La
grande battaglia per il destino del mondo era cominciata. Dieci Cavalieri a
difesa della Giustizia e della Pace, contro il più grande esercito che la
storia avesse mai visto.
Sul
campo di battaglia si vedevano già i primi morti. Fortunatamente nessuno di
questi era rivestito d’oro.
“Per
il Sacro Virgo!” Shaka scagliò per la centesima volta il suo colpo più potente.
Aveva il fiatone. Raquel aveva ragione. Non era ancora completamente in forze
per poter combattere al meglio. Cadde in ginocchio. Ma non aveva tempo per
riposare. Si rialzò e ricominciò a combattere.
Poco
più in la, Kanon stava dando se stesso.
“Galaxian
Explosion!” Evitò un colpo diretto saltando in aria. E poi colpì il suo nemico
con un calcio.
****
Dalla
Sesta Casa, Raquel osservava la battaglia. Ma era strana. Non era del tutto
presente. Con la mente volava a ricordi passati.
Ripensava
ad una visione che aveva avuto.
Tre
corpi stesi a terra. Erano morti! Uno di essi era…era Shaka!
Ciò
significava che sarebbe morto! No…non lo avrebbe mai permesso. Mai.
Corse
giù per la Sesta casa. Proprio mentre grossi nuvoloni neri stavano chiudendo il
cielo. Presto sarebbe venuto a piovere. Un fulmine cadde poco distante dal
campo di battaglia. Seguito da un tuono.
*****
Ares si guardava intorno. Il Vampiro
aveva ragione. Quei Cavalieri non erano da sottovalutare. Ma la ragazza non si
vedeva. Probabilmente le avevano impedito di combattere. Ma nonostante tutto
lui aveva sempre un piano di riserva. E questo piano prevedeva la morte di una
certa persona. E la discesa forzata sul campo di battaglia di un’altra.
Sogghignò, compiaciuto della sua stessa malvagità.
Poi
chiuse gli occhi. Li riaprì. In pochi attimi due figure gli furono accanto.
“Spavento,
Terrore, voi occupatevi dei Cavalieri finché non vi darò altri ordini. Dovete
lasciarmi solo Shaka. Lui è mio!”
I due
annuirono. Poi si persero nel campo di battaglia.
Ares
si avviò con calma. Non c’era fretta. Si guardò intorno alla ricerca della sua
preda. E infine, la individuò.
****
Shaka
scaraventò il corpo senza vita dell’ennesimo uomo di Ares lontano. Si guardò
intorno. Tutti erano impegnati a combattere. Ma già molti dei guerrieri di Ares
erano morti. Il suo esercito era quasi decimato. Sorrise soddisfatto.
Ma poi
lo vide. Ares gli stava andando incontro. Feroce. Una sola cosa lo spingeva. La
sete di sangue. Del suo sangue.
Shaka
non era stupido. Sapeva che Ares l’avrebbe ucciso solo per far soffrire Raquel.
Che figlio di puttana.
Si
preparò a combattere. Anche se le gambe gli tremavano e rischiavano di tradirlo
da un momento all’altro. Anche se sapeva di non avere molte speranze contro un
Dio. Avrebbe combattuto. Per Raquel.
*****
Raquel
correva per il campo di battaglia. Direzione: Shaka. Proprio in quel momento
cominciò a piovere. Nonostante la pioggia vide distintamente la persona che
cercava. Si fermò. E per poco non le venne un infarto. Shaka stava
fronteggiando Ares.
Riprese
a correre. Più veloce di prima. Doveva impedire che la sua visione si
avverasse. Ma forse era troppo tardi. I due avevano già cominciato a
combattere.
*****
Ares
alzò la mano. Una sfera nera come la pece gli formò nel palmo. La ingrandì e
poi la scaglio sul Cavaliere con una ferocia incredibile.
Shaka
evitò il colpo scansandosi all’ultimo secondo. Con uno scatto si avvicinò ad
Ares e lo colpì in piena pancia.
Ares
non si scompose. Afferrò il braccio del Cavaliere con la sinistra. Mentre con
la destra gli sferrava un pugno.
