CAPITOLO
DODICI
Erano cinque
minuti che il telefono di casa
squillava ininterrottamente! Ma era possibile che sempre quando mi
facevo la
doccia, per giunta con il mio shampoo e il mio bagnoschiuma preferito,
doveva
squillare il telefono? Uff, che pizza.
Con i capelli
ancora intrisi di schiuma e la pelle
bagnata uscii dalla doccia, presi frettolosamente un asciugamano e lo
legai
attorno al mio corpo.
-Pronto?-
risposi scorbuticamente, dopo aver
percorso il corridoio dal bagno al salotto.
Cavoli
chiamavano sempre nei momenti meno opportuni.
Non osavo immaginare cosa avrei risposto se chi mi avesse interrotto
fosse
stato un rompiscatole di qualche compagnia telefonica!
-Mamma mi ha
detto tutto, è vero che hai un ragazzo
nuovo?
Cosa? No, non
era possibile…mia sorella??
-Celeste? Da
quanto tempo!- quasi gridai nel dirlo.
Per la miseria
non ci sentivamo da almeno sei mesi.
-Bando alle
ciance, è vero?- disse gioiosamente.
Secondo me stava
ridendo.
-Celeste…senti…come
stai? E Raffaele?
-Tutto a posto,
ma dai racconta.
-Posso
richiamarti fra una trentina di minuti?…Sai
ero sotto lo doccia…
Cercai di
evitare il discorso, non ero pronta ad
affrontare l’argomento con lei…
Cosa dovevo
dirle? “No guarda sorellona, è tutta una
farsa per evitare che mamma continui a rompermi sulla questione
fidanzato”?
No…o forse sì? D’altronde Celeste era
mia sorella, e fin da quando eravamo
bambine che ci confidavamo ogni più piccolo segreto. Certo
andava anche detto
che, da quando si era sposata, era cambiato il nostro rapporto.
-E’
falsa la cosa, vero?- chiese con tono serio.
L’aveva
capito…
-Sì.-
risposi sconsolata.- ma ti richiamo fra un po’
così ne parliamo meglio, okay?- chiesi notando che numerose
goccioline d’acqua
avevano bagnato il parquet del mio salotto.
Ora dovevo anche
pulire, per la miseriaccia.
-Va bene, ma fai
in fretta, che voglio sapere tutto,
e con tutto intendo tutto.- chiuse così la telefonata.
…Era
ancora più pazza di come l’avevo lasciata.
Ritornai a
piccoli passi in bagno e finii di farmi
la doccia. Ah!!…ed erano ancora le nove di mattino,
figurarsi cosa sarebbe
successo durante la giornata.
***
-Dunque
l’idea è venuta a Rachele?- chiese Celeste
al telefono.
-Sì,
durante una conversazione in merito ai vari
assilli di mamma, le è venuta questa idea. Comunque
è andato tutto bene,
tranquilla. Ma poi, quello che mi chiedo è, come mai mamma
te ne ha parlato
solo ora del mio fidanzato, che sono passate più di due
settimane e mezzo e non
prima?
-Non
mi preoccupo del fatto che la cosa non sia
stata creduta, piuttosto del fatto che in realtà tu sia
ancora
single e che sia
finto il fidanzato di cui mi ha parlato mamma. Pensa era
così
contenta quando
mi ha chiamato, diceva sempre: “è
bello”,
“è gentile”, “è
cortese” e bla
bla
bla, pensavo che fosse vera la cosa….- rispose un
po’
delusa-… e poi, me ne ha
parlato già tempo fa, ma solo ora ho avuto modo di
chiamarti…abbiamo fatto
delle ristrutturazioni a casa.
-Cele, lo sai
come sono e come la penso su
determinate cose! Non riesco ancora ad aprirmi totalmente ad un
ragazzo,
figurarsi se mi posso trovare un fidanzato. In ogni caso, se ti
può consolare,
ultimamente sto iniziando a sentire qualcosa di diverso in me.- risposi
addentando un biscotto al cioccolato dalla dispensa, mentre gironzolavo
in
casa, seguita da Carota, con il telefono cordless in mano.
