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Autore: angelad    20/06/2014    9 recensioni
In casa Castle sembra una mattina come tutte le altre, ma in realtà non è così....
Cosa sta accadendo?
Come mai Kate è così di malumore?
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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L'arcobaleno nel cuore

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Nel frastuono generale dei telefoni che squillavano, mentre la Gates impartiva ordini ai suoi sottoposti, Kate Beckett cercava invano di concentrarsi sugli indizi appesi sulla lavagna davanti a lei.
Questo nuovo omicidio si stava rivelando davvero difficoltoso da risolvere, e, doveva essere sincera con sé stessa, stava brancolando nel buio.
Cercava di focalizzare la sua attenzione sugli indizi e sulle prove elencate in maniera precisa, ma inutilmente. Aveva mandato Esposito e Ryan a controllare l'alibi di un presunto sospettato, ma era  consapevole che sarebbe stato un buco nell'acqua.
Glielo diceva il suo istinto e raramente aveva sbagliato.
Si passò una mano sul viso cercando di risvegliarsi dal suo torpore, ma la sua mente continuava a rimandarle il ricordo indelebile della delusione della sua bambina quando l'aveva vestita e l'aveva portata all'asilo.
Aveva cercato appoggio in suo padre ed era stato proprio il suo atteggiamento ad irritarla ancora di più. Non aveva ribattuto nulla, le aveva scaricato addosso la parte della cattiva senza minimamente aiutarla, senza essere solidale con lei. Così si era lasciata sopraffare dalla rabbia e dalla delusione, aveva preparato Joy in un batter d'occhio e avevano lasciato il loft.
La piccola non aveva pianto, né aveva protestato troppo con lei, ma il suo visino triste, mentre sistemavano la giacca sul suo appendino contrassegnato da una bella farfallina gialla, era stata peggio di una pugnalata con lei..
Quando le aveva dato il bacino sulla testa, la piccola Joy aveva appena annuito, ma non si era mossa. Quel piccolo tornado amoroso non aveva mosso un solo muscolo per comunicarle il suo amore, quando era sicura che a casa le sarebbe saltata al collo tempestandola di baci e parole. L'aveva appena salutata con la manina quando la maestra l'aveva accompagnata nell'aula.
Se aveva deciso di farla sentire in colpa e di fargliela pagare, c'era riuscita in pieno. Lei, che aveva sbattuto in prigione criminali di ogni sorta, che aveva affrontato senza troppi problemi missioni ad alto rischio e coperture, era stata messa a ko tecnico da una bambina di tre anni.
D'accordo, aveva il sangue Castle nelle vene e la melodrammaticità era un gene di famiglia e lei lo aveva ereditato in toto...
Non avrebbe voluto farla soffrire, ma come poteva fare? Purtroppo a volte la vita porta a prendere decisioni difficili. Separarsi da lei era stata una di queste.
Sapeva di aver trovato scuse ridicole per auto convincersi di avere ragione.
Alla fine decretò che quella sera si sarebbe fatta perdonare. Magari cucinando per la sua piccolina i suoi adorati anelli di cipolla fritti, leggendole una storia a sua scelta. Passando un po' di tempo con lei..
Sempre se il super papà lo avrebbe permesso.
Quando quei due stavano insieme il mondo non esisteva. Anche lei a volte veniva esclusa e, nonostante la maggior parte delle volte rimaneva ad ammirarli estasiata, quella sera le sarebbe davvero dispiaciuto se non avesse partecipato ai loro giochi.
Persa nei suoi pensieri non si era resa conto che il capitano Gates la stava chiamando: "Beckett, scusi, è qui o devo mandare una squadra di recupero su Marte?".
"Scusi signore, mi ero distratta".
"Ma davvero?" chiese scherzosa la donna "Mi spieghi come  mai il mio miglior detective ha lo sguardo perso nel vuoto davanti ad una lavagna povera di indizi utili al nostro caso.. Se è colpa dello scrittore, ci penso io a fargli una lavata di capo come si deve!".
Kate abbozzò un lieve sorriso: "In parte, ma, forse, ce l'ho di più con me stessa.. Ho dovuto fare il genitore severo stamattina e non è stato per nulla divertente. Ora mi sento un po' in colpa, sa? Per questo non ero del tutto concentrata..".
La Gates sorrise: "Beh credo che sia la parte meno gratificante nel fare la madre.. E come posso benissimo immaginare suo marito non è stato molto di supporto. Me lo immagino sciolto ed imbambolato davanti agli occhietti da cucciola di vostra figlia incapace di proferir parola. Si rende conto che quando avrà 16 anni saranno un'associazione a delinquere? Se lo comprerà come le sarà più opportuno..".
Kate scosse la testa sconsolata: "Lo fa già adesso..".
La Gates rise: "Allora è una battaglia senza speranza!! Si rassegni.. Faccia un bel maschietto e lo travi come suo marito ha fatto con Joy! Gli renda pan per focaccia..".
La detective stava per replicare quando il suo cellulare suonò. La donna lo fissò senza muoversi e si decise a rispondere solo quando il suo superiore le diede il permesso.
Con suo immenso stupore sullo schermo del suo smartphone era comparso il numero dell'asilo di Joy.
"Kate Beckett" rispose, mentre il suo cuore incominciò a batterle all'impazzata nel petto. L'istinto le stava suggerendo che non poteva trattarsi nulla di buono.
La Gates la vide farsi improvvisamente molto seria e sbiancare in viso di colpo: "Come non riuscite a trovare mia figlia??".
Un brivido gelido percorse anche la schiena del capitano del dodicesimo, mentre la voce della sua miglior detective le giungeva alle orecchie come un martello pneumatico: "Come sarebbe a dire che un uomo l'ha portata via? Come è possibile che uno sconosciuto riesca ad intrufolarsi in un asilo e sottrarre una bambina? Arrivo subito!" e chiuse la comunicazione.
Victoria Gates nel frattempo era scattata in piedi e si era messa ad urlare ai  suoi sottoposti: "Smettete tutti di fare qualunque cosa stiate facendo! L'omicidio può aspettare. Abbiamo un caso molto più importante da risolvere!!".
 