Shaka
urlò di dolore. Gli aveva rotto il braccio!
Ares
sogghignò.
“Male
eh?”
Shaka
lo guardò con odio. Il braccio inutilizzabile lungo il fianco.
“Di te
mi hanno detto che sei l’uomo più vicino agli Dei. Ma resti sempre un uomo. E
io ti ucciderò come tale…ah!”
Shaka
sgranò gli occhi. Una spada trapassava Ares da dietro a davanti.
“Ne
sei proprio sicuro?” raquel teneva in mano quella spada!
“Ra…gazzina.”
Ares aveva il respiro affannoso. La ferita gli faceva un male assurdo.
“Questa
me la paghi.” Disse prima di scomparire.
Raquel
osservò la spada. Era quella di Ares. Gliela aveva sfilata mentre minacciava
Shaka di morte. E gliel’aveva conficcata nella schiena. Era sicura però che non
sarebbe stata mortale. La spada le cadde di mano. Si sentì stringere da un
forte braccio. Ci mise un attimo a capire che era Shaka.
Il
ragazzo aveva affondato il viso nel suoi capelli. Raquel lo strinse con forza.
Rimasero
per poco così.
“Grazie.”
Sussurrò poi Shaka.
Raquel
non rispose.
“Per
un attimo…ho avuto paura. Di morire. Di non poterti più vedere.” Disse
dolcemente stringendola ancora di più.
Si
staccarono. Si fissarono negli occhi. E poi si baciarono con passione.
“Visto
che ormai sei qui, vai a fare qualcosa di utile. Ti do il permesso di
combattere.” Sorrise debolmente Shaka.
“Grazie
Maestro. Prima però fammi guarire il tuo braccio.” Sorrise a sua volta Raquel.
“Lascia
stare. Vai.” Shaka la spinse via.
“Ma…”
“Vai!” Raquel non provò nemmeno a ribattere.
Corse sotto la pioggia. Alla ricerca di qualcuno da far fuori. Non tardò a
trovarlo.
*****
Milo
stava combattendo contro cinque dei tirapiedi di Ares, quando se lo sentì
comparire alle spalle. Un cosmo malvagio. E molto potente.
Si
girò. Per trovarsi faccia a faccia con Spavento.
“Salve
Cavaliere.”
“Salve,
figlio di puttana.” Milo strinse i pugni.
Spavento
fissò con odio il Cavaliere, a lungo.
“Sembra
che stia studiando una preda. Quindi mi conviene stare in guardia. Mi
attaccherà da un momento all’altro.” Pensò il bel Cavaliere.
Mai
pensiero fu più giusto. Con uno scatto fulmineo Spavento gli si scagliò contro.
Milo evitò il colpo.
“Scarlet
Needle.” Il colpo venne respinto come se fosse aria.
“C’ho
provato.”
Pensò il ragazzo.
“Tutto
qui Cavaliere? Accidenti mi hai proprio deluso.”
Milo
strinse i pugni fino a conficcarsi le unghie nel palmo delle mani.
Saltò
in alto. Mentre stava per colpire Spavento senti la lama penetrargli nel petto.
“Stronzo.”
Fu l’unica
cosa che pensò prima di rotolare per terra.
“MILOOOO!”
fu l’unica cosa che vide prima che tutto diventasse silenzioso.
Una
sagoma chinarsi su di lui prima di chiudere gli occhi per sempre.
*****
“MIOLOOOO!”
raquel urlò con tutta la forza che aveva in corpo. Corse dal ragazzo. E gli si
chinò sopra. Aveva le lacrime agli occhi. No, non aveva le lacrime agli occhi.
Stava piangendo.
Afferrò
Milo per le spalle e lo scosse.
“Milo!
Milo! Ti prego svegliati. Ti prego…” la rabbia cresceva in lei.
Prese
la spada di uno dei tanti soldati. E si alzò di scatto.
Cominciò
a combattere contro Spavento.
