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Autore: riveraseyes    19/06/2014    0 recensioni
Dischiuse lentamente gli occhi.
La prima sensazione che avvertì era solo una: confusione.
Cercò pian piano di mettere a fuoco l’ambiente in cui si trovava e di ricordare come fosse finita lì, ma c’era solo vuoto nella sua mente.
“Dannazione” – bisbigliò Santana dopo un tentativo vano di alzarsi.
Aspettò immobile che la testa smettesse di girare. Odiava aspettare. Santana Lopez poteva essere riconosciuta con molti aggettivi. Ma non paziente.
Appena riuscì a sollevarsi da quello che le sembrava potesse essere un letto, si guardò intorno. Si trovava in una stanza enorme con le pareti completamente ricoperte di bianco.
Sicuramente non era la sua camera visto che non era così grande e soprattutto le pareti erano tinte di nero, proprio come il colore dei suoi occhi.
E proprio mentre stava per scendere dal letto notò una ragazza dai capelli biondi addormentata accanto a lei. A prima vista non sembrava conoscerla.
Genere: Angst, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 13:
Tornarono al villaggio di buon umore, che ben presto mutò quando videro che stranamente era tutto silenzioso e in ordine. Arrivarono alla tenda e trovarono il ragazzo con la cresta agitato che frugava nella sua sacca. Si voltò e le guardò con uno sguardo duro per poi tornare a ciò che stava facendo e dire "Non so dove voi due siate finite e non mi interessa saperlo, ma sbrigatevi perché Sebastian sarà qui a breve"
Brittany annuì e sfregò la sua mano sul bracciò dell'altra per incoraggiarla. Santana si voltò e le sussurrò "Ce la faremo" 
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------
"Ho preparato tutto io, voi dovete soltanto nascondervi vicino alla grande miniera e mostrare questo quando sarà il momento" disse il ragazzo passando l'oggetto alle due "Per ora potete rimanere qui.
Entrambe acconsentirono agli ordini e rimasero in quella che ormai era diventata casa loro da qualche mese. Santana gli augurò buona fortuna mentalmente  e si accoccolò tra le braccia della sua ragazza. 
Al villaggio erano tutti riuniti alla Grande Capanna per porgere i loro saluti a Sebastian. Oluwa-Seyi camminava a passi svelti avanti e indietro visibilmente turbato. Perdere tanto materiale prezioso in così poco tempo gli avrebbe recato gravi danni perché, dopotutto, quella era l'unica loro fonte di ricchezza. Puck prese posizione accanto agli altri lavoratori, disponendosi nella fila anteriore cercando di nascondersi il più possibile. Ognuno aveva preso una posizione, seguendo perfettamente lo schema: i bambini avanti, seguiti dalle madri, i coltivatori, gli anziani del villaggio ed infine coloro che lavoravano nelle miniere tra cui appunto, Puck. Proprio quando tutti era pronti, dalla stradina principale sbucarono due uomini con vestiti improbabili, forse le guardie del corpo di Sebastian e dietro proprio lui, con il solito ghigno dipinto sul volto. I due uomini si spostarono così da rivelare il loro capo e di conseguenza tutti si alzarono per porgergli il saluto. Il primo ad avvicinarsi fu il capo tribù, anch'egli seguito da due uomini, che congiunse le mani e chinò il capo, seguito dagli altri due. Il moro ricambiò il saluto.
"Benvenuto signor Smythe" esclamò il capo con il suo strano accento.
"La ringrazio, ma passiamo subito al motivo per cui sono dovuto arrivare fin qui" rispose impaziante.
"Certo.. come già le abbiamo comunicato, molte miniere sono attualmente inagibili a causa di esplosioni impreviste.. per fortuna la Grande Miniera è ancora illesa, motivo per cui ho proibito ai miei uomini di avvicinarsi"
"Ha mai valutato l'opzione che possa essere proprio qualcuno dei suoi uomini?"