-Qualcosa di che
tipo?- chiese con un tono di voce,
ora più…acceso.
-Forse mi piace
il ragazzo con cui avevo finto il
fidanzamento.- dissi così velocemente che temetti non avesse
capito.
-Non osare
mentire a tua sorella, capito?- disse
nervosamente.
-Cele,
è vero, o meglio secondo Rachele è
così…e forse
lo è veramente, insomma…ti ho detto del falso
bacio, no?
-Sì…
-Beh da quel
bacio, ti sembrerà banale, ma ho
iniziato a sentire qualcosa di diverso in me, e poi giorni fa mi
aiutò con due
ragazzacci e lo penso spesso e lo vedo come il ragazzo più
bello che…
-Okay allora ti
piace, è deciso! Quindi non mi stai propinando
una balla per chiudere la chiamata, vero?
-No.- risi.-
avrei voluto dirti sì ma ahimè temo di
essere ricaduta di nuovo nella trappola dell’amore.
-Tesoro,
l’amore non è necessariamente una trappola,
purtroppo hai avuto una brutta esperienza con un ragazzo stupido e
idiota, ma
devi dimenticarlo. Nella vita troverai sempre qualcuno di cattivo, ma
ci sono
anche i buoni, sai? Il mio maritino ne è un esempio
così come papà, da quel che
mi racconti anche il tuo datore di lavoro, e anche il piccolo
Raffaele.-
concluse ridendo.
Eccola la mia
sorellona, quella che sapeva
ascoltarmi, darmi i giusti consigli e bastonarmi quando lo meritavo.
-Beh a proposito
del tuo maritino e Raf, come
stanno? Parlamene un po’.
-Stanno bene, il
piccolo non vede l’ora che finisca
l’asilo e vuole che gli compra un nuovo
giocattolo…qualcosa dei Barba Papà,
devi vedere ama anche Peppa Pig, mentre Sebastiano ha avuto qualche
piccola
diatriba con un collega, ma tutto okay.
-Mi fa piacere,
dì a quel monello di Raffaele che
zia Esmeralda lo ama e gli manda mille baci, portamelo ogni tanto, eh?
Rise.
-Va bene, tanto
a luglio è pure il suo compleanno,
ma comunque mancando ancora quattro mesi,dimmi quando sei libera che ci
organizziamo.
-Sì
sì…ah Cele, mi raccomando non dire a mamma che
è
stato tutta una bugia la questione del…
-Ovvio, sono o
no la tua complice number one?
-Lo sei!- risi.-
Beh allora a presto
Cele, non aspettare altri sei mesi
per farti sentire.
-Neanche tu, e
fidanzati con il ragazzo, eh? Questa
volta seriamente e anzi non me ne hai parlato molto…
-Ciao bella.-
chiusi così la telefonata, a dispetto
dei suoi :“un attimo”,
“eh…ma”.
Le volevo molto
bene, ma ci sarebbero stati altri momenti per parlare di Gabriele.
E ora avanti
libri, un altro esame ci aspetta.
***
In turno di
lavoro pomeridiano di oggi eravamo io,
Margherita e Gabriele.
C’erano
molti clienti e la Millefoglie alla panna e alla crema di Alfredo
stava facendo faville, era il dolce più richiesto.
Margherita stava
infornando dei biscotti, io
stavo servendo al bancone dei dolci e lo
spagnolo stava sistemando il jukebox che si era inceppato ad una
canzone di
Emma Marrone.
-Esmeralda, mi
passi il cacciavite?- mi chiese il
moro ad un certo punto, notando che non c’era nessun cliente
al momento.
-Aspetta
ricordami cos’è un cacciavite…
D’altronde
erano anni che non avevo a che fare con
queste cose. Se avevo problemi a casa, chiamavo sempre tecnici o chi ne
aveva
la competenza.
-Vedi ha il
manico rosso e una specie di bastoncino
di ferro che…
-Ah
sì, ho capito.- dissi, ripensando a quando da
piccola, passavo questo tipo di strumenti a mio padre.
