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Autore: Snaps    19/06/2014    0 recensioni
Il Cappello Parlante gli venne posato sulla testa e se lo sentì scivolare sugli occhi, impedendogli la visuale dell'immensa sala di Hogwarts. La voce del cappello lo tormentava:
Saresti stato bene tra i Grifondoro gli ripeteva all'orecchio, in un sussurro.
No. gli rispondeva. Non è vero.
Saresti stato bene, Harry Potter.
Harry si sentì d'un tratto soffocare, il Cappello gli era scivolato fino al collo, gli impediva di respirare...
E proprio mentre era sicuro che sarebbe soffocato, un Harry Potter sedicenne, si svegliò di soprassalto, trovandosi a fissare il baldacchino verde del letto dei dormitori di Serpeverde. Nel letto accanto al suo, con l'aria di non essersi accorto di nulla, vi era Draco Malfoy che dormiva della grossa.
Nel guardarlo Harry si rassicurò: per anni aveva temuto di essere stato assegnato alla Casa sbagliata, ma gli ci volle un attimo per placare i suoi tormenti.
Di certo Draco Malfoy era il migliore amico che avesse mai avuto.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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L'undicenne Harry Potter sedeva sullo sgabello di fronte all'intera Sala Grande, gli occhi dei professori gli bruciavano la nuca mentre quelli dei migliaia di compagni di fronte a lui si fissavano sul suo volto, in particolar modo sulla sua cicatrice, facendolo innervosire tremendamente.
 
Teneva le mani strette convulsamente lungo i fianchi, fino a sentire le unghie conficcarsi nel suo palmo.
 
Il Cappello Parlante gli venne posato sulla testa e se lo sentì scivolare sugli occhi, impedendogli la visuale dell'immensa sala di Hogwarts. La voce del cappello lo tormentava:
Saresti stato bene tra i Grifondoro gli ripeteva all'orecchio, in un sussurro.
 
No. gli rispondeva. Non è vero.
 
Saresti stato bene, Harry Potter.
 
Harry si sentì d'un tratto soffocare, il Cappello gli era scivolato fino al collo, gli impediva di respirare... tentò di strapparselo di dosso, ma quello gli si avvinghiò alla gola, senza demordere, mentre il buio si faceva sempre più insopportabile, l'aria era agli sgoccioli, ecco Harry sentiva che stava per finire, stava per morire. E proprio mentre era sicuro che sarebbe soffocato, un Harry Potter sedicenne, si svegliò di soprassalto, trovandosi a fissare il baldacchino verde del letto dei dormitori di Serpeverde, sentendosi improvvisamente stretto dalle lenzuola da cui si liberò con uno strattone.
 
Il sogno era ancora vivido, impresso a fuoco nella sua mente, ma nella calma del dormitorio nei sotterranei si placò, mentre il respiro si faceva via via meno affannoso e più rilassato.
 
Nel letto accanto al suo, con l'aria di non essersi accorto di nulla, vi era Draco Malfoy che dormiva della grossa.
 
Nel guardarlo Harry si rassicurò: per anni aveva temuto di essere stato assegnato alla Casa sbagliata, ma gli ci volle un attimo per placare i suoi tormenti.
 
Di certo Draco Malfoy era il migliore amico che avesse mai avuto, sia all'interno di Hogwarts che fuori.
 
Mentre si ristendeva sul letto, incapace di ripredere sonno, Harry osservava gli altri compagni di stanza. Di fronte a lui c'era Blaise Zabini che russava sonoramente. Era a posto, Blaise, pensò Harry. Certo non era in sintonia con lui come con Malfoy, ma non era male. Almeno non era un completo idiota come Marcus Flitt, nel letto di fronte a Draco, riflettè ancora Harry, in uno slancio di rabbia.
 
Theodore Nott era sdraiato sul letto più vicino alla porta, la bocca un po' aperta, gli davano un'aria da beota più marcata del solito. Ghignando della sua battuta, Harry si ridistese sul letto e si riaddormentò, facendo tacere i dubbi che ancora lo assalivano.
 