"Non le permetto di fare queste insinuazioni, i miei sono uomini fidati!" gridò il gran capo "Piuttosto, dovrebbe controllare i SUOI di uomini visto che le esplosioni sono cominciate più o meno dal loro arrivo" Sebastian rimase un momento interdetto. 
I suoi uomini? Non ricordava di aver mai inviato qualcuno lì a lavorare.
"Ma quali uom-" non concluse neanche la frase che scorse la figura di Noah Puckeman in lontananza. Improvvisamente in suo ghignò sparì, soprattutto quando il ragazzo, perfettamente vestito con abiti Yanomamo, gli fece cenno di voltarsi, e quello che vide non gli piacque affatto.  La Lopez e la Pierce dietro un cespuglio con un pulsante in mano che indicavano la Grande Miniera. La ragazza più scura imitava con le mani il segno di uno scoppio. Si rigirò lentamente, cercando di mantenere la calma. In altre circostanze non si sarebbe fatto scrupoli, ma perdere quella miniera avrebbe significato perdere il 30% delle sue entrate, così decise che non aveva scelta.
"Certo, i miei uomini.. potrebbe lasciarmi solo con Noah Puckerman? Vorrei discuterne con lui"
Oluwa-Seyi non se lo fece ripetere due volte ed indicò a tutti, comprese le guardie del corpo di Sebastian, di spostarsi alla fonte, l'unico posto oltre alla grande capanna che poteva contenere quasi tutti. Il ragazzo con la cresta avanzò soddisfatto verso l'altro.
"Bel tatuaggio" ironizzò il milionario per smorzare la tensione
"Poche chiacchiere, se non mi porti da Blaine faccio saltare in aria tutto il villaggio, te compreso"
"Vorrei ricordarti, nel remoto caso il tuo piccolo cervello non ci arrivi, che anche tu sei qui con me e moriresti anche tu"
"Pensi davvero che me ne importi qualcosa? Non ho paura di morire. Ho fatto una promessa alla mia donna e preferisco perdere la vita piuttosto che non mantenerla." - rispose convinto - "E poi ci tieni troppo alla tua pellaccia, non puoi rifiutare." 
Vide l'uomo di fronte a lui aggrottare le sopracciglia e passarsi una mano tra i capelli con fare disperato.
Scacco matto, pensò.
"E va bene, hai vinto" esclamò infine rassegnato.
"Ragazze venite qui!" urlò Puck soddisfatto.
Le due si precipitarono sul posto impazienti. Osservarono per la prima volta il famoso Sebastian Smythe da vicino e pensarono che era tutto tranne che spaventoso.
"Brittany dammi il polso" la bionda obbedì senza pensarci minimante. Puck digitò una seguenza di lettere e numeri lunghissima sul bracciale e glielo staccò per poi infilarlo al moro e chiuderlo con un colpo secco. "Nel caso stavi pensando di fuggire o di farmi uccidere da uno dei tuoi uomini, sappi che una scarica elettrica ti oltrepasserà ogni singola cellalula fino a bruciarla definitivamente prima che possa accadere. Per quanto riguarda te, Brittany, se provi a fare qualcosa di azzardato sarà Santana a pagarne le conseguenze"  
La bionda, che teneva lo sguardo basso, sussurrò "Non pensavo neanche di farlo, senza di lei"
Porsero gli ultimi saluti al capo e lo ringraziarono per tutto. Sebastian gli promise che presto avrebbe inviato qualcuno per effettuare dei controlli. Puck, Santana e Brittany presero le poche cose che avevano portato con sé e si diressero verso il jet privato.
Dopo ore di volo, atterrarono a New York. Non potevano crederci. Erano andati a Sona, vissuti con la popolazione Yanomamo per mesi e solo in quel momento vennero a scoprire che non dovevano spostarsi affatto e tutto ciò che cercavano era proprio sotto i loro occhi. Lo aveva ingannato, aveva ingannato tutti. Brittany si guardò intorno spaesata, non era più abituata a tutti quei rumori ed al caos della Grande Mela. Guardò ogni singolo dettaglio, dalle persone alle auto, dalle insegne luminose agli hotel, come se fosse la prima volta che lo facesse.