Lo presi da una
cassetta arancione vicina a
Gabriele, il quale era steso accanto al retro del jukebox. Indossava un
pantalone con
stampe militari e una t-shirt bianca che dalla sua posizione, notai
essere
leggermente sollevata sopra l’ombelico.
Wow…aveva
davvero un fisico asciutto ma atletico, ma…un secondo,
quello era un tatuaggio?
-Esmeralda, ci
sei?- mi chiese lo spagnolo ancora
armeggiando con vari strumenti dietro al jukebox.
-Sì.-
risposi prontamente piegandomi sulle ginocchia
e mettendogli il cacciavite sulla sua mano protesa verso di me.
-Hai un
tatuaggio sotto l’ombelico?- chiesi curiosamente
rialzandomi e andando verso la cassa.
-S-Sì
sono delle piccole ali d’angelo.- rispose.
Tatuaggio
più adeguato, secondo me, non c’era.
Gabriele, oltra al nome, aveva anche un carattere di un angelo, almeno
a quanto
sembrava.
-Roba di
gioventù...le feci insieme ad Emanuele...lui si fece tatuare
le sue iniziali.- continuò.
-Ah ho
capito…sono belle.- dissi.
Come io avevo
tinto i capelli di rosso, non appena erano
finite le superiori, così lui si era fatto tatuare delle ali
di angelo.
-G-Gracias…o-okay,
ho finito.- disse alzandosi in
piedi e aggiustandosi la t-shirt.
Le mie cinque
ore di lavoro si erano,
fortunatamente, concluse. Quest’oggi era stata una giornata,
a dir poco,
pesante. Io e Margherita ci eravamo date molto da fare, e tra torte,
gelati,
pasticcini e biscotti il tempo era volato. Il padre di Rachele se
n’era appena
andato così come Margherita che aveva un appuntamento con il
suo ragazzo.
Eravamo solo io
e lo spagnolo e come se non bastasse
si era messo a piovere.
Me
l’ero sentito dalla mattina che la giornata
sarebbe stata movimentata. Il tutto era iniziato con delle goccioline
d’acqua e
allo stesso modo si stava concludendo, solo che adesso le gocce
cadevano dal
cielo.
Gabriele stava
chiudendo a chiave le porte del
laboratorio e del magazzino, mentre io stavo appendendo il mio
grembiule
all’attaccapanni all’ingresso.
-Esmeralda…sta
piovendo…vuoi che ti dia un
passaggio?
Ehm…e
ora?
-Okay…-
risposi avvicinandomi alla porta d’ingresso.
Non mi andava di
farmi dei chilometri a piedi con un
leggero ombrello, con l’acquazzone che stava facendo.
-Bene.- rispose
Gabriele spegnendo tutte le luci e
chiudendo con una doppia mandata la porta principale.
Vedendo la sua
automobile, mi chiesi dove fosse la
sua vespa. Che avesse previsto la pioggia??
Da vero
gentiluomo il moro mi aprì la portiera
principale, così mi accomodai dentro la sua auto profumata.
Il ritorno verso
casa fu tranquillo, lo spagnolo era
silenzioso e guidava piano per via delle strade bagnate. Sembrava
sciupato
questo periodo.
-Gabriele hai
mangiato oggi?- gli chiesi con
curiosità.
Secondo me si
stava stressando troppo, ultimamente.
Si
schiarì la voce.
-Ehm…sì…stamattina…-
rispose con tono incerto.
Mi stava
mentendo. Lo capivo perché stava reagendo
allo stesso modo in cui reagì quando una scatola di latta
gli procurò un
taglietto sulla mano, i primi giorni di prova in gelateria.
-A che ora e
cosa esattamente?- feci con fare
indagatorio.
Mi sentivo tanto
Esmeralda passione detective.
-Alle…ehm…nove…un
b-biscotto.
Oh mio Dio,
quindi non mangiava da tipo undici ore??
Assurdo…come faceva?
