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Autore: serengleepity    19/06/2014    1 recensioni
[Dani/Santana]
"Rachel, sono una donna adulta e vaccinata. Penso di potermela cavare benissimo da sola."
Quinn esibì un sorrisetto di circostanza, prima di scoppiare in una grossa risata. "Disse colei che si nascose in camera per lustri dopo aver baciato la sua ex e di conseguenza aver tradito la fiducia della propria ragazza."
Rachel tossicchiò e l'ammonì con lo sguardo, intimandole di tacere. "Non mi aiuti, Q."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Dani, Kurt Hummel, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Weakness of words'
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Titolo: It's always darkest before the dawn. [*]
Fandom: Glee
Personaggi/Pairing(s): Dani/Santana
[+]: Rachel Berry, Quinn Fabray, Kurt Hummel.
Warnings: femslash, mini os, slice of life, what if, post 5x13.
N/A: Ho sempre fantasticato su come queste due si sarebbero potute rincontrare, in futuro (per via del destino, per puro caso, dietro macchinazioni ben organizzate da parte dei propri migliori amici, o magari per via di tutti e tre). E sono cosapevole di quanto possano risultare distanti dalla realtà, in quanto la storyline sentimentale di Santana sia già stata scritta e ormai conclusa sul copione  e in quanto io mi ostini sempre e comunque ad infilare Quinn Fucking Fabray in ogni dove.
- Il titolo è tratto dal brano "Shake it Out", Florence + the Machine. [*] 
 



______________________


It's always darkest before the dawn.








"Rachel, questa è una follia!"

Rachel chiuse la lampo del suo vestito, afferrandole le spalle e incoraggiandola con lo sguardo.

"Una follia, Santana, è credere che per la tua vita sentimentale non ci sia più speranza."

Erano incastrate in quella scomoda situazione da ore, chiuse nella camera degli ospiti al momento riservata a Quinn, discutendo su come un'uscita al buio avrebbe potuto dare una seconda occasione alla vita sentimentale di Santana, palesemente contraria alla macchinazione della coinquilina.

"Rachel, sono una donna adulta e vaccinata. Penso di potermela cavare benissimo da sola."

Quinn esibì un sorrisetto di circostanza, prima di scoppiare in una grossa risata. "Disse colei che si nascose in camera per lustri dopo aver baciato la sua ex e di conseguenza aver tradito la fiducia della propria ragazza."

Rachel tossicchiò e l'ammonì con lo sguardo, intimandole di tacere. "Non mi aiuti, Q."

La latina, per tutta risposta, abbandonò la lampo del suo vestito per incenerire la bionda sul posto. "Tu non stavi affondando il naso nella collezione primavera-estate?"

Quinn scrollò una spalla noncurante, tornando alla sua lettura, un lieve sorriso beffardo ad inarcarle le labbra sottili.

Rachel prese un pronfondo respiro, pensando a come quelle due non potessero stare insieme nella stessa stanza senza punzecchiarsi all'infinito.

"Q, perché non mi aiuti esprimendo un parere?"

Quinn, che non sollevò nemmeno lo sguardo dalla rivista che stava leggendo, si limitò ad annuire, assorta. "E' perfetto, S. Bevi con moderazione, guida piano e a casa per le undici."

Farneticò annoiata, prima di venire quasi-fatalmente colpita da una stampella per abiti e dalle mille sfumature della risata cristallina di Rachel.

E ancor prima che Santana potesse alzare l'indice contro il suo broncio offeso, Kurt fece il suo ingresso nella stanza, pentendosene all'istante.

"Che succede qui?" Kurt non ricevette alcuna risposta, se non il palmo di Quinn entrato improvvisamente in collisione con la superficie morbida del materasso, gesto che il ragazzo intese come un invito a godersi lo spettacolo al suo fianco.

"E' una semplicissima uscita al buio organizzata dalle tue migliori amiche!" Provò nuovamente Rachel, premunendosi di reprimere l'euforia che le scaturiva la prospettiva di vedere la sua migliore amica nuovamente felice.

"Mh. Sono sicura che tu abbia fatto tutto da sola. E che la presenza di Quinn implichi solamente un sostegno morale, a dir poco scadente, aggiungerei."

"Touché, Lopez" bofonchiò l'ex capo cheerleader, lo sguardo ormai incollato alle figure stampate sulle pagine del numero.

Kurt si chiuse la bocca con una manciata dei pop corn vegetariani che Quinn stava pacificamente sgranocchiando, negandosi una risata inopportuna, e continuò a contendersi la lettura con la ragazza.

"Ti sbagli. Quinn è colpevole tanto quanto me!"

