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Autore: mcdef    20/06/2014    0 recensioni
una donna in età matura, con l'animo acerbo e un cuore vivo di passione.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                                  “ La vie c’est ça, un bout de lumière qui finit dans la nuit.”                                                                   
                                                                 (la vita è questo, una scheggia di luce che finisce nella notte)



Maddalena aveva le mani lunghe e ossute, le nocche talmente bianche a lavoro, da ricordare le cime bianche d'inverno; la pelle risultava giallastra alla luce della piccola abajour, gli occhi scavati e le labbra secche venivano accentuate dalle ombre.
Sono notti che non dormiva così si alzava, infilava i piedi nelle sue pantofole di stoffa, e lentamente raggiungeva il vecchio scrittoio in mogano.Appoggiava la mano sul piano, sfilava un foglio dalla risma accanto alla stampante, e iniziava a scrivere, fino a ché gli occhi le chiedevano pietà e, se lo facevano troppo presto, andava in cucina e si preparava un caffè potente, che le avrebbe promesso di arrivare all'alba senza chiudere palpebra.
Aveva un set di grafite di ogni dimensione, e in mezzo conservava delle matite rivestite in legno, ed avevano anche lo stesso odore; lei sceglieva sempre le matite.
La matita tra le sue dita suonava ogni qualvolta che scontrasse l'anello, e il ticchettìo che procurava sembrava scandire i secondi dell'orologio-sveglia che aveva sul comodino.

Che rapporto aveva la donna con la scrittura? Perché non dormiva per permettersi di comporre parole su un foglio?
Maddalena non lo sapeva, di giorno non toccava carta, si occupava del suo lavoro e passeggiava per il quartiere, non sentiva nessun bisogno di incurvarsi, dalla passione, su di un foglio.
La notte invece, non riusciva a chiudere occhio, sentiva il bisogno, un qualcosa di misterioso e cupo che le tormentava il cervello e l'anima; doveva alzarsi e dirigersi verso le sue matite e perdersi nei riccioli del suo corsivo.
'è passione forse' pensava, ancora dubbiosa, quando rileggeva i suoi scritti e li adagiava al resto, nel suo raccoglitore nero, come lo scrittoio e la notte fuori.
Ne era sempre più sicura che fosse la passione perché quella donna non impediva a nessuno di fermarla, la sua mano correva veloce sul foglio, e né uno sparo, un terremoto o una catastrofe avrebbe fatto crollare lei e la sua scrittura.
Se ne accorgeva quando la matita si spezzava, l'energia era troppa, così la appuntava e poteva continuare. Quella era decisamente passione.
Nella sua vita era riuscita a spezzare così tante volte i suoi fili vitali, aveva tagliato sempre più volte le sue relazioni, e ne risultava sempre più distrutta ogni volta, e mai nessuna volta era riuscita a ribellarsi ai suoi demoni interiori. Se si sentiva spezzata, rimaneva spezzata e nessuno poteva ricostruirla, al contrario della matita.
Questo succedeva perché non era paziente; una matita si appunta in meno di due minuti, anche se la mina rimane incastrata tra le lame, ma la rinascita interiore sua prevedeva più di due minuti, più di una settimana o un mese o un anno, e lei non poteva proprio aspettare.

 

perché questa passione, dottore?” parlava col medico con la mano tremolante, e il respiro accelerato.

signora, mi permetta di dirle alcune cose. Non è affatto difficile da comprendere la cosa, ciò che ci manca, il corpo provvede.

Ha presente quando abbiamo freddo e ci viene la pelle d'oca? Il corpo provvede, fa rizzare i peli e fa in modo che il corpo acquisti energia, calore.

Così ha fatto il tuo dolore incolmabile, i tuoi pensieri, quei demoni come li chiami tu che ti tormentano, in realtà sai come zittirli, giusto?”

Dall'altra parte del telefono Maddalena soffiò un  e iniziò ad arricciare il filo del telefono.

tu ti siedi e scrivi. Maddalena, amica cara, è così che bisognerebbe affrontare tutte le cose. Ti sei privata della felicità, hai sposato cinque uomini e hai pensato di amarli e per la paura che ti lasciassero, li hai lasciati tu e hai chiuso ogni via d'uscita dalle tue mura. Hai la forza di rimanere sveglia, di scrivere e aspettare l'alba..Mi chiedo, perché non hai mai saputo aspettare la tua di alba.”

Cadde la linea e seguì un suono lungo, Maddalena si girò con la cornetta ancora all'orecchio e guardò verso lo specchio che aveva davanti e ritrovò il suo sguardo e osservò la sua pelle, il colore pallido, e il corpo fragile e troppo magro per sostenere i suoi 50 anni; dietro il suo corpo riflesso, c'era l'orologio che aveva alle spalle: segnava le 22.
Aveva ancora sei ore per riconoscere l'alba. E sperò nella sua.

 

 

 

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Salve, sono “nuova” anche se la data d'iscrizione risale al 2012.

Ebbene, questo è il mio primo vero 'lavoro', avevo provato per settimane a scrivere qualcosa, ho pubblicato storie ma me ne sono subito pentita e le ho cancellate; insomma cercavo di più.
Ecco quel 'di più'.

Spero piaccia, e che non annoi nessuno.

A presto, spero. :)

 

  
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