Quest’ultimo
era preoccupato. La ragazza aveva gli occhi rossi. Combatteva con la forza
della rabbia. E lui per la prima volta in vita sua era in difficoltà.
La
ragazza fece volare via la spada. Spavento si ritrovò con una lama puntata alla
gola.
Raquel
non sembrava padrona di se stessa. Respirava affannosamente.
“Spavento!
Non dirmi che ti sei fatto battere da una mocciosa umana?”
“Terrore!
Ben arrivato! Devo dire che il tuo aiuto mi farebbe comodo.” Rispose di rimando
Spavento.
“Non
sono qui per aiutarti. Nostro padre vuole che eseguiamo quegli ordini.”
“Ah
capisco.” Il ragazza indietreggiò. Raquel non si mosse. Spavento si lasciò
scappare un impercettibile sospiro di sollievo. Si affiancò a Terrore. I due
stavano per sparire quando Raquel scattò in avanti e si aggrappò al braccio di
Terrore. E sparì insieme hai due.
*****
Irene
era a passeggio con Raul e i suoi due bambini quando se li vide comparire
davanti. Urlò spaventata.
“Dannata
ragazzina, non eri incosciente allora!”
“Quando
mai lo sono stata Terrore? Soprattutto se si tratta della mia famiglia. Non
oserete più fargli del male!” Raquel aveva ancora in mano la spada del soldato.
Si avventò contro Terrore. Che schivò il colpo.
Raquel
era carica di rabbia. Non avrebbe più permesso che qualcuno morisse per mano di
quei mostri.
Spavento
parò il colpo. E tentò un affondo. Ma la ragazza girò su se stessa. E si potò
alle spalle dell’avversario. Senza dare il tempo a quest’ultimo di reagire gli
tagliò la schiena dalla spalla sinistra al fianco destro.
Spavento
cadde in ginocchio.
Con
studiata lentezza Raquel gli andò di fronte.
“Questo
è per i miei genitori.” Sibilò minacciosa. L’ultima cosa che Spavento vide
furono gli occhi rossi della ragazza. Poi più niente. Raquel gi aveva tagliato
la testa di netto.
Terrore
si staccò dal muro dove si era appoggiato.
“Devo
ringraziarti ragazzina. Senza quel buono a nulla di mio fratello fra i piedi
sarà molto più facile fare tutto!” sussurrò. Le si avvicinò.
“Sai
che non sei niente male, ragazzina. Non mi dispiacerebbe averti nel mio letto!”
Raquel
lo guardò con odio. E gli diede uno schiaffo. O almeno ci provò. Terrore
sorrise. E le bloccò il braccio. Poi l’attirò a sé. E la baciò con forza.
Raquel
per tutta risposta gli morse un labbro.
“Ah!
Dannata!” disse asciugandosi il sangue.
“Se
mio fratello è stato facile da uccidere non sarà lo stesso per me. Preparati ad
una morte lenta e dolorosa!” detto questa espanse il cosmo. Gli comparirono in
mano due spade.
“Ed
ora…combattiamo!” si lanciò contro la ragazza. Che parò il colpo con molta
difficoltà. Terrore sogghignò.
E poi
colpì la ragazza con maggiore forza. La spada le volò di mano.
Terrore
colpì ancora. Ma le due lame vennero bloccate in aria. Raquel aveva creato una
barriera di energia.
Terrore
venne respinto all’indietro.
Irene
e Raul si scambiarono un’occhiata.
“Provate
a muovervi voi due e vi assicura che i vostri cari bambini faranno una brutta
brutta fine!”
“Non
osare toccarli!” urlò Raquel.
“hai
ragione. Bambini innocenti!” detto questo scagliò la spada. Diretta verso
Irene. Ma non arrivò mai a destinazione. Raul si era messo in mezzo per
proteggere sua moglie.
Cadde
fra le braccia di quest’ultima. Che non riusciva a parlare. Piangeva. E basta.
“Raul,
ti prego…resta con me…per favore!” riuscì a sussurrare mentre l’uomo moriva.
Raquel
non ci vide più. La rabbia accumulata in quei giorni esplose. Come un uragano.
