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Autore: Novalis    20/06/2014    2 recensioni
Quando il cuore ti viene spezzato in mille pezzi, non puoi far altro che raccogliere i cocci e provare a rimetterli insieme, con la speranza che la prossima volta sarà migliore! Ma a non pensarla così c'è Esmeralda, pasticcera studentessa in giurisprudenza che ha un solo obiettivo: evitare i ragazzi! Non a caso il genere maschile è da lei considerato peggio della peste.
Ma se un bel giorno, un paio di occhi neri, e un accento spagnolo si intrufolassero nella sua vita, iniziando a rompere lo scudo che si è costruita attorno al suo cuore?
Seguire il cervello e le proprie convinzioni o il proprio cuore? Ah...questo è il dilemma!
Dal testo:
"-Uff tu e la matematica. La matematica è una materia perfetta, l’amore non lo è. L’amore è pazzia, sogno, lacrime, litigi, sorrisi, farfalle nello stomaco, battiti accelerati, occhi lucidi, sorrisi stupidi e tanto altro, ma non di certo formule, numeri e perfezione. Sei un essere umano Esmeralda, non una macchina. Non puoi programmarti ogni cosa! Gabriele è un ragazzo bellissimo, dolce, gentile ed educato e pian piano ti ha fatto riscoprire quelle sensazioni che avevi sepolto nel tuo cuore da più di due anni."
Spero che la storia vi piaccia! :)
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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CAPITOLO DODICI

 

 

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Erano cinque minuti che il telefono di casa squillava ininterrottamente! Ma era possibile che sempre quando mi facevo la doccia, per giunta con il mio shampoo e il mio bagnoschiuma preferito, doveva squillare il telefono? Uff, che pizza.

Con i capelli ancora intrisi di schiuma e la pelle bagnata uscii dalla doccia, presi frettolosamente un asciugamano e lo legai attorno al mio corpo.

-Pronto?- risposi scorbuticamente, dopo aver percorso il corridoio dal bagno al salotto.

Cavoli chiamavano sempre nei momenti meno opportuni. Non osavo immaginare cosa avrei risposto se chi mi avesse interrotto fosse stato un rompiscatole di qualche compagnia telefonica!

-Mamma mi ha detto tutto, è vero che hai un ragazzo nuovo?

Cosa? No, non era possibile…mia sorella??

-Celeste? Da quanto tempo!- quasi gridai nel dirlo.

Per la miseria non ci sentivamo da almeno sei mesi.

-Bando alle ciance, è vero?- disse gioiosamente.

Secondo me stava ridendo.

-Celeste…senti…come stai? E Raffaele?

-Tutto a posto, ma dai racconta.

-Posso richiamarti fra una trentina di minuti?…Sai ero sotto lo doccia…

Cercai di evitare il discorso, non ero pronta ad affrontare l’argomento con lei…

Cosa dovevo dirle? “No guarda sorellona, è tutta una farsa per evitare che mamma continui a rompermi sulla questione fidanzato”? No…o forse sì? D’altronde Celeste era mia sorella, e fin da quando eravamo bambine che ci confidavamo ogni più piccolo segreto. Certo andava anche detto che, da quando si era sposata, era cambiato il nostro rapporto.

-E’ falsa la cosa, vero?- chiese con tono serio.

L’aveva capito…

-Sì.- risposi sconsolata.- ma ti richiamo fra un po’ così ne parliamo meglio, okay?- chiesi notando che numerose goccioline d’acqua avevano bagnato il parquet del mio salotto.

Ora dovevo anche pulire, per la miseriaccia.

-Va bene, ma fai in fretta, che voglio sapere tutto, e con tutto intendo tutto.- chiuse così la telefonata.

…Era ancora più pazza di come l’avevo lasciata.

Ritornai a piccoli passi in bagno e finii di farmi la doccia. Ah!!…ed erano ancora le nove di mattino, figurarsi cosa sarebbe successo durante la giornata.

***

-Dunque l’idea è venuta a Rachele?- chiese Celeste al telefono.

