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Autore: Liy    17/08/2008    3 recensioni
Raccolta di One-shot con Pairing AllenxLenalee.
[5. "Chocolate Cake"] “Allen-kun… hai chiuso la porta a chiave, vero?”
Il ragazzo si puntellò sui gomiti, osservando la ragazza sotto di sé. “No.” - Rating: Arancione
[6. "The Truth in a Nightmare"] Il ghignò sul volto angelico di Allen si allargò, e nell'aria si diffuse il suono della sua risata. “Io...” Un passo verso di lei. “... non sto...” Ancora uno, più pesante del precedente. “... dalla parte...” Si chinò, afferrandole i capelli con la mano destra. “... di nessuno!” La sollevò, e la buttò a terra, lasciandola cadere a pochi passi dal corpo del compagno. - Rating: Arancione
Genere: Romantico, Malinconico, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allen Walker, Lenalee Lee | Coppie: Allen/Lenalee
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Premessa:

Questa One-shot sarà abbastanza Spoilerosa (mooooolto).

Vi ricordo, tanto per scrupolo, che tutte le One-Shot che ho pubblicato e che pubblicherò in questa raccolta andranno in ordine cronologico.

Ok, vi lascio alla lettura :P





Uncovered

 

Un vento fresco gli scompigliò i capelli e il sorriso comparve sulle sue labbra.

Aveva sempre adorato il paesaggio in primavera, tutto si riempiva di vita e di colori.

“Allen! Guarda che se ti perdi non vengo a cercarti!”

“Arrivo!”

L’inglese raggiunse di corsa i compagni, affiancandoli.

Avevano appena terminato una missione, non troppo complicata, ma che li aveva parecchio stancato.

Finalmente, dopo molto tempo passato ad aiutare i ragazzi della scientifica a sistemare la nuova sede dell’Ordine, erano tornati attivi.

“Si può sapere che stavi guardando?”

“Nulla di particolare, Lavi.”

Il rossino alla sua destra sbuffò, portandosi le mani dietro alla nuca.

“Lenalee… quando passa il treno?”

La ragazza alzò lo sguardo da terra, un’espressione perplessa dipinta in volto.

“Eh?”

Lavi sbuffò ancora, facendo roteare gli occhi.

“Negli ultimi mesi siete diventati un po’ troppo distratti voi due, eh?”

Le gote della compagna s’imporporarono un po’, e le sue mani corsero a stropicciare il merletto della gonna. Era nervosa.

“E’ che… stavo pensando…”

“L’avevo capito… comunque, quando passa il treno?”

“Domani mattina.”

Il giovane bookman si fermò di colpo, gli occhi spalancati.

“EH?! E noi che facciamo nel frattempo? Aspettiamo per tutta la notte in stazione?”

Lenalee sorrise, portando una mano sulle labbra.

“No! Mio fratello ha già prenotato tre stanze in un hotel non poco lontano da qui.”

Si voltò verso Allen, ridendo e facendo l’occhiolino. “… Ora andiamo.”

Presero una stradina acciottolata che portava al paese vicino a quello in cui avevano appena terminato –velocemente- la missione.

“E’ quello.” Esordì Lenalee infine, indicando una struttura che comparve di fronte ai loro occhi. Era nella periferia del paese; avrebbero raggiunto la stazione in fretta il mattino successivo.

“Non mi sembra un edificio molto stabile…” disse Lavi, camminando accanto ai compagni.

“Sarà solo l’impressione che da all’esterno.” Rispose subito Allen, facendo un passo davanti a loro ed aprendo la porta, invitandoli ad entrare.

La ragazza sorrise a quel gesto tanto gentile del compagno. Uno come lui non si smentisce mai…

Vennero subito indirizzati verso le loro stanze, non appena il gestore dell’hotel vide le Rose Cross sulle loro divise un po’ imbrattate di sangue.

Lenalee al primo piano, da sola, mentre i due compagni al terzo.

“E’ chiaro che Komui non si fida di noi, eh, Allen?”

Il rosso diede una pacca sulla schiena al ragazzo, il sorriso stampato in volto.

“Di che avrà paura poi? Che saltiamo addosso a sua sorella?”

Scoppiò a ridere, infilando la chiave nella toppa della porta e girandola.

“Inizio davvero a pensarla come Yuu… quello è malato sul serio!”

Lavi entrò nella sua stanza, sporgendo la testa nel corridoio quel tanto che bastava per vedere il compagno inglese litigare con la serratura.

“E la sai l’ultima? A quanto pare Komui sospetta che Lenalee abbia un fidanzato, roba da matti! Chi sarebbe così stupido da tentare una cosa simile?”

Ad Allen scivolò la chiave di mano, che cadde pesantemente a terra.

Rimase impalato, la mano sulla maniglia e gli occhi sbarrati.

“Che c’è Allen? Non riesci ad aprirla?”

