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Autore: Newtmasinmyveins    20/06/2014    3 recensioni
IO SALVAVO ELIJAH, MA JAMES SALVAVA ME.
--Tratto dal 5° capitolo--
-Vampiri,Jane. - scandì da farmi ibernare.
- No...non è possibile.Non esistono.- scossi il capo di continuo a destra e a sinistra indicando un no incredulo.
- Se loro non esistono...Non esistiamo neanche noi. Angeli dannati, demoni, vampiri e noi? Noi li vediamo, Jane.-
-Tratto dall' 14° capitolo--
Quella sensazione sbarrò il mio stomaco.
Simile a quella di quando si dorme e poi. . . POUFF, si cade nel vuoto svegliandosi col fiatone.
Ahimè, quello non era un sogno.
Ricordavo solo che mentre cadevo nel vuoto e nel buio delle tenebre , James mi urlava stanco,
- Promettimi che ce la farai. Combatti , Jane. -
Erano dolci parole che sentivo a rallentatore.
Stavolta,sarei morta per davvero.
A bassa voce, con il poco fiato che mi rimaneva, prima di toccare il fondo e chiudere definitivamente gli occhi, gli risposi...
- Si. . . James, te lo prometto.- Sperando che potesse ancora sentirmi.
Genere: Mistero, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo
Capitoli:
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Spazio Autrice: Carissimi lettori sarò breve perché  molto probabilmente neanche adesso il pc mi farà pubblicare. Questo capitolo mi è costato davvero tanto tempo. Ho impiegato molti giorni per rivederlo, ma sicuramente troverete errori. Siate clementi. Ecco il trailer che vi avevo promesso. Copiate e incollate: https://www.youtube.com/watch?v=2AKOFbScsdo
ALCUNE SCENE APPARTENGONO ALLA SECONDA STAGIONE. Scusate per piccoli problemi che potreste riscontrare nel racconto del film " La foresta dei pugnali volanti" di sè il film è abbastanza articolate. Godetevi il capitolo e il video. Fatevi sentire :3 

Capitolo Quattordicesimo

C’era tensione e imbarazzo da parte mia, lui, invece, sembrava rilassato come sempre. .. Non avevo previsto niente di tutto quello: né che rimanesse sulla terra, né a casa mia, né tantomeno parlare di notte con lui, l’essere che odiavo così tanto. Di cosa avremmo mai parlato? Beh. . .Dovevo stare tranquilla, lui aveva proposto, lui iniziava il discorso, io avrei agito di conseguenza. Posai il bicchiere dal quale avevo bevuto pochi istanti prima e a piedi di piombo avanzai verso lui.
Fece una risatina e poi sdrammatizzò,

- Tranquilla, non voglio ucciderti. Non lo farei mai.- Nonostante lo reputassi un bastardo cronico, sapevo benissimo che l’idea di uccidermi non gli aveva mai sfiorato il pensiero.

- Lo so!- Sbottai sicura e mi sedetti sul divano, dove lui pochi attimi prima aveva finto di dormire. Eravamo vicini, ma distanti.  . .Lui continuava a fare espressioni sorridenti cercando di tranquillizzarmi, io continuavo a fingere che tutto andasse bene.

- Allora, di cosa dovremmo parlare? – Feci la menefreghista, ma volevo dargli l’impressione di una sicura  anche se. . . Era sprovvisto di maglia; Cercavo di non far cadere il mio sguardo sul suo petto limitandomi a guardare solamente il  volto. Un’altra parentesi difficile : gli occhi. Un colore intenso da imprigionarti e farti impazzire.

- Beh Jane, ci conosciamo poco e tu di me non hai afferrato proprio nulla. – Sorrise malizioso, ma divenne serio appena pronunciò “ tu di me non hai afferrato proprio nulla” , il tono e la frase mi fecero trasalire, quelle parole dette nel buio della notte erano paragonabili al copione di un film  horror.

- Cosa intendi? – deglutii.

- Beh. . . Pensi che sia un altro, non mi conosci davvero. – Specificò rilassandosi.

-  Beh… dal primo momento mi hai dato l’aria di uno indipendente, ma talmente orgoglioso che non accetterebbe mai l’aiuto degli altri. –

- E’ così Jane, qui  hai visto bene.  . .- Ammise accennando un lieve sorriso. Ultimamente sorrideva spesso, ma io volevo Elijah, mi mancava! Nella testa le parole di Alyson rimbombavano come  martellate fastidiosissime. Elijah aveva paura di me? Che razza di mostro ero diventata?

- Non ti ho mai detto chi sono davvero, a parte il mio nome e cognome. . . – Fece una giusta riflessione, io ero curiosa di ascoltarlo.

- Vorrei saperlo, infondo. . . Non posso odiare una persona di cui conosco solo il nome , devo conoscerne anche la storia. –Frase da poetessa, ma che fece colpo;Accennò un sorriso e  a mia insaputa lo invogliai a parlarmi di lui. . .

- Beh. . . Ti basta sapere che sono cresciuto sotto regole abbastanza SEVERE. . .Una delle tante è:  MEGLIO ESSERE TEMUTI CHE AMATI.-

Era poco per poter giudicare la sua vita, ma sarebbe bastato per un animo buono intento a  comprenderlo.  Adesso ero più sicura  che James era cresciuto in un ambiente severo e serio , ma la mia curiosità non era soddisfatta, dovevo chiedergli qualcosa.

-  I tuoi erano severi? – gli domandai, anche se come frase era piuttosto dettagliata e abbastanza profonda per suscitare probabili orrori.

- Un po’. .. –Abbassò il capo. Quel “ un po’” era sarcastico.

