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Autore: __PandaCloe__    20/06/2014    3 recensioni
dal capitolo 1 - A due villette dalla sua sentì una forte musica provenire da un garage.
La porta aperta e la sua irrefrenabile curiosità la spinsero ad entrare con il suo molosso al seguito. Appena entrata vide quattro ragazzi, tre le sembrava di averli già incontrati. La musica si fermò e il ragazzo dai capelli strani le chiese: " E tu chi sei?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 3
CAMERA DA MUSICA
 
 
Quel pomeriggio Maddalena arrivò puntuale al vecchio civico dei Wilson ma di Anne nemmeno l’ ombra. Si presentò correndo alle 17.25
“ Scusa, scusa, scusa, scusa!” disse gettandosi ai piedi di Mad che la attendeva con le braccia conserte sotto il seno.
 
Anne condusse l’ amica fino alla nuova dimora.
“È stupenda!” esclamò questa alla vista della villetta.
“Dai vieni a vedere la MIA camera.”
“Sul serio? Hai finalmente una camera tua?”
Le due amiche varcarono la soglia e Macbeth corse loro incontro per poi schiacciare con tutta la sua mole la povera padrona. Solo dopo aver lavato la faccia di Anne con quella che le sembrò tutta la saliva che avesse in corpo, degno di una scodinzolata Maddalena.
Le ragazze andarono in cucina dove trovarono la signora Wilson seduta all'isola che lavorava al computer.
"Maddalena! È un sacco di tempo che non ti vedo. Come stai?" Disse lei baciando in fronte la ragazza ormai diventata una di famiglia.
"Bene Greta, e tu?" 
"Non male. Hai visto che bella casa nuova? Finalmente ora ognuno ha la sua stanza.”
“E la camera da musica?” chiese Maddalena preoccupata che, per la mancanza di spazio Conrad non fosse riuscito ad allestirla anche nella nuova casa.
 Aveva sempre amato quella stanza di casa Wilson dove aveva passato ore ad ascoltare Anne o Josh, quando stavano ancora insieme, suonare. Oh, quanto le sarebbe piaciuto saper suonare bene uno strumento come loro e quella stupida Anne si lamentava sempre per i troppi esercizi che il padre le dava da svolgere. Dovette trattenersi più di una volta dall’ urlarle quanto fosse fortunata. Josh, invece, aveva sempre inteso questo suo desiderio sin da quando erano bambini e giocavano insieme con il Lego tutti i pomeriggi; così, quando si erano fidanzati,lui le aveva insegnato le basi del pianoforte proprio in quella stanza.
 
** FRAMMENTO DI CONVERSAZIONE FRA DUE INNAMORATI **
IN UNA CAMERA DA MUSICA
“Dai, riprova.” La incita lui.
“No, faccio schifo!” Risponde lei avvilita.
“Non è vero! Su, non fare così… - Il ragazzo si avvicina vedendola piangere e si siede sul panchetto del piano con lei - ti prometto che un giorno faremo un meraviglioso concerto insieme: tu al piano e io al violino.”
Poi un bacio dolce di amore … interrotto da una sorella che non sa bussare.
 