Gli si avvicinò, raccogliendo la chiave e girandola senza problemi nella toppa.

“Ecco.”

Il ragazzo entrò di corsa nella stanza, facendo sbattere rumorosamente la porta e senza degnare Lavi di un saluto. Così Komui si è accorto…

Si lasciò andare sul letto, osservando il soffitto un po’ crepato dal tempo. Forse Lavi aveva ragione, questo posto non sembra poi molto stabile…

Avrebbe tanto voluto sprofondare in quelle lenzuola candide, Allen. Il pensiero di dover tornare all’Ordine gli procurava una forte stretta allo stomaco e migliaia di pensieri si affollavano nella sua testa.

Sopportare il peso di quegli sguardi accusatori o scappare, lasciandosi tutto alle spalle?

Sbuffò, chiudendo stancamente gli occhi. Non sono mai fuggito di fronte a nulla…

Tolse gli stivali con noncuranza, gettandoli sotto il letto. … però non sopporto questa situazione.

Piegò la divisa, abbandonandola ai piedi del letto, pronta per esser indossata una volta arrivato il mattino.

“Cosa devo fare, Mana?”

Non aveva mai smesso di volergli bene, nonostante ora sapesse chi fosse veramente. Ogni tanto, però, si sorprendeva a chiedersi se fosse stata la stessa cosa per il suo padre adottivo, se quel “ti voglio bene, Allen” era veramente riferito a lui e non a ciò che portava dentro di sé.

Non aveva mai avuto molte persone attorno a lui, a causa dei suoi capelli, della sua mano e di Quella cicatrice, ma quell’improvvisa rivelazione lo aveva allontanato dai suoi compagni. Gli unici che gli erano rimasti accanto erano Lenalee e Lavi. … E Link, anche se lui mi sta addosso per secondi fini.

Un sorriso apparve sulle sue labbra, un po’ tirato.

“Almeno questa volta non mi ha seguito in missione.”

Erano mesi ormai che aveva sempre quel “due punti” –come lo chiamava Lavi- con il fiato sul collo, per sorvegliarlo. Sorvegliarlo inutilmente, a suo pare, perché tutto ciò che potevano fare era solo aspettare, aspettare che un giorno lui si sarebbe svegliato con le mani sporche del sangue delle persone che amava. Non c’era modo di poter prevenire questo suo cambiamento, il maestro era stato chiaro su questo punto. Il maestro…

Si raggomitolò nelle coperte.

Era definitivamente calata la notte su quella landa desolata e iniziava ad aver po’ freddo.

TOC TOC

Si voltò di scatto verso la porta, avvolta nella semi-oscurità.

“Chi è?”

Nessuna risposta.

Forse era solo qualcuno che si era divertito a fargli uno scherzo. Forse era Lavi…

Si alzò dal letto lo stesso. Ormai la sonno se n’era andata.

Girò lentamente la chiave nella toppa, stropicciandosi gli occhi.

La porta si spalancò e la vista di Allen venne offuscata da una chioma di capelli neri come la pece.

“Lenalee!?”

“Sh… sennò Lavi si sveglia!”

Il ragazzo la prese per mano, chiudendo la porta alle loro spalle cercando di non far rumore.

“Il Signor Komui sospetta che tu abbia un fidanzato…”

Lo disse senza tante cerimonie, facendola accomodare sul suo letto.

“Se ci scopre io sono finito!”

Lenalee sorrise, nascondendo il volto dietro una manica della sua camicia da notte. Com’è carino quando fa così!

“Non verrà a sapere mai nulla. Ci basterà solo essere cauti.”

Allen sbuffò, sedendosi accanto a lei con il volto stretto fra le mani. Che pasticcio!

“Ehi, Allen-kun.”

Gli sfiorò il collo, per attirare la sua attenzione.

“Ultimamente sei molto triste… è ancora a causa di Quello?”

Il ragazzo la fissò per qualche secondo, poi scosse la testa, nascondendo nuovamente il volto fra le mani.

Soffriva, e Lenalee lo sapeva bene. Avrebbe tanto voluto aiutarlo, ma semplicemente non poteva, era totalmente impotente in quella storia.

“Allen-kun…”

Lo abbracciò stretto, cercando di trasmettergli tutti i sentimenti che aveva provato per lui negli ultimi mesi, nelle ultime settimane e quelli che stava provando persino in quel momento.

“Io e i tuoi compagni ti amiamo Allen-kun, e nessun Noah, buono, cattivo o che sia ti porterà mai via da noi.”

Avrebbe tanto voluto sprofondare in quelle lenzuola candide, Allen. Le persone che lui amava. Sarebbero state quelle le prime persone a soffrire per il suo cambiamento. Le avrebbe uccise tutte, dalla prima all’ultima, senza fare eccezioni.