Fuori pioveva a dirotto. Lampi e tuoni marchiavano il cielo di colori giallastri per illuminare la pallida luna.

Avrei dovuto capirlo prima che. . . James era quel tipo di eroe sarcastico, cinico , spiritoso , vanitoso, arrogante,ma allo stesso tempo pieno di angoscia.  Dà l’impressione di tenere la maggior parte delle persone a giusta distanza da se, ma è anche del tutto cavalleresco con le donne,  Rebekah  ad esempio. Non si lega emozionalmente mai a nessuno, a meno che non sia per un periodo molto breve. . .

- Questa sarebbe una giustificazione per quello che ho visto ieri sera tra te e Rebekah sul mio letto? – Ritornai all’attacco ,più avventata che mai. Non provavo rispetto per James. Non capivo. Avrei dovuto camminare a piedi di piombo e , invece, avevo invaso i  suoi sentimenti. Si irrigidì. Era il minimo.

- Non uso giustificazioni né tantomeno chiedo perdono. Non prego i Santi figuriamoci umani o succhia sangue. –  la sua espressione ridivenne seria.

Mi alzai di scatto e in contemporanea un fulmine si scagliò violentemente contro noi, quella luce giallastra e il tuono che venne poco dopo, mi spaventarono. James era ritornato quello di sempre : teso,  distaccato e stronzo.

Sbattevo i piedi a terra al ritmo del nervosismo.  Le mani mi cingevano i fianchi. Ero stufa.

- Ti fa star bene vedere che gli altri soffrano? – domandai urlando anche se infondo ,la mia era un’affermazione.

- Come , scusa. . .? – si girò verso me e noncurante si alzò e s’avvicinò. Mi dimenavo, non volevo mi fosse vicino.

- Si! Hai sentito bene. A te fa star bene sapere che gli altri soffrano altrimenti non mi avresti ricordato chi sono adesso. – Era un orrore ricordare chi ero, meglio dire un trauma. La cosa più spiacevole al mondo. .  .Una sensazione che non prova mai nessuno. . .Quando le persone muoiono,non vivono più. . .Forse ne rimane solamente l’anima, e , invece, io sono morta, ma continuo a vivere. . . Un peso che mi logora dentro.

- Tu non sai niente di me. Da quando mi hai visto mi hai messo la targhetta : dell’antipatico, stronzo, egoista, bastardo, idiota, stupido – Mi urlò contro e mi fece  tacere. Aveva ragione. . . NON SAPEVO NULLA.

- Ti odio, James… Mi hai dato del mostro, della succhia sangue e ogni volta che trovi occasione me lo ripeti di continuo. Vuoi farti odiare. . . Ma non sai che ti odio già. – Feci per andarmene, ma lui mi tirò forte a sé. . . Era un diavolo? Un angelo? Eppure il suo cuore batteva a più non posso. Il suo petto scoperto freddo era contro il mio. . . Cosa voleva fare? Quella giornata tutto mi era andato storto, tutto mi era sfuggito di mano.


NO! NO! NO! JANE NON PUO’ ACCADERE A TE!

Feci per allontanarmi, ma il suo viso era vicinissimo al mio.  .Non era orribile, anzi era bello da perdere il fiato. Un angelo senza ali. Ero impietrita.  Avevo freddo , poi caldo e infine. . . Di nuovo freddo.

La maglia del pigiama mi andava enorme e con le sue mani candide mi scoprì leggermente la spalla. Si avvicinò come se volesse padroneggiare il mio collo, scostò delicatamente i miei capelli. . .  Mentre  io fissavo le pareti intorno a noi, il divano a pochi passi. . .

Avremmo fatto qualcosa? OH MIO DIO! Non riuscivo  neanche a  immaginarlo …

 Ecco, il suo fiato freddo e profumato sul mio collo caldo, fece  suscitare profondi brividi che mi percossero  tutto il corpo. Azzeccato all’orecchio scandì in modo sublime,

- Ci sono persone che si odiano perché temono di amarsi.- 

Aprii gli occhi, doveva essere un incubo e stranamente mi trovai nel letto di camera mia.

Mi toccai la testa. . . Io e James. . . NO!

Mi voltai verso sinistra e notai il biondo nel letto con me, con la camicia nera di papà quasi tutta sbottonata .Mi sorrideva malizioso.

Spalancai gli occhi. Meccanicamente mi alzai dal letto e gli tirai il cuscino contro, lo parò in ben che non si dica.

- E’ troppo bello. . . – fece una pausa e poi accompagnato da una risatina pronunciò,

 - Controllare i tuoi sogni.- Aveva quell’espressione sorridente che avrei voluto ammaccare con un pugno.

- Sei stato tutta la notte a farmi vivere un sogno? – Ero incredula. Troppo strano per essere finto.

- Sì e ho captato tutte le tue emozioni da buon angelo. – sorrise e poi si alzò dal letto.

- Non ho emozioni James. . .Sono un vampiro e  me lo hai ricordato anche in uno stupido sogno. – Sbottai aprendo la porta della camera per andare a lavarmi. Stette in silenzio come se fosse dispiaciuto.
Ruppi il ghiaccio, tanto per riempire l’aria.

- Davvero sei cresciuto con la frase “ Meglio essere temuti che amati”? –  chiesi stufata scendendo le scale , arrivata in cucina mi voltai dietro dove c’era  il biondo ossigenato che si abbottonava molto comodamente la camicia.

Aprii la dispensa , ma non c’era nulla. Avevo dimenticato che i miei erano partiti e avevano portato con loro tutto, ci mancavano le mutande.