-...sbrigarci o quella romperà le palle per tutto l'anno!-
 
-Cosa?- biascicò Harry, ancora mezzo addormentato.
 
Malfoy sospirò impaziente. -Ho detto che dobbiamo sbrigarci che se facciamo tardi la McGranitt ci ammazza!-
 
Harry emise un grugnito incomprensibile e si voltò nel letto, deciso a godere di ogni secondo rimasto. Peccato che Malfoy non fosse dello stesso parere.
 
-Eh no, Sfregiato, non ci casco un'altra volta!- sibilò. Già vestito di tutto punto, mosse appena la bacchetta, spingendo così Harry, ancora in pigiama, giù dal letto e facendolo cadere rovinosamente a terra.
 
Quello si tirò su come una molla, imprecando così forte che delle teste curiose (a prima vista bambini del primo e del secondo anno) si affacciarono alla loro porta, per vedere cosa stava succedendo.
 
-Fuori dai piedi!- gridò loro dietro Malfoy, facendole sparire in meno di un secondo.
 
-Vedo che siamo di buon umore eh?- disse Harry, rassegnato, mentre cercava la camicia sotto al letto.
 
Malfoy si limitò a grugnire mentre, già con la borsa in spalla aspettava che Potter si muovesse.
 
Il ragazzo, dal canto suo, non sembrava avere proprio nessuna fretta, mentre frugava nel baule, apparentemente per cercare un libro.
 
-Ti muovi o no?- sbuffò infine Malfoy, terribilmente spazientito.
 
Harry si limitò a sogghignare e infine seguì l'amico nella sala comune, sospettosamente vuota.
 
-Fantastico, persino Tiger e Goyle sono usciti prima di noi.- sibilò Malfoy.
 
-Perchè non mi dici il tuo segreto?- sussurrò Potter, con aria da cospiratore.
 
Malfoy parve interdetto solo per un attimo. -Di che parli?- disse piuttosto freddamente.
 
-Come fai ad essere così allegro e socievole di prima mattina? Ti giuro che non lo dico a nessuno.-
 
Malfoy non rispose, mentre attraversavano i corridoi di Hogwarts, invasi dalla luce del mattino.
 
L'aula di trasfiguarazione, al primo piano, accoglieva per la loro prima lezione, le seste classi del Serpeverde e del Grifondoro, rigorosamente seduti su metà diverse dell'aula, come se temessero che il solo contatto con qualcuno dell'altra Casa potessero prendere qualche malattia. All'ultimo banco, Draco e Harry stavano facendo brutte caricature della McGranitt, che non si era lasciata sfuggire l'occasione per fare ad entrambi una ramanzina che Malfoy aveva definito “strizza palle”.
 
A quanto sembrava, l'apparente astio che si era creato tra Harry e Draco quella mattina era già passato, mentre entrambi ridevano silenziosamente, attenti a non farsi sorprendere dalla McGranitt.
 
-Guarda la mezzosangue, Potter- sussurrò improvvisamente Draco. -è proprio una leccaculo.-
 
In quel momento, infatti, Hermione Granger aveva alzato impetuosamente la mano per l'ennesima volta, quell'ora, per rispondere zelante ad una domanda della professoressa che, soddisfatta, le aveva assegnato dieci punti.
 
-Non chiamarla così.- aveva risposto di rimando Harry, fattosi serio. -è una cosa che non sopporto.-
 
-Ok, ok.- aveva risposto Draco meccanicamente, che non riusciva a capire perchè diavolo Harry Potter fosse un così strano Serpeverde.
 
 
-Sei pronto per gli allenamenti di Quiddicht?- chiese Harry più tardi, seduti al tavolo di Serpeverde, intenti ad ingozzarsi per pranzo. - Flitt stavolta vuole farci lasciare il culo su quel campo.-
 
-Che si fotta.- rispose Malfoy laconico. -ci manca solo lui ad incasinarmi.-
 
-Perchè, cos'altro ti incasina?- aveva chiesto Harry, guardandolo. -L'anno è appena cominciato!-
 
Ma prima che potesse rispondere, qualcosa si era fiondato su di loro come un rapace.
 
