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Autore: Minari OppaRi    19/06/2014    2 recensioni
1] Pistola giocattolo - Seishiro Tsugumi: { Il viso di Seishiro, già tinto di rosso a causa del contatto con la calda mano del bambino, diventò paonazzo.}
2] Primo incontro – Marika Tachibana: { Quel bambino era troppo gentile e dolce, eccome se lo era, e lei era certa di essersene innamorata. }
3] Piatto speciale – Kosaki Onodera: { Quel piatto speciale, forse il primo di tanti altri, fece crescere sempre di più il forte sentimento che provava ogni volta che era in sua compagnia }
4] Piccolo eroe - Yui Kanakura
5] Filo rosso – Chitoge Kirisaki
[Spoiler per chi non segue le scan online]
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Chitoge Kirisaki, Kosaki Onodera, Raku Ichijou, Seishirō Tsugumi
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Marika era rimasta paralizzata, le mani strette l’una nell’altra sopra le bianche lenzuola, il respiro bloccato in gola e lo sguardo fisso sulla figura sconosciuta appollaiata sopra il ramo dell’albero fuori dalla finestra della sua camera. Non sapeva se mettersi ad urlare e far così comparire tutta la squadra di polizia addetta alla sua sicurezza o se svenire per l’emozione di aver visto un altro bambino oltre a lei.
“A-ah, ti prego non ti spaventare. Non sono un bambino cattivo e non ti farò alcun male. Volevo scalare l’albero per vedere meglio il paesaggio, è la verità.”
Il bambino, mentre disse quelle parole, sorrise timoroso.
La piccola Tachibana cercò di nascondere una lieve risata.
“Mica me so’ spaventata. Mica so’ ‘na fifona io.”
Lui, sedutosi sopra al piccolo balconcino della finestra, sgranò gli occhi sorpreso dall’insolito modo di parlare della bambina.
Lei si tappò la bocca con entrambe le mani. Per la troppa emozione si era dimenticata che il dialetto che era solita parlare era considerato strano e per questo fonte di prese in giro dai suoi vecchi compagni.
Sul volto del bambino comparì un sorriso a trentadue denti.
“Che forza! Parli davvero in un modo fortissimo! Mi piace davvero!”
Il viso di Marika, colorato solo da un lieve pallore, si tinse di un rosso acceso.
Era la prima volta in vita sua che qualcuno non rideva del suo dialetto, anzi era proprio la prima volta che qualcuno le faceva addirittura i complimenti.
“Io mi chiamo Raku Ichijo, tu invece?”
Le chiese lui entrando nella camera e sedendosi per terra iniziando a giocare con un aeroplano giocattolo.
Stringendo appena i pugni per farsi coraggio, la piccola Tachibana, lo guardò negli occhi; prima non se ne era resa conto ma erano davvero profondi e molto belli.
“M-Mari Tachibana.”
“Mmmh, quindi sei Mari.”
“Mio papà me chiama Mari ma è semplicemente il diminutivo di Marika.”
“Papà? Bene, allora anche per me sei Mari.”
Scese dal letto e si avvicinò a Raku iniziando, lentamente, ad osservare alcuni dei buffi oggetti che lui aveva appoggiato sul pavimento.
“Che so’ ‘ste cose?”
“Giocattoli e sassi dalla forma strana. Guarda, non ti sembra che questo assomigli ad un gatto?”
Sorrise, provando a far muovere avanti e indietro una piccola macchinina rossa. Non aveva mai visto giocattoli del genere, suo padre le aveva sempre fatto seguire lezioni su lezioni per prepararla al futuro e, per questo, molte volte non aveva avuto neanche il tempo per pensare a giocare.
Il cuore le batteva velocemente, si sentiva emozionata come mai prima d’ora.
Non riusciva a credere di essere finalmente accanto ad un bambino che non la prendesse in giro e che giocasse con lei.
I due restarono insieme a giocare e a parlare per un’oretta.
Raku era gentile, le sorrideva con dolcezza, le parlava e le faceva domande ricche di una sana curiosità , la faceva sentire apprezzata, quasi speciale.
“Cavoli, guarda che ora si è fatta.”
Lui si alzò e con un balzò saltò sul solido ramo fuori dalla finestra.
La piccola Tachibana si morse le labbra cercando di mostrare completamente quanto fosse triste. Avrebbe preferito che il tempo si fermasse e che il suo nuovo amico non se ne andasse. Era già stato un miracolo che un ragazzo vivace e amante dell’aria aperta passasse l’intera giornata chiuso in un stanza, una seconda volta non sarebbe sicuramente successo.
“Allora ci vediamo domani Mari.”
Alzò lo sguardo e lo guardò, sorpresa.
“Rakkun, verrai ancora?”
“Ma certo! Anche se siamo solo in un stanza d’ospedale il tempo con te lo passo molto volentieri.”
Raku le regalò un’ultimo enorme sorriso prima di sparire dalla sua vista.
Marika si portò entrambe le mani al petto, il cuore le batteva ad una velocità incredibile ed il viso le era diventato completamente rosso.
Sorrise e delle piccole lacrime iniziarono a rigarle la guance.
Quel bambino era troppo gentile e dolce, eccome se lo era, e lei era certa di essersene innamorata.
Quel loro primo incontro se lo sarebbe ricordata per sempre.

 
Angolo dell'autrice:
E' stato difficile ma alla fine sono riuscita a scriverlo XD E' stato davvero arduo scrivere il dialetto di Marika, ho cercato di restare fedele a quello che viene scritto nelle scan italiane e spero di esserci riuscita. Per il prossimo capitolo ci vorrà un pochino più di tempo visto che parto per il mare :3
Spero che vi piaccia.
Alla prossima,
Darkdan


 
  
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