- Si . . .è più che vera,e comunque è inutile che cerchi cibo . Oggi dobbiamo allenarci, se proprio vuoi mangiare dopo l’allenamento. – mi invitò a combattere e la risposta era più che ovvia. . .Con lui.

- Te lo scordi, ormai ho chiuso con Micenesis  e anche con i combattimenti , mi chiedo perché non ho ancora chiuso con te. – risbuffai come mio solito, e mi spaparanzai sul divano accendendo la tv. Mi affiancò.

- Ma dai!  Non dirmi che sei così risentita nei miei confronti perché ho dormito con te o meglio, tu dormivi e io gestivo il sogno. . . –

- Grrr James. Che nervi. Punto primo. Non dovevi essere nel mio letto. Due. Mi comandi i sogni?  Tr. . . – mi interruppe,

- Volevo che. . . Al tuo compleanno avessi un bel risveglio: Un modello come me, ad esempio. . . – Sorrise e strizzò l’occhio, segno dell’occhiolino. Lo guardai in cagnesco, il mio sguardo stava per fulminarlo.

-  Pensa alle tipe del bus, quanto pagherebbero per stare al tuo posto.- pavoneggiò e fece qualche passo verso me.

- Sempre più modesto. – Assunsi un’espressione annoiata , ma anche  meravigliata. Ricordava il mio compleanno.  Quanto avrei voluto pagare io, invece, per non essere con lui, bensì all’aperto dove tutto aveva un’aria diversa e affascinante. . .

La giornata si prospettava migliore di quella precedente, ma solo dal punto di vista meteorologo , non tra me e James.

C’era luce. Il vialetto era sempre del consueto grigioverde, come in una foresta sotto il cielo coperto, ma appariva più limpido del solito. Fuori dalla finestra non c’era il velo di nebbia a cui mi ero abituata. Il cortile era ricoperto da un sottile strato di neve , il viale era imbiancato. . .C’era di peggio. La pioggia del giorno prima si era ghiacciata,disegnava ghirigori fantasiosi e splendenti tra aghi dei pini e aveva trasformato il vialetto in un lastrone mortale. . . Con i miei che erano partiti e il condividere la casa con un essere che odiavo . . . Lungi  dal sentirmi abbandonata.

- Jane ormai sei il bersaglio di tutti. . .-  Il biondo cercava di convincermi a iniziare l’allenamento, ma se con Elijah non mi trovavo. . . Figuriamoci con lui. Insisteva in continuazione e la mia pazienza cesse .

- Eh va bene, ma appena sono stanca finiamo. – Gli posi una condizione che sembrò accettare.

Indossai abiti casual che permettevano più movimenti possibili  ,mentre lui indossava vecchi abiti di mio padre. Spostammo il divano per avere più spazio, tolsi tutti i vasi che avrebbero potuto rompersi e prendemmo posizione.

- Bene! Per prima cosa : SPALLE DRITTE,  dimostrano più sicurezza e soprattutto ti aiutano a coordinare i movimenti.- Feci come lui aveva detto, fin qui non era difficile. Mi prestò la sua spada-laser o meglio,spada angelica e mi venne dietro. Strinse le sue mani alle mie e mi insegnò a padroneggiarla. Ogni contatto con James non mi aiutava affatto  anzi, peggiorava tutto. Era la massima distrazione: Aveva il fascino di un angelo e la tentazione di un diavolo, come poteva avere sia bene che male? Beh, pensandoci ovunque c’è il bene e il male come lo YING E lo YANG.

- Bene, una volta imparato l’uso della spada , attacchi. Mi raccomando: UN PASSO AVANTI E DUE DIETRO. Quando attacchi, il nemico risponderà per questo tu lo scansi indietreggiando. Proviamo . . .- 

James aveva prestato la sua spada a me, mentre lui si arrangiava con un mestolo. La scena sarebbe stata  divertente se ci fosse stato Elijah e , invece, no. .  .James che mi ostacolava in ogni suo gesto, parola e sguardo.Cercai di concentrarmi anche se sapevo che ormai era tutto inutile e  ridicolo. Feci come da lui insegnatomi e mi concentrai. Feci il primo attacco,  rispose bene  nonostante avesse il mestolo, stava per rendermi disarmata.

- Wow ! – un’espressione del tutto inaspettata fuoriuscì dalla mia bocca. Mi aveva stupita. . .

- Quando ti alleni, qualunque oggetto va bene. La bravura è in te non nelle cose. – Aveva ragione, nonostante io fossi armata con l’oggetto opportuno facevo cilecca. Non ero minimamente brava come lui.
Cercai di concentrarmi, dovevo riuscirci anche per dargli uno schiaffo morale. . . Puntai il nemico e sprigionai tutta la forza  e la rabbia che c’era in me. Gli puntai al cuore, sfiorandogli il petto. . . I piedi erano divaricati, uno avanti ,l’altro indietro.  Lui era fermo poi, soffocò una risata.

- Complimenti. – Con le sue dita sfiorò la punta della spada vicino al suo petto e la scostò lontano da lui, fece un applauso più ironico che vero e prese a sedersi sulla poltroncina accanto al divano.

- Per oggi, basta così. . .  –  disse divertito. Si preoccupava perché  avrebbe potuto affaticarmi il giorno del mio compleanno?

-  Di già? Ma non abbiamo fatto nulla. – Replicai, quasi quasi ci avevo preso gusto.

- I combattimenti sono la ripetizione di queste mosse, se continuiamo a ripetere finirà  che dimentichi. – Accavallò la gamba destra su quella sinistra e sospirò.