-Sì, durante una conversazione in merito ai vari assilli di mamma, le è venuta questa idea. Comunque è andato tutto bene, tranquilla. Ma poi, quello che mi chiedo è, come mai mamma te ne ha parlato solo ora del mio fidanzato, che sono passate più di due settimane e mezzo e non prima?

-Non mi preoccupo del fatto che la cosa non sia stata creduta, piuttosto del fatto che in realtà tu sia ancora single e che sia finto il fidanzato di cui mi ha parlato mamma. Pensa era così contenta quando mi ha chiamato, diceva sempre: “è bello”, “è gentile”, “è cortese” e bla bla bla, pensavo che fosse vera la cosa….- rispose un po’ delusa-… e poi, me ne ha parlato già tempo fa, ma solo ora ho avuto modo di chiamarti…abbiamo fatto delle ristrutturazioni a casa.

-Cele, lo sai come sono e come la penso su determinate cose! Non riesco ancora ad aprirmi totalmente ad un ragazzo, figurarsi se mi posso trovare un fidanzato. In ogni caso, se ti può consolare, ultimamente sto iniziando a sentire qualcosa di diverso in me.- risposi addentando un biscotto al cioccolato dalla dispensa, mentre gironzolavo in casa, seguita da Carota, con il telefono cordless in mano.

-Qualcosa di che tipo?- chiese con un tono di voce, ora più…acceso.

-Forse mi piace il ragazzo con cui avevo finto il fidanzamento.- dissi così velocemente che temetti non avesse capito.

-Non osare mentire a tua sorella, capito?- disse nervosamente.

-Cele, è vero, o meglio secondo Rachele è così…e forse lo è veramente, insomma…ti ho detto del falso bacio, no?

-Sì…

-Beh da quel bacio, ti sembrerà banale, ma ho iniziato a sentire qualcosa di diverso in me, e poi giorni fa mi aiutò con due ragazzacci e lo penso spesso e lo vedo come il ragazzo più bello che…

-Okay allora ti piace, è deciso! Quindi non mi stai propinando una balla per chiudere la chiamata, vero?

-No.- risi.- avrei voluto dirti sì ma ahimè temo di essere ricaduta di nuovo nella trappola dell’amore.

-Tesoro, l’amore non è necessariamente una trappola, purtroppo hai avuto una brutta esperienza con un ragazzo stupido e idiota, ma devi dimenticarlo. Nella vita troverai sempre qualcuno di cattivo, ma ci sono anche i buoni, sai? Il mio maritino ne è un esempio così come papà, da quel che mi racconti anche il tuo datore di lavoro, e anche il piccolo Raffaele.- concluse ridendo.

Eccola la mia sorellona, quella che sapeva ascoltarmi, darmi i giusti consigli e bastonarmi quando lo meritavo.

-Beh a proposito del tuo maritino e Raf, come stanno? Parlamene un po’.

-Stanno bene, il piccolo non vede l’ora che finisca l’asilo e vuole che gli compra un nuovo giocattolo…qualcosa dei Barba Papà, devi vedere ama anche Peppa Pig, mentre Sebastiano ha avuto qualche piccola diatriba con un collega, ma tutto okay.

-Mi fa piacere, dì a quel monello di Raffaele che zia Esmeralda lo ama e gli manda mille baci, portamelo ogni tanto, eh?

Rise.

-Va bene, tanto a luglio è pure il suo compleanno, ma comunque mancando ancora quattro mesi,dimmi quando sei libera che ci organizziamo.

-Sì sì…ah Cele, mi raccomando non dire a mamma che è stato tutta una bugia la questione del…

-Ovvio, sono o no la tua complice number one?

-Lo sei!- risi.- Beh allora  a presto Cele, non aspettare altri sei mesi per farti sentire.

-Neanche tu, e fidanzati con il ragazzo, eh? Questa volta seriamente e anzi non me ne hai parlato molto…

-Ciao bella.- chiusi così la telefonata, a dispetto dei suoi :“un attimo”, “eh…ma”.

Le volevo molto bene, ma ci sarebbero stati altri momenti per parlare di Gabriele.