-Oh Draco, come mi sei mancato!- cinguettò Pansy Parkinson, attaccata al braccio di Malfoy.
 
Harry non riuscì a reprimere una risata.
 
Dio, erano disgustosi.
 
Harry  decise che la torta che aveva davanti fosse l'unica cosa degna di attenzione nella Sala. Ma si sbagliava.
 
In quel momento, diretta al tavolo di Grifondoro, Ginny Weasley passò proprio davanti a Harry che la osservò sedersi accanto al fratello, Ron.
 
Curiosamente al suo passaggio, aveva sentito lo stomaco stringersi e la bocca farsi secca notando di che tonalità meravigliosa fossero i suoi capelli.
 
-Che ne pensi della Weasley?- disse Harry, qualche ora dopo, mentre si dirigevano sul campo di Quiddicht.
 
-La poveraccia?- disse distrattamente Malfoy. Notando l'espressione indecifrabile dell'amico però, fece marcia indietro. -Cioè, la rossa? La sorella di Lenticchia?-
Harry si limitò ad annuire.
 
-È carina.- ammise Draco lentamente. -ma appartiene a una famiglia di zotici.-
 
-E tu che ne sai?-
 
Malfoy ghignò. -Arthur Weasley è leggenda al Ministero. Mio padre dice che non ha il becco di un quattrino, vivono in una topaia.-
 
-E basta così poco per essere conosciuti?- chiese Harry scontroso. Il ragazzo conosceva già la Tana, anche se non c'era mai stato. Tuttavia sapeva che quasi tutti i membri della famiglia Weasley faceva parte dell'Ordine della Fenice, e tanto gli bastava. Sapeva che erano onesti e disponibili, anche se Harry non li aveva mai conosciuti davvero.
 
-Non è per dove vive.- specificò Draco. -è come si comporta. È un babbanofilo, sempre invischiato in aggeggi babbani.- il suo tono era sprezzante e a Harry non piacque affatto. - Ad esempio, qualche anno fa è stato quasi licenziato per aver stregato una macchina. A quanto pare non è un oggetto che normalmente vola.-
 
Harry lasciò cadere il discorso, consapevole del fatto di non poter rivelare a Malfoy di come la famiglia Weasley avesse un ruolo attivo nella battaglia contro Voldemort. Lui si fidava ciecamente dell'amico ma Silente in persona gli aveva fatto divieto di parlargliene. Inizialmente Harry si era ribellato, convinto che il preside non si rendesse conto di che persona fosse Malfoy. Aveva solo dei pregiudizi, il vecchio, per via del padre di Draco, che era un Mangiamorte. Harry rabbrividì pensando come, dopo aver visto i freddi occhi grigi di Lucius Malfoy sotto al cappuccio da mangiamorte nel suo quarto anno a Hogwarts, aveva trovato difficile incontrare gli stessi occhi in suo figlio. Ancora oggi quel cimitero entrava e usciva nei suoi incubi.
 
A quel punto tuttavia, il preside gli aveva detto qualcosa che lo aveva convinto a dargli retta e a non rivelare mai all'amico i particolari della battaglia contro Voldemort.
 
-Sappiamo entrambi, Harry, che tipo di persona sia Lucius Malfoy e del suo rapporto con Voldemort. Certo potresti rivelare tutto a Draco, ma dopo entrambi ne dovreste affrontare le conseguenze.- e era rimasto in un silenzio pieno di sottintesi. Sì, Harry sapeva quali erano i rischi di una simile rivelazione. Voldemort o Lucius Malfoy o magari entrambi, avrebbero torturato Malfoy fino ad estorcergli le informazioni, poi lo avrebbero ucciso.
Il giovane Harry Potter non aveva nemmeno preso in considerazione l'idea che Malfoy potesse passare volontariamente le informazioni all'Oscuro Signore, la sua fiducia nei suoi confronti era totale ed era ben riposta.
 
Immerso nei suoi pensieri, Harry non vide un'ombra piena di presagi oscurare il volto di Malfoy.
   
 
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