- Va’ a farti una doccia, io esco a prendere qualcosa da mangiare.-  Gli scappò una risatina , s’ alzò alla velocità della luce e uscì di casa. La porta si chiuse dietro sé.

- Finalmente da sola ! – Legai i capelli e come mio rito spirituale mi diressi in bagno per lavarmi e scrollare via i pensieri. Riempii la vasca con abbastanza sapone da provocare tante bollicine al gusto di ciliegia e mi immersi. Avevo una strana sensazione. . . Sentivo che pensare Elijah fosse un obbligo o meglio un’ancora per non essere catapultata nella voragine di James il tentatore. Le emozioni dei vampiri sono sicuramente più forti altro che spente. . . Un peso sullo stomaco di una morta, faceva più male che sullo stomaco di un’umana. I morti non possono fare più nulla e io … ERO una morta.

A quanto avevo potuto capire James era metà angelo e metà umano dalla frase che gli era scappata sul letto. . .

“Ho captato tutte le tue emozioni da buon angelo. “ Ad avere fascino , beh. . . Sì.  Ma gli angeli non sono  stronzi, per questo lo reputavo più un diavolo. Ogni contatto con lui, mi faceva rabbrividire, quasi ansimare. . . Temevo che James non mi fosse indifferente del tutto. Provavo timidezza anche solo a pensarlo, sapere che fosse distante da me, ma sentirlo comunque vicino. Tutto molto strano.
 Non avevo mai provato sentimenti, cotte o amore per nessuno e mi era difficile capirne i sintomi. Elijah non mi attraeva, mi era simpatico, un amico , ma basta. . . Quel bacio, ho sempre saputo che non aveva abbastanza significato da farci stare insieme come due felici innamorati.
James,  invece, aveva la differenza che non era il ragazzo  che stava simpatico ai tuoi, piuttosto di uno che ti brucia casa. Due caratteri diversi eppure si riscontravano in un punto: IL MIO CUORE. James, ogni volta che mi era vicino mi permetteva di stare bene e male allo stesso tempo. Elijah , invece, voleva farmi stare solo bene. . .  farmi ridere mettendosi in ridicolo, ma avrebbe fatto davvero di tutto per me? Ero confusa. . .Cercavo di reprimere ogni contatto e ogni momento trascorso con James, ma non era una cosa da sottovalutare. Mi  faceva sentire viva da morta e nonostante  mi insultasse ricordandomi quello che ero, lui mi aveva  sempre accettata a differenza di Elijah, che se avrebbe  saputo cosa ero realmente ,avrebbe potuto provare persino ad uccidermi. La testa mi scoppiava, il mio problema : CREARE PROBLEMI DOVE NON VI ERANO. James, aveva l’aria di bello e dannato con l’unico intento di  farti provare qualcosa e poi andarsene, magari in punta di piedi. . . Insomma, sparire dalla tua vita. Elijah, invece, nonostante mostrasse ridicolezza , non ti avrebbe mai tradito, avrebbe costruito una vita con te , dei figli e  la vecchiaia sicuramente l’avremmo trascorsa insieme.
Iniziavo a temere  NOI. James e me insieme. Un suo passo falso, sarebbe stato anche il mio. Lavai anche i capelli, volevo affondare nella vasca, ma ero già morta. Non avevo bisogno di aria da respirare. Iniziai  a pensare agli angeli, alla loro misericordia, ad eccezione di qualcuno( JAMES). Sono capaci di fare tutto, forse se  James occupava i miei pensieri  era per un incantesimo , tipico del sogno. . . Con quell’essere tutto era possibile. Speravo che come qualità di mezzo angelo, il biondo non aveva  la lettura del pensiero, altrimenti ero davvero nei guai. Pensieri dopo pensieri erano già mezzogiorno e mezza. . . Nessuna traccia di James. Aveva combinato qualche guaio? Perché tardava? Anziché colazione avremo dovuto pranzare. . . Che diavolo era  successo? Cercai di tranquillizzarmi ,James era stupido, ma non tanto da cacciarsi nei guai con degli umani.

Cercando di non pensarci,iniziai a riordinare la casa: rimisi il divano e i vasi ai loro posti, spolverai il davanzale della finestra , la tv , il pc, feci il mio letto  e spazzai  in cucina. La casa, del resto era uno splendore. Mi sedetti sulla poltroncina dove ore fa si era acconciato James e lo  aspettavo sperando che non gli fosse accaduto nulla. Poi però. . .  Qualcosa di diverso, un pensiero che non mi aveva mai sfiorato mi indusse a visitare  lo studio di papà; Da piccola non mi era mai permesso di accedervi. Salii le scale, lo studio era situato accanto alla camera da letto, un piccolo stanzino sempre chiuso a chiave; Strinsi la maniglia e anche allora mi era impossibile.
- Cosa mai può tenere? – mi domandai senza avere alcun risposta. La mia curiosità spesso superava il limite ed ero capace di fare cose mai fatte, un esempio: scassinare. Ormai il pallino in testa martellava, DOVEVO SCOPRIRLO. VOLEVO. Se non ci fossi riuscita avrei chiesto al mago che ha tutte le risposte o pensa di averle(James). Stringevo la maniglia, ma ovviamente la porta non si apriva, sarebbe stato troppo bello per essere vero. Il mio buon udito da vampira mi permise di  captare i suoni di  qualcuno in casa.Era James. Scesi giù e il mio occhio cadde sull’orologio appeso a metà muro della cucina.

- Sono le 2:00- ovviamente  p.m , ma non era possibile che avessi impiegato due ore  per fare lavori domestici arronzati. Troppo lenta. . .Beh, non c’era da stupirsi, io e il tempo. . . Un conto in sospeso.

