Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Tully_    20/06/2014    4 recensioni
-- Ispirato come luoghi o caratteristiche, alla vicenda dei Dieci Piccoli Indiani, di Agatha Christie, tra i miei libri preferiti in assoluto. --
Light Yagami, L, Misa Amane, Kiyomi Takada, Tota Matsuda, Soichiro Yagami, Sayu Yagami, Naomi Misora ricevono chi un'e-mail chi un messaggio da persone che conoscono per partire a Londra, con tanto di casa affittata, senza sapere che si ritroveranno tutti nello stesso edificio, impossibilitati a uscire. Tra intrighi e misteri, confusioni e omicidi, c'è qualcuno, il burattinaio, che sfrutta le sue marionette tirandone i fili, solo perché si annoia.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
___________________________________________________________________________________________________________



Periferia estrema di Londra (luogo immaginario), 7 giugno 2014, ore 18.45.



Sayu e il padre sono i primi che arrivano a destinazione, dopo molte richieste a passanti della zona per eventuali dubbi sul luogo della loro sosta. E’ una casa gigantesca a tre piani col portico e il giardinetto, ma che quasi non aveva contatti con il mondo esterno, solo tramite un ponticello leggero che collega la porzione di campagna dove loro sostano con l’altra, che porta verso la capitale. Sotto, una grande depressione del terreno. Essendo arrivati quasi agli albori dell’estate, il cielo pare sia terso che annuvolato, ma la luce permane e una brezza fresca anima il paesaggio muto e silenzioso, reso vivo soltanto dagli sbuffi di una ragazzina giapponese sin troppo annoiata e che corrisponde al nome di Sayu Yagami. I due, con tutte le valigie, rimangono fermi, in attesa che arrivino Light e Matsuda, come da loro indicato. Insomma, non vogliono inaugurare la casa da soli, anche se stranamente la porta non è chiusa a chiave e non vedono l’ora di esplorarne l’interno: appare già bella e imponente all’esterno, quindi sicuramente gli interni sono bellissimi e quasi fiabeschi. Stanno dunque seduti sui gradini freddi, motivo per i quali la fanciulla impreca mentalmente, a pensare a tutto e al niente.
«Papà, non pensavo che il fratellone scegliesse come casa una così distante da Londra. Mi aspettavo altro…» Sbotta improvvisamente la ragazza, tenendo i gomiti sulle cosce, il mento sui palmi delle mani, intenta a osservare il terreno. Insomma, attendeva qualcosa come “hotel al centro della città, divertimento assicurato, visite un po’ ovunque e scorpacciata di fish and chips!”, e invece così non è avvenuto.
«Sinceramente anche io, Sayu. Comunque, appena arriva o Light o Matsuda entriamo, perché qui inizia a fare freddo e non vorrei che ti ammalassi, piccina.»
«NON SONO PIU’ UNA BAMBINA!» Un tempo l’adolescente adorava quei nomignoli affettuosi affibbiati dal padre, tuttavia era da qualche mese che li detestava. Quindi pure in quest’occasione non può che rimarcare questo fastidio. Batte pure i piedi a terra, evidenziando il fatto che in realtà si comporta ancora come un’infante capricciosa, rafforzando le ipotesi del padre sulla sua puerilità.
Dopo circa una buona mezz’oretta passata nel silenzio più profondo, in lontananza i due scorgono un individuo non identificato correre e lo identificano immediatamente come il maggiore dei figli di casa Yagami.
«Ah, sarà sicuramente Light che si scusa di aver fatto ritardo! Ci ha fatto aspettare davvero tantissimo…» Mormora stanco l’uomo, alzandosi dolorosamente in piedi mentre, istintiva, la castana saltella verso la sagoma ancora irriconoscibile che si sta avvicinando. Mai ci fu gesto più avventato.
«Fratellone, finalmente!» Esclama Sayu, aprendo le braccia accoglienti in modo da abbracciarlo; però si gela sul posto (soprattutto per la vergogna ma anche per la delusione) appena nota che non sta assolutamente arrivando l’atteso ragazzo, ma nientemeno che Matsuda. Abbassa piano gli arti, come se rinsecchiti e li nasconde quasi completamente grazie alla schiena. Il giovane vedendola, sorride solare ma poi…
«Che ci fai tu qui? Non ci dovrebbe essere soltanto il sovrintendente che mi ha invitato/ordinato a venire qui per un caso?» “Perché se non è così io potrei tornarmene a casa…” Pensa, ma riflettendoci… “Ho speso molto per il viaggio, forse mi conviene rimanere e vedere cosa succederà.”
E tale decisione, ragazzo, ti porterà verso la strada sbagliata, anche se ora credi di aver scelto l’opzione corretta. Be’, dopotutto… chi penserebbe a un gioco sadico architettato da un malato di mente? Nessuno, almeno per ora.
