"Quando ti
costruisci una realtà semi perfetta dentro di te poi diventa difficile
relazionarsi col mondo di fuori."
-Gerard Way-
-E
quando il mondo ti crolla addosso, vorresti solo un momento per respirare, ti
prego. Lasciami vivere. E quando il mondo ti crolla addosso, vorresti solo un
momento per respirare, ti prego. Love me..-
iniziai a scrivere
quello che avevo appena detto dalla mia bocca su un vecchio blocknotes nero con sopra alcune band disegnate con dei pennarelli indelebili
di vari colori, bianco, rosso e verde.
Molto spesso, quando ero nervosa, iniziavo a inventare poesie o frasi
con senso di solitudine e tristezza. Solo quando ero molto in pensiero riuscivo
a scrivere certe poesie, se devo essere sincera, molto spesso le trovavo molto
espressive e sincere. Non sono mai stata una persona che esprime i suoi
sentimenti con tanta facilità. Ma neanche,
io non li dimostravo quasi mai.
-.. e quando tutto diventa nero,
tu sei la luce, la luce dove vorrei annegare dentro senza nessun rimpianto e..-
una mano si posò sopra il quaderno, facendomi incontrare due occhi di un
colore azzurro, uno sguardo che mi metteva piuttosto inqueta ogni volta. Che ti
assaporavano, che ti guardavano ogni
minimo dettaglio –Sei molto sdolcinata a volte, lo sai Rose?- la sua voce mi
fece percorrere un brivido dietro la schiena, mi metteva in agitazione ogni
santa volta che mi parlava. Ormai ero cotta di lui da mesi. Ma lui da sua
parte, non era affatto interessato a una ragazza banale come me, che ama
leggere manga e disegnarli, leggere libri classici e quelli romantici, dove la
protagonista è catturata da un giovane bello e dannato ragazzo vampiro con i
capelli alla Sid Vicious e occhi azzurri, esatto. Come
Victor.
Sorrisi per placcare i pensieri perversi che mi saltarono in testa e lo
guardai con arroganza –Sai, meglio essere sdolcinati che freddi come te-
perfetto Rose, bella mossa, ora ti odierà di più.
Lui non rispose, ma si limitò a un malizioso sorriso che si stampò in
faccia dopo alcuni secondi –Ti consiglio di stare attenta mia cara, siamo amici
da anni, ma non devi parlarmi così-
-Sennò che fai? Mi uccidi?-
-Tu stai li, è lo scoprirai- Detto
questo, si alzò dalla sedia affianco alla mia e si diresse al tavolone del bar.
Dall’entrata principale, entrarono 5 ragazzi, uno più insolito dell’altro.
Al centro uno dai capelli neri, lunghi
fino le spalle. Alla sua sinistra uno riccio e alla destra un ragazzo dai
capelli neri con tatuato uno scorpione al collo. Per finire dietro due ragazzi
che si scontravano nei miei occhi, uno magro con occhiali e uno grosso di corporatura e alto. Tutti e due
biondi.
Il ragazzo dal tatuaggio si voltò verso di me, guardandomi dritta negli
occhi, mettendomi piuttosto in soggezione e facendomi avvampare in faccia. Non
ero abituata allo sguardo di qualcuno,
nessuno mi aveva mai notato in questi anni. O forse non mi ero mai accorta io.
Notando che ero diventata rossa, il ragazzo mi sorrise e continuò a
seguire il ragazzo dai capelli neri cambiando direzione. Per un momento ci rimasi male, ma subito
pensai che forse non stava guardando me, ma per esempio qualcosa dietro di me..
o qualcuno. Mi svoltai per vedere chi fosse alle mie spalle, avevo ragione.
Contro una porta c’erano 3 ragazze vestite in modo provocante che stavano
ridacchiando come oche. Immaginavo.
Vidi Alex correre verso di me, per poi sbattere contro il ragazzo
riccio, che stranamente, si scusò con un dolce sorriso che si pose sulla sua
faccia.
-Rose, Rose! Ci vuole il direttore del pub, ora- non me lo rifeci
ripetere due volte, presi sia il quaderno che la penna e segui Alex con il
fiato sospeso. Era il momento.
Entrai in una grande sala, al suo interno c’era un uomo di mezza età
accompagnato dal ragazzo tatuato e quello dai capelli lunghi. All’impatto ci
rimasi piuttosto male, ma era da intuire che fossero dei membri di quella band.
-Bene, Rose, loro due sono Gerard Way e Frank Iero,
membri di una band emergente, i My Chemical Romance.
Saranno una delle tante band che vi sfideranno-
Questa volta li guardare per
bene. Il primo sembrava uscito da un fumetto di zombie, con i suoi capelli
lunghi neri e quel trucco pesante che rendeva la sua pelle più chiara del
normale, e l’altro, un tappetto pieno di tatuaggi con l’atteggiamento da duro.
Feci un mezzo sorriso per poi porre la mia mano verso i due –Ci divertiremo
miei cari-
Gerard fu il primo a stringermela, la sua pelle era piuttosto fredda e
il suo colore spiccava dalla luce della stanza, mostrando, anzi, facendo vedere
nessun difetto.
