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Autore: King_Peter    21/06/2014    5 recensioni
Sta per tornare.
La sua storia sta per essere riscritta: paure misteriose rinasceranno, oscure forze.
Dolori dimenticati.
Qualcosa che gli Dei dell'Olimpo avevano persino dimenticato, qualcosa che ha covato rancore tra le fiamme del Tartaro e che adesso risorge per cercare vendetta, quella stessa vendetta che le è stata impedita anni prima e che ora brucia nelle sue vene del mondo come un fuoco.
Quel fuoco che brucerà il mondo.
Quel fuoco che dieci semidei dovranno spegnere.
Quel fuoco da cui deriverà la cenere della vita, il sapore di ruggine della vittoria.
♣♣♣
Sul volto di lei si dipinge un'espressione di terrore, mentre la sua mano corre al pugnale che porta al fianco, legato ad una cintura di pelle.
Cerca di trattenerlo, gli strappa persino la camicia di dosso pur di fermarlo, ma lui continua a camminare verso il mare aperto, non riuscendo più a sentire la sua voce, come se fosse atona, senza suono."

♣♣♣
""Potete solo rispondere alla chiamata."
Fissò ognuno con i suoi occhi millenari, come se stesse cercando di capire il legame che li univa, inutilmente.
"Potete solo giurarlo sul fiume Stige."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Dei Minori, Gli Dèi, Nuova generazione di Semidei, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9. Waiting for the day to shake
 
Liz,
"Somebody mixed my Medicine"
 
Liz si convinse a non assaggiare mai più un drink troppo alcolico: a suo parere, erano più nocivi di una macchia di grasso sulla tua maglietta preferita.
Non si ricordava nemmeno perché aveva accettato quella bevanda da uno sconosciuto, ma sapeva solo che aveva preso il bicchiere e lo aveva bevuto.
Si era accorta solo dopo delle conseguenze.
Il tutto si poteva considerare una sciocchezza in confronto ai volti spaventati che Hope e Selene rivolsero loro quando uscirono finalmente da quel fottutissimo bagno, la serratura magicamente sbloccata da quel "qualcosa" che l'aveva fermata e aveva impedito loro di assistere a ciò che era successo.
A giudicare dai pezzi di vetro per terra e il sottile rivolo di sangue che sgorgava dal collo della figlia di Morfeo, Liz capì che si era appesa persa una battaglia, anche piuttosto difficile.
Il petto di Hope continuava a gonfiarsi e sgonfiarsi velocemente, mentre si appoggiava ad una delle pareti del bagno delle ragazze e guardava spaventata la cornice che conteneva lo specchio.
Lia era furiosa.
Aveva continuato a bersagliare la maniglia della loro prigione con tutti gli incantesimi che le passavano per la testa non riuscendo, però, ad aprirla o, per lo meno, a scalfirne la superficie: in un primo momento, passato un conato di vomito, Liz aveva pensato ad Hope, ma si era subito accorta che la serratura del bagno era stata bloccata da qualcosa di diverso dalla magia, qualcosa che sia lei che Lia ignoravano.
Gli occhi della figlia di Ecate lampeggiarono contro quelli di sua sorella, occupandosi di Selene che pareva ancora parecchio scossa.
Liz dovette appoggiarsi al muro per non cadere faccia a terra, in mezzo ai detriti, camminando lentamente in un silenzio mortale calato sul loro gruppo: lei stessa faceva fatica a parlare, come se avesse ingoiato della sabbia e adesso non riuscisse più ad emettere alcun suono.
Sentiva il freddo che picchiava contro le sue spalle nude, un vento inesistente che continuava a scorrere tra i suoi capelli, una luce che le faceva male agli occhi e le impediva di vedere dove stesse andando.
Era come partecipare ad un corteo funebre, con la differenza che Liz non aveva la più pallida idea di dove mettesse piede.
Fu Lia ad interrompere quella sorta di lamento funebre silenzioso che le stava avvolgendo, con la sua voce dura ed aspra, carica di preoccupazione e rabbia.
"Raduniamo gli altri."
I suoi occhi scintillarono di potenza.
"Dobbiamo parlare."
 
