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Autore: Black Spirit    20/06/2014    2 recensioni
Noi siamo i fuochi di mezzanotte.
Noi siamo le ombre.
Noi siamo i morti.
Noi siamo gli invisibili.
Noi solo noi.
Solo noi possiamo tornare.
O almeno loro.
Io sono solo il nuovo.
Io sono solo il novellino.
Io Duncan Nelson, il punk, il duro qui non so dove mettere le mani.
E lei...
Lei è una dodici.
Lei è speciale.
Lei è potente.
Lei è Gwen.
Genere: Malinconico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Duncan, Gwen, Trent , Un po' tutti | Coppie: Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale
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Ora mi uccide.

“Perché sei qui?”
È infuriata.

Si sente dalla sua voce.

Si legge nei suoi occhi.

E come darle torto?
Sono entrato nei suoi ricordi.

Senza permesso.

E non me ne sono andato.

Certo non sapevo come andarmene ma non penso che le importerà molto di questa attenuante.

“Io... Io sono entrato e sono finito qui”
Mi guarda come se volesse vedermi evaporare all'istante.

E forse lo vuole.

E forse ne è pure capace.

All'improvviso la stanza comincia a girare su se stessa finché non ritorniamo nella sua camera.

“Fuori”
Meno di un sussurro ma lo sento.

Sto per uscire ma mi blocco.

“No”

Mi guarda con una rabbia folle.

“Ho detto fuori”

Questa volta urla.

Ma io la ignoro.
Invece mi avvicino lentamente a lei.

“E io ho detto no”

La prendo fra le mie braccia.

E la stringo forte.

Ne ha bisogno.

Quel Trent doveva essere importante per lei.

Ed è scomparso.

Per sempre.

“Fuori”

Lo dice piano.

Ma sa che la sento.

E sa che non lo farò.

E nel frattempo comincia a piangere.

“Fuori. Fuori. Fuori”

La stringo più forte.

“Non ti lascio così”
Smette di parlare.

Si limita a piangere.

Tante lacrime.

Troppe.

Finché non succede qualcosa.

Si irrigidisce.

La guardo per capire che succede.

Nei suoi occhi c'è il panico.

“No. No. Un'altra volta no”

Si alza.

“Che succede?”

Si gira verso di me.

“Scott a bisogno di me”
Scott.

Suo marito.

Ovvio.

“Allora io devo...”
Lascio la frase in sospeso perché non so cosa fare.

Non so cosa voglia.

“Tu devi venire con me”
La guardo sorpreso.

Mi vuole con se per vedere suo marito?

“È ora che impari a mostrarti”

Ora capisco.

È solo una lezione.

Mi porge la mano e io l'afferro.

La stanza gira ancora.

Quando si ferma ci troviamo in un soggiorno riccamente ammobiliato con televisore al plasma, divani, poltrone, addirittura un angolo bar e una parete in vetro che da sul mare.

La casa di Gwen.

Su uno dei divani c'è l'uomo dai capelli rossi che ormai ho imparato a riconoscere con in mano una bottiglia di quella che sembrerebbe vodka, bottiglia che ormai è mezza vuota.

È molto diverso dalle foto in cui l'ho visto.

Lì era felice.

Sorrideva.

Ora...

Indossa una maglia e dei pantaloni logori e sporchi.

Ha una barba ispida e i capelli sono sudici.

E piange.

Un pianto silenzioso e sommesso.

Un pianto che distrugge chiunque lo guardi.

“Scott...”
L'uomo alza la testa all'improvviso e appena la vede corre verso la donna al mio fianco che mi ha già lasciato la mano.

Corre verso il fantasma di sua moglie.

“Gwen! Gwen sei tornata!”
La bacia e io provo un moto d'invidia.

Io non la potrò mai baciare come fa lui.

“Mi avevano detto che era impossibile, che ero pazzo, che ero ubriaco ma non importa. L'importante è che tu sia qui Gwen”

Lei ricambia la stretta piangendo a sua volta.

Ma c'è qualcosa che non va.

Sembra...

Triste.

“Non dovrei tornare e tu lo sai”

Lo sguardo di lui diventa triste quanto quello di lei.

Si separano e si guardano negli occhi.

“Ma ti amo e non posso lasciarti in questo stato”

Lui si siede e lei fa lo stesso.

“Non ce la faccio senza di te, ci ho provato ma è troppo difficile”

Lei lo guarda amorevole e gli mette una mano sulla guancia.

