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Autore: Chocolate_15    21/06/2014    4 recensioni
- Dal capitolo 5. -
“Ma a te che te ne frega? Non mi sembra che in tutto quello che hai detto io abbia fatto qualcosa di sbagliato o, tanto meno, fatto qualcosa A TE! E poi, quello li era un semplice costume, non era striminzito!” rispose lei, girandomi verso di sé.
La guardai un istante: era davvero sexy. Con quella maglietta che lasciava intravedere il reggiseno e quei pantaloncini che lasciavano scoperte le gambe perfettamente lisce avrei anche potuto saltargli addosso.
Spostai lo sguardo sulle sue labbra carnose e invitanti, quelle labbra che avrei tanto voluto baciare ma il mio orgoglio mi fermava; sapeva perfettamente che se l’avessi baciata tutto sarebbe cambiato.
Non potevo, erano da settimane che non la calcolavo e, all'improvviso, l’avrei dovuta baciare? No, non potevo e poi, non avrei mai potuto baciare una persona che disprezzavo, anche se era tremendamente sexy.
- Dal capitolo 7. -
Mi fermai un attimo: lo sguardo rivolto verso il basso, i capelli che mi coprivano gli occhi, una lacrima sulla mia guancia e la voglia infinita di riabbracciare mia madre.
Forse, ero io che mandavo via le persone da me. E per questo, mi ritrovavo, per la millesima volta solo.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo XII- Perché combino sempre guai?

POV’S ISABELLA:

Che profumo, ripeté la ragazza mentre, con il suo vestitino bianco, camminava a piedi nudi sull'erba bagnata.
Quale posto meraviglioso è mai questo?, continuava a ripetere guardandosi intorno.
Cammina senza una meta. Senza cibo né acqua. A lei bastava ammirare quel meraviglioso cielo per stare bene, non aveva bisogno d’altro. Si sentiva leggere come una piuma al vento. Nessun pensiero, nessuna preoccupazione. Ammirava con sguardo ammaliato quegli splendidi uccellini che, con teneri cinguettii, si poggiavano sul ramo di quell'albero maestoso.

Non un nuvola oscurava il cielo…il sole splendeva padrone su di lei, facendo risplendere i suoi bellissimi occhi. L’erba, coperta dalla rugiada, scintillava.
Tutto questo è fantastico! Sembra quasi un sogno!, disse la giovane avvicinandosi ad un albero.
Esso, imponente, mostrava tutta la sua bellezza. Le foglie di un verde brillante splendevano alla luce del sole; la ragazza si avvicinò ad esso, cauta e silenziosa.
Non voglio svegliare gli uccellini che dormono, diceva lei, hanno bisogno di riposo.
Si allontanò, salutando l’albero come se questo potesse ricambiare.

All'improvviso sentì un rumore. Deglutì e indietreggiò. Il rumore proveniva da un cespuglio. Questo si muoveva, lasciando cadere rametti sul suolo. Dopo un po’, il rumore svanì. Alla ragazza non interessava delle conseguenze, sarebbe andata lì e avrebbe scoperto la causa della sua paura. In punta di piedi si avvicinò al cespuglio.

Un passo, due passi…il cespuglio si mosse. La ragazza sorrise e si fece forza.
tre passi, quattro passi…un altro rumore. Non pensarci, non pensarci, continuava a ripetersi.
cinque passi, sei passi…allungò la mano verso il cespuglio e spostò le foglie. Mostrò un sorriso a 32 denti quando vide un piccolo scoiattolo. Lo prese tra le sue mani delicate e lo portò al petto. Gli accarezzò le piccole orecchie e la folta coda. Aveva dei piccoli occhietti curiosi. Gli accarezzò il pelo di un arancione acceso. È un bel colore, pensò la ragazza tra sé e sé.