-Posso offrirti
una cena a casa mia?- gli chiesi a
bruciapelo.
Mi dispiaceva
vederlo così stanco e sciupato. Per la
miseria, ma perché si ammazzava di così tanto
lavoro e senza mangiare, per
giunta? Un biscotto solo? Ma come era possibile che non fosse svenuto?
-N-Non vorrei
arrecarti disturbo…
-Insisto.- dissi
usando lo stesso tono che aveva lui
quando mi diceva “insisto”.
-Va bene, grazie
Esmeralda.
Arrivammo dopo
pochi minuti a casa mia. Ci bagnammo
un po’ ma finalmente dopo qualche secondo entrammo nel
portone del mio stabile.
-Gabriele queste
sono le chiavi, primo piano , porta
numero quattro, ci sarà scritto il cognome De Angelis, io
vado a prendere il
mio cagnolino dalla signora di sopra.- gli dissi prima di salire le
rampe di
scale e dopo averlo visto annuire.
Suonai al
campanello della signora Agnese, sentendo
già l’abbaiare della mia cara Carota.
-Salve signora,
sono venuta a prendere Carota.
-Ciao tesoro,
oggi siamo andate vicino allo stadio io
e Carota, ci siamo proprio divertite.- disse la mia cara anziana amica.
-Grazie mille
Agnese, prima o poi le farò una statua
per la sua gentilezza, glielo prometto.- dissi sorridendo.
Le sue labbra si
curvarono in una timida curva.
I boccoli color
argento le davano un tocco
sofisticato e molto affascinante.
-Esmeralda,
comunque prima è venuta una signorina
dai capelli castani, mi ha detto di chiamarsi Rachele e mi ha dato
questi dvd,
dicendomi di darteli. Ha aggiunto che ti serviranno per scioglierti.
Rachele? Alla
signora Agnese? Sciogliermi? E poi,
capelli castani? Se li era di nuovo tinti?
Presi in mano i
due film, a casa li avrei
controllati bene.
Mi diede il
collare del mio pastore scozzese, ma
prima che potessi andarmene mi sorse una domanda.
-Ah signora, lei
cosa mi consiglia per una cena a
due, di semplice, buono e veloce?
-Sei con un
ragazzo?- mi chiese Agnese, sorridendo
in maniera particolare.
-Sì…ma
non per quello che pensa lei…- risposi
timidamente.
Chissà
che stava pensando…
-Spaghetti al pomodoro, un po’ di insalata e fettina di carne.- mi rispose, gettandomi uno sgurado felice, e dando un’altra carezza a Carota prima di chiudere la porta.
Mhm...avevo
tutto! Poteva andare.
Wow…che
strano effetto trovare qualcuno ad
accoglierti in casa.
Si vedeva troppo
che non ero più abituata a queste
cose?
Entrai nel mio
appartemento, piombando in cucina, mentre notai
che il mio cane fece le feste allo spagnolo.
-Se hai i
capelli bagnati, ti do il phon.- proposi allo spagnolo.
-N-no
tranquilla.- mi rispose timidamente,
accarezzando la testolina di Car.
Mi avvicinai a
lui, e gli passai una mano nei
capelli. A quel mio gesto lui chiuse gli occhi.
-T-ti conviene
andare ad asciugarli, invece.-
risposi balbettando.
Dio, neanche
avessi quindici anni! Mi sentivo
esattamente un’adolescente alle prese con la sua prima cotta.
Da essere
“the iron lady”, la ragazza ghiacciolo e
la signorina Acidità, mi stavo sciogliendo troppo in fretta.
Era normale tutto
questo? Non era troppo da commedia americana?
“Sei
un essere umano, Esmeralda, non puoi
programmarti tutto”. Sì
sì…ho capito!
Intanto le
parole dello neo-castana mi rimbombavano
in testa come l’ululato di un fantasma in un casa stregata.
- Ti vanno bene
spaghetti al pomodoro, insalata e
carne?- continuai, chiedendo e aprendo
il frigorifero e uscendo dei pomodori e della lattuga.