“Vieni Mad, te la faccio vedere.” Risponde Anne al posto della madre.
Le ragazze salirono le scale per poi entrare senza bussare, come era solita fare  la piccola di casa Wilson, nella stanza da musica. All’ interno Josh suonava il violino con una tale passione che Maddalena sentì le gambe cedere sotto il peso del suo corpo. Lui non si accorse di nulla tanto preso dal pezzo che ormai eseguiva alla perfezione anche ad occhi chiusi
Le dita della mano sinistra si muovevano veloci sulla tastiera ceca, la mano destra maneggiava abilmente l’archetto sfiorando appena le corde e facendo uscire quello che a lei parve il più bel suono mai udito. Il busto e la testa si muovevano accompagnando il ritmo; il viso prima si contraeva posi si distendeva seguendo la melodia e le emozioni che essa trasmetteva.
Le due rimasero a guardare senza fiatare per dieci minuti buoni, estasiate dalle note che aleggiavano nell’ aria. Josh concluse il brano aprendo solo allora gli occhi e vedendole.
“Anne! Quando imparerai a bussare?!”
“Scusa, ma Mad voleva vedere la sala nuova.”
“Sai che diavolo me ne può fregare. Stavo provando per il prossimo concerto!!” Quelle parole ferirono Maddalena più di quanto lei non volesse ammettere a sé stessa. Non poteva soffrire per lui dopo tutto…
“Mamma!!” Le voci dei due fratelli risuonarono all’unisono riportandola tra loro.
Greta utilizzò la sua solita tecnica per risolvere i litigi tra i figli: li ignorava e lasciava che se la sbrigassero da soli, il 99% delle volte le acque si calmavano e la discussione diventava storia vecchia, l’ 1% delle volte però era costretta ad intervenire dividendo i diretti interessati affinché non arrivassero ad alzare le mani. Quella volta rientrava in quest’ ultima categoria. Maddalena ci era piuttosto abituata.
Approfittò di quel momento per osservare la stanza. Non aveva affatto l’ aspetto rustico che aveva nella vecchia casa: i cartoni delle uova erano stati sostituiti da una gommapiuma grigia chiara che insonorizzava completamente la stanza, il pianoforte verticale alloggiava nell’ angolo infondo, in quello vicino alla porta c’ era una scrivania elegante con un archivio dentro il quale venivano conservati gli spartiti in ordine alfabetico dell’ autore e non vi era alcuna finestra o fonte di luce naturale. Ogni strumento era riposto con cura fuori dalla propria custodia (questo grazie ad un condizionatore e a un deumidificatore che rendevano le condizioni dell’ aria perfette per la conservazione del legno).
“Adesso basta! - Urlò Greta infastidita – Ognuno nelle proprie stanze! Filate!”
Anne e Josh presero direzioni diverse lasciando Maddalena di fronte alla porta della sala da musica. Guardò il suo ex allontanarsi senza nemmeno rivolgerle uno sguardo. Si girò verso l’ amica e la raggiunse. Nella stanza di Anne ripresero il discorso di quella mattina.
“Non ci posso andare!”
“Devi. Su, fallo per me…” la supplicava l’ altra facendo gli occhi dolci.
“Sì, mi presento lì e dico: ‘ciao sono quella che è piombata qui dentro la settimana scorsa, volevate vedermi?’”
“Sarebbe un’ idea. Oppure potresti dire: ‘Ciao, sono Anne Wilson’ Stop. Non serve dire altro: se ti hanno invitata ci sarà un perché e allora te lo spiegheranno. Potresti portare anche Macbeth – Il cane abbaiò fuori dalla porta sentendo il suo nome – Ecco, vedi. Vuole venire pure lui.”
“E se venissi tu con me?”
“Ma figurati! Hai detto che è una band, centrerà sicuramente la musica e io non so né suonare né cantare.”
“Si ma faresti sostegno morale!”
“Sembreresti una cretina che si porta sempre l’amichetta appresso.”
 
Intanto nella stanza infondo al corridoio Josh stava sdraiato sul letto con una vecchia foto tra le mani. Una ragazza con i capelli biondo cenere, gli occhi verde scuro tendente al castano e le labbra rosse lo stringeva circondandogli le spalle da dietro, sorridendo all’ obbiettivo con lui.
‘Maddalena, perché ti ho asciato andare…’ Pensò Josh ricordando tutte le volte che aveva posato sopra le sue labbra su quelle di lei, tutte le volte che erano andati a fare shopping insieme perché lei si era intestardita a dargli uno stile più “underground”, tutte onde che avevano cavalcato insieme con la tavola da surf, e alla loro prima volta... Doveva distrarsi. Scese le scale, prese il giubbotto e le chiavi della macchina e uscì senza una meta precisa.
 
 Al suo ritorno, due ore più tardi, Maddalena stava uscendo dalla porta d’ingresso diretta a casa sua,piuttosto lontana. Si incrociarono sul vialetto senza nemmeno salutarsi, ma Josh non resistette.
“Vuoi un passaggio?” le chiese con tono apprensivo.
“Non voglio niente da te.” Rispose lei guardandosi le scarpe da ginnastica logore.
“E io non voglio che tu faccia tutta quella strada da sola. Sta per fare buio.”
“Me la so cavare egregiamente da sola. Ricordi? Lo hai detto tu.”
“Mi dispiace.”
Senza aggiungere altro salirono entrambi sull’ auto. Arrivati a casa di lei restarono in macchina davanti al vialetto a chiacchierare.
“Io… ancora non capisco perché tu mi abbia lasciata.” Disse lei con gli occhi lucidi.
“Non lo so neppure io… sono stato stupido. Ero geloso di tutti quei ragazzi che ti guardavano e ho pensato il peggio.”
“Ma tu dovevi avere fiducia in me! Io ti ho sempre detto chi ti amavo e che ero fortunata ad averti tutto per me, ti ho dato tutto. Cos’ altro dovevo fare per fartelo capire?!”
“Mad sono mesi che cerco di convincermi che non provo più nulla per te, ma è inutile. Ti amo.” Disse Josh avvicinando il viso a quello della ragazza.
“Si…bhe… è troppo tardi. Ora c’è Cameron che mi rende felice.” Concluse lei uscendo dall’ abitacolo e sbattendo lo sportello. Entrata in casa corse in camera sua e si sedette dietro il letto ad una piazza e mezzo a piangere. Perché doveva essere tutto così complicato? Perché lei doveva essere così complicata?
 