Lo poggiò delicatamente a terra e l’animaletto iniziò a saltellare, girando attorno alle gambe nude della fanciulla. Lei sorrise radiosa: amava gli scoiattoli, erano i suoi animali preferiti. Li paragonava a dei peluche; piccoli, morbidi, con due occhietti dolci e un musetto tenero.
All'improvviso lo scoiattolo morse, con i suoi piccoli dentini, il piede della ragazza. Lei sorrise isterica e fece allontanare l’animale in modo un po’ troppo brusco. Quest’ultimo si allontanò, mostrando i suoi piccoli dentini sporchi di sangue. Ora, i suoi occhi, erano inquietanti.

Le piccole zampette dello scoiattolo diventavano sempre più grandi, così come il resto del suo piccolo corpo, e la fanciulla non sapeva il perché. Adesso, lei non si sentiva più felice, ma triste. In quel momento provava una tristezza immensa. Non aveva più quel bellissimo sorriso, per niente. Il sole era scomparso, lasciando il posto alle nuvole. Il cielo non era più di quel celeste limpido ma di un blu scuro. Stava per scatenarsi un temporale, e lei lo sapeva. La creatura era diventata 10 volte più grande di prima e l’unica cosa che la ragazza poteva fare era scappare. Scappare dalla disperazione. Scappare per vivere.


Mi sveglio all'improvviso e istintivamente mi porto una mano alla testa: che cazzo è successo?

*****
Bene Isa, continua sempre così. Adesso, dopo esserti ubriacata come una scema, ti ritrovi in un letto, al buio, con solo una maglietta addosso. Spero vivamente di non aver fatto quello che penso…no, cioè, non è assolutamente possibile! Io, una cosa del genere? Con uno che neanche conosco? Ma non diciamo scemenze!
Mi alzo e in punta di piedi accendo la luce. Ma davvero sistemata è questa stanza – penso disgustata. Hai muri sono appese delle fotografie di cantanti a me sconosciuti e a terra scarpe da ginnastica con dentro dei calzini. Da sotto i letti sbucano fuori magliette a maniche corte, quasi tutte uguali, jeans e cappelli. Mi avvicino alla scrivania e noto, con piacere, un computer. Provo ad accenderlo, girandomi ogni secondo a guardare la porta: e se entra qualcuno? Non c’è nessuna chiave quindi…

Non so perché ma preferisco rimanere in questa stanza. Sono spaventata. Si, ecco, Isabella Black è spaventata. Non so chi potrei incontrare lì fuori…si, non siamo in un libro fantasy dove tu esci da una stanza e ti appare un drago che sputa fuoco ma…se ci fosse qualcuno che mi volesse picchiare? Qualcuno che mi abbia portata qui con la forza per violentarmi?
Si, ma stando qui dentro non cambieranno mica le cose – bisbiglia.

Niente, il computer non si accendeva. Volevo trovare delle foto o qualcosa che mi potesse far capire precisamente dove sono e, soprattutto, con chi. C’erano due letti, due scrivanie, due comodini e due armadi. Decisa, vado verso il letto dove mi ero svegliata. Guardo le lenzuola e sono di un celeste chiaro che, stranamente, mi fa ritornare in mente qualcosa…degli alberi, degli uccellini…è tutto così confuso che non riesco a capire…beh, ci penserò più tardi. Apro con delicatezza il primo cassetto del comodino accanto al letto: ci trovo dentro degli slip e alcuni reggiseni. Almeno so che sono delle ragazze…ma la cosa non mi tranquillizza lo stesso…

Faccio la stessa e identica cosa negli armadi e nell'altro comodino. Due ragazze, sono due ragazze. Che poi, per la miseria, non c’è una cazzo di foto appesa da nessuna parte! Apro i cassetti della scrivania celeste e trovo degli appunti di inglese, francese e matematica. È studiosa la ragazza. Mi sposto dalla parte opposta della stanza e, sempre in punta di piedi, mi avvicino alla scrivania rosa. Apro il cassetto e trovo solo dei rossetti e qualche smalto.
Perfetto, va sempre meglio qui.
Beh, non ho altra scelta, devo per forza uscire da questa stanza.