E ora avanti libri, un altro esame ci aspetta.

***

In turno di lavoro pomeridiano di oggi eravamo io, Margherita e Gabriele.

C’erano molti clienti e la Millefoglie alla panna e alla crema di Alfredo stava facendo faville, era il dolce più richiesto.

Margherita stava infornando dei biscotti,  io stavo servendo al bancone dei dolci e lo spagnolo stava sistemando il jukebox che si era inceppato ad una canzone di Emma Marrone.

-Esmeralda, mi passi il cacciavite?- mi chiese il moro ad un certo punto, notando che non c’era nessun cliente al momento.

-Aspetta ricordami cos’è un cacciavite…

D’altronde erano anni che non avevo a che fare con queste cose. Se avevo problemi a casa, chiamavo sempre tecnici o chi ne aveva la competenza.

-Vedi ha il manico rosso e una specie di bastoncino di ferro che…

-Ah sì, ho capito.- dissi, ripensando a quando da piccola, passavo questo tipo di strumenti a mio padre.

Lo presi da una cassetta arancione vicina a Gabriele, il quale era steso accanto al retro del jukebox. Indossava un pantalone con stampe militari e una t-shirt bianca che dalla sua posizione, notai essere leggermente sollevata sopra l’ombelico.

Wow…aveva davvero un fisico asciutto ma atletico, ma…un secondo, quello era un tatuaggio?

-Esmeralda, ci sei?- mi chiese lo spagnolo ancora armeggiando con vari strumenti dietro al jukebox.

-Sì.- risposi prontamente piegandomi sulle ginocchia e mettendogli il cacciavite sulla sua mano protesa verso di me.

-Hai un tatuaggio sotto l’ombelico?- chiesi curiosamente rialzandomi e andando verso la cassa.

-S-Sì sono delle piccole ali d’angelo.- rispose.

Tatuaggio più adeguato, secondo me, non c’era. Gabriele, oltra al nome, aveva anche un carattere di un angelo, almeno a quanto sembrava.

-Roba di gioventù...le feci insieme ad Emanuele...lui si fece tatuare le sue iniziali.- continuò.

-Ah ho capito…sono belle.- dissi.

Come io avevo tinto i capelli di rosso, non appena erano finite le superiori, così lui si era fatto tatuare delle ali di angelo.

-G-Gracias…o-okay, ho finito.- disse alzandosi in piedi e aggiustandosi la t-shirt.

 

 

Le mie cinque ore di lavoro si erano, fortunatamente, concluse. Quest’oggi era stata una giornata, a dir poco, pesante. Io e Margherita ci eravamo date molto da fare, e tra torte, gelati, pasticcini e biscotti il tempo era volato. Il padre di Rachele se n’era appena andato così come Margherita che aveva un appuntamento con il suo ragazzo.

Eravamo solo io e lo spagnolo e come se non bastasse si era messo a piovere.

Me l’ero sentito dalla mattina che la giornata sarebbe stata movimentata. Il tutto era iniziato con delle goccioline d’acqua e allo stesso modo si stava concludendo, solo che adesso le gocce cadevano dal cielo.

Gabriele stava chiudendo a chiave le porte del laboratorio e del magazzino, mentre io stavo appendendo il mio grembiule all’attaccapanni all’ingresso.

-Esmeralda…sta piovendo…vuoi che ti dia un passaggio?

Ehm…e ora?

-Okay…- risposi avvicinandomi alla porta d’ingresso.

Non mi andava di farmi dei chilometri a piedi con un leggero ombrello, con l’acquazzone che stava facendo.

-Bene.- rispose Gabriele spegnendo tutte le luci e chiudendo con una doppia mandata la porta principale.

Vedendo la sua automobile, mi chiesi dove fosse la sua vespa. Che avesse previsto la pioggia??

Da vero gentiluomo il moro mi aprì la portiera principale, così mi accomodai dentro la sua auto profumata.

Il ritorno verso casa fu tranquillo, lo spagnolo era silenzioso e guidava piano per via delle strade bagnate. Sembrava sciupato questo periodo.

