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Autore: superpoltix    20/06/2014    3 recensioni
Andrea Libero sogna di fare la scrittrice. Anche Federico Allegri lo sogna. E cosa c'è di meglio di superare un blocco dello scrittore insieme?
"-Ehi Fede! Guarda qui!- chiamai, tirando il mio amico per un braccio.
Lui scattò su come una molla e guardò il computer. -Uh? Cos'è?- strizzò gli occhi per leggere meglio. Quella testa di carciofo non si era di nuovo messa gli occhiali.
-”Vuoi scrivere un libro ma non hai ispirazione? Clicca qui per scoprire come vincere il blocco dello scrittore!”- lessi. Poi guardai Federico. -Secondo te è un virus?-
Non rispose subito. -Ce l'hai un antivirus?-
-Sì.-
-E allora clicca.-
[...]
-Ora qualcuno mi spiega cosa sta succedendo.-
-Non lo so...- si guardò intorno sconcertato. Poi mi si avvicinò e mi sfiorò il braccio con la mano. -Dì, sei sicura che non fosse un virus?-"
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando mi svegliai, fu per una bizzarra sensazione di bagnato e fresco che mi avvolgeva. Aprii pigramente un occhio, ancora insonnolita, per capire che diavolo stava succedendo. Ma non appena ci riuscii, schizzai in piedi con uno strillo. Durante la notte ero caduta per terra e ora ero completamente ricoperta da uno schifosissimo strato di fango. Da qualche parte sull'albero in cui avevo dormito ci fu un grido e un tonfo.
-Fede?- chiamai preoccupata -tutto bene?-
Non rispose subito. -Andrea?-
-No, l'uomo nero.-
Sentii altri rumori, come di rami e foglie agitati da una parte all'altra. -Andrea, credo... di aver bisogno di un aiutino.-
Lo cercai con lo sguardo tra i rami. Dove cavolo era? Non era dove l'avevo visto la sera prima. Guardai più in basso. -Dove sei?-
-Qui!- altri rumori di foglie mosse. Abbassai ancora lo sgurdo, finché non lo trovai. Era in qualche modo caduto anche lui, ma non era arrivato fino a terra. I suoi pantaloni si erano incastrati di nuovo in un ramo, trattenendolo in una scomoda posizione a testa in giù e mettendogli di nuovo in bella mostra le mutande.
-Andrea...- mi chiamò di nuovo -non ridere.-
Inutile dire che scoppiai a ridere immediatamente. Mi arrampicai sull'albero senza smettere, e fu piuttosto difficile riuscire a salire con mani e piedi impregnati di quella melma vischiosissima e ridendo. Nonostante tutto però, ci riuscii e arrivai a davanti a lui. Federico si stava inutilmente dimenando nel tentativo di liberarsi. Quando mi vide, mi lanciò un'occhiata supplicante. -Un aiutino?-
-Nessun problema.- gli sorrisi sadicamente e allungai una mano verso il ramo in cui i pantaloni si erano incastrati. Un'idea malvagia si era perfidamente intrufolata nella mia testa.
-Andrea? Che stai... oh, no no no no!- un lampo di spavento gli attraversò di occhi una volta che ebbe capito il mio piano malefico. -Non farlo! Ti prego non...-
Abbassai con forza il ramo, che si ruppe con un sonoro “stock”. Federico precipitò a terra con un grido. Ascoltai con immenso piacere lo “sciaciaf” del suo corpo che affondava nel fango.
La testa di Federico riemerse dalla poltiglia, palesemente sconsolata. -...farlo.- terminò.
Con un sorriso di saltai addosso, e lui per poco non ci lasciò la spina dorsale. -Buongiorno!- lo salutai allegramente.
