Premessa:
Questa One-shot sarà abbastanza Spoilerosa (mooooolto).
Vi ricordo, tanto per scrupolo, che tutte le One-Shot che ho pubblicato e che pubblicherò in questa raccolta andranno in ordine cronologico.
Ok, vi lascio alla lettura :P
Uncovered
Un vento
fresco
gli scompigliò i capelli e il sorriso comparve sulle sue
labbra.
Aveva
sempre adorato il paesaggio in primavera, tutto si riempiva di vita e
di
colori.
“Allen!
Guarda che se ti perdi non vengo a cercarti!”
“Arrivo!”
L’inglese
raggiunse di corsa i compagni, affiancandoli.
Avevano
appena terminato una missione, non troppo complicata, ma che li aveva
parecchio
stancato.
Finalmente,
dopo molto tempo passato ad aiutare i ragazzi della scientifica a
sistemare la
nuova sede dell’Ordine, erano tornati attivi.
“Si
può
sapere che stavi guardando?”
“Nulla
di
particolare, Lavi.”
Il rossino
alla sua destra sbuffò, portandosi le mani dietro alla nuca.
“Lenalee…
quando
passa il treno?”
La ragazza
alzò lo sguardo da terra, un’espressione perplessa
dipinta in volto.
“Eh?”
Lavi
sbuffò ancora, facendo roteare gli occhi.
“Negli
ultimi mesi siete diventati un po’ troppo distratti voi due,
eh?”
Le gote
della compagna s’imporporarono un po’, e le sue
mani corsero a stropicciare il
merletto della gonna. Era nervosa.
“E’
che…
stavo pensando…”
“L’avevo
capito… comunque, quando passa il treno?”
“Domani
mattina.”
Il giovane
bookman si fermò di colpo, gli occhi spalancati.
“EH?!
E
noi che facciamo nel frattempo? Aspettiamo per tutta la notte in
stazione?”
Lenalee
sorrise, portando una mano sulle labbra.
“No!
Mio
fratello ha già prenotato tre stanze in un hotel non poco
lontano da qui.”
Si
voltò
verso Allen, ridendo e facendo l’occhiolino.
“… Ora andiamo.”
Presero
una stradina acciottolata che portava al paese vicino a quello in cui
avevano
appena terminato –velocemente-
la
missione.
“E’
quello.” Esordì Lenalee infine, indicando una
struttura che comparve di fronte
ai loro occhi. Era nella periferia del paese; avrebbero raggiunto la
stazione
in fretta il mattino successivo.
“Non
mi
sembra un edificio molto stabile…” disse Lavi,
camminando accanto ai compagni.
“Sarà
solo
l’impressione che da all’esterno.”
Rispose subito Allen, facendo un passo
davanti a loro ed aprendo la porta, invitandoli ad entrare.
La ragazza
sorrise a quel gesto tanto gentile del compagno. Uno
come lui non si smentisce mai…
Vennero
subito indirizzati verso le loro stanze, non appena il gestore
dell’hotel vide
le Rose Cross sulle loro divise un po’ imbrattate di sangue.
Lenalee al
primo piano, da sola, mentre i due compagni al terzo.
“E’
chiaro
che Komui non si fida di noi, eh, Allen?”
Il rosso
diede una pacca sulla schiena al ragazzo, il sorriso stampato in volto.
“Di
che
avrà paura poi? Che saltiamo addosso a sua
sorella?”
Scoppiò
a
ridere, infilando la chiave nella toppa della porta e girandola.
“Inizio
davvero a pensarla come Yuu… quello è malato sul
serio!”
Lavi
entrò
nella sua stanza, sporgendo la testa nel corridoio quel tanto che
bastava per
vedere il compagno inglese litigare con la serratura.
“E
la sai
l’ultima? A quanto pare Komui sospetta che Lenalee abbia un
fidanzato, roba da
matti! Chi sarebbe così stupido da tentare una cosa
simile?”
Ad Allen
scivolò la chiave di mano, che cadde pesantemente a terra.
Rimase
impalato, la mano sulla maniglia e gli occhi sbarrati.
“Che
c’è
Allen? Non riesci ad aprirla?”
Gli si
avvicinò, raccogliendo la chiave e girandola senza problemi
nella toppa.
“Ecco.”
Il ragazzo
entrò di corsa nella stanza, facendo sbattere rumorosamente
la porta e senza
degnare Lavi di un saluto. Così
Komui si
è accorto…
Si
lasciò
andare sul letto, osservando il soffitto un po’ crepato dal
tempo. Forse Lavi aveva ragione, questo posto
non
sembra poi molto stabile…
Avrebbe
tanto voluto sprofondare in quelle lenzuola candide, Allen. Il pensiero
di
dover tornare all’Ordine gli procurava una forte stretta allo
stomaco e
migliaia di pensieri si affollavano nella sua testa.