- Si . . . Lo so , ho fatto tardi. – si assunse le colpe , nelle mani aveva due buste belle cariche e non sembravano essere la colazione.

- Ti sei messo a guardare qualche bella fanciulla? – domandai con aria imbronciata. Gli avrei voluto dire tanto per la cronaca: Avvisa, uno squillo di telefono. Ma perché, porco cane anche lui aveva il vizio di non avvisare? Insomma, un po’ era umano.
- No, ho aiutato una signora anziana ad attraversare la strada. – alzò lo sguardo, io non ci credevo. Scoppiai a ridere.

- Ah James, se non ti conoscessi forse me la berrei, mah no. Bravo comunque per il tentativo.-  Gli tolsi le buste da mano e le poggiai sul tavolo della cucina.

- Cos è? – domandai senza aprire le buste.

- Beh. .  .Sushi. . . – sorrise a 32 denti.

- Sushi? Stai dicendo quello schifo di pesce crudo tipica usanza dei  francesi? – Spalancai gli occhi. Il mio stomaco brontolava e io avrei dovuto ingozzarmi di quello schifo?

- Giappone, Jane , ma  tranquilla . . . Ci sono  le bacchette. – Risorrise e stavolta, gli avrei di sicuro spaccato la faccia.

- Sono andato da un HING KONG “Only fish everywhere fish” . . . Dal nome mi ha incuriosito. – Risorrise , si avvicinò e aprì le buste.

- Sto schifo, lo mangi tu .- sbottai,  spaparanzandomi  con noncuranza  sul divano.

- Ehi , assaggia. . . Non è tanto male. -  aveva un boccone e sembrava armeggiare bene persino le bacchette. Io minimo, le sapevo mettere nel naso.

Si avvicinò e si sedette al mio fianco. Mi porse la vaschetta di alluminio e mi ricordò il mio adorabile papà,

- Mangia bella addormentata. Non fa tanto schifo. – mi rassicurò, me lo porse insieme a due bacchette.

Come previsto non sapevo usarle.

- Se vuoi. . . Ti aiuto.- Sembrava serio, non divertito come chiunque alla vista di quello spettacolo.

- No. So mangiare da sola. –Puntualmente avvenne la figura di merda. Il sushi  POOF. Caduto.

- Te lo avevo detto, ma tu sei  sempre orgogliosa. – Lo troncai,

- Piantala. Ne ho assaggiato un pochettino e devo dire che mette la nausea. Hai dei gusti di merda. . . Permetti se te lo dico. – Mi allontanai, il divano era abbastanza grande, volevo essere all’estremità non azzeccata al biondo.

- Va bene dato che a volte il tempo è bastardo. . .Che ne dici  di vederci  un film? – suggerì. James non era da film romantici o supernatural, era semplicemente per gli horror. Lo rispecchiava. Io , invece, nonostante volessi sembrare una tosta, piangevo davanti un film romantico e mi eccitavo con quelli sovrannaturali. Beh, adesso nel sovrannaturale c’ero io.

- Beh ne ho tutti i tipi, che generi ti rispecchiano? – domandai anche se già sapevo la risposta.

-  Potrei dirti horror , ma sarei troppo prevedibile. – Come faceva a fregarmi sempre(?) Forse. . . Ero troppo superficiale.

- Quindi mi piacerebbe azione. – Fece un sorriso che ricambiai. Infondo, l’azione piaceva anche me, certo non avrei mai potuto mettere  ORGOGLIO E PREGIUDIZIO anche se molto significativo. Sfogliai il porta DVD in sua compagnia.
- Posso scegliere io? – domandò con voce cauta.

- Sì. Tanto tutti i DVD che ho , mi piacciono un sacco. – continuai a sfogliare, ma la sua voce pronunciò,

- Questo. – e toccò con l’indice il dvd che aveva scelto.

- Q … Questo? – domandai sbigottita. Incredula.

- Se non ti piace…. –

- No, va bene. . . Tranquillo.- Arrossita gli risposi con un filo di voce. Non dissi nulla, ma quello era l’unico film d’azione che mi aveva segnato l’infanzia e anche l’adolescenza. Il mio film preferito.  Lo avevo visto migliaia di volte e non mi sarei mai stancata di vederlo. La storia, come me era molto articolata e a base di tutto c’era anche l’amore. Un amore ingiusto, un triangolo d’amore e non voglio svelarvi il finale.

- Dal titolo potrei dire che è giapponese , almeno questo mi fanno pensare le facce dei tizi. Il titolo mi incuriosisce: “ La foresta dei pugnali volanti”. –  Un’ottima riflessione di Wright.

Misi il dvd nel lettore, mi sedetti sul divano e mi armai di un cuscino nel caso mi sarebbe uscita una lacrima che James non doveva assolutamente vedere.