-Sì,
algunos, grazie mille Esmeralda.- rispose
sorridendo.- posso aiutarti?
-No vai pure ad
asciugarti i capelli, e poi vai in
salotto… Rachele ha dato alla mia vicina due dvd, puoi
controllare cosa sono?
-Certo. Dove posso andare per asciugarmi i capelli?
-In
fondo al corridoio, a destra, c’è il bagno. Il
primo mobile di legno a sinistra contiene il phon.
Dopo una quindicina di minuti, in cui versai gli spaghetti
in pentola e preparai il soffritto con i pomodori, il moro
ritornò, con i
capelli asciutti e luminosi.
-Fatto, grazie
ancora! Ah e ho controllato i film…Sono Dirty
Dancing uno , e Dirty
Dancing due -Havana nights.
-Oh…non
li ho mai visti, tu?
-Solo il
secondo. E’ il film preferito da mia madre
e mia sorella maggiore.
-E di che
parla?- chiesi girando gli spaghetti, che
intanto si stavano ammorbidendo.
-Di un ragazzo
cubano bravo nelle danze latino
americane, e una ragazza americana che si trasferisce a Cuba durante il
periodo
di una rivoluzione con Fidel Castro.
Bravo nelle
danze latino americane…ma tu guarda che
coincidenza…
-Capito! Lo vuoi
vedere dopo con me?- proposi
tagliando dei pomodori.
-S-Sì
mi farebbe molto piacere.- rispose con le
guance rosse.
Era un ragazzo
dolce, questo non potevo proprio
negarglielo.
-Va bene dai, ho
cambiato idea, dammi una mano,
taglia i cetrioli e mettili in quella ciotola lì.
E
così la missione: prepara una cena in quattro e
quattr’otto, ebbe inizio.
***
Apparecchiata la
tavola e accesa la tv, iniziammo a
mangiare.
Come cuoca non
ero mai stata molto brava. Ero sì una
pasticcera ma con il cibo salato scarseggiavo un po’.
-E’
buono?- chiesi allo spagnolo, che prontamente
annuì col capo.
Era educato
anche quando mangiava, aveva messo il
tovagliolo di stoffa sulle gambe e mangiava molto lentamente.
Adriano era
tutto il contrario invece…
*“Amore,
ti dispiace se mangio un
panino al volo?
“Ma
ho preparato la cena! Sei stato tu a dirmi di non studiare per
cucinarti, visto
che ci stiamo vedendo di meno.”
“Ti
prego, oggi gioca il Milan”
Se
ne fregava del tempo che avevo speso in cucina. Prima voleva che gli
cucinassi
e poi…*
-Sì
sì, sei brava anche con le cose salate.- mi
disse sorridendo.
-Avevi dubbi?-
gli chiesi inarcando un sopracciglio.
Alla sua
espressione quasi intimorita, scoppiai a
ridere. Era come se i panni di Miss Acidità mi fossero
divenuti stretti. Come
se la vecchia me, volesse riaffiorare.
-Scherzavo…-
continuai ridendo.
L’espressione
di Gabriele cambiò e questa volta mi
sorrise con gli occhi putati sul suo piatto.
-Sai…sei
molto bella quando ridi.- disse ad un certo
punto sorprendendomi.
-G-grazie.-
farfugliai frettolosamente, concentrandomi
sul mio piatto.
Wow…il
cuore batteva così in fretta, dopo questo
complimento che mi stava facendo male il petto, così onde evitare che anche lo
spagnolo potesse
sentire il mio organo vitale battere, mi alzai velocemente andando ,o
meglio, scappando
in cucina.
Mi appoggiai al
frigorifero e posai una mano sul mio
cuore notando che non voleva smettere di calmarsi. Per la
miseria…
Dopo essermi
ripresa, ritornai e sparecchiai, poi
presi il secondo.
-Beh raccontami
qualcosa di te.- proposi per non
permettere solo alla giornalista di un telegiornale di occupare il
nostro
silenzio.
-Cosa vuoi
sapere?