Sopportare
il peso di quegli sguardi accusatori o scappare, lasciandosi tutto alle
spalle?
Sbuffò,
chiudendo stancamente gli occhi. Non sono
mai fuggito di fronte a nulla…
Tolse gli
stivali con noncuranza, gettandoli sotto il letto. …
però non sopporto questa situazione.
Piegò
la
divisa, abbandonandola ai piedi del letto, pronta per esser indossata
una volta
arrivato il mattino.
“Cosa
devo
fare, Mana?”
Non aveva
mai smesso di volergli bene, nonostante ora sapesse chi fosse
veramente. Ogni
tanto, però, si sorprendeva a chiedersi se fosse stata la
stessa cosa per il
suo padre adottivo, se quel “ti voglio bene, Allen”
era veramente riferito a lui e non
a ciò che portava dentro di sé.
Non aveva
mai avuto molte persone attorno a lui, a causa dei suoi capelli, della
sua mano
e di Quella cicatrice, ma
quell’improvvisa rivelazione lo aveva allontanato dai suoi
compagni. Gli unici
che gli erano rimasti accanto erano Lenalee e Lavi. …
E Link, anche se lui mi sta addosso per secondi fini.
Un sorriso
apparve sulle sue labbra, un po’ tirato.
“Almeno
questa volta non mi ha seguito in missione.”
Erano mesi
ormai che aveva sempre quel “due punti” –come
lo chiamava Lavi- con il fiato sul collo, per sorvegliarlo.
Sorvegliarlo
inutilmente, a suo pare, perché tutto ciò che
potevano fare era solo aspettare,
aspettare che un giorno lui si sarebbe svegliato con le mani sporche
del sangue
delle persone che amava. Non c’era modo di poter prevenire
questo suo
cambiamento, il maestro era stato chiaro su questo punto. Il maestro…
Si
raggomitolò nelle coperte.
Era
definitivamente calata la notte su quella landa desolata e iniziava ad
aver po’
freddo.
TOC TOC
Si
voltò
di scatto verso la porta, avvolta nella semi-oscurità.
“Chi
è?”
Nessuna
risposta.
Forse era
solo qualcuno che si era divertito a fargli uno scherzo. Forse
era Lavi…
Si
alzò
dal letto lo stesso. Ormai la sonno se n’era andata.
Girò
lentamente la chiave nella toppa, stropicciandosi gli occhi.
La porta
si spalancò e la vista di Allen venne offuscata da una
chioma di capelli neri
come la pece.
“Lenalee!?”
“Sh…
sennò
Lavi si sveglia!”
Il ragazzo
la prese per mano, chiudendo la porta alle loro spalle cercando di non
far
rumore.
“Il
Signor
Komui sospetta che tu abbia un fidanzato…”
Lo disse
senza tante cerimonie, facendola accomodare sul suo letto.
“Se
ci
scopre io sono finito!”
Lenalee
sorrise, nascondendo il volto dietro una manica della sua camicia da
notte. Com’è carino
quando fa così!
“Non
verrà
a sapere mai nulla. Ci basterà solo essere cauti.”
Allen
sbuffò, sedendosi accanto a lei con il volto stretto fra le
mani. Che pasticcio!
“Ehi,
Allen-kun.”
Gli
sfiorò
il collo, per attirare la sua attenzione.
“Ultimamente
sei molto triste… è ancora a causa di Quello?”
Il ragazzo
la fissò per qualche secondo, poi scosse la testa,
nascondendo nuovamente il
volto fra le mani.
Soffriva,
e Lenalee lo sapeva bene. Avrebbe tanto voluto aiutarlo, ma
semplicemente non
poteva, era totalmente impotente
in
quella storia.
“Allen-kun…”
Lo
abbracciò stretto, cercando di trasmettergli tutti i
sentimenti che aveva
provato per lui negli ultimi mesi, nelle ultime settimane e quelli che
stava
provando persino in quel momento.
“Io
e i
tuoi compagni ti amiamo Allen-kun, e nessun Noah, buono, cattivo o che
sia ti
porterà mai via da noi.”
Avrebbe
tanto voluto sprofondare in quelle lenzuola candide, Allen. Le persone
che lui
amava. Sarebbero state quelle le prime persone a soffrire per il suo
cambiamento. Le avrebbe uccise tutte, dalla prima all’ultima,
senza fare eccezioni.
Avrebbe
tanto voluto sprofondare in quelle lenzuola candide, Allen, cancellare
le
parole che gli aveva appena detto Lenalee e riavvolgere il tempo a
quando era
ancora bambino, a quando ancora seguiva Mana lungo le strade buie e
innevate di
Londra. Avrebbe tanto voluto tapparsi le orecchie per non sentire il
rumore del
suo cuore andare a pezzi alle parole di Lenalee. Lei era la persona
più
importante per lui, la persona che sapeva di amare con tutto
sé stesso, con il suo cuore
e non con quello di un Altro.