Lui non provò nemmeno a liberarsi. -Anche a te.- brontolò. -A proposito, ricordi il discorsetto di ieri sul non mangiare carboidrati?-
Ritornai in piedi immediatamente. -Non. Parlarmi. Di. Carboidrati.-
Si rialzò a fatica, scrollandosi (o almeno provandoci) quello schifo appiccicoso di dosso. -Sicuro.-
Gli riservai una delle mie occhiatacce migliori. Poi mi guardai intorno, mentre la mia memoria mi sbraitava insulti in più lingue. Avevo dimenticato l'ultimo membro della nostra combriccola! -Dove accidenti è Fidia?-
Anche Federico sembrò risvegliarsi di colpo. Si guardò in giro perplesso. -Non lo so- disse -non era con te?-
Iniziai a sudare freddo. -Sì, ma io durante la notte sono caduta dall'albero...-
-Cosa? Sei volata giù e non te ne sei accorta?-
-Non c'è niente di divertente!-
L'espressione di Fede trapelava un grosso sforzo per non ridere. -Okay. Okay.- fece un altro sforzo colossale per trattenersi.
-Quindi, se lui stava dormendo sopra di me dovrebbe essere qui da qualche parte giusto?- guardai a terra, in preda all'agitazione. Mille tipi di morti diverse mi passarono davanti agli occhi, come in un film. -Fidiaaaaa!- urlai. -Fidiaaaaaa!-
Il silenzio che seguì fu più terribile di quanto mi fossi aspettata.
-Forse sta dormendo- azzardò Federico. Lo sguardo che gli lanciai fu più eloquente di qualsiasi altra risposta.
-Fidiiiaaaaaaaaaa!- restai nuovamente in silenzio nella speranza di udire una risposta. Niente. -aaaaagh!- afferrai il mio amico per la maglia e iniziai a scuoterlo avanti e indietro per sfogarmi -non startene lì impalato! Aiutami, no?- lo lasciai andare e lui ondeggiò ancora qualche secondo prima di recuperare stabilità.
-Fidiaaaaaaa!-
-Gnomooooooo!-
-Non sono uno gnomo!-
Ci voltammo entrambi di scatto nel sentire quella vivace vocetta indispettita. Fidia ci fissava crucciato, le mani sui fianchi e fermo a mezz'aria. Mi afflosciai dal sollievo. Credevo di averlo perso.
-Fidia! Dove ti eri cacciato?- di domandai, aprendo una mano per farlo atterrare.
Lui si posò sul mio palmo con grazia. -Ah, stavo solo inseguendo un paio di spettri da quella parte. Niente di che.- agitò una mano con noncuranza.
Io e Federico ci scambiammo un'occhiata. Spettri? Spettri? Grandioso! Ci mancavano solo quelli.
Fede tracciò ampi gesti circolari con le braccia. -D'aaaaccordo gente. Qui non abbiamo più nulla da fare. Direi che sarebbe il momento perfettto per ripartire, e magari andare...- si guardò in giro -da quella parte!- e indicò una direzione alla sua destra.
-Ehm, è da quella parte che sono andati di spettri.- fece notare Fidia.
-Allora, da quella parte!- indicò la sua sinistra.
-Fede, lì è da dove siamo venuti.-
-Va bene!- esclamò esasperato, alzando di occhi e le mani al cielo -va bene! Decidete voi!-
Mi trattenni dal ridere. Poi guardai Fidia. -Da che parte si va?-
Il piccoletto ci pensò su un attimo, poi si batté un pugno sul palmo della mano. -Di là!- disse, e volò dritto davanti a loro.
-Ah, perfetto.- bofonchiò il mio amico, incrociando le braccia e seguendolo malvolentieri -adesso mettiamo pure le nostre vite in mano a uno gnomo.-
-NON SONO UNO GNOMO!-
Sorrisi sotto i baffi e mi affrettai a raggiungerli. Federico stava agitando mani e braccia verso il piccolo esserino volante per cercare di colpirlo o spiaccicarlo. Fidia invece svolazzava e si destreggiava in numerose contorsioni e acrobazie per sfuggirgli.
-Dai, fate i bravi voi due.- spintonai scherzosamente il mio amico e di indirizzai un'occhiatina ammiccante.