Inizia ad accarezzarlo gentilmente come si farebbe con un animale ferito.

Che in fin dei conti è ciò che è Scott in questo momento.

Un animale ferito dalla morte della persona che ama di più al mondo.

“Tu ce la puoi fare Scott, ricorda la promessa che mi hai fatto”

Gli occhi di lui si riempiono di lacrime.

Ora sembra ancora più triste.

“È così difficile da mantenere”

Lei lo bacia dolcemente e a me si stringe il cuore.

“Ma tu ci riuscirai, ok?”

Lui la guarda e le sorride.

“Ok”

Lei si alza e torna verso di me.

“Ora devo tornare Scott”

Lui la guarda come paralizzato.

“No, non andare”

Lei sembra soffrire ma mi prende la mano.

“Devo”

Gli sorride.

“Addio, amore mio”

La stanza inizia a ruotare ancora.

Ho ancora nelle orecchie l'urlo disperato di Scott quando ci ritroviamo nella camera di Gwen.

Lei ha l'aria distrutta.
In fondo è normale dopo ciò che ha dovuto fare...

“Gwen...”
Le metto una mano sulla spalla ma lei si ritrae come scottata dal contatto con la mia pelle.

“Domande?”

Sono confuso ma so che devo cominciare da cose semplici.

Darle il tempo di assimilare ciò che è successo.

“Perché non mi vedeva?”

Lei non si gira.

Non mi guarda.

Resta seduta sul letto.

Ferma e immobile.

Ma risponde.

“Non lo conoscevi in vita non puoi apparirgli senza contare che non sai ancora come si fa”

Domanda facile per lei suppongo.

“Come si fa ad apparire?”
Continua a non guardarmi.

Continua a non muoversi.

Ma continua a rispondere.

“Devi concentrarti sul ricordo più bello che hai con quella persona e desiderare ardentemente che ti veda, se il ricordo è abbastanza potente apparirai”

Noto qualcosa.

Qualcosa che non vorrei vedere.

Sta piangendo ancora.

Mi avvicino e la stringo fortissimo.

Probabilmente le sto togliendo il respiro ma non mi importa.

“Mi dispiace tanto”

Lei continua a non guardarmi.
“Non te lo meritavi. Non ve lo meritavate”
Non si muove ma piange di meno.

“Il destino è crudele. Ci toglie le persone che amiamo e noi ci ritroviamo a dover andare avanti senza di loro anche se continueranno a mancarci per sempre”

Ha smesso di piangere.

“Ma non per questo dobbiamo arrenderci”

Inizia a girarsi verso di me.

Ha gli occhi gonfi e rossi e sembra così fragile...

Come se fosse sul punto di crollare in pezzi.

E forse è così...

“Come si fa?”

La guardo negli occhi e nel frattempo le asciugo le lacrime con la mano.

“Si ricorda nel proprio cuore quella persona ma non si permette al dolore di controllarci”

Lei si abbandona sul mio petto e io mi sento in pace.

Sento di averla aiutata almeno un po'.

Ma so che non cambierà niente.

Lei sentirà ancora la sua mancanza.

Lui sentirà ancora la sua.

E aspetteranno.

Aspetteranno di rivedersi.

Di riabbracciarsi.

Aspetteranno fino alla fine.

E io?
Probabilmente alla fine io scomparirò dalla sua vita.

E lei si dimenticherà di me.

Sarò solo uno dei tanti che ha allenato.

Uno dei nomi sul suo braccio.

Niente di più.

Ma per ora sono qui.

Sono con lei.

E non ho intenzione di lasciarla soffrire.

“Gwen che promessa ti ha fatto Scott?”
Lei non risponde e non sembra intenzionata a farlo così la faccio coricare sotto le coperte ed inizio ad andarmene.

Quando arrivo alla porta però sento la sua voce.

“Ha promesso di vivere anche per me”

Mi giro verso di lei e vedo che mi guarda.

Restiamo così per quelle che mi sembrano ore ma forse sono solo secondi.

Mi fa segno di tornare accanto a lei.

DI non lasciarla sola.

E io lo faccio.

Mi metto accanto a lei nel letto.

E la stringo ancora fra le mia braccia.

E lei si lascia stringere.

“Duncan puoi restare qui con me?”

Io le sorrido e le do un bacio in fronte.

“Per sempre, principessa

  
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