 
Le sirene della volanti laceravano l'aria di quel tranquillo quartiere di New York suscitando negli ignari passanti sentimenti di stupore e di paura.
Cosa diavolo poteva essere successo per giustificare tre macchine della polizia giunte con tutta quella foga?
Davanti a un asilo poi...
Kate Beckett fu la prima a scendere, lanciandosi come una freccia verso l'entrata, seguita a ruota dal suo capitano, che solo per l'occasione aveva lasciato l'ufficio ed era scesa in trincea con i suoi sottoposti, e dai suoi migliori amici il detective Esposito e il detective Ryan.
La sua famiglia non l'aveva voluta lasciar sola in quel momento di paura.
Non era riuscita, però, a contattare suo marito. Sicuramente durante la presentazione aveva staccato il cellulare, ma gli aveva intasato la segreteria telefonica di messaggi. Quando lo avrebbe acceso, si sarebbe fatto sentire e si augurava fosse al più presto. Nonostante il loro battibecco mattutino, in quel momento  aveva bisogno di lui più che mai.
Si era trovata davanti a situazioni ben peggiori per colpa del suo lavoro, ma in questo caso si stava parlando della sua bambina. Non poteva non essere spaventosamente preoccupata.
Nell'istante in cui arrivò in prossimità della porta venne accolta dalla maestra che, estremamente tesa anche lei, le fece strada verso il loro ufficio.
"Mi dispiace davvero, non so come possa essere successo. La porta era chiusa a chiave e nessuno riesce ad entrare senza che venga notato. E' accaduto tutto nei pochi istanti in cui la bidella si era assentata un momento per andare al bagno e sua figlia stava probabilmente tornando in aula.. Non ci sono giustificazioni, lo capisco. Sono davvero addolorata. Faremo tutto ciò che è in  nostro possesso per aiutarvi...".
Kate non riuscì a parlare perchè la voce del capitano Gates la sovrastò: "Mi sembra davvero il minimo! Pregate che riusciamo a venirne a capo presto e che la piccola Johanna venga ritrovata, altrimenti per voi saranno guai seri".
La povera maestra diventò ancor più bianca, se umanamente era possibile.
Esposito cercò di mitigare la situazione e chiese: "Nessuno ha visto nulla? Come fate ad essere assolutamente sicuri che sia stata portata via da un uomo?".
La donna gesticolò nervosamente: "Era uscita dall'aula per andare al bagno, ma non rientrava. Impaurita che non potesse sentirsi bene dopo qualche minuto ho affidato la classe alla mia collega e sono andata a cercarla, non trovandola. Così sono tornata indietro sui miei passi ed ho controllato di nuovo nell'aula.. magari non l'avevo vista e lei era rientrata a giocare insieme agli altri bambini... naturalmente mi stavo sbagliando.. ora è evidente.. I bambini hanno percepito il mio strano nervosismo e dalle mezze parole che hanno captato dai discorsi con la mia collega, hanno collegato che stavo parlando di Joy.. Così una bimba mi si è avvicinata e mi ha detto di averla vista sugli scalini dell'ingresso parlare con un uomo, a sua detta bello grande, e poi lui l'avrebbe presa in braccio e sarebbe scappato via correndo e saltellando.. Non credo che abbia veramente saltellato, ma sa, la fantasia dei bambini non ha confine e quindi...".
Kate la interruppe: "Signora, io non metto in dubbio la parola di questa bambina, ma come testimone non mi pare molto attendibile.. Non avete qualcosa di più concreto per confermare il suo racconto? Non so, tipo alcune telecamere di sicurezza...".
La donna scosse la testa: "No detective mi dispiace. In aula non teniamo telecamere per salvaguardare la privacy dei nostri bambini.... ma forse.. potremo vedere le registrazioni di quella vicino al cancello che inquadra la strada.. potrebbe aver immortalato il rapitore..".