Sebastian chiamò la sua limousine e salirono tutti all'interno. C'era molto traffico, per questo impiegarono quasi un'ora per giungere a destinazione. Una volta arrivati, il ragazzo esile fece segno alle guardie che era tutto ok, entrarono e preserono un ascensore per andare al piano sotterraneo.
"Niente scherzi, Smythe"
"Che c'è, non ti fidi?" Puck alzò semplicemente un sopracciglio in risposta.
L'ascensore si fermò e si aprì pochi secondi dopo. Fece un passo e questo gli procurò un forte giramento di testa che lo fece cadere al suolo. Si rialzò velocemente posandosi una mano sulla testa, gli faceva incredibilmente male.
"Tutto bene?" chiese preoccupata la bionda.
"Sì, tranquilla" rispose avanzando insieme agli altri tre.
Erano finiti in un vero e proprio laboratorio, simile a quello di Kurt e Quinn, ma molto più tecnologico e moderno. Sulla destra vi era uno schermo, il quale rappresentava un'altra stanza, che probabilmente doveva essere quella all'interno dell'enorme vetro centrale.
Sebastian si avvicinò ad un microfono e, premendo un pulsante, parlò.
"Blaine, sei libero.. i paladini della giustizia sono venuti a prenderti" inizialmente non ci fu alcun suono in risposto, poi si udirono dei leggeri rumori. Dall'altra parte del vetro apparve un uomo di bassa statura e con una folta barba incolta che appena vide Puck spalancò gli occhi incredulo. Portò entrambe le mani alla bocca meravigliato.
"Non posso crederci, è troppo bello per essere vero.. Brittany, pizzacami perché non ci credo che stiamo per tornare alle nostre vite" sussurrò la latina con uno sguardo d'adorazione.
Brittany non rispose.
Le porta sulla destra si aprì, dopo che Sebastian ebbe inserito le sue impronte digitali e immesso un codice. Blaine aprì lentamente la porta spaesato, e una volta uscito, fu avvolto dall'abbraccio di Noah e non esitò a ricambiarlo sorridente.
"Ora possiamo andare.. Ti risparmierò, ma non ti toglierò il bracciale. Voglio essere sicuro che la mia famiglia non avrà più problemi" disse Puck rivolto a Sebastian.
Il ragazzo non rispose, si limitò a sorridere divertito.
"Ti fa ridere così tanto aver perso?" ghignò Puck in risposta.
"No, mi fa ridere il fatto che tu ne sia così tanto convinto" rispose incrociando le braccia e degustando la vittoria "Pierce?"
Brittany annuì e con una velocità impressionante estrasse una pistola dal retro dei pantaloni per poi puntarla contro gli altri tre. Si avvicinò a Sebastian, digitò il lungo codice sul bracciale e glielo staccò. "Mai sottovalutare la mia memoria, Puck, la prossima volta non dovresti digitare il codice davanti ai miei occhi. Ora tutti lì dentro!" disse indicando la porta.
Blaine non osò fiatare, dopotutto non era neanche riuscito a realizzare il fatto che sarebbe tornato a casa.  Puck semplicemente si piegò sulle proprie ginocchia fino a quando non sentì il pavimento freddo toccarle. Era disperato, sconfitto.
Infine Santana rimase lì impalata. 
Pensò di essere capitata nel peggiore dei film. 
Comincia quando incontri una persona all'improvviso e questa entra a far parte della tua vita inconsciamente. Insieme superate tante avversità ed avventure e pian piano pensi di essertene innamorato, per i suoi modi di fare, per la sua bellezza fisica ed interiore,  per il modo in cui riesce a farti sentire speciale anche quando sai di non esserlo.
E poi? E poi speri in un lieto fine, ma questo non arriva.
Non arriva perché è proprio quella persona che ti ha fatto perdere la testa ed è entrato nel tuo cuore con prepotenza a tradirti.
Ed oltre al danno, la beffa.
Strinse i pugni e con il volto rigato di lacrime, le rivolse soltanto una domanda.
"Perché?"