-Mah…oltre
la danza, ti piace qualche altro sport?
-Direi il
basket! Quando ero piccolo ho giocato dai
sei ai dieci anni a calcio, poi dai dieci ai diciotto a basket.-
rispose
sorseggiando dell’acqua.
-Forte!...Oh che
stupida…non ti ho neanche chiesto
se vuoi del vino rosso o…
-E’
tutto assolutamente perfetto così.- disse
perforandomi con i suoi pozzi neri.
-O-okay…ah
e i tuoi genitori? Sanno che sei qui?
-Non sono in
casa, sono partiti per andare a trovare
alcuni miei zii e Luz è con una mia cugina.
-Oh…capisco.
-E tu che mi
racconti?
-Cosa vuoi
sapere?- risposi con la sua stessa
precedente domanda.
-Sport?
-Danza classica
da piccola, un solo anno però. Per
il resto niente, sono sempre stata una schiappa nelle
attività sportive.
Rise.
-Oh danza
classica…brava. Purtroppo è una delle
poche danze in cui non sono bravo.
-Ti piace molto
ballare, eh? Hai preso da tua madre...dicesti tempo fa!-
chiesi, posando la forchetta nel piatto.
-La danza
è l’unico modo per essere completamente me
stesso. Sì da mia madre…mio padre si
innamorò di lei dopo averla vista in uno
spettacolo teatrale a Barcellona.
-Raccontami di
loro.
-Mhm…beh
so che mio padre, ragazzo italiano, si era
appena laureato insieme ad alcuni suoi amici, e che per festeggiare il
traguardo raggiunto, andò con una comitiva di ragazzi a
Barcellona. Poi il loro
ultimo giorno di permanenza lì, andarono a vedere uno
spettacolo di danze
latino americane e fu colpito da una ballerina dalla carnagione
abbronzata, con
i capelli lisci, lunghi e neri adornati da delle piccole rose rosse:
mia madre.
Se ne innamorò subito e da lì poi ci furono
appuntamenti e altro che portarono
al loro fidanzamento.
Che storia
dolce, un italiano e una ballerina
spagnola.
-Solo tu hai un
nome italiano, oltre tuo padre, in
famiglia?
-Sì…mi
dicono che sono quello più assomigliante a
mio nonno paterno e per questo ho il suo nome.
-Capisco,
e…ti piace più la Spagna o l’Italia?
-Mhm…direi
l’Italia, d’altronde è la patria in cui
sono nato e cresciuto, poi io amo i monumenti italiani, e adoro
Caravaggio e
Leonardo Da Vinci.
Annuì
il capo e gli sorrisi. Avevano gusti in comune.
Dopo aver messo
i piatti nella lavastoviglie, portai
Carota nella sua casetta di gomma, accanto al mio letto, per dormire.
-Ciao amore mio,
ci vediamo domani, eh?
Al suo abbaiare
sorrisi.
Adoravo il mio
cane. Non vedevo l’ora che
arrivassero le ferie, per poter passare del tempo con lei.
Poi andai in
salotto e sedendomi sul mio sofà,
lasciai che Gabriele mettesse Dirty
Dancing due nel lettore dvd.
La storia
proprio come aveva accennato lo spagnolo,
raccontava di una famiglia americana trasferitasi a Cuba.
Nell’hotel in cui
alloggia la protagonista: Katey Miller , quest’ultima si
scontra con un
cameriere cubano: Javier Suarez, il quale è un ballerino non
professionista di
danze latino americane, che si lascia semplicemente trasportare dal
sound e
dalla musica. Lei invece, è figlia di ballerini
professionisti, e nel suo
piccolo è brava a ballare, ma è molto tecnica e
poco cuore.
Gabriele
guardava attentamente ogni scena e ogni
tanto rideva, per una battuta o per una scena particolare. Doveva
piacergli
molto il film.
