa, gli occhi di Sherlock si fecero vicini e le sue mani lo scossero tentando di rizzarlo a sedere, e la voce inquietata dell'uomo urlò il suo nome nelle sue orecchie. «John, John, John, John, John, ora, dobbiamo andare ora, ORA!».
John Watson titubò per un secondo. Non era infatti la prima volta che Sherlock Holmes lo svegliava nel cuore della notte chiedendogli di muoversi per qualche motivo, fosse un caso o il bisogno del consulting detective di un qualche ingrediente per i suoi esperimenti. Eppure, quella sera, la voce di Sherlock pareva avere qualcosa di diverso, qualcosa di simile al panico, e Sherlock lo stava letteralmente tirando fuori dal letto di peso e--
«Cristo, Sherlock», esclamò John, «che cosa diamine hai fatto?». John, John con la mente da soldato, John che era ancora in guerra, John che era stato addestrato per mesi a questo fine – John riconobbe i segni; il caldo, il panico, la puzza di fumo,
il fumo stesso. Non mancava nulla, eccetto appunto il fuoco, ma non era assolutamente desideroso di trovarselo davanti. «Che diamine hai fatto, Sherlock?», ripeté, e quasi inciampò nelle lenzuola nel tentativo di lanciarsi fuori dalla porta.
«La bombola è esplosa non lo ho fatto apposta John oh mio Dio John dobbiamo uscire immediatamente John John John John
John!».
John, purtroppo, non aveva nemmeno tempo di arrabbiarsi, quindi trascinò fuori praticamente di peso il detective impanicato e lo spinse senza scrupoli in mezzo alla strada, ringraziando il cielo che Mrs Hudson fosse fuori città. Fu proprio un secondo dopo, mentre ancora aveva il fiatone e scrutava l'appartamento temendo di vederlo esplodere da un momento all'altro, che Sherlock parlò con voce totalmente disinvolta.
«Due minuti e cinquantasette secondi – John Watson, avrei potuto perdere un braccio e metà tessuto epiteliale per colpa tua. Il quale, grazie tante, preferirei conservare, insieme, magari, al resto della mia casa». E, così dicendo, lasciò svolazzare il suo cappotto nero dietro di sé e tornò nell'appartamento.
John rimase immobile come una statua.
Una prova antincendio.
Ovviamente.


Nota dell'Autrice
Fandom caro! Quanto tempo che non scrivevo ficcine su Sherlock – o quanto tempo che non scrivevo ficcine punto, o addirittura che non scrivevo proprio. M'è venuta una spasmodica voglia di one shots randomissime sul miglior - anche – perché – unico consulting detective del mondo, quindi eccomi qui, con una fic che non mi convince per niente ma sono le undici di sera e sono stanca quindi who cares
Spero che almeno a voi sia piaciuta. A presto, magari con una fic più decente! (◡‿◡✿)
- WJ


   
 
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