La trama non è niente altro che. . . La Cina del IX secolo , il gruppo rivoluzionario dei Pugnali Volanti si oppone alla corrotta dinastia imperiale Tang. Due capitani dell’ esercito dell’imperatore organizzano un piano  per seguire la danzatrice cieca di corte, Mei presunta figlia del defunto capo del movimento anti-imperiale. Uno dei due, Jin sotto l’ordine dell’altro capitano porta la ragazza lontano , Leo il capitano che aveva ordinato il tutto, li segue di nascosto. Il viaggio di Jin e Mei comincia, ma  non tutto va come preventivato. Sboccia l’amore, trattenuto e consapevole e costretto a non crescere.
Il film  durò circa 2 h e 30 e le lacrime erano indispensabili. James non sembrava proprio annoiato anzi, cercava di capire il significato e di vivere quel film che a me aveva insegnato tanto. Scoppiai nella scena  dove si scopre tutta la verità: Leo e Mei avevano messo in piedi tutta la messa in scena per far fuori Jin, ma lei però trascorrendo il tempo con lui se ne era innamorata. Inoltre, Leo era il fidanzato di Mei e lei non era né cieca né figlia dell’imperatore.
Da ordini più alti, Mei venne costretta a uccidere Jin , ma non lo fece; Lo liberò e in mezzo i campi fioriti sbocciò la loro passione. Dopo ciò Mei  fece scappare Jin cercando di far tacere  il forte desiderio di seguirlo.  Jin  andò via , ma Mei  sellò il suo cavallo e partì per riprendersi il suo vero amore ;Mentre cavalcava , la ragazza venne attaccata  da ben 2 pugnali, lanciati da Leo  non rassegnato  al pensiero  di averla perduta : uno lo riuscì  a scansare , ma  l’altro le arrivò al cuore, segnando la sua fine. Cadde , ma Jin non molto lontano percepì  di ritornare dalla sua amata, e cosi fece.  Tornò sui suoi passi  e là trovò; Mentre il ragazzo addolorato piangeva il corpo di Mei moribonda, venne attaccato di spalle da Leo e iniziò un’interminabile lotta tra i due  che durò  mesi. Nevicò e la ferita di Mei si sanò quasi, Leo avrebbe ucciso Jin che riportava più ferite di lui, Mei però con la forza dell’amore si alzò da terra, impossibile come fosse ancora viva, Leo stava per lanciare l’ultimo pugnale quello che avrebbe preso il cuore di Jin, ma Mei nonlo permise. Leo  finse di lanciare il pugnale, Mei cascandoci completamente , tolse il  pugnale dal petto e lo lanciò con l’intenzione di deviare il pugnale di Leo, il sangue dal suo cuore sporcò la neve candida e pura. Cadde. Stavolta era davvero finita. Jin corse da lei , la strinse tra le braccia e le cantò la canzone del loro primo incontro. Strano, come scherzando ci si possa innamorare per davvero.

Ero una fontana. Una vampira che piangeva (?). I  miei occhi erano lucidi. Stavolta James, avrebbe potuto mettermi in ridicolo. Guardai nella sua direzione e lo vidi pensieroso, aveva uno sguardo spento.

- E’ finito. – pronunciai con un filo di voce.

- Molto  bello. . . – sussurrò , sembrava che non riuscisse a parlare.

- Mi ha colpito, Jane. – ammise. Ero incredula.

- Anche a me. . . E’ come se fosse la prima volta, è il mio film preferito. Non so quante volte l’ho visto. – ammisi arresa. James era più simile di quanto immaginassi, persino nel carattere; Forse per questo non andavamo d’accordo.

- Beh. . . Mette in risalto la fugacità della vita. Se vuoi una cosa falla, sii egoista. Adesso, però stop con la tristezza. Oggi è il tuo compleanno e non è giusto che tu sia triste. – Era totalmente cambiato. Effetto “ I pugnali volanti?” Ero incredula e stupefatta. James riusciva sempre  a farmi ricredere sul suo conto.

Come il tempo osava ingannarci erano le 7:00 p.m . Lo scorrere inesorabile del tempo mi spaventava minuto dopo minuto.

- Jane ti dispiace se vado a fare una doccia e se  soprattutto mi prepari dei vestiti di tuo padre? – domandò premuroso, avrei voluto fare la battutina: Così piangi per il finale tragico sotto la doccia per evitare che io ti senta?

- Si, tranquillo non c’è problema. Accanto alla vasca c’è un cassettone dove trovi l’asciugamano. – Ci alzammo dal divano, lui per recarsi in bagno, io per prendere i vestiti di papà.

Salì le scale , entrò in bagno e chiuse la porta. Io mi recai nella stanza dei miei per prendere un altro scatolone dei vestiti di papà, lo aprii e c’era un bel completo che sicuramente a James sarebbe piaciuto. Uscii e passai dinnanzi al bagno, sentivo lo sgocciolio dell’acqua della doccia scendere, bagnava il corpo nudo e scolpito di James. Ma che diamine pensavo?

- Adesso mi spii anche?- fece una risatina smorzata.

Sobbalzai. Era nudo. Beh non completamente. L’asciugamano copriva il basso, e il petto , invece, era scoperto. I capelli biondo oro erano bagnati e anche loro erano indescrivibili. Non capivo cosa mi accadeva.

- N…No. Sc..scusa . Diamine.  Beh, tieni. – Gli porsi i vestiti di papà che avevo tra le braccia e corsi in camera mia. Piena di vergogna.

Chiusi la porta a chiave. Tirai un sospiro lungo. Mi lanciai nel vuoto per poi cadere a peso morto sul letto. James occupava sempre la mia mente, mi faceva male. Nel pensare quelle cose mi veniva da ridere. Ero così impacciata certe volte. . .Era bello, ma non mi piaceva. Sono sincera almeno.

Bussò alla mia porta e il mio cuore riprese a battere.


- Jane. . . Tutto bene ? -  domandò angustiato.

- Sì! Si! Ora apro. – Mi catapultai dal letto e aprii la porta.

- Bene, ti va di uscire?. . . – smorzò un sorriso e si scostò dalla porta quasi come se volesse scendere le scale.