Avrebbe tanto voluto sprofondare in quelle lenzuola candide, Allen, cancellare le parole che gli aveva appena detto Lenalee e riavvolgere il tempo a quando era ancora bambino, a quando ancora seguiva Mana lungo le strade buie e innevate di Londra. Avrebbe tanto voluto tapparsi le orecchie per non sentire il rumore del suo cuore andare a pezzi alle parole di Lenalee. Lei era la persona più importante per lui, la persona che sapeva di amare con tutto sé stesso, con il suo cuore e non con quello di un Altro. Sarebbe stata lei la prima, lo sapeva, a perire per mano sua. No, non per mano mia…

“Non farebbe male ad una mosca…” disse il ragazzo, fissando Lenalee con gli un po’ lucidi.

“Lo dicevano sempre le amanti del maestro quando lui mi urlava in faccia di smetterla di fare il bambino e di decidermi a distruggere gli akuma.”

La ragazza lo fissò per un attimo, gli occhi colmi di apprensione.

“Andrà tutto bene, ne sono sicura…”

Appoggiò la testa sulla sua spalla, chiudendo gli occhi e concentrandosi sul battito del suo cuore.

“… Vedrai che tutto si risolverà nel migliore dei modi.”

Era stata avvertita, da suo fratello e dal Segretario Leverrier, sulle condizioni di Allen ma aveva deciso che non le importava, che gli sarebbe rimasta accanto lo stesso.

Non avrebbe mai abbandonato nessun compagno, soprattutto se in difficoltà.

“Lenalee…”

Le diede un leggero bacio sulle labbra, portando le mani ai fianchi della ragazza.

“… grazie.”

Lei sorrise, baciandolo a sua volta e sbottonandogli delicatamente la camicia.

Allen la fece sdraiare sul materasso, sotto di sé, mentre intento appoggiava le labbra sul collo liscio della ragazza, lasciando dei lievi baci.

“Allen…”

Alzò la testa, sentendosi chiamare.

“Lavi è nella stanza qui accanto…”

Allen le sorrise, tornando a baciarla sulle labbra e dissipando i suoi dubbi.

Sì, che importava?

Lavi dormiva, non si sarebbe accorto di nulla, infondo. E poi…

Quella notte aveva portato con sé un forte vento freddo, probabilmente il rosso nella stanza accanto giaceva addormentato sotto delle spesse coperte. … Sì, di cosa mi preoccupo?

L’indomani sarebbero tornati all’Ordine e come prima cosa sarebbe andata dritta da suo fratello, spiegandogli che non aveva un fidanzato, che era solo la sua immaginazione. … Però Allen…

Per quanto ancora avrebbero continuato a mentire? Io…

“O h  m i o  D i o . . .”

Allen si fermò di colpo, voltandosi verso la porta.

“O h  m i o  D i o . . .”

Lavi. Era lì, davanti alla porta, la bocca spalancata e l’arma anti-akuma evocata fra le mani.

“Lavi!!!”

Lenalee afferrò velocemente le coperte, coprendo sé stessa e il ragazzo sopra di lei.

“V o i  d u e . . .”

L’inglese, rosso in volto, afferrò il cuscino, lanciandolo in direzione del compagno.

“P e n s a v o  c h e  q u a l c h e  a k u m a . . .”

“Lavi! Esci subito!”

Il rosso uscì di corsa, chiudendo la porta alle sue spalle.

Allen si alzò dal letto, rivestendosi in fretta.

“E adesso?”

 

Il mattino successivo arrivarono in stazione di buon ora, le valigie alla mano e tutti alquanto imbarazzati.

“Riguardo a ieri…” iniziò il giovane bookman, spettinandosi un po’ i capelli con la mano, “io…”

“Tu non ha visto nulla.”

Lenalee terminò la frase per lui, continuando a fissare il terreno e stropicciando il merletto della gonna.

Non era rossa in volto, era bordeaux.

“Da quanto…?”

Allen fulminò il compagno con lo sguardo, anche lui palesemente imbarazzato.

“Ok, scusa… Non sono affari miei.”

“Esatto.”

Lenalee abbassò il capo, fissando i ricami sulla gonna.

Continuava a stropicciarla, nervosa.

“Lenalee…”

Una mano inguantata strinse la sua, come a calmarla.

Alzò gli occhi verso il volto sorridente –ed imbarazzato- di Allen, fissandolo negli occhi.

“Calma…”

Un fischio acuto raggiunse le loro orecchie, annunciando l’arrivo del treno.

“Si torna a casa.”

 

 

Ringraziamenti:

Prima di tutto, ringrazio Christal che ha fatto da BetaReader a questa One-shot. Grazie mille, cara.

Poi, ringrazio coloro che hanno recensito (una sola persona sul EFP, ma sul forum hanno risposto molti più utenti). Grazie mille! Spero commentitate pure questa.

   
 
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