Sarebbe stata lei la prima, lo
sapeva, a perire per mano sua. No, non
per mano mia…
“Non
farebbe male ad una mosca…” disse il ragazzo,
fissando Lenalee con gli un po’
lucidi.
“Lo
dicevano sempre le amanti del maestro quando lui mi urlava in faccia di
smetterla di fare il bambino e di decidermi a distruggere gli
akuma.”
La ragazza
lo fissò per un attimo, gli occhi colmi di apprensione.
“Andrà
tutto bene, ne sono sicura…”
Appoggiò
la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi e concentrandosi sul
battito del
suo cuore.
“…
Vedrai
che tutto si risolverà nel migliore dei modi.”
Era stata
avvertita, da suo fratello e dal Segretario Leverrier, sulle condizioni
di
Allen ma aveva deciso che non le importava, che gli sarebbe rimasta
accanto lo
stesso.
Non
avrebbe mai abbandonato nessun compagno, soprattutto se in
difficoltà.
“Lenalee…”
Le diede
un leggero bacio sulle labbra, portando le mani ai fianchi della
ragazza.
“…
grazie.”
Lei
sorrise, baciandolo a sua volta e sbottonandogli delicatamente la
camicia.
Allen la
fece sdraiare sul materasso, sotto di sé, mentre intento
appoggiava le labbra
sul collo liscio della ragazza, lasciando dei lievi baci.
“Allen…”
Alzò
la
testa, sentendosi chiamare.
“Lavi
è
nella stanza qui accanto…”
Allen le
sorrise, tornando a baciarla sulle labbra e dissipando i suoi dubbi.
Sì,
che
importava?
Lavi
dormiva, non si sarebbe accorto di nulla, infondo. E
poi…
Quella
notte aveva portato con sé un forte vento freddo,
probabilmente il rosso nella
stanza accanto giaceva addormentato sotto delle spesse coperte. … Sì, di cosa mi preoccupo?
L’indomani
sarebbero tornati all’Ordine e come prima cosa sarebbe andata
dritta da suo
fratello, spiegandogli che non aveva un fidanzato, che era solo la sua
immaginazione. … Però
Allen…
Per quanto
ancora avrebbero continuato a mentire? Io…
“O
h m i o
D i o . . .”
Allen si
fermò di colpo, voltandosi verso la porta.
“O
h m i o
D i o . . .”
Lavi. Era
lì, davanti alla porta, la bocca spalancata e
l’arma anti-akuma evocata fra le
mani.
“Lavi!!!”
Lenalee
afferrò velocemente le coperte, coprendo sé
stessa e il ragazzo sopra di lei.
“V
o
i d u e . .
.”
L’inglese,
rosso in volto, afferrò il cuscino, lanciandolo in direzione
del compagno.
“P
e n s a
v o c h e q u a l c h e
a k u m a . . .”
“Lavi!
Esci subito!”
Il rosso
uscì
di corsa, chiudendo la porta alle sue spalle.
Allen si
alzò dal letto, rivestendosi in fretta.
“E
adesso?”
Il mattino
successivo arrivarono in stazione di buon ora, le valigie alla mano e
tutti
alquanto imbarazzati.
“Riguardo
a ieri…” iniziò il giovane bookman,
spettinandosi un po’ i capelli con la mano,
“io…”
“Tu
non ha
visto nulla.”
Lenalee
terminò la frase per lui, continuando a fissare il terreno e
stropicciando il
merletto della gonna.
Non era
rossa in volto, era bordeaux.
“Da
quanto…?”
Allen
fulminò il compagno con lo sguardo, anche lui palesemente
imbarazzato.
“Ok,
scusa… Non sono affari miei.”
“Esatto.”
Lenalee
abbassò il capo, fissando i ricami sulla gonna.
Continuava
a stropicciarla, nervosa.
“Lenalee…”
Una mano
inguantata
strinse la sua, come a calmarla.
Alzò
gli
occhi verso il volto sorridente –ed
imbarazzato- di Allen, fissandolo negli occhi.
“Calma…”
Un fischio
acuto raggiunse le loro orecchie, annunciando l’arrivo del
treno.
“Si
torna
a casa.”
Ringraziamenti:
Prima di tutto, ringrazio Christal che ha fatto da BetaReader a questa One-shot. Grazie mille, cara.
Poi, ringrazio coloro che hanno recensito (una sola persona sul EFP, ma sul forum hanno risposto molti più utenti). Grazie mille! Spero commentitate pure questa.