Il cosmo dietro di lei era rosso come le fiamme. E così erano gli occhi della
ragazza.
Terrore
guardò la ragazza preoccupato. La sua forza cresceva a dismisura. Cercò di
fermarla, lanciandogli addosso tutte e due le spade. Con scarsi successi.
Perché finiirono disintegrate.
Terrore
cominciò ad indietreggiare. Era veramente spaventato ora, per non dire
terrorizzato.
Raquel
sentiva la rabbia crescere dentro di lei. Rivide Milo steso a terra. Raul che
proteggeva Irene. Ripensò ad Ares, che voleva uccidere Shaka. E hai sui
genitori. Tutto ciò non fece altro che aumentare a dismisura la sua rabbia.
Il cosmo
rosso l’avvolse. Si chiuse intorno a lei come un fiore si chiude quando è
secco.
E poi
esplose nuovamente. Raquel era avvolta da una luce dorata. Dietro di lei il
cosmo rosso prese la forma di un drago che spiccò il volo. Il drago investì in
pieno Raquel.
La
ragazza era incosciente ora.
Ci fu
una tremenda esplosione di luce.
Terrore
si riparò come meglio poté. Irene invece non subì danni.
Quando
la luce scomparve Raquel era sparita.
Terrore
si guardò intorno. E sgranò gli occhi.
Era
vero Raquel era sparita. Ma al suo posto si poteva ammirare…un meraviglioso
drago d’orato.
Il
drago, o meglio la dragonessa, aprì lentamente gli occhi. E li puntò su
Terrore.
Il
ragazzo era immobile. Era…terrorizzato! Non si muoveva.
Raquel
abbassò il muso fino a trovarsi faccia a faccia con i suoi occhi. Lo fissò. Fu
un attimo. Terrore neanche se ne accorse.
Cadde
a terra morto. Raquel gli aveva piantato una zampa artigliata nel petto.
Irene
fissava la dragonessa. Tremava. Raquel si girò verso di lei. Irene per poco non
morì.
Lei
avvicinò il muso al viso della donna. Irene temette di essere sbranata.
Ma,
contrariamente a quanto pensava, gli occhi della dragonessa erano velati di
lacrime.
“Mi
dispiace, sorella. Mi dispiace veramente. Tutto questo è successo per colpa
mia. Non volevo che Raul morisse. E che i bambini vedessero tutta questa morte.
Perdonami.” Sussurrò leccando poi il viso della sorella.
Questa
non rispose ma prese il muso della dragonessa e lo strinse forte.
Si
staccarono.
“Un
giorno ti spiegherò tutto questo. A te e a Paola. Promesso! Scusami ma ora devo
andare. Ti voglio tantissimo bene. dillo anche a Paola.” Detto questo dispiegò
le ali. Irene prese i bambini per mano. E li portò lontano da lì. Raquel aprì
le ali. E con un potente balzo spiccò il volo.
Sbattè
più volte le ali per portarsi in quota. Poi volò in direzione del Santuario.
“Amici,
sto arrivando!”
CONTINUA
Angolo
autrice
Vi
prego non linciatemi. Ve lo sto chiedendo in ginocchio. Per favoreeeeeeee!!!
Secondo me questo chap è scritto malissimo non mi piace per niente. Comunque
fatemi sapere voi. Non mi stupisco se mi tirate pomodori e quant’altro di
marcio. Ci sono un sacco di cosa che vorrei dire ma sto zitta altrimenti vi
dico tutto il prossimo chap. A proposito ne mancano circa quattro o cinque ( ma
potrebbero essere di meno) e la storia è quasi finita. Ecco altro linciaggio.
Da ringraziare c’è solo
Ai91:
grazie mille per la tua recensione. Come vedi Shaka non è morto. Ma ci è andato
decisamente vicino. E non morirà
neanche Mu. Mi sta troppo simpatico. Ma che t’ha fatto di male povero!!! Vabbè
spero che anche questo chap ti sia piaciuto. Bacionissimi a presto!