LA
SCELTA DI JACOB
Ogni
mattina mi sveglio con un macigno che mi schiaccia il cuore e che
minaccia di
spezzarlo e un momento dopo, senza che me ne renda conto, corro verso
la
foresta e mi trasformo con le guance ancora bagnate di lacrime. Questa
è da
qualche giorno la mia routine, forse da più tempo. Da
mesi?da anni? Non so di
preciso, perché il dolore che provo è eterno,
è quel dolore che fa perdere la
cognizione del tempo. I miei fratelli cercano sempre di fare il
possibile per
raggiungermi, per offrirmi una parola di conforto, vuota di qualunque
significato per me...dicono che, in fondo, è giusto
così e che non posso intervenire
nelle scelte della ragazza che amo. Ma come può essere
definita “giusta” una
scelta che non condivido e che la renderà la mia nemica per
eccellenza? Al solo
pensiero, mi sento ardere di rabbia e potrei fare a pezzi qualunque
cosa mi
capiti a tiro; ma poi mi ricordo che sono un protettore, non un
assassino...ho
la riserva da proteggere, gli abitanti della mia terra, Billy, ignaro
del
significato profondo del mio tormento. Lui non sa fino a che punto mi
sto
uccidendo con i ricordi. Ogni albero, ogni onda del mare mi ricordano
lei, in
ogni momento: distratta, testarda, sempre pronta a mettersi in
pericolo...e,
per certi versi, la mia assassina. Non posso fare a meno di chiedermi
come
sarà, trasformata da...una di loro. Probabilmente
diventerà più bella di come
sia mai apparsa ai miei ricordi...ed io, lacerato da ciò che
c’è stato fra di
noi, potrei mai volere la sua morte? Potrei mai aiutare i miei compagni
ad
ucciderla, sapendo che potrei morirne io stesso? Quando Billy mi ha
consegnato
l’invito del suo matrimonio ho corso a perdifiato fino a
quello scoglio da cui
lei si era gettata. Ho ricordato con un sorriso nostalgico la sua
espressione
terrorizzata al pensiero di perdere ancora una volta il “suo
unico
amore”...diceva che le si apriva una voragine che la faceva
precipitare nell’incubo
di una vita senza di lui, banale e vuota. E pensare che una volta ero
il “suo
unico sole”. Io l’ho aiutata per quanto mi
è stato possibile a chiudere quella
voragine, ma ora che lei se n’è andata da me, non
c’è più nessuno che mi aiuti
a chiudere la mia. È sciocco da parte mia forse, ma mi
ribello al pensiero di
un amore impossibile, di una vita fatta di rimpianti e di ricordi. Come
lei ha
fatto la sua scelta, così ora faccio la mia.
Chissà cosa direbbe vedendomi
così: “sii felice Jacob. Io non posso fare a meno
di amare Edward. Pensa tu a
renderti la vita meno difficile”. Ci ho già
pensato, Bella. Hai capito? Tu hai
già fatto la tua scelta, io adesso faccio la mia e ti
assicuro che non torno
più indietro. Al diavolo le tue lacrime. Circondato dal
silenzio della
scogliera, preferisco finirla una volta per tutte e raggiungere
l’illusione di
una quiete eterna, nel mare calmo.
Sam
pensava che i pensieri di Jacob non erano mai stati così
tormentati. Quando
aveva visto quella mattina un lupo correre verso la foresta non aveva
avuto
dubbi su chi fosse. Ormai Jacob non faceva altro, andava avanti per
inerzia. Lo
chiamò più volte, ma non aveva ancora ricevuto
risposta. Rassegnato si diresse
sulla spiaggia e su uno scoglio lì vicino scorse un
quadernino aperto. Lesse
alcune pagine e con un sussulto si fermò alle ultime parole,
scritte con una
grafia più ansiosa. “Quiete eterna”?.
Non era possibile, non era stato Jacob a
scrivere quelle parole. Lui non sarebbe mai arrivato a tanto.
Billy
aspettava rassegnato che il figlio arrivasse a testa bassa dagli
alberi. Era
stanco di vederlo vivere così sofferente. Anche Billy da
giovane aveva avuto
tante ragazze e aveva sofferto per loro. Ma la figlia di Charlie non
meritava
tanto dolore da parte di suo figlio. Quella divoratrice di uomini
avrebbe fatto
meglio a sposarsi con quel succhiasangue e lasciare che suo figlio la
dimenticasse. Sperava che il suo Jake si riprendesse in fretta e che
mirasse ad
altro. Ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla sagoma enorme di
Sam, che
avanzava piano verso la casa di Billy quasi gobbo nel buio. Billy
capì chi
fosse quel corpo inerme di lupo dal pelo rossiccio che Sam teneva
tremante fra
le braccia. Il suo grido animalesco si mescolò agli ululati
lontani che si
perdevano nella foresta.