- Beh. . .Se non piove e non ho un’altra alternativa. . . Okay. –

Lo squadrai dall’alto verso il  basso e come avevo captato , i vestiti di papà non gli stavano niente male. Da galantuomo mi stava dietro, uscimmo ed ero del tutto ignara di dove ci stessimo dirigendo.  D’un tratto il biondo mi sorpassò e gli stavo dietro, prendemmo il bus. Stemmo più di un’ora nel veicolo e solo dopo , lanciando uno sguardo furtivo al finestrino, mi resi conto che era tutto verde. Tanto verde. I miei occhi vedevano giusto. Era IL PARCO NAZIONALE DELLE GREAT SMOKY MOUNTAINS, questo comprende :le Great Smoky Mountains e parte delle Blue Ridge Mountains ,che fanno parte dei monti Appalachi e si trova al  confine tra Tennessee ad ovest e Carolina del Nord ad  est; Quando avevo 7 anni , ogni fine settimana ,mamma faceva lo sforzo di portarmi lì per respirare aria buona, non lo  smog con il quale oggigiorno tutti conviviamo. James scese e io feci lo stesso. Perché mi aveva portata lì? Lo seguii cauta , il pericolo era sempre dietro l’angolo. Nonostante avessi capito dove mi aveva condotta, c’era un’altra domanda a cui volevo risposta: Perché?

Il parco si spandeva in un labirinto sconfinato di alberi secolare, e iniziavo a temere che non avremmo più ritrovato la via d’uscita. James era perfettamente a suo agio, nel verde della vegetazione e non mostrava alcuna esitazione, neppure il minimo problema di orientamento. La candida luna filtrava la propria luce  tramite le foglie degli alberi. Raggiunsi i posti di vegetazione fitta, entrai in un posto fantastico, tantissime felci e fiori di qualsiasi colore: viola, giallo, rose. . .Camminavo lentamente, a bocca aperta, tra l’erba soffice e i fiori che dondolavano, sfiorati dall’aria fredda. James si girò e mi fissò con aria circospetta.

- Mi sembrava il posto più adatto per una vampira . . . Nel bus sei stata bravissima. – strizzò l’occhio, era rilassato. Eravamo l’uno di fronte all’altra. Al vertice di una collina. Il buio era nostro amico, il cielo sembrava sereno. C’erano persino le lucciole. Il tempo sembrava essersi fermato.

- Jane … Devi nutrirti, altrimenti ti indebolirai. – mi consigliò con aria dedica.

- E’ questo il problema , James. Non voglio sangue. –

- Beh forse ne hai uno preferito . – Abbassò lo sguardo, ancora non capivo dove volesse parare.

- Quello di Elijah ti è piaciuto tanto, vero? –  nel suo tono si presentava ira leggera.

- James non iniziamo. E’ stato l’unico che ho assaggiato. . .- Mi faceva schifo quello che dicevo eppure, era vero. Mi ero cibata di Elijah ed era solamente il primo di tanti. Avrei dovuto mettere fine alla mia vita da morta.

- Non l’unico. – obbiettò.

- Nutriti da me. – Serio. Fermo. I suoi occhi da gelare il sangue su di me. Io. Immobilizzata. Sorpresa.

- Jane , fallo.- La mia bocca era spalancata, e avevo un’espressione da pesce lesso. Quello era il regalo  per il mio compleanno?

- Se ti nutrirai da me, la sete di sangue si calmerà. Sono metà angelo. –

-  Che diamine dici? James io non ti riconosco più. Io sono una creatura vittima del male e tu. . . fai parte del bene. Posso sporcarti l’anima pura che hai da buon angelo. Posso dannarti. Non voglio. – Ero in preda al panico. Ero nervosa e non volevo nutrirmi da lui. Era stato un errore già con Elijah.

- Non hai nulla da temere. Ti sei pentita per esserti nutrita da Elijah che ami, perché ti spaventi di nutriti da me che sono l’essere che tanto odi? – Mi strinsi nelle spalle. Non capivo nulla. James era molto bravo a confondermi i pensieri , a scombussolarmi i sentimenti, le emozioni. La situazione poteva essere vista da diversi lati, ma. . .Io lo vedevo solo da uno: JAMES ERA IMPAZZITO. TOTALMENTE CAMBIATO.

- Ti sentirai meglio, Jane. Non vorrai più sangue e la tua parte da umana vivrà in te  senza cessare di combattere. – Insisteva . . .Era una tentazione del diavolo? Beh, ero comunque un’umana. Mi sentivo un’umana, ed errare è umano. Con un nodo in gola e un peso sullo stomaco, mi avvicinai al suo collo, mi sorrise, trovai il punto cruciale e godetti a più non posso. Il suo sangue dolcissimo quanto agro , era di un’ottima qualità. Era un controsenso: mi saziava, ma non ne avevo mai abbastanza. Lo desideravo. Era buono. La bontà di un angelo, la bellezza di un angelo. Era felice. Eravamo naturali. Mi accarezzava i capelli  non glielo impedivo.Non voleva che mi fermassi. Ritornai alla realtà. Mi staccai immediatamente. Mi pulii lelabbra. Il sangue si era fermato appena staccata, non aveva fuoriuscite incessabili.

- Mi sarei lasciato prosciugare da te. - ammise con una risata. Non riportava gravi danni.

- Spero che non me lo rinfaccerai. –Ritornai “ Jane l’antipatica.”

- Figurati. . .per così poco. – sorrise e quel sorriso  era irresistibile.

- Mi sento strana. – confessai.

- Ti senti bene. – sbottò sicuro. Era molto determinato.

