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Autore: Evaney Alelyade Eve    19/06/2014    3 recensioni
Una mattina di Gennaio, la più fredda del mese, gli Alfa tornano e Derek li affronta, mentre Stiles non può nulla se non ascoltare con il cuore in gola quella che sembra a tutti gli effetti una lotta.
Derek sparisce, e anche se tutti lo reputano morto, Stiles sa che quello stupido sourwolf è lì, da qualche parte..
Genere: Angst, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski , Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Fandom: Teen Wolf
Pairing/Personaggi: Derek Hale/Stiles Stilinski, un po' tutti, Nuovo Personaggio, Alpha Pack, lieve accenno Peter Hale/Chris Argent, Scott McCall/Isaac Lahey,
Rating: Giallo.
Chapter: 26/?
Genere: Angst, mistery, introspettivo, sentimentale, Dark.
Warning: Slash, sequel di
Breathe your life into me, I can feel you.
Note: Il titolo è una strofa di "The Calendar" – Panic!AtTheDisco.
Il rapporto di Peter e Chris, è descritto quì, per chi se la fosse persa:
I found a note with your name and a picture of us
DISCLAIMER: Non mi appartengono, non ci guadagno nulla ç_ç

 

 

 

 

 

 

Put another ‘x’ on the calendar. Winters’s on its deathbed.

 

 

 

Chap XXVI






 


 

 

 

 

 

Alan sosteneva Yuhele, mentre camminavano velocemente nel bosco.
Qualsiasi cosa Meredith Stilinski avesse fatto sembrava averla indebolita parecchio, anche se la sua persona sembrava diventare sempre più lucida col passare del tempo.
“Ah!” caddero a terra quando Yuhele inciampò su una radice, allora Alan decise che era momento per un breve riposo ma anche per dei chiarimenti.
“Yuhele” iniziò, anche se il modo in cui lei lo guardava sembrava dirgli che aveva già capito.
“Alan...” si aggrappò alle sue braccia, rimettendosi a stento in piedi. Tremava ancora, ma la sua voce era chiara, una supplica che strinse spiacevolmente lo stomaco dell'uomo.
“Lo so, lo so che non ci stai capendo nulla e io vorrei davvero raccontarti tutto ma adesso non possiamo, lui...” sembrava in preda al delirio, mentre si guardava intorno con espressione inorridita come se vedesse cose che lui non riusciva a vedere.
Alan si chiese fin dove quella donna si fosse spinta con l'Evocazione.
Deglutì, riportando quegli impressionanti occhi argentei su di lui.
“Devi fidarti di me. Lui sa che sono qui! Non lasciare a nessun costo che mi prenda! Se lui mi prende... per tutti noi non ci sarà più alcuna speranza. Né Prescelti né nessuna magia al mondo potrà rompere il velo d'oscurità che ci distruggerà!”
E proprio quando la sua voce si spense da qualche parte nel bosco gli ululati ripresero con ancora più ferocia di prima; Yuhele spalancò ancora di più gli occhi, sembrava totalmente fuori di sé.
“E' tardi, è troppo tardi, è troppo... di nuovo, finirà come l'ultima volta e sarà nuovamente solo colpa mia. Che cos'ho fatto...?” poi, come se avesse ritrovato lucidità e un po' della forza che l'aveva sempre caratterizzata, lo spinse via.
Alan si aggrappò ad un albero vicino per non cadere, scioccato.
“Va via!” urlò allora lei. C'era una determinata rassegnazione sul suo viso e molto, molto di più, un abisso sull'anima della donna che aveva sempre ritenuto di conoscere e che gli fece venire la pelle d'oca.
“Hai appena detto-”
“Lo so cos'ho appena detto, ma non importa più, ormai. Hanephi we è qui. Non c'è più speranza per me ma non permetterò ai Tributi di uccidere anche te.”
“Stai dicendo che dovrei lasciarti qui in balia di quei... quei mostri e andarmene? Onestamente credevo mi conoscessi meglio di così, Sunaye.”
Yuhele sorrise all'uso di quel titolo. Una lacrima le solcò il viso.
“Oh, non merito più quel titolo. Mai, nemmeno una volta ne sono stata degna. Alan ascoltami: tu sei... sei una guida per i ragazzi di questo posto. Loro hanno bisogno di te, non di me. Se mi sta cercando sta sicuro che mi troverà ed io... io devo andare, devo- ho promesso, capisci? Alla mia Merehe, a Dylan... Stiles non può pagare il prezzo per il mio peccato.”
Alan trattenne il fiato. La vittima che diventa Carnefice.
Aveva capito che l'animo puro doveva essere Stiles, l'aveva capito eppure... sentirlo dire ad alta voce l'aveva reso fin troppo reale per i suoi gusti. Si trattenne a stento dal mettere fisica distanza fra sé e quelle parole.
“Che cosa devo fare?” chiese, sull'orlo della disperazione. Non aveva affatto idea di quello che avrebbe dovuto fare in una situazione di cui lui non sapeva decisamente nulla.
“Nella mia capanna c'è il mio formulario: trova l'incantesimo di chiamata e convoca i Dodici. Dì loro che il velo sta calando. Capiranno subito quello che sta succedendo; poi trova Peter e Chris, raggiungete Derek e Cora-” la voce si spezzò in un singhiozzo.
Alan non disse nulla e non ce ne fu bisogno.
“Trovali” continuò la donna quando fu sicura che la voce non le tremava più “ed aiutateli a compere il loro Destino.”
Alan annuì ma non fece alcun passo indietro: una voce furiosa nella sua testa gli ordinava di non obbedirle, di portarla con sé...
Yuhele si voltò, dandogli la schiena. La sua voce era atona ma decisa.
“Andrà bene.” promise ed Alan sapeva che stava mentendo ma l'assecondò.
“Sì.” l'addio pendeva sulle loro teste come la spada di Damocle. Nessuno dei due lo disse ad alta voce.
L'ululato era sempre più vicino.
“Và!” ordinò lei poi prese a correre verso il fitto del bosco ed Alan prese a muoversi nel verso opposto. Non pensò a quello che le sarebbe successo, si concentrò su quello che lei gli aveva ordinato.
Se non poteva salvarla, almeno avrebbe fatto come chiedeva.