-Gabriele hai mangiato oggi?- gli chiesi con curiosità.

Secondo me si stava stressando troppo, ultimamente.

Si schiarì la voce.

-Ehm…sì…stamattina…- rispose con tono incerto.

Mi stava mentendo. Lo capivo perché stava reagendo allo stesso modo in cui reagì quando una scatola di latta gli procurò un taglietto sulla mano, i primi giorni di prova in gelateria.

-A che ora e cosa esattamente?- feci con fare indagatorio.

Mi sentivo tanto Esmeralda passione detective.

-Alle…ehm…nove…un b-biscotto.

Oh mio Dio, quindi non mangiava da tipo undici ore?? Assurdo…come faceva?

-Posso offrirti una cena a casa mia?- gli chiesi a bruciapelo.

Mi dispiaceva vederlo così stanco e sciupato. Per la miseria, ma perché si ammazzava di così tanto lavoro e senza mangiare, per giunta? Un biscotto solo? Ma come era possibile che non fosse svenuto?

-N-Non vorrei arrecarti disturbo…

-Insisto.- dissi usando lo stesso tono che aveva lui quando mi diceva “insisto”.

-Va bene, grazie Esmeralda.

Arrivammo dopo pochi minuti a casa mia. Ci bagnammo un po’ ma finalmente dopo qualche secondo entrammo nel portone del mio stabile.

-Gabriele queste sono le chiavi, primo piano , porta numero quattro, ci sarà scritto il cognome De Angelis, io vado a prendere il mio cagnolino dalla signora di sopra.- gli dissi prima di salire le rampe di scale e dopo averlo visto annuire.

Suonai al campanello della signora Agnese, sentendo già l’abbaiare della mia cara Carota.

-Salve signora, sono venuta a prendere Carota.

-Ciao tesoro, oggi siamo andate vicino allo stadio io e Carota, ci siamo proprio divertite.- disse la mia cara anziana amica.

-Grazie mille Agnese, prima o poi le farò una statua per la sua gentilezza, glielo prometto.- dissi sorridendo.

Le sue labbra si curvarono in una timida curva.

I boccoli color argento le davano un tocco sofisticato e molto affascinante.

-Esmeralda, comunque prima è venuta una signorina dai capelli castani, mi ha detto di chiamarsi Rachele e mi ha dato questi dvd, dicendomi di darteli. Ha aggiunto che ti serviranno per scioglierti.

Rachele? Alla signora Agnese? Sciogliermi? E poi, capelli castani? Se li era di nuovo tinti?

Presi in mano i due film, a casa li avrei controllati bene.

Mi diede il collare del mio pastore scozzese, ma prima che potessi andarmene mi sorse una domanda.

-Ah signora, lei cosa mi consiglia per una cena a due, di semplice, buono e veloce?

-Sei con un ragazzo?- mi chiese Agnese, sorridendo in maniera particolare.

-Sì…ma non per quello che pensa lei…- risposi timidamente.

Chissà che stava pensando…

-Spaghetti al pomodoro, un po’ di insalata e fettina di carne.- mi rispose, gettandomi uno sgurado felice, e dando un’altra carezza a Carota prima di chiudere la porta.

Mhm...avevo tutto! Poteva andare.

Salii le scale e suonai il campanello. Gabriele mi aprì.

Wow…che strano effetto trovare qualcuno ad accoglierti in casa.

Si vedeva troppo che non ero più abituata a queste cose?

Entrai nel mio appartemento, piombando in cucina, mentre notai che il mio cane fece le feste allo spagnolo.

-Se hai i capelli bagnati, ti do il phon.- proposi allo spagnolo.

-N-no tranquilla.- mi rispose timidamente, accarezzando la testolina di Car.

Mi avvicinai a lui, e gli passai una mano nei capelli. A quel mio gesto lui chiuse gli occhi.

-T-ti conviene andare ad asciugarli, invece.- risposi balbettando.

Dio, neanche avessi quindici anni! Mi sentivo esattamente un’adolescente alle prese con la sua prima cotta.