Il giorno dopo all’ ora stabilita Anne si presentò al civico 31, vide la porta del garage aperta ed entrò. I quattro ragazzi la aspettavano seduti comodamente su un divano sgangherato.
“Visto? È venuta!” Disse il biondino che le aveva lanciato il messaggio in classe. Come si chiamava? Luke forse?
Quello che ricordava essere il batterista tirò fuori una banconota dalla tasca e da depose sbuffando nella mano di Luke.
“Ciao, sono Michael! Loro sono Calum, Ashton e Luke lo conosci già.” Si presentò il ragazzo con i cappelli strani indicando il moro, il batterista e … Luke.
“Ciao, mi chiamo Anne Wilson” disse lei seguendo il consiglio dell’ amica ma sentendosi una completa idiota.
“Si, lo sappiamo. Conosciamo sempre il nome delle nostre vittime…” Disse con voce profonda Calum avvicinandosi con fare minaccioso.
“Cal, piantala.” Lo riprese Ashton.
“E dai,si scherza” rispose lui sbuffando.
“ Comunque, perché sono qui?” chiese la ragazza.
“L’altro giorno mia madre ha invitato a casa tua madre, sai per conoscere i nuovi vicini, e hanno cominciato a chiacchierare. Allora mamma le ha chiesto se avesse sentito quella musica classica che si è sentita giorni fa, e lei ha risposto che erano stati i suoi figli, si è scusata per il disturbo recato al vicinato e ha detto che non sarebbe più successo. Mamma ha subito detto che non c’erano problemi, che i suoi figli erano bravissimi, che le sarebbe piaciuto molto riascoltarli, ed è andata avanti ad elogiarvi per un bel po’. Quando ha finito di parlare mia madre, la tua ha cominciato a parlare di te e i tuoi fratelli. Allora io mi trovavo per caso in cucina e ho ascoltato un pezzo di conversazione. Mentre la signora Wilson parlava di tutte le cose che sai fare, di quanto sei bella eccetera – Anne arrossì visibilmente – ho pensato: ‘ Perché non le facciamo fare un provino per farla suonare con noi?”
“Non è vero ci ha costretti tua mamma.”
“Zitto Cal! – Disse senza distogliere lo sguardo dal viso di Anne che lo guardava perplessa, non sicura di essere riuscita a seguire tutta la storia – allora?” disse poi tornando ad interessarsi a  lei.
“Ehm, io…io non so nemmeno che musica suonate.” Rispose lei confusa.
“Nessun problema. Ragazzi in posizione!” annunciò Luke prendendo una chitarra e posizionandosi davanti al microfono posto sull’ asta,
lo stesso fece Michael, Calum prese il basso e Ashton di sedette alla batteria con le bacchette in mano.
Cominciarono a suonare una canzone che Anne non conosceva, ma subito notò degli errori ne modo di suonare di Cal. Così quando la canzone finì le “gentilmente” glieli fece notare.
“Dovresti piegare di più il polso, cerca di avvicinare le dita alla linea che divide un tasto dall’ altro così i suoni vengono più puliti, si è po’ scordata la quarta corda…”
“Oh, ma tu non eri violoncellista, arpista o quello che sei?” rispose lui offeso.
“Cercavo solo di darti dei consigli, e comunque ho imparato anche a suonare il basso da sola.” Disse lei con un pizzico di orgoglio.
“Beh noi abbiamo già un bassista, sono io!”
“Cercavo solo di darti un consiglio! Se vuoi rimanere un ignorante fai pure, io volevo solo di aiutarti!”
“I tuoi consigli tieniteli per te!!”
“Bene!” urlò spazientita lei.
“Bene!!” lui alzo ancora di più la voce.
“Basta!” Sentenziarono gli altri tre.
“Ragazzi cerchiamo di andare tutti d’accordo.” Disse Ashton cercando di riconciliare i due.
“Comunque, Cal placati: noi non cerchiamo un bassista. Certo magari quando canti tu Anne potrebbe fare il basso come quando canto io è Michael a fare la prima chitarra e viceversa. Per il momento ci serve un tastierista. Allora Anne vuoi entrare nel gruppo?” Chiese Luke a nome di tutti (eccetto Calum).
 
 
 
Angolo autrice:
Salve a tutti! Finalmente sono riuscita a finire e postare questo capitolo. Ammetto che ho avuto qualche problema con la parte che riguarda Mad e Josh. Che ve ne pare? Dite la verità: non ve lo aspettavate, eh?
A me sinceramente come coppia piacciono moltissimo *.*
Cal e Anne invece non si stanno per niente simpatici, ma gli altri tre sono davvero carini con lei.
Una cosa che ho notato è che in questo capitolo Anne viene dipinta come la stronza di turno: il modo in cui irrompe nel flashback di Maddalena e come puntualizza sugli errori di Calum… Fatto sta che non era assolutamente intenzione farlo L
Mi farebbe molto piacere sapere se la storia vi piace, fi fa schifo, se è la cosa più brutta che abbiate mai letto, ecc.
 
Vorrei ringraziare Harryhugsme per il fantastico banner, __OffTheChain per essere stata così gentile con me, poi XDSummeXD che ha inserito la storia tra le preferite, asia_2000 che l’ ha inserita tra le ricordate ed in fine Ali ostuni, Scarred_ e _MissNothing_ che la seguono.
Bacioni
Anna
 
(Anne e Anne … solo una coincidenza? O.o)

 
  
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