 
Non fu facile.
Liz rimase seduta assieme a Selene su un divanetto, in disparte dalla folla e dalla musica ancora troppo forte per le sue orecchie, tenendo per mano la figlia di Morfeo.
Non sembrava più lei: nei suoi occhi brillava una sorta di scintilla strana, mentre continuava a tremare come se fosse completamente nuda, lasciata a congelare da sola in una notte di pieno inverno.
Liz sentiva battere il suo cuore all'impazzata.
Tirò un respiro, mettendosi una mano sul petto e cercando di calmarsi: agitarsi non avrebbe migliorato le sue condizioni di salute e, poi, non aveva bisogno di un'altra crisi proprio in quel momento.
No, non ne aveva bisogno.
Si protese verso Selene, allungando le braccia in modo da abbracciarla e facendo una cosa che si era ripromessa di non fare: accese le sue mani in modo che propagassero calore nelle spalle di Selene che smise di tremare e lasciò posto solo alle lacrime.
Liz le sentiva, sentiva le gocce amare che scorrevano sulla sua spalla destra e si chiese cosa avesse visto o cosa avesse fatto per potersi ridurre così.
La figlia di Efesto non era brava con le persone, ma cercò di consolarla dandole delle piccole pacche sulle spalle, sussurrandole alle orecchie una sorta di ninna nanna improvvisata.
Lia continuava a camminare in cerchio, furiosa con sua sorella per non averle spiegato la situazione, mentre cominciavano ad arrivare gli altri membri del gruppo: Warren con gli occhi gonfi e lucidi, tipici di chi si è appena ubriacato.
Luke, la sua testa bionda puntava dritta nella loro direzione, seguito da Daphne e Bashir, pericolosamente vicini, e Archie che stava camminando accanto ad Hope e stringeva in mano una lattina di Coca Cola non ancora aperta.
A chiudere il gruppo c'era Jake, occhi rossi, capelli così biondi da essere quasi bianchi.
Liz gli sorrise quando lui si sedette accanto a lei e si passò una mano nei capelli, osservando prima gli altri semidei e poi incontrando i suoi occhi.
Sembrava letteralmente andare a fuoco e Liz aveva visto molte cose fare la stessa fine, quindi sapeva benissimo cosa stava passando per la testa del giovane figlio di Ermes che le sedeva vicino.
"Ehi" le sussurrò, in modo che potesse sentirlo solo lei. Liz rispose con un sorriso, mentre lui cominciava a strofinarsi le mani per la sua iperattività.
"Ho saputo che non ti sei sentita bene." le disse, posando i suoi occhi sul volto di Selene, addormentato, "Come stai adesso?" le chiese, abbozzando un mezzo sorriso.
La figlia di Efesto si portò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
"Bene, grazie." gli rispose, "Mi fa piacere che tu me l'abbia chiesto."
Jake era sul punto di dirle qualcos'altro, ma venne interrotto dalla parlantina a vanvera di Warren che attirò la loro attenzione quando Luke lo lasciò accanto a loro perché non riusciva nemmeno a reggersi in piedi tanto era ubriaco.
"Scusate." mimò con le labbra il figlio di Atena, strizzando l'occhio e dirigendosi verso Lia, gli occhi furenti, sottili nuvole nere che roteavano intorno alla sua testa come una corona.
"Come tutti sapete."
Lia lanciò un'occhiata a Warren che aveva preso a russare sul divanetto dove lo avevano accompagnato, completamente disinteressato alla loro "riunione"
"Come quasi tutti sapete." precisò la figlia di Ecate con una punta di stizza nella voce, "Selene e Hope sono state attaccate, questa sera, nel bagno della discoteca." spiegò, soffiando su una ciocca che le ricadeva davanti agli occhi.
"Attaccate da chi?" chiese Bashir, appoggiato con un piede al muro della saletta che avevano fatto sgomberare, "Cioè ... almeno questo lo sappiamo?" domandò, scettico.
"Crediamo che sia la minaccia di cui ci ha parlato Chirone." si intromise Luke, i suoi occhi grigio tempesta saettavano su ogni membro dell'impresa, incluso il ragazzo-russo, e non russo per la nazionalità, che stava accanto a Liz.
"La stessa della voce?" domandò incuriosito Archie, aprendo la sua lattina di Coca Cola, "Davvero?"
Lia annuì, abbassando lo sguardo e saettando quello di un ragazzo che aprì la porta dove si erano riuniti e cambiò idea dopo che incontrò gli occhi inferociti della figlia di Ecate.
"A quanto pare si." sussurrò la voce di Selene, adesso sveglia, accanto a Liz: la figlia di Efesto le mise una mano sulla spalla, come ad incoraggiarla.
"Cosa è successo esattamente?" chiese Daphne, perfetta come sempre anche nel sembrare uno zombie, osservando il suo volto, "Sempre che tu voglia dircelo."