Tornarono al villaggio di buon umore, che ben presto mutò quando videro che stranamente era tutto silenzioso e in ordine. Arrivarono alla tenda e trovarono il ragazzo con la cresta agitato che frugava nella sua sacca. Si voltò e le guardò con uno sguardo duro per poi tornare a ciò che stava facendo e dire "Non so dove voi due siate finite e non mi interessa saperlo, ma sbrigatevi perché Sebastian sarà qui a breve"

Brittany annuì e sfregò la sua mano sul bracciò dell'altra per incoraggiarla. Santana si voltò e le sussurrò "Ce la faremo" 




"Ho preparato tutto io, voi dovete soltanto nascondervi vicino alla grande miniera e mostrare questo quando sarà il momento" disse il ragazzo passando l'oggetto alle due "Per ora potete rimanere qui.


Entrambe acconsentirono agli ordini e rimasero in quella che ormai era diventata casa loro da qualche mese. Santana gli augurò buona fortuna mentalmente  e si accoccolò tra le braccia della sua ragazza. 

Al villaggio erano tutti riuniti alla Grande Capanna per porgere i loro saluti a Sebastian. Oluwa-Seyi camminava a passi svelti avanti e indietro visibilmente turbato. Perdere tanto materiale prezioso in così poco tempo gli avrebbe recato gravi danni perché, dopotutto, quella era l'unica loro fonte di ricchezza. Puck prese posizione accanto agli altri lavoratori, disponendosi nella fila anteriore cercando di nascondersi il più possibile. Ognuno aveva preso una posizione, seguendo perfettamente lo schema: i bambini avanti, seguiti dalle madri, i coltivatori, gli anziani del villaggio ed infine coloro che lavoravano nelle miniere tra cui appunto, Puck. Proprio quando tutti era pronti, dalla stradina principale sbucarono due uomini con vestiti improbabili, forse le guardie del corpo di Sebastian e dietro proprio lui, con il solito ghigno dipinto sul volto. I due uomini si spostarono così da rivelare il loro capo e di conseguenza tutti si alzarono per porgergli il saluto. Il primo ad avvicinarsi fu il capo tribù, anch'egli seguito da due uomini, che congiunse le mani e chinò il capo, seguito dagli altri due. Il moro ricambiò il saluto.


"Benvenuto signor Smythe" esclamò il capo con il suo strano accento.

"La ringrazio, ma passiamo subito al motivo per cui sono dovuto arrivare fin qui" rispose impaziante.

"Certo.. come già le abbiamo comunicato, molte miniere sono attualmente inagibili a causa di esplosioni impreviste.. per fortuna la Grande Miniera è ancora illesa, motivo per cui ho proibito ai miei uomini di avvicinarsi"

"Ha mai valutato l'opzione che possa essere proprio qualcuno dei suoi uomini?"

"Non le permetto di fare queste insinuazioni, i miei sono uomini fidati!" gridò il gran capo "Piuttosto, dovrebbe controllare i SUOI di uomini visto che le esplosioni sono cominciate più o meno dal loro arrivo" Sebastian rimase un momento interdetto. 


I suoi uomini? Non ricordava di aver mai inviato qualcuno lì a lavorare.


"Ma quali uom-" non concluse neanche la frase che scorse la figura di Noah Puckeman in lontananza. Improvvisamente in suo ghignò sparì, soprattutto quando il ragazzo, perfettamente vestito con abiti Yanomamo, gli fece cenno di voltarsi, e quello che vide non gli piacque affatto.  La Lopez e la Pierce dietro un cespuglio con un pulsante in mano che indicavano la Grande Miniera. La ragazza più scura imitava con le mani il segno di uno scoppio. Si rigirò lentamente, cercando di mantenere la calma. In altre circostanze non si sarebbe fatto scrupoli, ma perdere quella miniera avrebbe significato perdere il 30% delle sue entrate, così decise che non aveva scelta.