 

***


Peter e Chris camminavano nel bosco più svelti che potevano.
Il primo era stranamente teso, incredibilmente silenzioso per uno che non perdeva mai occasione di fare battutine dal dubbio gusto. Chris, dal canto suo, decise che era meglio non disturbarlo.
Una serie di ululati ruppe il silenzio del bosco e Peter imprecò.
“Cosa?” chiese sconcertato il cacciatore, guardandosi intorno come a voler scorgere la fonte di quell'orribile suono.
“La situazione è più grave di quanto pensassi.” rispose ermetico l'altro, cominciando ad avanzare con più decisione verso nord. Chris sapeva che lì c'era la capanna di Yuhele ma non capiva l'utilità di quella fermata. Fatto sta che si fidava di Peter ed aveva anche bisogno di risposte così, per il momento, si sarebbe lasciato guidare dall'altro.
La radura al centro della quale era posta la capanna era... desolante, Peter non avrebbe saputo trovare altre parole per descriverla. Era come...
“Morta.” sussurrò l'altro, avanzando di qualche passo verso la casetta.
“Già.” borbottò l'Hale, guardandosi attorno: la natura sembrava smorta come se l'assenza della padrona di casa avesse portato via la vita dalle piante. E degli animali.
Allora Peter scoprì, sorpreso, che tutta la vegetazione sembrava essersi ghiacciata dall'interno e che gli animali erano spariti nelle loro tane terrorizzati. Non se n'erano accorti arrivando perché erano troppo concentrati sul loro compito per notare alcunché.
Qualcosa nel bosco, ad una cinquantina di metri da loro, colpì il suo udito e d'istinto si parò dinanzi all'amico, frapponendosi fra la sua fragile vita umana e l'eventuale nemico che si avvicinava.
“Peter...” Chris sembrò aver capito le sue intenzioni ed era già pronto a ricordargli che non era un moccioso ma l'occhiata dell'altro, così seria e feroce, lo costrinse a desistere.
Peter sentì i muscoli tendersi mentre si apprestava ad attaccare chiunque si avvicinasse anche solo più di cinque metri a loro due. Sentì le zanne crescere insieme agli artigli, la forza diventare padrona del suo corpo insieme all'istinto, l'ululato di avvertimento già faceva vibrare le sue corde vocali e poi... Deaton spuntò dagli alberi, sudato e sconvolto.
Sembrava uno che aveva appena perso dieci anni di vita in un sol colpo.
“Dannazione!” si lasciò scappare Chris, portandosi accanto dell'amico che si era già rilassato ed ora osservava con seria curiosità l'altro mentre si faceva loro incontro, il petto che si alzava ed abbassava sincopato, segno che aveva corso fin lì senza fermarsi mai.
“Alan che cos'è successo?” chiese il lupo rapidamente, avvicinandoglisi, seguito dall'altro.
L'uomo tremava, sembrava dovesse vomitare da un momento all'altro ma i suoi occhi brillavano di determinazione. Era chiaramente un uomo con una missione importante.
“Dobbiamo trovare Derek.” disse l'altro, avviandosi verso la capanna “e Cora. Dobbiamo fermare Deucalion, dobbiamo convocare i Dodici e fermarlo.”
“Fermare chi?” chiese l'Argent, quando entrarono nella capanna.
“Hanephi we.” rispose l'altro mentre cominciava a frugare all'interno dell'abitazione.
“Chi diavolo è?”
“Non ho tempo di spiegare” rispose sbrigativo, rovesciando sul tavolo il contenuto della borsa di Yuhele, unico possesso della donna.
“Stai cercando il formulario, vero?” I due, eccetto Peter, sobbalzarono quando una quarta voce parlò all'improvviso dalla soglia di casa.
Si voltarono tutti e tre contemporaneamente: pallido come un fantasma, con il formulario di pelle fra le mani, Dylan Stilinski ricambiava i loro sguardi con un'aria sconvolta.
Peter concentrò l'attenzione sull'uomo nel tentativo di prevenire un attacco di cuore ma questo batteva ad una velocità regolare, nonostante l'aspetto dell'uomo facesse pensare che era preda di una terribile angoscia.