Per un attimo calò il silenzio, interrotto solo dal russare monotono e costante di Warren che riuscì a strapparle un lieve sorriso, sparendo subito dopo dal suo viso.
Selene annuì.
"Va tutto bene." le disse Liz, "Se non vuoi, non fa niente. Non sei obbligata.", continuando a tenere la mano sulla sua spalla e ad infonderle calore.
"No." rispose lei, guardando il pavimento, "Dovete sapere come sono andate le cose."
Hope si schiarì la gola.
"Temo che sia stata anche colpa mia."
Dalla sua voce sembrava realmente dispiaciuta, ma Lia l'attacco, forse ancora troppo carica di adrenalina per poter usare veramente il suo buon senso.
"Oh, certo!" esclamò, "Dovunque succeda qualcosa di pericoloso, tu ci sei sempre, non è così?" le chiese, puntandole un dito contro.
"Lia."
La voce di Selene era un sussurro, un alito di vento. Debole.
"Che c'è?!" rispose lei, voltandosi verso la figlia di Morfeo, sfidando chiunque a fermarla o a contraddirla.
"Non è davvero colpa sua." rispose Selene, "Sono stata una stupida."
"Selene non dire str ..."
"No Hope, tu mi hai solo aiutata, ma non è colpa tua. L'idea è stata mia."
Silenzio tombale.
"Ehm, potremmo sapere anche noi cosa è successo?"
Jake, accanto a lei, alzò un sopracciglio come per incoraggiarla a parlare e a raccontare loro cosa fosse effettivamente successo in quel bagno del Pacha NYC.
Liz non poté fare a meno di pensare che era molto buffo con quell'espressione in faccia, ma anche molto carino.
"Mentre eravamo nel bagno delle ragazze, ho detto ad Hope che avevo voglia di conoscere il mio futuro. Pensavo che potesse aiutarmi per muovermi meglio in quest'impresa e poi lei era una figlia di Ecate, ma mi ha detto che non pratica la ..."
"Divinazione." terminò Lia, guardandola preoccupata.
Selene annuì.
"Poi abbiamo pensato al gioco del Bloody Mary."
Archie per poco non si affogò con la sua stessa bevanda, mentre Bashir continuava ad osservarla, incuriosito dalla sua affermazione.
"No, ditemi che non lo avete fatto." mormorò Lia, lasciandosi cadere su una poltrona che sembrò quasi inghiottirla, guardando prima Selene e poi sua sorella Hope.
"Hope, per tutti gli Olimpi!" esclamò Lia, "Sai benissimo che nostra madre ce l'ha proibito!" le ricordò, "E tu disobbedisci ai suoi ordini?"
"Credevo che fosse solo una stupida paranoia e che nostra madre si sbagliasse." le rispose per le rime, mentre i suoi capelli sembravano farsi ancora più neri.
"Che storia è questa?" domandò confuso Luke, sedendosi accanto a Lia e guardandola con i suoi occhi temporaleschi.
"Oh, fattelo dire da miss so tutto io." alludendo, ovviamente, a sua sorella.
Hope si strinse nelle spalle.
"Praticamente è un gioco in cui si pronuncia per tre volte il nome Bloody Mary davanti ad uno specchio con una candela accesa." spiegò la figlia di Ecate, "Poi si aspetta e si dovrebbe vedere uno spirito che ti predice il futuro o ..."
"Ti uccide." terminò Lia in modo tetro, "E nel nostro caso è successo proprio questo."
"Perché Ecate vi ha proibito di tentare questo ... gioco?" chiese Archie, sorseggiando la sua Coca Cola, i suoi ricci di sabbia, i suoi occhi d'oro.
Jake sussultò guardando meglio gli occhi di Archie, come se si fosse appena ricordato di qualcosa di spiacevole, qualcosa che gli facesse male.
"Ci ha solo detto che è pericoloso perché alla chiamata risponde solo uno spirito vendicativo e corrotto." gli spiegò Lia, "Ecco perchè." aggiunse irritata guardando sua sorella, “E in questo caso ha risposto proprio la nostra minaccia mitologica.”
Di nuovo il silenzio: stava diventando monotono quella sera se non ci fosse stato Warren a russare per tutti.
"Ha detto che morirò per mano di una sirena."
Gli occhi di Hope era lucidi mentre Liz la stringeva e l'abbracciava come se fosse già morta.
Lia scacciò le lacrime dagli occhi.
"Avrei dovuto essere il suo prossimo sacrificio" continuò, "Il prossimo passo di un triangolo."
Luke continuava a sbattere le palpebre come se pensasse che Selene stesse scherzando, mentre Daphne si portava una mano alla bocca e sul suo viso appariva una maschera di terrore.
"Lei voleva uccidermi e io stavo per farlo, mi stava convincendo a farlo, a lasciarmi andare."
La sua voce era carica di tristezza, i suoi occhi pieni di lacrime.
Liz le prese la mano, ma lei la rifiutò.
"Mi ha ordinato di morire."
Liz era inorridita, poco prima di sentire la sua mano stretta intorno a quella di Jake che la guardava determinato, convinto e le infodeva coraggio.
Poco prima che si sentisse male.