La Gates tuonò: "Che cosa stiamo aspettando allora? Procuriamoci subito questi video!".
La maestra alzò il telefono e cercò di contattare chi potesse procurargliele nel minor tempo possibile.
Kate si alzò dalla sedia e incominciò a camminare nervosamente per la stanza per poi fermarsi a guardare con lo sguardo spento fuori dalla finestra.
Chissà dove era la sua piccina in quel momento, se era al sicuro oppure no. La voleva tra le sue braccia in quel momento, non desiderava altro.
Avrebbe fatto qualunque cosa per riportarla a casa, qualunque cosa.
Guardò ancora una volta il suo cellulare, ma di telefonate di Rick nemmeno l'ombra.
Sospirò...
Dove diavolo si era cacciato?
La presentazione non poteva di certo durare in eterno...
In quel momento Ryan le passò un bicchiere d'acqua: "Tieni Kate, bevi un poco. Ne hai bisogno.. Stai serena, vedrai andrai tutto bene...".
Kate sorrise a malapena.
Il suo amico le posò una mano sulla spalla, nel vano tentativo di rincuorarla.
La porta della stanza si aprì di botto e un uomo  sulla quarantina che sicuramente doveva essere un agente della sicurezza, passò alla maestra un dischetto: "Sono le registrazioni delle ultime 4 ore.. Se qualcuno è passato da quel cancello, sicuramente sarà qui dentro..".
La donna prese l'oggetto in mano e con un rapido gesto lo inserì nel computer facendo partire il video.
Sia Kate sia la Gates girarono intorno alla scrivania per avere una migliore visione del monitor.
La bella detective non poteva negare di avere il cuore a mille, mentre le immagini iniziarono a scorrere sotto i suoi occhi..
Sembravano non dare nessun aiuto, quando proprio quando la fine si avvicinava inesorabile una figura maschile apparve, saltellando, con una bimba attaccata al collo e la testa appoggiata alla sua spalla per non cadere.
Kate smise di respirare per un istante e si posò le mani sul viso sconvolta. Non appena riuscì a ritrovare la parola sperduta nei meandri della sua anima disse: "Non posso crederci.. ".
Ryan ed Esposito, non comprendendo lo sfogo dell'amica, cercarono delle risposte scrutando il suo volto, ma la loro attenzione venne attirata dalla tipica colorazione rosso fuoco che le guance del capitano Gates avevano assunto.
Non sembrava per nulla un buon segnale.
"Beckett, lo giuro, se non lo fa lei stavolta lo faccio io. Anzi no, stia serena. Sarò io a macchiarmi di questo crimine, la sua fedina penale deve rimanere immacolata. Qualcuno dovrà pur prendersi cura di quella dolce creatura di sua figlia. Lo giuro solennemente, non ho mai avuto così il desiderio di strangolare qualcuno con le mie mani!!" e uscì sbattendo la porta lasciando imbambolati tutti i presenti.
La giovane maestra si lanciò in una domanda ardita: "Scusatemi, volete dire che conoscete quest'uomo?".
Kate rispose con un filo d'ansia crescente nella voce: "Purtroppo sì. E le dirò di peggio, io l'ho anche sposato. Il rapitore è mio marito, il papà di Joy".
Cip e Ciop si misero a ridere e all'unisono chiesero: "Castle ha rapito Joy?".
 
 
 
Angolo mio
Buonasera... Allora, direi che Castle è in guai seri..
Non solo Kate è accorsa all'asilo decisamente preoccupata, ma anche tutta la squadra, capitano Gates compresa.
Secondo me non l'hanno presa benissimo, tranne i suoi "amici" che se la ridono...
Spero che la storia continui a piacervi e a farvi sorridere...
Al prossimo capitolo
  
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