“Dove?” chiese Alan, correndogli quasi incontro. Chris si chiese perché diavolo non sembrasse affatto sorpreso del fatto che l'ignaro Sceriffo non solo stringesse tra le mani il libro rovinato ma che sapesse perfettamente che cosa conteneva, a chi apparteneva e cosa stesse succedendo. Scambiò una breve occhiata con Peter scoprendo, con sua grande frustrazione, che nemmeno l'altro era tanto sorpreso.
“Mi ha detto Meddie dove trovarlo.” rispose semplicemente l'uomo e se gli altri tre notarono l'emozione nella voce dell'altro fecero finta di nulla.
Alan annuì prendendolo fra le mani.
“Dylan dovrai aiutarmi a contattare i Dodici e-”
“No” rispose lapidario l'uomo. Adesso sembrava arrabbiato. “Voglio prima sapere dov'è mio figlio.”
Deaton si era aspettato una domanda del genere e represse a stento la voglia di urlare che mentre loro perdevano tempo a scambiarsi informazioni, Yuhele era sempre più vicina alla morte. Che tutti loro erano sempre più vicini alla morte. Però l'uomo meritava di sapere che suo figlio non era più se stesso.
“D'accordo.” assentì alla fine, facendo loro segno di uscire dalla casa che cominciava a diventare soffocante. Quando furono usciti, si voltarono tutti a guardarlo.
Alan prese un profondo respiro.
“Non so molto su quello che è successo in passato, temo, ma posso dirvi quello che ho visto e capito: la Luna Rossa, Hanephi We, si è risvegliata e ha preso possesso del Prescelto, corrompendone il cuore puro. Scott e i suoi amici sono stati letteralmente massacrati dal Carnefice e sono diventati Tributi, ovvero sono posseduti da cinque spiriti in cerca di vendetta. Yuhele è- lei è la luna nascosta ma l'abbiamo scoperto troppo tardi, perché i cinque ragazzi sono già posseduti e non c'è modo di fermarli. Yuhele è andata... andata incontro al nostro nemico per cercare di salvare...” la voce si spense, incapace di pronunciare il nome che avrebbe mandato in pezzi lo sceriffo.
“No!” urlò l'uomo con così tanta angoscia che Alan sentì i propri occhi inumidirsi di riflesso, quando la consapevolezza fece breccia nella sua mente. Divenne ancora più pallido.
“Mi dispiace, io-” ma non sapeva come continuare. Che poteva dirgli? Mi dispiace se non ho saputo leggere segni che io non sapevo nemmeno esistessero?
“La ucciderò.” la voce tremava di rabbia adesso. Il suo viso era viola. “Quando avremo risolto tutto questo casino ucciderò Yuhele! Le avevo detto di non coinvolgere mio figlio in questa sua crociata-” le parole vennero di nuovo meno ma Dylan non sembrava nemmeno in grado di continuare così Alan si precipitò nel bel mezzo della radura e cominciò a recitare la formula per invocare il consiglio.
Kipa omniye, wikamna akenipa, tuwe ya. Oh! Akicita Itaca, Hahepi hihpa ye!
Non accadde nulla. Alan ricontrollò più e più volte chiedendosi cosa avesse sbagliato quando un vento fortissimo girò le pagine del formulario fino a chiuderlo. Quando alzò gli occhi Dodici figure erano davanti a lui, in cerchio.
Li aveva già visti, certo, ma adesso da così vicino incutevano timore e rispetto.
Hau.” disse, mettendosi dritto. I Dodici accennarono un saluto.
Wa onspe wicaki ye” dissero all'unisono “Yuhele. Unkis wa uspe.”
Sapevano che cosa stava succedendo.
Winyan cin okiye!”
I Dodici annuirono e Alan sentì nascere la speranza nel proprio petto...
Yuhele hihpaye okiksahe.
… la speranza morì così com'era nata, sostituita dalla rabbia.
“Se adesso l'abbandonate lei morirà! Moriremo tutti!” non si rese conto né di essersi alzato né di star urlando.
Onsiya kel!” sputò con astio Luta. Alan ricordò di come avesse osteggiato Yuhele quando li aveva convocati.
Alan guardò Tatanka, il capo del Consiglio, nella speranza che decidesse di cambiare idea, ma il suo viso era stoico come quello degli altri.
He.” disse con tono perentorio, poi svanirono così com'erano apparsi, lasciando Alan e probabilmente tutto il mondo nella più nera disperazione.