Apro la porta e mi ritrovo in un corridoio abbastanza lungo. Cammino e mi guardo in giro: ci sono dei dipinti che raffigurano case, colline, alberi e anche famiglie. Alla mia sinistra trovo una finestra e di conseguenza vado a destra. Davanti alla porta dalla quale ero appena uscita, avevo trovato uno dei tanti dipinti che raffigurano delle case. Avanzando, trovai due porte a destra e due a sinistra. Andai per prima a sinistra: aprì la prima porta e mi trovai davanti una semplice stanza con un letto matrimoniale, due comodini ed un armadio. Sarà la stanza degli ospiti – pensai.
Andando avanti, aprì la seconda porta: - Bah, un'altra stanza matrimoniale… -

Lentamente apro la prima porta alla mia destra e vedo un letto singolo, una scrivania e un armadio. Vestiti e scarpe sparsi sul pavimento e un computer sul letto.
- Bene, fino ad adesso non ho incontrato nessuno…- bisbigliai.

Vedo la luce della stanza accanto accendersi e mi do della stupida per non essermene stata zitta: ma cosa ho nella testa?! Istintivamente aprii la porta della stanzetta e la chiusi. Forse non è stata una brillante idea ma ho troppa, troppa paura di vedere cosa c’è al piano di sotto. Cerco un posto dove nascondermi e, l’unico che mi viene in mente sentendo la porta della stanza accanto aprirsi, è l’armadio. Velocemente apro le ante e subito dopo me le chiudo alle spalle. Sento la porta aprirsi e il cuore inizia a battermi all'impazzata. Sento dei rumori, una porta che si chiude e, dallo spiraglio, vedo un ragazzo a petto nudo e un asciugamano in vita.

Mille cose iniziano a vagare per la mia mente: oddio, si deve vestire quindi aprirà l’armadio e mi vedrà…si vestirà davanti ai miei occhi…si spoglierà davanti ai miei occhi…oddio che vergogna! Ma poi, è lui il mio rapitore? Porca puttana, non mi ricordo niente! Chi è questo? Io non lo mai visto! Ha dei capelli biondi, ricci, fisico perfetto e, da quello che posso vedere da qui, un bel viso. Ha un sorriso stampato in volto che non riesco a decifrare…perché ride? Sa che sono qui? Oddio, lo sa! Mi butterà nel letto…mi costringerà a seguirlo…mi sento male. Perché mi sono cacciata in questa situazione? Ah si, giusto, grazie a Nicolas. Ho bevuto per non pensare a lui, quindi è colpa sua. Sono davvero brava a dare la colpa agli altri per quello che faccio…forse, adesso, lui è con quella…con quella stronzetta di Lucy. Si, ovviamente, aveva detto che andava a casa sua. Nella mia vita non ho mai visto ragazza più stronza, sul serio.

Non sopporto di vedere quelle sue luride mani sul viso perfetto di Nicolas…la sua bocca incontrare la sua…chissà se adesso lui mi sta pensando. Non vedendomi ritornare a casa si sarà preoccupato, almeno credo. Lo spero…odio sempre di più questa situazione e voglio che adesso lui entri da quella porta e mi porti via da qui…

Presa dai miei pensieri, non mi accorgo neanche che il ragazzo si stava avvicinando all'armadio. Presa dal panico, chiudo gli occhi e cerco di pensare a tutt'altro. Le due ante si aprono, dopodiché, sento solo due braccia sorreggermi, una porta aprirsi e un urlo di sorpresa.


Angolo di Chocolate_15!

*tossisce timidamente* Ciao a tutte! Vorrei subito parlare del fatto che non ho più aggiornato, allora: non avevo né voglio né tempo per pubblicare un nuovo capitolo; ad aggiungersi a tutto questo avevo anche il “blocco della scrittrice.”. Non avevo minimamente idea di cosa scrivere. Per fare questo capitolo, molto più piccolo di quelli che faccio di solito, mi ci sono volute tipo 2 ore e mezza. In due ore e mezza io scrivevo capitoli molto più lunghi e anche in meno tempo. Spero che, come capitolo di “ritorno” vi piaccia. Aggiornerò, tranquille. :)
Lo posso dire: al prossimo capitolo!

PS. Sto scrivendo un'altra storia che si chiama “Idiot”, se volete dateci un'occhiata.

Chocolate_15!
  
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