-Oh, piacere mio Rose- Rimasi pietrificata
di come pronunciò il mio nome. Non saprei definire con l’esattezza il modo di
come lo fece. Ma era tipo una doccia calda. Anzi bollente.
Appena la ritirò, Frank, dopo vari minuti, pose la sua. Questa volta la
sua mano era piena di tatuaggi, e la sua pelle era liscia. A differenza di
Gerard, lui mi sorrise di nuovo facendomi ancora arrossire come un’idiota.
Sembrava che tutto ciò era durato secoli, invece mi svoltai a guardare l’orologio
ed erano le 19:28, erano passate solamente 5 minuti da quando aveva visto l’orario
l’ultima volta.
Alex strinse le mani ai due, dicendo il suo nome con serenità e calma.
Loro fecero altrettanto.
Dopo alcuni secondi mi ricordai quello che disse l’uomo : è una delle tante band che vi sfideranno .
Mi spaventai e intervenni in quel silenzio che si era formato fra noi
-Aspetti un attimo.. lei ha detto ‘’è una delle tante band?’’ noi mica
dobbiamo fare una sfida!- L’uomo mi guardò stranito, come se venissi da un
altro pianeta. Si girò e prese un foglio con scritto:
MERCOLEDI’ 12 LUGLIO BATTAGLIA FRA BAND.
INIZIERA’ ALLE 20:30 E’ TERMINERA’ ALLE ORE 00:00 AL LOCALE Black Moon in Via Torino 22
Rimasi di sasso, anche Alex lo era. Non sapevamo assolutamente niente di
questa sfida.
-Avete idea di ritirarvi? Sembra che la cosa vi renda nervosi- quel Gerard
ci stava prendendo in giro. Come osava!?
Lo guardai dritto negli occhi, con aria di sfida –Oh, noi non abbiamo
paura di sfidare un gruppo che si chiama ‘’Il
mio amore chimico’’ – avevo vinto, 1 a 0 mio caro emo.
Lui ci pensò un attimo prima di rispondere, ma era troppo tardi per
farlo. Frank rispose prima di lui
-Non c’è motivo di litigare per cose così stupide, vi auguro di andare
bene. Ci vediamo sul palco Rose- guardò di fianco a me –E Alex-
Quel Frank era così calmo, che mi fece quasi innervosire.
-Altrettanto- Alex mi prese per un braccio e mi portò con se fuori dalla
stanza, lasciando una certa aura di sfida li dentro.
Dovevamo vincere noi, assolutamente
-Bene, ragazzi e ragazze. Vi presento la prima band. Si chiamano gli Elysium – Entrai non appena aveva pronunciato
il nostro nome.
Sulla mia destra c’era Victor, con la sua Les
Paul rossa e arancione come quella di Slash.
Alla mia sinistra invece, c’era Alex con la sua solita Fender nera con
sopra un adesivo dei Linkin Park.
Per finire dietro di noi, Lili sulla sua batteria argento e Alex con il
basso.
Eravamo pronti. Dovevamo fare una bella figura.
Mi avvicinai al microfono, leccandomi prima le mie labbra secche.
-Bene! Questa è Killjoy – mi girai verso Lili per indicare che
ero pronta, lei annui e con le bacchette le fece sbattere tre volte su se
stesse.
Iniziai io a suonare, quattro accordi ripetuti tre volte, dopo di me gli
stessi accordi ripetuti per quattro volte e poi James iniziò con un semplice rif(*). Saltai sul microfono, pronunciando piano piano il
testo in inglese. Non dovevo aver paura. Ormai ero abituata a cantare, non
avrei sbagliato.
Alla fine il rif centrale lo feci io, per non
fare altre litigate fra James e Victor.
Buttai con un piede l’asta del microfono e scivolai sulla tastiera della
mia chitarra nera, senza fermarmi. Avevo lo sguardo di tutti puntato su di me,
non mi piaceva la cosa ma non era da stupirsi dopo quello che stavo facendo.
Finì buttandomi per terra con un bending(*)
Ripresi fiato e mi tirai i capelli indietro guardando la gente
applaudirci, ero veramente felice. Ero veramente felice.
Guardai verso il nostro gruppo di sfida, Gerard era piuttosto arrabbiato
dalla sua espressione. Invece Frank, aveva stampato in faccia un piccolo
sorriso compiaciuto.
Gli altri invece, stavano applaudendo insieme agli spettatori. Mi girai
verso i miei amici, tutti felici per la nostra perfomance .
Che dire.. eravamo stati veramente bravi. Ora toccava a loro, ma ero certa che anche
loro non erano tipi che scherzavano, anzi.
Scesi dagli scalini, seguita da Lili, che dire, la miglior batterista e
migliore amica che conoscevo. Girato l’angolo c’era Frank con il ragazzo dolce dai capelli
ricci ribelli. Da lontano ci sorrisero tutti e due.
-Che brave eh! Il tuo assolo poi Rose, era magnifico. Sai, io suono la
chitarra e devo dire che te la sei cavata bene. Riguardo a te..- guardò la mia
amica
-Lili-
-..Lili, non so cosa dirti, purtroppo Bob è con Gerard e Mikey, ma penso che sei stata brava- Lili sorrise per
ringraziarlo.