 

***


Derek e Cora erano nei pressi di casa Hale quando scoppiarono nuovamente gli ululati.
“Non sono i nostri.” mormorò spaventata la ragazza, aggrappandosi al braccio di Derek. Il ragazzo avrebbe voluto allontanarla ma sentiva una certa consolazione nel sentirla vicino, un conforto che solo pochi gli avevano dato in vita sua. Inoltre aveva paura anche lui.
Il suo branco, Deucalion e lo scontro che si apprestava a sostenere, Stiles che sembrava essere svanito dalla faccia della terra... dov'era? Era al sicuro?
Il non sapere lo stava facendo diventare matto.
“Avevi detto di aver qualcosa da dirmi.” disse alla ragazza, più per distrarsi dal cupo corso dei propri pensieri che per vera curiosità.
Cora diventò immediatamente rigida al suo fianco, la presa sulla sua giacca di pelle si strinse così tanto che non si sarebbe sorpreso nel vedersi strappare il tessuto.
“Io... ti ho detto delle casate dei lupi, vero?”
Derek annuì, perplesso davanti alla sua titubanza.
Cora prese un sospiro, e continuò a parlare senza guardarlo negli occhi. Il suo battito cardiaco era aumentato, così come l'odore di paura e nervosismo.
“Cora, cosa-”
“Derek io sono una discendente dei Tallish.”
Quella rivelazione sembrò pensare su di loro come un macigno: il conforto che aveva provato nella vicinanza della ragazza adesso era sospetto, un allarma di pericolo...
“No!” esclamò la ragazza, guardandolo spaventata: aveva letto il cambiamento nel suo odore. Derek si allontanò, guardandola come se non riuscisse veramente a vederla.

“No, ti prego non è- non sono qui per ordine suo! Sei pazzo?!” sbottò la ragazza, facendo un passo verso di lui. Derek ringhiò e lei si fermò, sconvolta.
“Derek ti supplico ascoltami! Tu non puoi uccidere Deucalion se prima non uccidi Stiles.”
Il sangue nelle vene gli si gelò mentre qualcosa sembrava spezzarsi e crollare dentro di lui, sogni che aveva dimenticato si fecero largo nella sua mente: Stiles a terra ricoperto del proprio sangue, le sue mani sporche di questo, Deucalion che ricambia il suo sguardo...
Fece un passo indietro, involontariamente. No. Non poteva. Non l'avrebbe fatto.
Il cielo nero non era nulla in confronto alla disperazione che l'aveva travolto e minacciava di soffocarlo. Una nuova serie di ululati squarciò il cielo e sembrava fare eco alle sue emozioni.


 

 

 

 

 

 

 

 

Dizionario Lakota:

Kipa omniaye... hihpa ye :

“Chiamo in consiglio i Dodici Grandi, Capi Guerrieri, il velo nero sta calando”.

Hau: Salve (rispettoso)

Wa onspe wicakiye: discepolo

Unkis wa uspe: Noi sappiamo.

Winyan cin okiye: Lei ha bisogno di aiuto.

Yuhele hihpaye okiksahe: Yuhele è caduto in un abisso.

Onsiya kel: miserabile!

He: Così è (stabilito)

   
 
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