La fanciulla non gli risponde perché ancora più confusa, mentre i due poliziotti iniziano a parlare animatamente per via di vari fraintendimenti ed equivoci.
«Io non ti ho mandato assolutamente nessun messaggio, Matsuda! Siamo stati invitati da te e Light per una vacanza, non ricordi? Sei talmente rintronato che ti dimentichi che cosa scrivi alle persone?»
«Ma signore, giuro che io non ho scritto assolutamente niente di tutto ciò! Mi creda!» Commenta disperato l’accusato, gesticolando con le mani in modo da convincere il superiore.
La discussione sarebbe andata tra le lunghe se non si fossero arrestati, perché è veramente qualcosa di bizzarro. Ma decidono di pensarci dopo, magari anche con l’arrivo di Light. Poco dopo arriva proprio quest’ultimo, calmissimo ma un po’ disorientato, visto che sia Misa che gli amici non sono ancora presenti. Deglutisce a vuoto, prima di parlare.
«Beh… e voi che ci fate a Londra? Non eravate a Roma? Pure tu, Matsuda, qui?» Borbotta spaesato il nuovo arrivato, grattandosi la nuca e guardandosi attorno. Gli hanno dato buca? Non si sono mai permessi!
«Ma che stai dicendo?» Brontolano in coro gli altri due componenti della famiglia Yagami, lanciandogli occhiate furenti.
«Vi spiego. A me è arrivata una e-mail da parte della mia ex Misa che mi invitava qui in compagnia dei miei amici e di lei.»
Sentendo tali parole i due irati discutono immediatamente della loro diversa esperienza.
«Invece a me, figliolo, è arrivato un tuo messaggio dal tuo vecchio telefono per invitarci e a Sayu da parte di Matsuda che era nel tuo gruppo per l’organizzazione del viaggio!» Per rinforzare ciò appena proferito dal padre, la ragazzina annuisce con il capo vigorosamente.
Tota, che voleva spiegare la sua versione dei fatti, viene immediatamente interrotto da Light: «—Ma io non uso più il vecchio numero, papà, non mi ricordo nemmeno dove sia finito quel telefono!» E arriva il momento del silenzio carico di tensione; il povero giovane poliziotto imbranato ne approfitta per parlare del messaggio ricevuto ma nessuno bada più a lui quando arrivano Misa ed L, che sembrano uno l’opposto dell’altro: la biondina ha un’andatura veloce con un passo saltellato, mentre il ragazzo, un po’ gobbo, cammina con pacatezza, trascinando le valigie.
«Ma amore, quando mi hai mandato il messaggio non mi avevi detto che ci sarebbe stata così tanta gente!» Esclama irritata l’arrivata, esprimendo poi la sua disapprovazione con il labbruccio inferiore sporgente, da vera bambina capricciosa. «Insomma, mi avevi detto che ci saremmo stati soltanto io, te ed L (non che fossi molto contenta dell’idea, perché odio il terzo incomodo)! Perché ci sono tante persone, tra cui la tua famiglia e quell’idiota di Matsuda?» L’ultimo, appena nominato, si ridesta e risponde infervorato e a gesti con versi poco distinguibili. Non lo considera nessuno.
Light si mostra ancora più impressionato, perché ognuno ha un resoconto diverso: sembrano tutti in una sorta di trappola, tanto che non risponde a Misa e gira la testa altrove, in modo da riflettere meglio sull’intera vicenda: nel mentre arriva correndo Kiyomi Takada che lo prende di sorpresa. Gli salta direttamente addosso, facendolo sbilanciare all’indietro e gli fa perdere l’equilibrio tutto sotto lo sguardo furioso e corvo dell’ex-fidanzata del giovanotto, che si precipita a prendere per i capelli corti corvini la “rivale in amore”. Sospirando affranto, Light pensa che risolvere questo rompicapo è più difficile del previsto ma avrebbe chiesto la versione di tutti gli ospiti nella casa. Non sono sicuramente finiti…
«Ma come ti permetti di mettere le mani sul mio amato? Inoltre… che ci fai qui?»
«Dovrei porti io la medesima domanda! Mi ha invitato Light per fare una romantica vacanza, NOI DUE DA SOLI Sbotta l’altra, inviperita, evidenziando le ultime quattro parole con tono ancora più concitato e lanciandole occhiate che inceneriscono. E’ Matsuda che cerca di calmare e di estinguere il fuoco divampato negli animi delle due /graziose/ fanciulle, ma si sa, non è capace di fare qualcosa del genere e decide di rinunciarci.