 
[...]
 Warren,
"Boy, don't Lie in her Bed"
 
 Warren aprì gli occhi quando Liz le cadde addosso.
La sbornia che si era preso sembrava essere passata, come se qualcuno avesse accelerato il processo di "disintossicazione", ad esclusione del cerchio alla testa che continuava a fargli sentire come il suo sangue pompasse nelle tempie.
Di norma, ogni ragazza era sempre caduta ai suoi piedi, ma mai nessuna gli era mai caduta letteralmente addosso: Liz aveva gli occhi chiusi, i capelli scuri sparsi sul petto di Warren e respirava a fatica, come se avesse un masso pesante stretto sui suoi polmoni.
In un secondo gli furono tutti addosso, cercando di dare una mano e di aiutare la figlia di Efesto, poco prima che Warren, e il suo caratteraccio, li cacciassero tutti via, ordinando loro di starle lontano per non toglierle l'aria: il suo corpo era percorso da spasmi bruschi e violenti che la costringevano a fare degli scatti improvvisi, oltre che a tremare come una foglia in quella calda serata di Maggio.
Warren non sapeva che fare, non era esperto in pronto soccorso.
Lanciò un'occhiata al figlio di Atena, Luke, sperando che almeno lui, e la sua grande testa di gufo, potessero aiutarla, ma lui si limitò ad alzare le sopracciglia, incapace di agire.
Con sua grande sorpresa, fu Daphne ad avvicinarsi a lei: Warren aveva sempre reputato le figlie di Afrodite delle ochette, esperte solo in trucco, parrucco e pettegolezzi, ma, a quanto pareva, si sbagliava di grosso.
Si sganciò la collana che portava al collo e si avvicinò alla giovane figlia di Efesto, poggiandole il ciondolo luminoso sul suo petto ballerino: si sentì un dolce profumo spandersi per tutta la saletta che si, ehm, erano riservati  mentre il viso di Liz andava distendendosi come se qualcuno le avesse somministrato un po' di morfina.
Warren guardò con aria interrogativa la figlia di Afrodite la quale gli rispose con un sorriso alla Gioconda, rimettendosi la collana al collo come se nulla fosse e lasciando il figlio di Ares ai suoi dubbi.
Lui prese la testa di Liz e la poggiò delicatamente sul divanetto, alzandosi e facendo scrocchiare le ossa del collo: a quanto pare si era perso una grande riunione perché erano tutti preoccupati, troppo preoccupati per i suoi gusti.
Lia stava tenendo la mano di Liz, mentre quest'ultima respirava normalmente e Daphne allontanava gli altri da lei per farla stare più tranquilla, zittendo chiunque tentasse di fare qualche domanda o di avvicinarsi troppo.
Gli anfibi di Warren scricchiolarono sul pavimento della discoteca: si era sempre reputato una persona sgradevole, ma non gli importava sinceramente dato che preferiva spassarsela e bere, cosa che agli altri non sembrava piacere visto il risultato di quello schifo di serata.
Solo Selene era rimasta da sola, la testa che sembrava voler scomparire tra le sue stesse ginocchia: Warren non sapeva perché, ma si avvicinò a lei, sentendo il bisogno di andarle vicino e dirle due parole di conforto, cosa che aveva fatto anche lei quando aveva accettato la proposta di Nemesi a Central Park ed era stato sgridato da una "mammina" troppo premurosa.
Selene c'era stata in quel momento ed era stato strano sentire la sua mano sulla spalla, il calore che la sua pelle emanava, il modo in cui i suoi occhi lo guardavano, guardavano quel tizio psicopatico, tendente a fare battute cretine e mentalmente instabile come lui.
"Tutto bene?" chiese Warren, non sapendo quale tono usare, "Si, cioè ... mi sono perso tutto quello che hai detto, però ..."