"Certo, i miei uomini.. potrebbe lasciarmi solo con Noah Puckerman? Vorrei discuterne con lui"


Oluwa-Seyi non se lo fece ripetere due volte ed indicò a tutti, comprese le guardie del corpo di Sebastian, di spostarsi alla fonte, l'unico posto oltre alla grande capanna che poteva contenere quasi tutti. Il ragazzo con la cresta avanzò soddisfatto verso l'altro.


"Bel tatuaggio" ironizzò il milionario per smorzare la tensione

"Poche chiacchiere, se non mi porti da Blaine faccio saltare in aria tutto il villaggio, te compreso"

"Vorrei ricordarti, nel remoto caso il tuo piccolo cervello non ci arrivi, che anche tu sei qui con me e moriresti anche tu"

"Pensi davvero che me ne importi qualcosa? Non ho paura di morire. Ho fatto una promessa alla mia donna e preferisco perdere la vita piuttosto che non mantenerla." - rispose convinto - "E poi ci tieni troppo alla tua pellaccia, non puoi rifiutare." 

Vide l'uomo di fronte a lui aggrottare le sopracciglia e passarsi una mano tra i capelli con fare disperato.

Scacco matto, pensò.

"E va bene, hai vinto" esclamò infine rassegnato.

"Ragazze venite qui!" urlò Puck.


Le due si precipitarono sul posto impazienti. Osservarono per la prima volta il famoso Sebastian Smythe da vicino e pensarono che era tutto tranne che spaventoso.


"Brittany dammi il polso" la bionda obbedì senza pensarci minimamente. Puck digitò una sequenza di lettere e numeri lunghissima sul bracciale e glielo staccò per poi infilarlo al moro e chiuderlo con un colpo secco. "Nel caso stavi pensando di fuggire o di farmi uccidere da uno dei tuoi uomini, sappi che una scarica elettrica ti oltrepasserà ogni singola cellula fino a bruciarla definitivamente prima che possa accadere. Per quanto riguarda te, Brittany, se provi a fare qualcosa di azzardato sarà Santana a pagarne le conseguenze"


La bionda, che teneva lo sguardo basso, sussurrò "Non pensavo neanche di farlo, senza di lei"


Porsero gli ultimi saluti al capo e lo ringraziarono per tutto. Sebastian gli promise che presto avrebbe inviato qualcuno per effettuare dei controlli. Puck, Santana e Brittany presero le poche cose che avevano portato con sé e si diressero verso il jet privato.





Dopo ore di volo, atterrarono a New York. Non potevano crederci. Erano andati a Sona, vissuti con la popolazione Yanomamo per mesi e solo in quel momento vennero a scoprire che non dovevano spostarsi affatto e tutto ciò che cercavano era proprio sotto i loro occhi. Lo aveva ingannato, aveva ingannato tutti. Brittany si guardò intorno spaesata, non era più abituata a tutti quei rumori ed al caos della Grande Mela. Guardò ogni singolo dettaglio, dalle persone alle auto, dalle insegne luminose agli hotel, come se fosse la prima volta che lo facesse.

Sebastian chiamò la sua limousine e salirono tutti all'interno. C'era molto traffico, per questo impiegarono quasi un'ora per giungere a destinazione. Una volta arrivati, il ragazzo esile fece segno alle guardie che era tutto ok, entrarono e presero un ascensore per andare al piano sotterraneo.


"Niente scherzi, Smythe"

"Che c'è, non ti fidi?" Puck alzò semplicemente un sopracciglio in risposta.


L'ascensore si fermò e si aprì pochi secondi dopo. Fece un passo e questo gli procurò un forte giramento di testa che lo fece cadere al suolo. Si rialzò velocemente posandosi una mano sulla testa, gli faceva incredibilmente male.


"Tutto bene?" chiese preoccupata la bionda.