Da essere “the iron lady”, la ragazza ghiacciolo e la signorina Acidità, mi stavo sciogliendo troppo in fretta. Era normale tutto questo? Non era troppo da commedia americana?

“Sei un essere umano, Esmeralda, non puoi programmarti tutto”. Sì sì…ho capito!

Intanto le parole dello neo-castana mi rimbombavano in testa come l’ululato di un fantasma in un casa stregata.

- Ti vanno bene spaghetti al pomodoro, insalata e carne?- continuai, chiedendo e  aprendo il frigorifero e uscendo dei pomodori e della lattuga.

-Sì, algunos, grazie mille Esmeralda.- rispose sorridendo.- posso aiutarti?

-No vai pure ad asciugarti i capelli, e poi vai in salotto… Rachele ha dato alla mia vicina due dvd, puoi controllare cosa sono?

-Certo. Dove posso andare per asciugarmi i capelli?

-In fondo al corridoio, a destra, c’è il bagno. Il primo mobile di legno a sinistra contiene il phon.


Dopo una quindicina di minuti, in cui versai gli spaghetti in pentola e preparai il soffritto con i pomodori, il moro ritornò, con i capelli asciutti e luminosi.

-Fatto, grazie ancora! Ah e ho controllato i film…Sono Dirty Dancing uno , e Dirty Dancing due -Havana nights.

-Oh…non li ho mai visti, tu?

-Solo il secondo. E’ il film preferito da mia madre e mia sorella maggiore.

-E di che parla?- chiesi girando gli spaghetti, che intanto si stavano ammorbidendo.

-Di un ragazzo cubano bravo nelle danze latino americane, e una ragazza americana che si trasferisce a Cuba durante il periodo di una rivoluzione con Fidel Castro.

Bravo nelle danze latino americane…ma tu guarda che coincidenza…

-Capito! Lo vuoi vedere dopo con me?- proposi tagliando dei pomodori.

-S-Sì mi farebbe molto piacere.- rispose con le guance rosse.

Era un ragazzo dolce, questo non potevo proprio negarglielo.

-Va bene dai, ho cambiato idea, dammi una mano, taglia i cetrioli e mettili in quella ciotola lì.

E così la missione: prepara una cena in quattro e quattr’otto, ebbe inizio.

***

 

 

Apparecchiata la tavola e accesa la tv, iniziammo a mangiare.

Come cuoca non ero mai stata molto brava. Ero sì una pasticcera ma con il cibo salato scarseggiavo un po’.

-E’ buono?- chiesi allo spagnolo, che prontamente annuì col capo.

Era educato anche quando mangiava, aveva messo il tovagliolo di stoffa sulle gambe e mangiava molto lentamente.

Adriano era tutto il contrario invece…

*“Amore, ti dispiace se mangio un panino al volo?

“Ma ho preparato la cena! Sei stato tu a dirmi di non studiare per cucinarti, visto che ci stiamo vedendo di meno.”

“Ti prego, oggi gioca il Milan”

Se ne fregava del tempo che avevo speso in cucina. Prima voleva che gli cucinassi e poi…*

-Sì sì, sei brava anche con le cose salate.- mi disse sorridendo.

-Avevi dubbi?- gli chiesi inarcando un sopracciglio.

Alla sua espressione quasi intimorita, scoppiai a ridere. Era come se i panni di Miss Acidità mi fossero divenuti stretti. Come se la vecchia me, volesse riaffiorare.

-Scherzavo…- continuai ridendo.

L’espressione di Gabriele cambiò e questa volta mi sorrise con gli occhi putati sul suo piatto.

-Sai…sei molto bella quando ridi.- disse ad un certo punto sorprendendomi.

-G-grazie.- farfugliai frettolosamente, concentrandomi sul mio piatto.

Wow…il cuore batteva così in fretta, dopo questo complimento che mi stava facendo male il petto, così  onde evitare che anche lo spagnolo potesse sentire il mio organo vitale battere, mi alzai velocemente andando ,o meglio, scappando in cucina.