- Si.  . .Forse. Ultimamente è cosi strano sentirmi bene. –

Si sdraiò sull’erba noncurante di sporcarsi e lo feci anche io  mantenendo però ,la giusta distanza.Stemmo in silenzio per circa 10 minuti. Le nuvole sembravano promettere pioggia tra pochi istanti, eppure le piccole stelle si intravedevano . .  .Brillavano molto.
- Ti ricordano qualcosa le stelle? – domandò James  senza voltarsi verso me, manteneva il suo sguardo al cielo.
- Beh. .  .sì. - Come potevo dimenticarlo?  Ma come lo sapeva?

Si girò su un fianco verso me, si poggiava la testa con il braccio e mi fissò.

- Meglio essere temuti che amati, a quest’ora dovresti essere senza cuore. –

-  Infatti lo sono. In tutta la mia vita ho pianto solo una volta.  Mio padre mi fece rimanere senza amici, e con il consenso di mia madre mi spedirono  a Micenesis. Non volevano che provassi sentimenti infrenabili ,  desideravano solo che combattessi . Erano padroni della mia vita. – James abbassò lo sguardo, quel posto faceva miracoli? Mi parlò di sé stesso con tanta disinvoltura,  come se fossi un’amica di vecchia data.

- Quanti anni avevi? – domandai premurosa.

- Nove. – sospirò, guardò il cielo e poi mi rifissò.

-  Beh. .  .Guarda il lato positivo. Sei forte e ti chiamerò il ragazzo che non ha mai pianto. – abbozzai un sorriso di incoraggiamento che seppe apprezzare.

- Ah ah sì. Niente male. – incurvò le sopracciglia, sembrava stanco.

- Jane. . . chiudi gli occhi.-  Mi obbligò.

Replicai, ma come sempre mi convinse. Feci come aveva ordinato, il vento giocava con i miei capelli sciolti. Percepii il freddo di un tocco, qualcuno mi sfiorava leggermente i capelli. . .Sapevo chi era, ma non volevo allontanarmene. Sembrava piacermi; Mi scostò i capelli e si avvicinò leggermente al collo, ero in estasi e sapevo che stavolta non era un sogno.

La sua voce candida e sublime sul mio collo provocò piccoli  brividi piacevoli e inaspettati.

- Buon compleanno, Jane. –  disse il mio nome a sfumature, come se stesse leggendo una poesia. Aprii di scatto gli occhi e c’era un panorama FANTASTICO. Miliardi di lucciole ruotavano intorno a noi, una forte aurea ci avvolgeva. Questo era un bel compleanno. Roba semplice. La natura, il vento, le lucciole. . .Le stelle.. . E anche James, l’ artefice di tutto. Risi per la prima volta , la mia risata non conteneva ironia, non era sarcastica. ERA VERA.

- Questo è per te. . . – dalle spalle come per magia apparve un piccolo dolce con una candelina. Un cupcake. Sorrisi. Era strano sentirsi bene in compagnia di quell’essere che pensava soltanto a ferirmi. Mai come allora stetti meglio.

- Esprimi un desiderio. – suggerì.

- Non credo di averne. . . – abbozzai un sorriso smorzato.

- Giusto! Lo hai davanti. -  gongolò.

- Sarebbe? – stetti al gioco. Non volevo attaccarlo, infondo quella giornata non era stata tanto male.

- Io, però.  . .Non mi offendo se esprimi un desiderio diverso da me, basta non sia per Elijah. –pronunciò il nome di Elijah schifato e la sua espressione facciale faceva molto ridere.

- Decido io. – sbottai rimanendo in me. Chiusi gli occhi . 3, 2 , 1 ESPRESSI IL DESIDERIO.

-   Jane. .. che desiderio hai espresso? –  domandò il biondo abbastanza preoccupato. Aprii gli occhi,

- Non sono affari tuoi.- 

- Jane, diamine. . . La terra trema! – esclamò. C’era panico nella voce del ragazzo che non aveva mai pianto, io me ne resi conto troppo tardi…

- Se sopravviviamo ricordami di non farti più esprimere desideri. –  urlò sarcastico. Gli avrei spaccato la faccia. Non dipendeva da me. Ci mancava che avessi il potere di controllare la terra.

- Moriremo!- esclamai.

- Sei già morta, Jane. – cercava di sdrammatizzare , ma gli avrei comunque rotto  la faccia. Il cielo quasi limpido si oscurò e da questo vi scese un uomo che inizialmente sembravo non riconoscere. Al suo avanzare, la figura mi era familiare.

- Ma quello è Malkfoc! – affermò James, mentre tra noi la terra si spaccò. Lui a sinistra , io a destra. Ero più esposta all’oceano.

- Porca miseria, Jane . . .Prova a saltare. –

- Non ci riesco! – urlavo odiando me stessa per non riuscire a saltare e a mettermi a riparo. James era distratto da Malkfoc. Combattevano.

- Avete interrotto il ciclo della natura. La pagherete entrambi. – Malkfoc strattonò James. Il cattivo era molto allenato, James era debole  per l’attacco inaspettato. Io, invece, venni colpita al fianco fortemente dallo scettro del cattivo.
Caddi nel vuoto.

Quella sensazione sbarrò il mio stomaco.
Simile  a quella di quando si dorme e poi POUFF si cade nel vuoto  svegliandosi sobbalzando.  
Non era un sogno.  
Ricordavo  solo che mentre cadevo  rivolta a pancia all’insù, James mi urlava stanco,

- Promettimi che ce la farai. Combatti Jane. – 

Erano dolci parole che  sentivo a rallentatore. Stavolta, sarei morta per davvero.

A bassa voce , con il poco fiato che avevo, prima di toccare il fondo e chiudere definitivamente gli occhi , gli risposi. . .

- Si. . .James, te lo prometto. – Sperando che potesse ancora sentirmi.

 
 
   
 
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