"Sì, tranquilla" rispose avanzando insieme agli altri tre.


Erano finiti in un vero e proprio laboratorio, simile a quello di Kurt e Quinn, ma molto più tecnologico e moderno. Sulla destra vi era uno schermo, il quale rappresentava un'altra stanza, che probabilmente doveva essere quella all'interno dell'enorme vetro centrale.

Sebastian si avvicinò ad un microfono e, premendo un pulsante, parlò.


"Blaine, sei libero.. i paladini della giustizia sono venuti a prenderti" inizialmente non ci fu alcun suono in risposto, poi si udirono dei leggeri rumori. Dall'altra parte del vetro apparve un uomo di bassa statura e con una folta barba incolta che appena vide Puck spalancò gli occhi incredulo. Portò entrambe le mani alla bocca meravigliato.

"Non posso crederci, è troppo bello per essere vero.. Brittany, pizzicami perché non ci credo che stiamo per tornare alle nostre vite, insieme" sussurrò la latina con uno sguardo d'adorazione.


Brittany non rispose.

Le porta sulla destra si aprì, dopo che Sebastian ebbe inserito le sue impronte digitali e immesso un codice. Blaine aprì lentamente la porta spaesato, e una volta uscito, fu avvolto dall'abbraccio di Noah e non esitò a ricambiarlo sorridente.


"Ora possiamo andare.. Ti risparmierò, ma non ti toglierò il bracciale. Voglio essere sicuro che la mia famiglia non avrà più problemi" disse Puck rivolto a Sebastian.


Il ragazzo non rispose, si limitò a sorridere divertito.


"Ti fa ridere così tanto aver perso?" ghignò Puck in risposta.

"No, mi fa ridere il fatto che tu ne sia così tanto convinto" rispose incrociando le braccia e degustando la vittoria "Pierce?"


Brittany annuì e con una velocità impressionante estrasse una pistola dal retro dei pantaloni per poi puntarla contro gli altri tre. Si avvicinò a Sebastian, digitò il lungo codice sul bracciale e glielo staccò. "Mai sottovalutare la mia memoria, Puck, la prossima volta non dovresti digitare il codice davanti ai miei occhi. Ora tutti lì dentro!" disse indicando la porta.

Blaine non osò fiatare, dopotutto non era neanche riuscito a realizzare il fatto che sarebbe tornato a casa.  Puck semplicemente si piegò sulle proprie ginocchia fino a quando non sentì il pavimento freddo toccarle. Era disperato, sconfitto.

Infine Santana rimase lì impalata. 

Pensò di essere capitata nel peggiore dei film. 

Comincia quando incontri una persona all'improvviso e questa entra a far parte della tua vita inconsciamente. Insieme superate tante avversità ed avventure e pian piano pensi di essertene innamorato, per i suoi modi di fare, per la sua bellezza fisica ed interiore,  per il modo in cui riesce a farti sentire speciale anche quando sai di non esserlo.

E poi? E poi speri in un lieto fine, ma questo non arriva.

Non arriva perché è proprio quella persona che ti ha fatto perdere la testa ed è entrato nel tuo cuore con prepotenza a tradirti.

Ed oltre al danno, la beffa.

Strinse i pugni e con il volto rigato di lacrime, le rivolse soltanto una domanda.

"Perché?"

 

 

 

Angolo dell'autrice:

 

ZAN ZAAN ZAAAAAAAAAN!

Eccomi qui puntualissima questa volta *applausi per me*

Avviso in partenza che ho riletto poche volte il capitolo e che non so se ci sono errori.. nel caso, fatemelo notare :)

Per quanto riguarda il capitolo.. Finale col botto! Non ve lo aspettavate eh, eh? La nostra Brittany si è schierata dalla parte del nemico. Cosa accadrà? Lo scoprirete nella prossima puntata!

La smetto.

Non mancano molti capitolo alla fine, credo 3 o 4 compreso il prologo.

Alla prossima settimana, o se possibile, anche prima.

Riveraseyes







 

  
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