La figlia di Morfeo lo guardò, abbozzando un sorriso.
"Non preoccuparti." gli rispose, stringendosi nelle spalle come a farsi ancora più piccola di quanto non lo fosse già, "Non ho detto nulla di interessante. Tu, piuttosto, avresti dovuto vedere la faccia di Luke quando ha scoperto che eri completamente ubriaco."
Warren serrò la mascella, ghignando.
"Oh, la mammina si è preoccupata per me?" chiese, facendo un'espressione buffa con la faccia, distorcendola in un modo che nemmeno un mimo avrebbe saputo ripetere, "Strano, pensavo mi odiasse."
Selene rise, per la prima volta dopo la sua quasi-morte nel bagno delle ragazze del Pacha, con gli occhi che le luccicavano ancora per le lacrime che Warren non avrebbe mai capito se per la tristezza o la felicità che fosse arrivato lui a scassarle le scatole e ad interrompere la sua solitudine.
Warren incrociò le mani dietro la testa e mise i suoi anfibi sporchi su un tavolino che si trovava lì vicino, chiudendo gli occhi come se volesse dormire.
Ghignò.
"Voglio proprio vedere cosa farà la Testa di Gufo, adesso."
Selene si avvicinò a lui, tastò il terreno guardando prima il suo petto e poi il suo viso, abbassando titubante la testa sul petto di Warren che sembrò spiazzato, per un attimo, ritornando a crogiolarsi nella sua capacità di attrarre le ragazze un attimo dopo e quasi schizzando fuori dai suoi panni quando sentì qualcosa di umido sulle sue labbra: la figlia di Morfeo lo stava guardando, il volto sospeso alla stessa altezza del suo, le sue dita delicate che sfioravano il suo mento.
"Scusami." sussurrò lei, alzandosi, mentre Warren la prendeva per un polso e le impediva di fuggire, "Non dovevo. È che io ... "
"Non ho detto di fermarti."
Sembrò che qualcuno avesse appena sfilato il mondo da sotto i piedi di Selene perché lei restò lì con un'espressione inebetita in viso, inclinando la testa di lato come se non avesse capito bene.
"Come hai detto?" gli chiese, le mani iperattive che non riuscivano più a fermarsi: Warren si protese verso di lei, chiudendo le sue mani nelle sue e rubandole un altro bacio, spudoratamente.
"Ho detto che non ti ho chiesto di fermarti." rispose lui, il tono suadente di chi usa tutte le armi a propria disposizione per sedurre qualcuno, cosa che il figlio di Ares aveva sempre fatto con qualunque ragazza gli capitasse a tiro.
Selene sorrise, baciandolo con tutta la voglia di vita che il suo corpo aveva riscoperto dopo l'attacco della sirena nel bagno del Pacha, le loro labbra che continuavano ad incontrarsi e a scontrarsi come se non ne avessero mai viste altre.
"Selene, tu ... "
Warren sembrava aver appena ingoiato della sabbia tanto faceva fatica a parlare, mentre Selene si metteva seduta all'indiana sulle sue gambe.
"Io?" chiese lei, maliziosa, specchiando i suoi occhi nei suoi, con tutta l'aria di chi conoscesse già la risposta.
"Non voglio illuderti." le disse, il tono sprezzante di chi si era appena ricordato qualcosa di spiacevole, "Io non sono il tipico bravo ragazzo, sono uno stronzo, un gran pezzo di merda ... non aspettarti niente da me, potrei ... "
"Potresti farmi felice stando zitto, adesso." e gli tappò la bocca con un altro bacio, poco prima che si sentisse uno scoppio repentino e delle voci singolari sillabare frasi che in un primo momento non capirono subito..
"Bene" disse la prima.
"Bene" continuò la seconda.
"Bene" terminò la terza.
"Siete nei guai adesso." esclamarono all'unisono, le loro voci che si accavallavano l'una sull'altra.
Guai?
Warren non aspettava altro.
- - - 