«Le avevo detto che c’era qualcosa che non andava, in tutto ciò. Per me ci hanno indotti in qualche scherzo di cattivo gusto.» Mormora, più che altro tra sé e sé, L che entra per primo nella casa. Dopo il breve corridoio si arriva a uno spazioso salotto, arredato con mobili abbastanza moderni e funzionali e con tonalità molto chiare e calde, che ispirano alla serenità e tramite una porta scorrevole si giunge la cucina. Proseguendo a destra ci sono le scale, in modo da arrivare a tre grandi bagni ampi con alcune stanze (molto eleganti, per giunta, e dotati di tutti i comfort possibili) e, al terzo piano, tante camere da letto. Insomma, la casa  è stata costruita proprio per contenere numerosi individui. Un altro fenomeno da considerare bizzarro, insomma.
Pure Misa, che inizia a stare attaccata come un polipo al povero ex-fidanzato, seguita da dietro da un’infuriatissima Takada, entra ma viene fermata da un uomo dalla stazza imponente ma col viso da dolce e tenero vecchino, vestito con un sontuoso smoking.
«Buonasera signori, entrate pure tutti, vi aspettavo! Io sono Watari, il maggiordomo al vostro servizio.»
“Quindi era tutto architettato da qualcuno… ma da chi?” E’ il pensiero costante e comune nelle menti di tutti i presenti. Con un cenno gentile il signore li fa sedere alla grande tavolata già imbandita ma coi piatti vuoti nell’attesa della cena che già cuoce.
«Oh, perdinci bacco, ma manca ancora la signorina Misora!» Alcuni si lanciano occhiate dubbiose, in quanto nessuno, tranne due, la conosce. Solo Light, una volta, aveva instaurato una breve chiacchierata con lei… ma era differente tempo fa e oltretutto la donna, per presentarsi e per sicurezza (visto che Kira era in agguato) gli aveva detto un nome falso. Insomma, si mostrò molto prudente e fredda a prima vista e quasi si faticava a conversarci. Era un’ex-agente dell’FBI, però, e aveva risolto il caso di BB a Los Angeles. Insomma, magari nelle indagini di questo simpaticone in vena di scherzi che li aveva ospitati nella grande dimora avrebbe potuto dare un notevole contributo.
«Pure lei qui?» Dice per istinto L, azzittendosi subito dopo, in quanto domanda abbastanza stupida e dalla risposta alquanto ovvia. Il silenzio di tomba aleggia per il grande salotto e qualcuno prova a rompere il ghiaccio in modo da stabilire una buona conversazione e animare un pochino la serata che si prospetta noiosa, all’insegna di rumori provocati dal masticamento o dalle posate utilizzate per consumare i pasti… e l’assente all’appello non tarda ad arrivare, quasi correndo. Trova la porta aperta e tantissime persone tra le quali non conosce quasi nessuno. Naomi non può far altro che sbuffare confusa, con ancora il fiatone per la corsa, chiedendosi se ha sbagliato per caso indirizzo: un motivo è che la casa era gigantesca e non sarebbe stato normale che fosse per una ragazza e basta e poi… non sapeva ci fossero così tante persone! Dopo il caso di BB aveva per caso incontrato L che si era presentato sotto il finto nome di Ryuzaki, ma trovarselo lì era sin troppo. Insomma, pensava che fosse reperibile con la voce alterata al cellulare, come l’ultima volta, ma evidentemente era diverso. Oppure è caduta in una trappola tesa da qualcuno più intelligente, arguto, sagace e astuto di lei? Cerca di eliminare ed estirpare quei dubbi dalla mente e senza rivolgere la parola a nessuno (più che altro perché sono estranei, per lei, e fatica a fare amicizia soprattutto dopo la morte del suo fidanzato Raye, nonostante voglia uscire da questo brutto periodo) si siede vicino a Takada in modo che, finalmente, possa iniziare la cena. Essa prosegue senza intoppi fino al dessert, perché i biscotti preparati escono completamente bruciacchiati. Il signor Watari, con diversi inchini, si scusa per l’inconveniente. Con occhi che praticamente trasudano disgusto mischiato a finta cortesia ed educazione, tutti rifiutano gentilmente il pasto tranne la rivale in amore di Misa, appunto, Kiyomi.
«Non preoccupatevi, a me piacciono lo stesso!»
“Come se io mi preoccupassi molto della tua incolumità…” Pensa distrattamente la bionda, sbuffando e guardando altrove con l’ombra della gelosia sul volto.
«Forse non dovresti, Takada… ti potrebbe venire una forte indigestione!» Afferma preoccupato Light, guardandola con occhi supplicanti.
“E tu tieni pure a lei? Pft, che razza di fidanzato screanzato che ho!” L’importante è esserne convinti. E proseguono le frasi che Misa vorrebbe urlare a gran voce ma che evita e trattiene. La fanciulla dai capelli corvini arrossisce appena per via delle attenzioni ricevute dal castano e abbassa lo sguardo, verso quei dolcetti dal colore simile vagamente al carbone. Con un po’ di coraggio e dopo aver inghiottito la saliva a vuoto, in modo da darsi ulteriore forza, inghiottisce un piccolo pezzo del primo biscotto nero e lo ingurgita.