Quest'ultima sollevò finalmente lo sguardo dalla sua nuova attrazione per puntarlo in quello della diva, "Hey!"

Rachel la interruppe, dedicandole un'occhiataccia. "Se cado io, tu cadrai giù con me!"

La vittima di quell'interminabile barzeletta gemette esasperata, riduecendo gli occhi a due temibili fessure. "Quinn è lì ferma a sbavare su Vogue da almeno un'ora, pensi mi servano ulteriori prove per pensare che questa sia tutta - esclusivamente ed unicamente - opera tua?"

"Okay, bene, ma mi conosci e sai che tengo a te. Concedmi il beneficio del dubbio, almeno! Sono - anzi, siamo - preoccupati per te."

"Non ne avete motivo."

Rachel scosse la testa; quando si impuntava su qualcosa riusciva ad essere davvero, davvero insistente.

"Oh, davvero? Io penso di sì."

Santana si abbandonò ad un ringhio frustrato e sospirò.

"Bene. Fabarbie, Lady Hummel, Mamma... per vostro incontenibile piacere, e mio un po' meno, andrò a questo dannatissimo appuntamento", annunciò, tendendo le labbra in un ghigno arrendevole.

"Ah!" esultò Rachel, battendo il cinque contro quello di Kurt, che aveva ormai ricostruito da se tutta la situazione.

"Siete impossibili!" Fu l'ultimo, isterico richiamo della latina, prima di uscire di scena accompagnata dal suo tubino blu elettrico.

Rachel sospirò e si lasciò cadere lungo il lato opposto del letto, dove Quinn e Kurt si dimostrarono occupati a ridacchiare.

Rotolò su un fianco e spintonò lievemente la gamba di Quinn. "Se mai mi saltasse in mente di rapinare una banca, ricordami di non ingaggiarti mai come complice."

Quinn inarcò il suo - tanto famoso quanto spaventoso - sopracciglio, e questa volta fu il suo turno di abbandonarsi ad una sonora risata.

______________


A sera inoltrata, con tutta la lentezza e il disinteresse del mondo, Santana si trascinò oltre l'ingresso del Diner, pur sapendo che quella non sarebbe mai stata una buona idea.

Qualunque cosa organizzata da Rachel Berry, da un tempo a questa, era destinata a non finire bene. Specialmente per lei.

Francamente, zigzagare tra i tavoli occupate dalle coppiette del venerdì sera non rappresentava il massimo delle sue aspettative, ma d'altronde sapeva che quella si sarebbe rivelata solo una perfetta perdita di tempo.

E prima la concludeva meglio sarebbe stato.

Non appena arrivò al tavolo predestinato all'appuntamento, infatti, non trovò assolutamente nessuno.

Attese qualche minuto, si guardò intorno e si concesse un drink di consolazione.

Tanto uno più, uno meno.

Dopodiché lanciò un'occhiataccia all'orologio e mandò tutto e tutti a farsi benedire.

Venti minuti lì dentro e già ne aveva abbastanza.

Si strinse nel cappotto che le copriva le spalle e si fermò a pensare al di fuori del locale, provvisoriamente accostata alla parete del retro.

"Sei in ritardo."

Una voce alle sue spalle la fece sussultare, costringendola ad imprecare a denti stretti e ad afferrare le chiavi della macchina al volo, "Cazzo!"

Si voltò, tentando di mettere a fuoco il volto di chi l'aveva ammonita, con scarsi risultati.

Non poteva dirsi sbronza dopo soli due bourbon, e che cavolo.

Poi però socchiuse nuovamente gli occhi e il suo battito cardiaco si fece ancor di più irregolare.

Titubò un'istante, aspettando che la figura avvolta nell'ombra si rivelasse, prima di concedere al suo cuore di fermarsi.

Tutto sembrò essersi dissolto nel momento in cui quella chioma bionda si mosse in direzione della finestra del retro del locale, rivelando il suo
meraviglioso profilo.

"Dani."

Il nome della ragazza che credeva non avrebbe più rivisto in vita sua - e che ormai aveva imparato a cancellare nel corso dei mesi, invano - uscì in un sussurro debole e sorpreso, mirato più a convincere se stessa che ad altro.

Si sarebbe aspettata davvero chiunque, ma non lei.

Non dopo il disastro che aveva combinato, che l'aveva inevitabilmente portata ad osservare impotente la scena che aveva dipinto Dani come una fidanzata ferita, frettolosa di recuperare le sue cose e allontanarsi il più lontano possibile da lei.

Dani non distolse lo sguardo dalla vetrata, ma prese un profondo respiro e sorrise.

"Ho sentito parlare di come questo sia il posto perfetto per salutare l'alba, ti unisci a me?"








 
  
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