Mi appoggiai al frigorifero e posai una mano sul mio cuore notando che non voleva smettere di calmarsi. Per la miseria…

Dopo essermi ripresa, ritornai e sparecchiai, poi presi il secondo.

-Beh raccontami qualcosa di te.- proposi per non permettere solo alla giornalista di un telegiornale di occupare il nostro silenzio.

-Cosa vuoi sapere?

-Mah…oltre la danza, ti piace qualche altro sport?

-Direi il basket! Quando ero piccolo ho giocato dai sei ai dieci anni a calcio, poi dai dieci ai diciotto a basket.- rispose sorseggiando dell’acqua.

-Forte!...Oh che stupida…non ti ho neanche chiesto se vuoi del vino rosso o…

-E’ tutto assolutamente perfetto così.- disse perforandomi con i suoi pozzi neri.

-O-okay…ah e i tuoi genitori? Sanno che sei qui?

-Non sono in casa, sono partiti per andare a trovare alcuni miei zii e Luz è con una mia cugina.

-Oh…capisco.

-E tu che mi racconti?

-Cosa vuoi sapere?- risposi con la sua stessa precedente domanda.

-Sport?

-Danza classica da piccola, un solo anno però. Per il resto niente, sono sempre stata una schiappa nelle attività sportive.

Rise.

-Oh danza classica…brava. Purtroppo è una delle poche danze in cui non sono bravo.

-Ti piace molto ballare, eh? Hai preso da tua madre...dicesti tempo fa!- chiesi, posando la forchetta nel piatto.

-La danza è l’unico modo per essere completamente me stesso. Sì da mia madre…mio padre si innamorò di lei dopo averla vista in uno spettacolo teatrale a Barcellona.

-Raccontami di loro.

-Mhm…beh so che mio padre, ragazzo italiano, si era appena laureato insieme ad alcuni suoi amici, e che per festeggiare il traguardo raggiunto, andò con una comitiva di ragazzi a Barcellona. Poi il loro ultimo giorno di permanenza lì, andarono a vedere uno spettacolo di danze latino americane e fu colpito da una ballerina dalla carnagione abbronzata, con i capelli lisci, lunghi e neri adornati da delle piccole rose rosse: mia madre. Se ne innamorò subito e da lì poi ci furono appuntamenti e altro che portarono al loro fidanzamento.

Che storia dolce, un italiano e una ballerina spagnola.

-Solo tu hai un nome italiano, oltre tuo padre, in famiglia?

-Sì…mi dicono che sono quello più assomigliante a mio nonno paterno e per questo ho il suo nome.

-Capisco, e…ti piace più la Spagna o l’Italia?

-Mhm…direi l’Italia, d’altronde è la patria in cui sono nato e cresciuto, poi io amo i monumenti italiani, e adoro Caravaggio e Leonardo Da Vinci.

Annuì il capo e gli sorrisi. Avevano gusti in comune.

 

Dopo aver messo i piatti nella lavastoviglie, portai Carota nella sua casetta di gomma, accanto al mio letto, per dormire.

-Ciao amore mio, ci vediamo domani, eh?

Al suo abbaiare sorrisi.

Adoravo il mio cane. Non vedevo l’ora che arrivassero le ferie, per poter passare del tempo con lei.

Poi andai in salotto e sedendomi sul mio sofà, lasciai che Gabriele mettesse Dirty Dancing due nel lettore dvd.

La storia proprio come aveva accennato lo spagnolo, raccontava di una famiglia americana trasferitasi a Cuba. Nell’hotel in cui alloggia la protagonista: Katey Miller , quest’ultima si scontra con un cameriere cubano: Javier Suarez, il quale è un ballerino non professionista di danze latino americane, che si lascia semplicemente trasportare dal sound e dalla musica. Lei invece, è figlia di ballerini professionisti, e nel suo piccolo è brava a ballare, ma è molto tecnica e poco cuore.

Gabriele guardava attentamente ogni scena e ogni tanto rideva, per una battuta o per una scena particolare. Doveva piacergli molto il film.