*panda's corner*
21 Giugno.
Un po' di anni fa un tizio di nome Percy Jackson riportava la folgore olimpica a Zeus per non scatenare una guerra clandestina agli dei ... cosa c'entra, vi starete chiedendo, no?
Niente, ma era solo per ricordare che anche un ragazzino di soli 12 anni può fare cosa che un uomo di 21 non potrebbe fare u.u
Piccola parentesi xD
Passiamo al capitolo che devo fare alcune precisazioni u.u Dopo l'attacco da parte di questa nuova versione di Bloody Mary, Selene è ancora viva (gioia e tripudio! xD) e discutono assieme su ciò che è successo ewe
Adesso credo sia proprio esplicito che la minaccia che devono affrontare è una sirena, no? u.u
Contemporaneamente, Liz ha un "attacco" 
Non voglio svelarvi nulla, ma posso solo dire che è una cosa che mi ha suggerito Ramosa12, la creatrice della piggia, quindi fate due più due :')
Temo di essere andato OC per quanto riguarda Warren e, finalmente, la prima vera ship della storia! :D La Warrene? O la Serren? o.o
Dei, non mi viene in mente niente di decoroso xD Ad ogni modo, mi scuso con Poseidonson97 se non corrisponde perfettamente con la sua idea di personaggio, ma, come gliho già detto, il suo è un piggio molto ... difficile da gestire, ecco u.u
Chi saranno quelle voci alla fine del capitolo? ewe Paura? o.o 
Lo scoprirete nel prossimo capitolo :P Anzi, colgo l'occasione per informarvi che mancano solo 6 capitoli alla fine della storia e, se non aggiorno con costanza, vuol dire che mi sto rincitrullendo a scriverli perchè entro luglio devo aver finito questa grande avventura in cui mi sono buttato ad Aprile xD
Hasta la vista! :')

[...]
 
Soon on I swear on the River Styx: 10th chapter, It's a revolution, I suppose. Pov of Archie and Bashir.
Enjoy! :D

 
  
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