Silenzio.

Poi, gemiti strozzati, richieste implicite di aiuto e stramazza a terra.
Un sorriso di vittoria, non intercettato da nessuno.

«TAKADA! TAKADA!» Urla Light, precipitandosi a sorreggerla.
«Cosa le è successo? Indigestione o…?» Sospetta L, standole vicino e guardandola con gli occhi ridotti a fessure.
«Rinvenga, signorina, al più presto!» Urla Soichiro, con dietro la figlia terrorizzata e piangente.
«Portatele un bicchiere d’acqua, povera donna!» E’ quello che urla nervoso Watari.
«F-forse non c’è più niente da fare…» Conclude Matsuda, intimorito dalla gravità dell’evento.
E le voci, addossate l’una sull’altra, risultano confuse.

***

Uhuh, che bello giocare in questo modo con delle piccole marionette! Che divertimento assoluto! “Mi devo sforzare di non ridere o capirebbero la mia farsa… devo fare molta attenzione. Come mi sto entusiasmando, mio dio! E’ andato tutto alla perfezione!” E mentre la prima vittima ha ormai spirato e lascia questo mondo con un intenso odore di mandorle alla bocca, il ghigno del burattinaio che non brancola più nel buio ma si trova tra le sue vittime risplende per il gaudio.


«Ed è tutto appena cominciato.~»



______________________________________________________________________________________________________________________

 
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Tully_