-Na-ah.- il custode scosse l'indice e la testa contemporaneamente. -Non sei né mia madre né la mia ragazza.-
Fede lo fissò sconvolto. -Aspetta, aspetta. Stai dicendo che TU hai una ragazza?!- mi lanciò uno sguardo risentito. Che trovasse ingiusto il fatto che un folletto avesse una ragazza mentre lui no?
-Certo. Tutti i ragazzi degni di tale nome ne hanno una.- sogghignò.
-Mi stai per caso dando della femminuccia?-
-Nient'affatto, ho soltanto detto che non sei un ragazzo.-
Mi frapposi tra i due prima che si uccidessero a occhiatacce. Cosa di cui sarebbero benissimo stati capaci. -Beeeeeenissimo, adesso che vi siete scambiati le vostre opinioni sulla questione maschio-femmina, che ne direste di andare a cercare qualcosa da mangiare? Muoio di fame!- come èper dare più enfasi alle mie parole, i nostri stomaci brontolarono in coro.
-Veramente dovevo ancora finire di esporre la mia opinione sull'argomento- borbottò Federico -ma potrebbe essere una buona idea.-
-Già, ma...- mi guardai in giro con una leggera smorfia. Alberi, alberi, alberi. -Dove lo troviamo un po' di mangiume? Non penso che ci sia un bar o un ristorante nelle vicinanze.-
Federico si sporse oltre la mia testa e osservò la foresta. -Sì invece- squittì allegro -proprio lì.- indicò un punto alla mia destra. Io aguzzai la vista e notai uno strano edificio tra la vegetazione. Una grossa insegna luminosa diceva “Autogrill”. Non seppi se la cosa più strana fosse un autogrill in una foresta o il fatto che io non avessi notato la scritta.
-Uh, bene. Allora andiamo- mi diressi perplessa verso l'Autogrill. L'unica cosa che riuscii a pensare fu “Non farti domande. Non devi farti domande. Per nessuna ragione.”
-Secondo voi è normale che ci sia un Autogrill nel bel mezzo di un posto così?- Cos'è che non dovevo farmi?
Fidia e Federico si scambiarono un'occhiata, poi mi guardarono e scrollando le spalle esclamarono in coro:- Sì, certo.-
Inclinai la testa da una parte e mi grattai una tempia. Ma sì, dai, che cosa ci poteva essere di strano in fondo? Scattai in una corsa impacciata dal risucchio del fango e li sorpassai schizzandoli. -Chi arriva per ultimo è un super eroe!- gridai. Dopo qualche nanosecondo Fede mi sorpassò a tutta velocità. Si girò verso di me e ghignò.
-Chi è il super eroe?-
Ci tuffammo insieme contro la porta dell'Autogrill e prendemmo entrambi una sonora craniata. Mi tirai a sedere e mi massaggiai la fronte con una smorfia di dolore stampata sulla faccia. Aveva fatto parecchio male. Anche il mio amico si stava passando una mano sul punto colpito. La porta dell'Autogrill si aprì di colpo, facendolo ricascare a terra.
-VOI, siete i super eroi!- Fidia ci guardò dall'alto verso il basso, con le mani sui fianchi.
-Dannato insetto!- sbottò Fede -da dove sei passato?-
Lui si lisciò i capelli con superiorità. -Dalla porta sul retro, è ovvio.-
Saltai in piedi e acchiappai il custode prima che potesse farlo Federico. Lui fece un verso di delusione e si cacciò le mani in tasca, risentito. Mi parve di sentirlo borbottare “e quindi quest'affare ha anche una porta sul retro” e di vederlo lanciare malevole occhiate all'edificio, quasi come se fosse colpa sua se aveva appena perso la gara.
-Molto bene, folletto.- dissi, sorridendo e stringendo la presa su Fidia -hai vinto una bambolina di Hello Kitty.- lo lasciai andare e quello si riempì i polmoni d'aria, come se fosse stato in procinto di soffocare.