Al polso destro portava un bracciale d’acciaio e al medio un anello dello stesso materiale. Con i suoi braccialetti, la sua carnagione e i suoi capelli mossi e scuri sembrava proprio un pirata. Bello però…

Rachele aveva dato questo film alla signora Agnese, per farmi sciogliere…ma in che senso? Voleva forse dire che io ero più tecnica che cuore? Sì, molto probabilmente.

-Ti sta piacendo?- mi chiese lo spagnolo, facendo allontanare i miei pensieri.

-Come? Oh…sì…è bravissimo lui, ma i balli alla “Rosa Negra” sono troppo…provocanti.

Dissi riferendomi ai balli che Katy guarda dentro un famoso locale di balli “proibiti”, come dice il titolo del film.

Già erano sensuali i balli latini, ma effettivamente dovevano essere così! La sensualità era un ingrediente principale per lasciarsi andare e ballare bene.

-Già, ma la danza è sensualità, se manca quella si è solo dei robot. Anche la danza classica è così. E’ in primis eleganza, e raffinatezza ma anche le ballerine sono molto sensuali nella loro grazia.

-Ah ecco, ora si spiega perché sono un pezzo di legno quando ballo.

Oh no, avevo fatto trapelare i miei pensieri a voce alta.

-Nah, anche tu sei sensuale, solo che non te ne accorgi e non vuoi far uscire quel lato di te. Sei timida e ti vergogni facilmente come Katey Miller.- disse sorridendo.

-Ha parlato Mister Audacia  e provocazione, tu sì che sei come Javier Suarez.- lo presi in giro, ricambiando il sorriso.

-Beh hai ragione, sono timido anch’io, ma quando ballo mi…trasformo.

Questo l’avevo capito…

E così lasciammo che il film continuasse.

 

Quando la commedia  si concluse erano circa le undici di sera. Per fortuna che domani era il mio giorno libero.

Mi era piaciuto Dirty dancing due, peccato per il finale un po’ triste, ma bello ugualmente. Un film romantico e ben fatto. Mi aveva colpito anche perché la protagonista assomigliava a me, e mi faceva strano vedere una coppia di ballo così simile a quella che formavo io con Gabriele.

-Beh Esmeralda, allora io andrei…

-Certo…

Per fortuna che aveva smesso di piovere.

-Grazie mille per tutto, sei stata molto gentile.

-Figurati…- gli risposi notando che si era avvicinato alla porta d’ingresso.

Mi alzai per raggiungerlo.

-Senti…domani ho il turno di mattina, ma dalle quattro sono libero…ti andrebbe di venire al famoso Luna Park di cui ti parlai tempo fa?

-Ehm…sì.- risposi felicemente.

Mi sentivo bene.

-D’accordo allora per le quattro e mezza ti passo a prendere.

-Bene, a domani allora! E guida piano.- conclusi, prima di vederlo tendermi una mano vicino alla porta d’ingresso.

-Grazie ancora.- disse.

Voleva forse che gliela stringessi?

Con incertezza allungai la mia mano, stringendo la sua, ma mi colse di sorpresa.

Infatti prima che potessi ritrarla, posò le sue labbra sulla mia mano, dando agio al mio cuore di bussare troppo in fretta.

TO BE CONTINUED...

 


L’ANGOLINO DI NOVALIS

Ciao ragazzi!^^

Inutile scrivere che se avete opinioni, critiche costruttive, cose che vorreste leggere, o altro, sarò ben felice di leggere i vostri commenti. ;) 

In questo capitolo ho citato due film che mi piacciono molto e che vi consiglio, uno dei quali è quello che vedono Gabe ed Esmeralda , che mi è capitato di vedere giusto pochi giorni fa :)

Come sempre mille grazie a elev e Sun_Rise93 per le loro splendide recensioni. Grazie di cuore ragazze, senza di voi, il progetto Bailamos si sarebbe fermato già tempo fa :)

Grazie anche a chi legge silenziosamente, a chi segue e preferisce questa storia ^^

Novalis

 

 

 

 

 

 

   
 
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