Al polso destro
portava un bracciale d’acciaio e al medio un anello dello
stesso materiale. Con i suoi braccialetti, la sua carnagione e i suoi
capelli mossi e scuri sembrava proprio un pirata. Bello
però…
Rachele aveva
dato questo film alla signora Agnese,
per farmi sciogliere…ma in che senso? Voleva forse dire che
io ero più tecnica
che cuore? Sì, molto probabilmente.
-Ti sta
piacendo?- mi chiese lo spagnolo, facendo
allontanare i miei pensieri.
-Come?
Oh…sì…è bravissimo lui, ma
i balli alla “Rosa
Negra” sono troppo…provocanti.
Dissi
riferendomi ai balli che Katy guarda dentro un
famoso locale di balli “proibiti”, come dice il
titolo del film.
Già
erano sensuali i balli latini, ma effettivamente
dovevano essere così! La sensualità era un
ingrediente principale per lasciarsi
andare e ballare bene.
-Già,
ma la danza è sensualità, se manca quella si
è
solo dei robot. Anche la danza classica è così.
E’ in primis eleganza, e
raffinatezza ma anche le ballerine sono molto sensuali nella loro
grazia.
-Ah ecco, ora si
spiega perché sono un pezzo di
legno quando ballo.
Oh no, avevo
fatto trapelare i miei pensieri a voce
alta.
-Nah, anche tu
sei sensuale, solo che non te ne
accorgi e non vuoi far uscire quel lato di te. Sei timida e ti vergogni
facilmente come Katey Miller.- disse sorridendo.
-Ha parlato
Mister Audacia e
provocazione, tu sì che sei come Javier
Suarez.- lo presi in giro, ricambiando il sorriso.
-Beh hai
ragione, sono timido anch’io, ma quando
ballo mi…trasformo.
Questo
l’avevo capito…
E
così lasciammo che il film continuasse.
Quando la
commedia
si concluse erano circa le undici di sera. Per fortuna che
domani era il
mio giorno libero.
Mi era piaciuto Dirty
dancing due, peccato per il finale un po’ triste,
ma bello ugualmente. Un
film romantico e ben fatto. Mi aveva colpito anche perché la
protagonista
assomigliava a me, e mi faceva strano vedere una coppia di ballo
così simile a
quella che formavo io con Gabriele.
-Beh Esmeralda,
allora io andrei…
-Certo…
Per
fortuna che aveva smesso di piovere.
-Grazie mille
per tutto, sei stata molto gentile.
-Figurati…-
gli risposi notando che si era
avvicinato alla porta d’ingresso.
Mi alzai per
raggiungerlo.
-Senti…domani
ho il turno di mattina, ma dalle
quattro sono libero…ti andrebbe di venire al famoso Luna
Park di cui ti parlai
tempo fa?
-Ehm…sì.-
risposi felicemente.
Mi sentivo bene.
-D’accordo
allora per le quattro e mezza ti passo a
prendere.
-Bene, a domani
allora! E guida piano.- conclusi,
prima di vederlo tendermi una mano vicino alla porta
d’ingresso.
-Grazie ancora.-
disse.
Voleva forse che
gliela stringessi?
Con incertezza
allungai la mia mano, stringendo la
sua, ma mi colse di sorpresa.
Infatti prima
che potessi ritrarla, posò le sue
labbra sulla mia mano, dando agio al mio cuore di bussare troppo in
fretta.
TO BE CONTINUED...
L’ANGOLINO DI NOVALIS
Ciao
ragazzi!^^
Inutile scrivere che se avete opinioni, critiche costruttive, cose che
vorreste leggere, o altro, sarò ben felice di leggere i
vostri commenti. ;)
In questo capitolo ho citato due film che mi piacciono molto e che vi consiglio, uno dei quali è quello che vedono Gabe ed Esmeralda , che mi è capitato di vedere giusto pochi giorni fa :)
Come sempre
mille grazie a elev
e Sun_Rise93
per le
loro splendide recensioni. Grazie di cuore ragazze, senza di voi, il
progetto
Bailamos si sarebbe fermato già tempo fa :)
Grazie
anche a chi legge silenziosamente, a chi
segue e preferisce questa storia ^^
Novalis