-Ma davvero?- squittì indispettito -adesso lascia che ti spieghi dove puoi infilartela quella bambolina...-
Entrai nell'Autogrill e gli chiusi la porta in faccia. Federico era davanti a me, e si guardava in giro con fare spaesato. Alla nostra destra c'era un enorme bancone per ordinare da mangiare, e un sacco di panini erano messi in bella vista all'interno di una vetrina. A completare il quadretto, c'erano anche brioches, muffin e dolci di ogni tipo. I nostri stomaci brontolarono reclamando cibo. A sinistra invece vi era un ampio salone stracolmo di vestiti. Lanciai una rapida occhiata al nostro abigliamento. Dopo aver mangiato sarebbe stato decisamente meglio se ci fossimo cambiati. Disseminati per la sala c'erano numerosi carrellini stracolmi di peluches del Pulcino Pio, cuscini di Violetta e poster degli One Direction. Storsi il naso disgustata. Chiunque avesse messo lì quei... cosi aveva un pessimo gusto. In un angolo intravidi l'insegna luminosa del bagno. Diedi una gomitata a Federico.
-Vado un attimo in bagno, okay?-
-Certo- rispose -io andrò a prendere qualcosa da mangiare. Ho una fame che, mio Dio, mi mangerei tutto l'Autogrill!- si diresse verso il bancone a destra come se fosse in un sogno, mentre io schizzai in bagno. Pochi attimi dopo ero già uscita. Avevo fatto più in fretta che potevo per evitare di lasciare Fidia e Federico da soli. Già mi vedevo quel povero esserino rinchiuso in una gabbia e sottoposto a torture terribili...
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH!!!!!!-
Mi girai di scatto spaventata.
-Lasciami! Lasciami! Andrea! Aiuto! Aaaaaaahg!-
Fissai basita un punto sopra di me.
-Andrea? Prontooo? Ti dispiacerebbe darmi una mano? Sai com'è, queste corde stringono un po'...- Federico cercò di divincolarsi dalle corde che lo tenevano legato come un salame a mezz'aria. Io scoppiai a ridere e lui mi lanciò un'occhiataccia.
-Ah, lo trovi divertente? È così, eh?- si contorse nuovamente -allora che ne dici di darci un po' il cambio? Ti va?-
-Stupido- di risposi ridendo. Poi raggiunsi il punto in cui era stata legata la corda e senza pensarci due volte, sciolsi il nodo. Federico precipitò al suolo con un urlo.
-Ooooooops.- di saltellai accanto cercando di sembrare innocente. Lui mi investì di insulti. Ridacchiai ancora mentre lo liberavo dalla matassa di corde e nodi. -È stato Fidia?-
-No, la fata turchina.- mi fulminò con lo sguardo -certo che è stato quello gnomo! Se lo prendo, io...- strinse i pugni dalla rabbia e digrignò i denti.
-Ma che paura. Guardami, sto tremando tutto.- Fidia ci rivolse uno sguardo di superiorità dal bancone dei panini. Teneva un tramezzino in mano e lo mangiava con una voracità inaudita. Poi però si immobilizzò di colpo e impallidì.
-Ah-ah! Vedi che ora hai paura?- Fede si avvicinò minacciosamente.
-Fermo!- di gridò il custode. -Non avvicinarti.-
Federico lo guardo storto. -Perché no?-
-Beh... non sono stato io a farti quello. Anche se mi sarebbe piaciuto.- cercò di muoversi dal punto in cui era, ma non si mosse di un centimetro. -Questo posto è pieno di trappole. Qualcuno non vuole che nessuno si avvicini.-
-Che cosa?- esclamai. -Grandioso! Abbiamo tutto quello che vogliamo da mangiare e non possiamo prenderlo!- tirai una testata contro la spalla sinistra del mio amico, colpendo il bernoccolo che mi ero fatta contro la porta dell'Autogrill. Piagnucolai piano.
-Ma non puoi portarci tu i panini?- Federico incrociò le braccia e osservò Fidia.
Lui fece una smorfia. -Non posso.- ammise -mi si sono incollati i piedi al banco.-
Appoggiai una mano sul braccio di Fede e lo guardai mestamente. Lui annuì piano. -Quando ci vuole, ci vuole.-
Inspirammo profondamente.
-MA PORCA FUFFANA!-

  
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